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Drak94
view post Posted on 20/9/2011, 14:41




NBA - Senza soldi per il lock-out? Kobe aiuta


Anche Kobe Bryant scende in prima linea nella battaglia per i lock-out ma lo fa a modo tutto suo, annunciando che è disponibile ad aiutare economicamente i giocatori in difficoltà durante la serrata del campionato NBA


John Wall fa parte di quel gruppo di giocatori NBA che non ha preso in considerazione l’eventualità di giocare all’estero durante il lock-out: la point-guard di Washington ha trascorso l’estate barcamenandosi fra tornei di esibizione vari, ma il recente ri-allontanamento delle parti in causa per la discussione del nuovo contratto collettivo, lo ha portato a lanciare una frecciatina verso le due stelle più rappresentative della Lega, Kobe Bryant e LeBron James.
“Derek Fisher (il presidente dell’assogiocatori, ndr) e gli altri ragazzi stanno facendo un gran lavoro - ha detto Wall -, ma abbiamo bisogno del sostegno di tutti, e anche Kobe e LeBron dovrebbero dare una mano alla causa”.
Bryant, che da parte sua sta seriamente valutando l’ipotesi di svernare nel Vecchio Continente se la serrata dovesse continuare (spunta anche una possibilità legata a Bologna…), ha risposto all’appello di Wall, ma forse in una maniera che il playmaker degli Wizards non si aspettava: la stella dei Lakers, infatti, indosserà i panni del “buon samaritano” e si è detto disponibile a sostenere i giocatori NBA in difficoltà economiche per il lock-out (le franchigie non pagheranno gli stipendi fino a quando non si riprenderà a giocare, e non pensiate che tutti abbiano un contratto da 25 milioni di dollari come Kobe...).
“Ho visto Bryant molto coinvolto nei nostri ultimi incontri - ha spiegato l’agente del giocatore Arn Tellem, all’interno di una intervista rilasciata al “Los Angeles Times” - e si è addirittura offerto di propria spontanea volontà per aiutare gli altri giocatori in difficoltà economiche prestando loro denaro”.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 22/9/2011, 16:14




NBA - Lock out: arriverà stavolta l'accordo?


I giocatori e i proprietari pronti ad incontrarsi per evitare lo slittamento della stagione. Mercoledì e giovedi i giorni cruciali


Giocatori e proprietari potrebbero sedersi nuovamente insieme per provare a trovare un accordo sul rinnovo del contratto collettivo e mettere fine al lock-out Nba.
Secondo la stampa statunitense, ci saranno due incontri la prossima settimana, mercoledì e giovedì. Il primo, però, sarà un faccia a faccia tra il commissioner David Stern e il suo braccio destro Adam Silver da un lato, e Billy Hunter e Derek Fisher dall'altro, in rappresentanza del sindacato di giocatori.
Sul tavolo la questione del salary cap rigido che per il momento gli atleti rifiutano in 'toto'. Se l'incontro di mercoledì prossimo dovesse andare bene, allora il giorno dopo verrebbero coinvolti anche proprietari e altri giocatori, in caso contrario lo slittamento della pre-season, in programma dal 3 ottobre, sarebbe certo.

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Italpress
 
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Drak94
view post Posted on 28/9/2011, 15:33




NBA - Rose "Discutere di soldi non ha senso"


"Non c'è motivo per cui dei miliardari discutano di soldi", è lo schietto commento di Derrick Rose sul lockout NBA. In caso di lunga serrata, è pronto a varcare l'Atlantico e giocare in Europa


Dopo un lungo periodo di riflessione, anche Derrick Rose si è unito alla folta schiera di giocatori NBA che stanno progettando di svernare oltreoceano se il lockout dovesse proseguire ancora a lungo. Secondo quanto riporta il “Chicago Tribune”, l’MVP della scorsa stagione avrebbe già un’offerta sul piatto da parte di una squadra europea e sarebbe in contatto con altri club: e anche il suo agente, l’ex-giocatore dei Bulls BJ Armstrong, ha confermato l’intenzione di approfondire queste trattative.
“Se la stagione dovesse essere completamente cancellata - ha annunciato Rose -, prenderò in considerazione la possibilità di giocare oltreoceano… ma ancora non saprei dire dove. Ci sono tanti bellissimi posti in Europa, ma non ho ancora avuto tempo per raccogliere informazioni più dettagliate”.
Rose si sta allenando a Los Angeles, ma non ha nascosto l’intenzione di organizzare qualche sessione con alcuni dei suoi compagni di squadra a Chicago: la sua visione del lockout è pessimista, non solo perché è convinto che la serrata durerà ancora a lungo, ma anche perché non capisce le motivazioni che hanno portato allo stop del campionato.
“La situazione è complicata - analizza Rose -, ma onestamente non credo che il lockout sia necessario. Non c’è motivo per cui miliardari e milionari si mettano a discutere di soldi. Ci sono tanti di quei problemi nel mondo per cui parlare… e i soldi non sono uno di questi”.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 1/10/2011, 12:48




NBA - Weekend decisivo: avremo una stagione?


Se i proprietari e l'associazione dei giocatori non troveranno l'accordo in questo caldissimo weekend di trattative, sarà cancellata parte della regular-season: rischio di stagione "monca" o di stagione completamente persa


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Questa volta ci sono anche i pezzi grossi: LeBron James, Dwyane Wade, Kevin Durant e Carmelo Anthony (nella foto Reuters) presenzieranno alla tavola rotonda di New York nel weekend decisivo per le sorti della stagione. Assente, nonostante l'invito ufficiale del commissioner David Stern, Kobe Bryant che, come ben noto agli appassionati italiani, in queste ore sta discutendo con la Virtus Bologna per firmare un contratto di 40 giorni: la stella dei Lakers, assieme a tanti altri giocatori NBA fra cui Delonte West (che ha twittato oggi di aver trovato lavoro in una catena di grandi magazzini, "Regency Furniture Showrooms"), è uno di quelli che non crede nella buona riuscita della trattativa.
Se non si troverà un accordo nelle prossime 72 ore, oltre ai training-camp e alla pre-season, la NBA sarà costretta a cancellare anche parte della regular-season: per accrescere il senso di urgenza, Stern ha minacciato che, piuttosto di dare l'ok a una stagione "monca" come nel '98-'99 (50 partite anziché 82, unico caso della storia), cancellerà l'intero campionato, salvo poi ritrattare e confermare l'intenzione di voler aiutare le parti a venirsi incontro.
Qualche piccolo passo avanti si è fatto: i proprietari hanno accettato di non introdurre un salary-cap hard e di preservare i contratti garantiti (due punti intoccabili per l'assogiocatori), ma, come "compenso" per queste concessioni, stanno girando le viti su altri aspetti del contratto collettivo, come la percentuale degli introiti da dividere annualmente con i giocatori e la lunghezza massima dei contratti.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 5/10/2011, 14:35




NBA - Altra fumata nera, il lockout va avanti


Dopo 4 ore di trattativa, l'associazione dei giocatori e i proprietari delle franchigie non sono riusciti ad accordarsi. Cancellate dunque tutte le gare della pre-season. La stagione nba slitta nuovamente


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Ancora una volta le trattative per far cessare il lockout NBA si sono concluse con un niente di fatto e la stagione è lontana dal ripartire. Le due parti, giocatori (tra i presenti anche Kevin Garnett, Paul Pierce, Amare Stoudemire e Kobe Bryant) e proprietari delle franchigie non hanno trovato l'accordo seppur i primi sarebbero disposti ad accettare di scendere al 53% dei guadagni. Per i giocatori sono due i nodi chiave: il salary-cap, che i proprietari vorrebbero rigido mentre i giocatori preferiscono sia flessibile; e la ripartizione dei profitti, con i cestisti, ai quali fino all'1 luglio era garantito il 57%, che sono disposti a scendere fino al 54% mentre la Lega offre il 46%. "Oggi l'accordo non si è trovato - ha affermato il presidente dell'associazione giocatori - Non siamo stati in grado di avvicinarci abbastanza a tal punto da risolvere la questione. Pensiamo ad un accordo collettivo che possa andare bene ai nostri giocatori, non solo stando ad oggi, ma guardando soprattutto al futuro . Vogliamo che si torni in campo, vogliamo giocare a basket e non stare fermi. Ma la realtà è che siamo dipendenti e la NBA è il datore di lavoro, e quindi loro hanno in mano le chiavi fino a quando il lockout sarà concluso."
L'idea era quella di trovare un accordo per far sì che la stagione potesse cominciare ma le cose probabilmente andranno per le lunghe. "Siamo sul punto di annullare il resto della pre-season - ha affermato il vice Commissioner Adam Silver - Quindi è ufficiale, in sostanza, come abbiamo detto ai giocatori, che se entro lunedi 10 ottobre non avremo un accordo di base, non avremo scelta se non quella di annullare le prime due settimane della stagione regolare".
David Stern chiarisce le posizioni delle due parti e prova a trovare una soluzione, ma senza successo: "La posizione ufficiale delle parti era questa: giocatori al 53% e noi a 47% - Poi un gruppo molto, molto ridotto che includeva anche me e Adam (si riferisce ad Adam Silver), ha portato avanti un'altra proposta che sarebbe quella di dividere gli introiti esattamente al 50%". Dunque le 4 ore di trattative non sono servite a nulla se non a ritornare al punto di partenza. La stagione Nba se tutto andrà per il verso giusto, potrebbe cominciare il primo di novembre.

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Drak94
view post Posted on 9/10/2011, 09:56




NBA - 100 giorni di lockout e nessun accordo


Il lockout NBA raggiunge il centesimo giorno: salta l’incontro programmato nel weekend e la possibilità di trovare un accordo entro la deadline di lunedì. La NBA taglierà le prime due settimane di regular season


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Si comincia a sforbiciare anche la stagione regolare. Con molta probabilità, salteranno le prime due settimane di gare ufficiali, visto che l’incontro prospettato nel weekend, e dunque prima di lunedì 10 ottobre (termine ultimo per salvare interamente la regular-season), non si terrà.
L’associazione dei giocatori e quella dei proprietari delle franchigie sono ancora molto distanti nonostante il riavvicinamento tentato nel meeting dello scorso martedì: la questione chiave riguarda sempre la suddivisione degli introiti che, secondo il vecchio contratto collettivo, favoriva i giocatori con una percentuale del 57%. I proprietari, che inizialmente volevano ridurre la quota al 46%, hanno fatto un piccolo passo in avanti offrendo il 50% (o, meglio, il 49% che potrebbe arrivare al 51% attraverso incentivi vari), ma i giocatori sono irremovibili sul 53%.
“Abbiamo comunicato all’assogiocatori la nostra volontà di incontrarci entro domenica - ha spiegato il portavoce NBA, Tim Frank -, ma allo stesso tempo abbiamo reso noto di essere fermi su una divisione paritaria degli utili: 50-50. Su questo punto non siamo più aperti al dialogo, ma possiamo discutere su tutti gli altri aspetti del contratto (tagli degli stipendi e salary-cap, ndr). Ma i giocatori hanno rifiutato”.
Ora, questo gioco di cifre e percentuali potrebbe rivelarsi un po’ oscuro, ma per comprendere a fondo la questione dovete considerare che un punto percentuale del BRI (basketball-related income) equivale a circa 40 milioni di dollari: la differenza fra le posizioni di giocatori e proprietari è di 3 punti, dunque pari a 120 milioni di dollari. Nell’ultima stagione, 22 franchigie NBA su 30 hanno chiuso in perdita, per un ammontare complessivo di 300 milioni di dollari.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 9/10/2011, 10:21




NBA - James "Continueremo a giocare per i fan"


LeBron James e Dwyane Wade si affrontano nell'ennesima partita-esibizione piena di stelle NBA a Miami, ma giocatori e proprietari non si parlano: presto l'annuncio della cancellazione delle prime partite ufficiali


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Toglietevi dalla testa l'immagine stereotipata della Florida con le bianche e lunghe spiagge perennemente baciate dal sole. A Miami piove, e anche in maniera pesante, mentre una lunga fila di tifosi si assiepa di fronte ai cancelli della Florida International University per accaparrarsi i posti migliori: c'è il tutto esaurito per assistere al South Florida All-Star Classic, la partita di esibizione organizzata da LeBron James e Dwyane Wade che annovera, oltre alle due superstar degli Heat, anche qualche altro nome interessante come quello di Chris Bosh, Carmelo Anthony, Amare Stoudemire, Chris Paul, Kevin Durant, Russell Westbrook, Rajon Rondo e Rudy Gay.
"Continueremo a giocare, ogni giorno, a ogni ora - ha commentato LeBron al termine della partita, persa dalla sua squadra 141-140 in overtime -. Questo è il motivo che ci ha spinto a scendere in campo anche oggi: dare ai nostri tifosi quello che si meritano e far sapere loro che, in ogni caso, saremo sempre pronti a giocare ad alto livello".
Ma oltreoceano la situazione non si sblocca. Il nuovo meeting inizialmente programmato per domenica non si terrà: Billy Hunter, il direttore esecutivo dell'assogiocatori, non si incontrerà con i proprietari delle franchigie, bensì con alcuni esponenti del comitato dei giocatori a Los Angeles. Dopo un lungo valzer di proposte e controproposte, le posizioni di giocatori e proprietari distano ancora 3 punti percentuali sulla spinosa questione della suddivisione degli introiti, traducibili in circa 120 milioni di dollari. Lunedì la NBA dovrebbe annunciare la cancellazione delle prime due settimane di regular-season.
"Ci siamo infilati in una brutta situazione, in un contrasto fra due parti che vogliono raggiungere lo stesso obiettivo ma con modalità differenti - ha aggiunto Dwyane Wade, che ha sigillato il successo della sua squadra nel South Florida All-Star Classic con un 2/2 decisivo in lunetta nei secondi finali del prolungamento -. Sia noi sia i proprietari vogliamo veder crescere la NBA e renderla il migliore possibile, ma abbiamo idee diverse per riuscire a farlo. È triste rendersi conto che siamo vicini ma allo stesso tempo molto lontani dal trovare un accordo. Ma questa, d'altronde, è la natura degli affari".

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 10/10/2011, 15:04




NBA - Questione lockout: oggi (forse) si decide


Nessuna decisione dopo altre 5 ore di colloqui tra giocatori e proprietari sulla questione lockout: la Nba non può ancora ripartire. Ci si riprova lunedì: decisivo l'accordo sulla ripartizione delle risorse che potrebbe arrivare sul 52%-48% per i giocatori


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Le 5 ore di colloqui nella giornata di domenica a New York non hanno prodotto la fumata bianca e allora proprietari e giocatori tornano al tavolo delle trattative per porre fine al lockout Nba. Le parti si incontreranno nuovamente oggi nella Grande Mela in una giornata che si prospetta cruciale, se non ancora decisiva per le sorti del campionato di basket più bello e importante del mondo.
Senza un accordo, oggi la Nba sarà costretta con ogni probabilità a cancellare l'inizio della regular season che dovrebbe scattare il 1° novembre. La lega ha già annullato l'intera preseason e ha congelato l'apertura dei training camp. Dopo il meeting di ieri, nessuno dei protagonisti si è però sbilanciato sulla situazione delle trattative.
Al solito si carpisce ben poco dalle paole del presidente dell’unione giocatori Derek Fisher: “Un’altra giornata intensa di riunioni, con le stesse procedure di sempre – ha detto il giocatore dei Los Angeles Lakers – torneremo a parlare e continueremo a cercare un accordo, o quantomeno ad avvicinarci ad esso”.
I proprietari e i giocatori sono tuttora alla ricerca di una qualche intesa sul nuovo accordo collettivo e, soprattutto, devono definire la ripartizione delle risorse. Il contratto scaduto lo scorso 30 giugno predeva che il 57% della torta finisse dritta nelle tasche dei giocatori.
Il cambio di tendenza è arrivato dopo le lamentele dei proprietari delle franchigie, che dicono di aver registrato perdite complessive per 300 milioni di dollari nell'ultima stagione e ritengono indispensabile un nuovo frazionamento.
Il commissioner della Lega, David Stern ha provato a risolvere il problema proponendo una divisione sulla base del 50-50. L'idea, introdotta nei colloqui della scorsa settimana, non si è rivelata ben accetta dai giocatori, che si sarebbero detti disposti a scendere sino al 53%. Come ormai noto, in quei tre punti percentuali che vanno dal 53% al 50% ballano la bellezza di 120 milioni di dollari. Mica bruscolini.
Secondo le ultime indiscrezioni, gli “owners” sarebbero disposti a salire sino al 51%. Se le trattative si svolgessero in un mercatino dell’usato allora forse l’accordo si potrebbe raggiungere con il 52%: ma qui stiamo parlando di soldi veri. Come si dice in questi casi: “To be continued”.

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Davide Bighiani / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 11/10/2011, 13:28




NBA - Adesso è ufficiale: si slitta due settimane


Niente Regular Season di Nba almeno fino al 14 novembre: il campionato di basket americano parte due settimane in ritardo rispetto alla calendarizzazione iniziale prevista per il 1° novembre. Gli incontri saltati non saranno recuperati. Stern: "Tentato di tutto". Fisher: "Spiace per i tifosi"


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Adesso è ufficiale: saltano le prime due settimane della Regular Season di Nba. Vano anche l’ultimo disperato tentativo di mettere d’accordo le parti e durato addirittura sette ore. David Stern, il commissario della National Basketball Association, si è trovato suo malgrado ad annunciare la cancellazione di tutti gli incontri previsti fino al 14 novembre.

LA RESA DI STERN - "Nonstante tutti gli sforzi profusi – ha spiegato David Stern – non siamo comunque stati in grado di trovare un accordo con il sindacato che permettesse alle 30 squadre di giocare tutto il campionato e garantire il giusto guadagno ai giocatori".

I GIOCATORI NON CEDONO - "Arrivare a questo punto non fa felice nessuno – la risposta di Derek Fisher, il presidente del sindacato giocatori -. Purtroppo si è verificato ciò che noi stessi avevamo più volte anticipato. E’ un peccato soprattutto per i tanti tifosi, loro non hanno voce in questa disputato, ma li sentiamo comunque. Loro vogliono il basket, e noi amiamo giocare a basket. Però così è impossibile farlo".

IL PROBLEMA: LA SPARTIZIONE DEI RICAVI - Il nodo cruciale su cui si snoda la vicenda e che ha segnato la rottura fra le parti è quello della spartizione dei ricavi: le società chiedono ai giocatori di scendere dall’attuale 57% al 47, mentre il sindacato non ha intenzione di abbassare la propria quota percentuale oltre il 53.

LE SOCIETA' RISCHIANO IL COLLASSO - Difficile però andare avanti così: a denunciare il sistema vigente sono gli stessi team di Nba. Lo scorso anno hanno chiuso in attivo solo otto società.

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Andrea Tabacco / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 12/10/2011, 16:45




NBA - Stoudemire propone una nuova Lega


Amare Stoudemire rivela il progetto coltivato dai giocatori per costituire una nuova Lega se il lockout dovesse bloccare la NBA per un periodo molto lungo


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Non possiamo definirlo campionato "parallelo", perché prenderebbe vita (in via ancora mooolto teorica) soltanto se il lockout dovesse proseguire per diversi mesi, ma la definizione di campionato "alternativo" potrebbe calzare a pennello. L'idea è stata rivelata da Amare Stoudemire a margine di un evento promozionale per la Nike e si potrebbe tradurre in una sorta di "surrogato della NBA" organizzato e gestito dagli stessi giocatori.
"Ovviamente stiamo cercando di risolvere la questione lockout - ha commentato Stat -. Vogliamo che la NBA ricominci, ma se non dovesse succedere, che cosa dovremmo fare? Non possiamo restarcene con le mani in mano: dovremo inventarci un modo nuovo per giocare a pallacanestro ad alto livello e divertirci facendolo. Se non andremo a giocare in Europa, fonderemo una nostra Lega. L'idea è seria. Dovremo risolvere qualche questione dal punto di vista strategico, ma se il lockout dovesse proseguire per uno o due anni, allora fonderemo un nostro campionato".
Certo, detto così sembrerebbe un disegno grandioso, ma il semplice abbozzo espresso da Stoudemire dovrà superare una lunga serie di ostacoli prima di poter vedere la luce: trovare finanziatori che possano pagare gli stipendi, impianti per ospitare le partite, accordi con le televisioni e assicurazioni per i giocatori. Come vedete, c'è tanta roba da fare. Fino ad ora, il progetto più simile a quello avanzato da Stat è stato un campionato estivo organizzato a Las Vegas dal trainer Joe Abunassar e riservato ai soli giocatori NBA: le squadre avevano però roster di soli 8-9 elementi e la lega si è esaurita nel giro di due settimane nello stesso palazzetto. Nel corso della pausa tante superstar si stanno tenendo in attività partecipando a eventi/partite amichevoli per beneficenza, ma se la situazione dovesse restare invariata, allora potrebbe aprirsi seriamente la possibilità di giocare oltreoceano.
"A questo punto, giocare in Europa è un'opzione che vale la pena di essere considerata - ha ammesso Stoudemire -. Non è ancora stato programmato il prossimo meeting, ma al termine del prossimo incontro avremo tutti le idee più chiare sul nostro futuro professionale".

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 14/10/2011, 15:00




NBA - Stern "Si rischia lockout fino a Natale"


La prossima riunione di martedì potrebbe decidere una buona fetta della stagione Nba. A lanciare l'allarme è David Stern "Se non troviamo l'accordo non giocheremo fino a Natale"


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La prossima riunione di martedì potrebbe decidere una buona fetta della stagione Nba. L'avvertimento che arriva dal commissioner David Stern, del resto, non è incoraggiante: lunedì giocatori e proprietari si rivedranno alla presenza del mediatore federale per uscire dall'impasse e provare a trovare un accordo il giorno dopo, in caso contrario "Se non ce la facciamo – ha detto il commissioner ai microfoni di Espn - non giocheremo fino a Natale. Me lo dice la pancia...".
A detta di Stern i proprietari non possono fare più di quanto fatto "perché l'attuale sistema economico non è adatto alla realtà che stiamo vivendo" e definisce fuori portata il 57% dei ricavi a cui i giocatori avevano diritto fino al contratto scaduto lo scorso luglio. "Le franchigie hanno ceduto sul tetto salariale e altri aspetti ma i giocatori hanno detto sempre no alla proposta di scendere sotto il 50% sulla ripartizione dei ricavi", ha detto ancora Stern che però si dice convinto di poter avvicinare le parti "altrimenti il prossimo passo sarà annunciare altre cancellazioni".
Ma perché Natale è così importante? Perché il 25 dicembre tradizionalmente è una delle giornate più importanti nel calendario della regular season. Quest'anno, il programma prevederebbe tre partite e in particolare la sfida tra Dallas Mavericks e Miami Heat, rivincita della finale 2011 vinta dai texani.

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Italpress
 
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Drak94
view post Posted on 19/10/2011, 14:53




NBA - Riunione di 16 ore: nessun risultato


Nuova fumata grigia da New York nella trattativa fra giocatori e proprietari per la stipula del nuovo contratto collettivo: nonostante l'intercessione del mediatore federale e un meeting conclusosi solo a tarda notte, le parti non hanno trovato l'accordo


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Si dice che la notte porti consiglio... e allora, quasi 16 ore di tavola rotonda, il meeting più lungo (e di gran lunga...) dall'inizio del lockout. L'associazione dei giocatori capitanata da Derek Fisher (a lato nella foto AP) e quella dei proprietari si sono incontrate a Manhattan sotto lo sguardo del mediatore federale George Cohen, l'uomo scelto dal commissioner David Stern per riuscire a salvare la stagione prima di bruschi tagli nel calendario. Le prime due settimane sono già state polverizzate, e si procederà sforbiciando blocchi di 15 giorni alla volta fino a quando non verrà trovato un accordo, ma la maggior preoccupazione del commissioner riguarda la salvaguardia della partita di Natale, storicamente un classico della regular-season NBA che propone le grandi rivalità del momento: quest'anno è in programma il remake delle Finals fra Miami e Dallas.
Il mediatore federale George Cohen (a destra nella foto AP in basso) è uno che sa il fatto suo, anche in termini di lockout: ha presenziato per 16 giorni alle riunioni fra giocatori e proprietari della NFL nel febbraio e marzo scorso (la stagione è stata poi completamente salvata), ha ricucito uno strappo fra la MLS e i suoi giocatori ed è stato anche capo-avvocato dell'assogiocatori della MLB quando risolse un sciopero di 7 mesi e mezzo nel 1995.
Nonostante la sua intercessione, però, i nodi da sciogliere sono rimasti intatti: i giocatori non sono disposti a scendere sotto il 53% nella ripartizione degli utili, quota che i proprietari vorrebbero portare almeno al 50 (l'anno scorso era pari al 57%, i proprietari volevano farla scendere al 46%). Si discute anche sul salary-cap: i giocatori sono contrari alla proposta iniziale di introdurre un "hard-cap" (dunque un tetto insuperabile), ma temono che l'inasprimento della luxury-tax e le limitazioni alle varie exception per operare al di sopra del tetto lo rendano virtualmente "hard". Le parti riprenderanno le trattative oggi pomeriggio, a partire dalle 16, ora italiana.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 21/10/2011, 19:30




NBA - Il lockout prosegue, Fisher si arrabbia


L'intervento del mediatore federale e tre giorni consecutivi di riunioni non sono servite per limare le discordanze per la firma del nuovo contratto collettivo: ora si rischiano altri tagli nel calendario fino a Natale. Fisher sbotta contro i proprietari, accusandoli di non voler collaborare


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Tre giorni di tavola rotonda, 30 ore di contrattazioni (compresa la maratona di 16 ore di lunedì, conclusasi soltanto alle 2 di notte) ma la fumata è rimasta nera. Nonostante l'intervento del mediatore federale George Cohen, un esperto "azzeccagarbugli" che in passato ha risolto numerose controversie nei maggiori sport professionistici americani (MLS, MLB, NFL), l'associazione dei proprietari e quella dei giocatori non hanno eliminato le frizioni sui due punti principali per la sottoscrizione del nuovo contratto collettivo: 1) la ripartizione delle risorse, 2) la strutturazione del salary-cap.

RIPARTIZIONE DEI RICAVI - Come noto, i proprietari vorrebbero abbassare la quota destinata ai giocatori dal 57% del vecchio contratto (scaduto il 30 giugno 2011) al 46%, percentuale poi ritoccata al rialzo fino al 50%. I giocatori, di contro, non si dicono disposti a scendere sotto il 53%, pari al minimo storico nella NBA (mai i giocatori hanno ricevuto una quota minore in passato). "Ballerebbero", dunque, tre punti percentuali, che, tradotti in soldoni, fanno 120 milioni di dollari all'anno (1% dei ricavi = 40 milioni di dollari).

SALARY-CAP - Inizialmente i proprietari avevano proposto un salary-cap "hard", ricalcando il modello della NHL, quindi senza possibilità di sconfinamento sopra il tetto e senza le varie exception che rendono il sistema piuttosto flessibile. La proposta è stata bocciata dall'assogiocatori (gli stipendi avrebbero visto un taglio del 30%). I proprietari hanno allora avanzato una seconda proposta per mantenere il cap flessibile ma, contemporaneamente, inasprire la luxury-tax in caso di sconfinamento sopra il tetto e porre pesanti limitazioni alle exception contrattuali: i giocatori hanno criticato anche questa soluzione perché, rendendo più pesanti le sanzioni per gli sforamenti, è come se il cap flessibile diventasse in realtà hard.

LA LUXURY-TAX - Una piccola parentesi per precisare il concetto. Nel vecchio contratto collettivo, superata la soglia dei 10 milioni in più rispetto al cap, le franchigie erano tenute a versare alla Lega in tasse una cifra pari a quella sforata - esempio: 1 dollaro sforato = 1 dollaro di tasse. Nel range compreso fra 0 e 10 milioni, le squadre versavano il 70% della cifra sforata. La Lega ridistribuiva poi gli introiti derivanti dalla luxury-tax alle squadre più "virtuose", ossia quelle che restavano al di sotto del cap (per intenderci, le squadre con mercati piccoli o quelle in ricostruzione). L'anno scorso 22 delle 30 franchigie NBA hanno chiuso in rosso: le perdite complessive sono state pari a 300 milioni di dollari.

ALTRI TAGLI SUL CALENDARIO IN VISTA - Il commissioner NBA David Stern (non presente all'ultimo giorno di tavola rotonda perché leggermente influenzato) ha già tagliato le prime due settimane di regular-season spostando la opening-night al 14 novembre (100 partite eliminate e 170 milioni di dollari persi dai giocatori), ma presto opererà altre mutilazioni al calendario, probabilmente fino a Natale. Stern vorrebbe riuscire a salvare almeno i Christmas games, che tradizionalmente presentano (in diretta TV) le partite più belle della regular-season NBA: quest'anno sarà la volta del remake delle Finals della scorsa stagione fra Miami e Dallas, più le "classiche" Lakers-Chicago e New York-Boston.

LO SFOGO DI FISHER - "I proprietari non hanno mai veramente avuto l'intenzione di negoziare - ha commentato aspramente Derek Fisher, presidente dell'assogiocatori, al termine delle riunioni -. È come se avessero tirato una linea senza essere disposti a superarla. Abbiamo trascorso gli ultimi giorni a trattare per provare a trovare una soluzione e per tornare a giocare, tornare a riempire i palazzi e riportare la gente al lavoro. Ma al posto di provare a discutere è come se i proprietari ci avessero imposto un ultimatum: 'O accettate la nostra proposta del 50-50, oppure la riunione può dirsi chiusa perché non abbiamo altro da dirvi'". Al momento non è stato programmato nessun nuovo incontro nel breve periodo.

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 25/10/2011, 15:09




NBA - Altro taglio: senza NBA fino al 28/11


La NBA taglierà altre due settimane di regular-season per ulteriori 102 gare ufficiali: la nuova data di inizio del campionato slitta al 28 novembre, ma non è stata programmata nessuna riunione per provare a riavvicinare proprietari e giocatori


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David Stern opererà il terzo taglio al calendario: dopo aver sforbiciato la pre-season e le prime due settimane di novembre, il commissioner NBA cancellerà altre 102 partite fino al 28 del prossimo mese. Nonostante tre giorni consecutivi di contrattazioni sotto la supervisione del mediatore federale George Cohen nella scorsa settimana, l'associazione dei giocatori e quella dei proprietari non hanno ancora trovato l'accordo per la firma del nuovo contratto collettivo. Il grande cruccio del commissioner, dover cancellare anche i Christmas games, può ancora essere evitato, ma non è stata programmata nessuna riunione nel prossimo futuro.
Come noto, i punti dolenti sono due: la strutturazione del salary-cap (hard, come vorrebbero i proprietari, o flessibile, com'è quello attuale e come i giocatori vorrebbero che rimanga) e la distribuzione degli utili, che i proprietari vorrebbero equamente condivisa. Nel vecchio contratto collettivo era sbilanciata in favore dei giocatori per una percentuale del 57%, ma gli stessi giocatori non si dicono disposti a scendere sotto il 53%, quota pari al minimo storico della Lega (1 punto percentuale = 40 milioni di dollari, dunque sussiste una differenza di 120 milioni di dollari all'anno fra le parti. Le perdite che ha accusato la Lega sono pari a 300 milioni).
"Abbiamo dato la disponibilità per sederci e negoziare con i proprietari - ha detto Billy Hunter, direttore esecutivo dell'assogiocatori -, ma il fatto che loro ci abbiano detto che la proposta di suddividere gli introiti su una base del 50-50 era da prendere o lasciare, ci ha fatto capire che non aveva senso continuare a trattare. I giocatori sono ben consci di quello per cui stanno lottando - ha poi proseguito con una brusca sterzata verso un esercizio di retorica -. Saranno anche pagati molto per giocare ad alto livello, ma stiamo precipitando in un problema di caratura mondiale: le persone che hanno potere fanno di tutto per imporlo sui loro dipendenti. La maggior parte dei nostri giocatori dovranno gestire altri 40 anni di vita una volta chiusa la carriera, e anche se hanno fatto degli investimenti prudenti non possono avere la certezza di un futuro economicamente solido".
C'è il rischio che l'intera stagione venga cancellata a colpi di forbice di due settimane? Secondo Peter Holt, patron degli Spurs e presidente dell'associazione dei proprietari, è una possibilità remota. "Non vogliamo perdere la stagione - ha asserito - per i problemi che porterebbe dal punto di vista economico e competitivo rispetto agli altri sport. C'è una base comune, fatta anche di sentimenti, sulla quale dobbiamo lavorare".

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Daniele Fantini / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 27/10/2011, 15:28




NBA - Obama sul lock-out "Pensate ai tifosi"


Il Presidente invita giocatori e società ad affrettare il dialogo in nome del rispetto dovuto ai tifosi che da sempre sostengono questo sport


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La questione del lock-out che sta portando la cancellazione di diverse partite del campionato NBA non sembra poter giungere a breve ad una risoluzione, ma per dare un’ulteriore spinta alle trattative è intervenuto niente meno che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Intervistato nel salotto di Jay Leno il Presidente, tifosissimo di basket e giocatore lui stesso a livello amatoriale, ha invitato dirigenti e giocatori NBA a trovare un accordo in nome del rispetto per i tanti tifosi che nel corso degli anni hanno contribuito e contribuiscono ancora oggi in maniera sostanziale al successo di questo sport negli States.
“E’ora che i giocatori e i proprietari delle squadre di NBA pensino di più ai loro tifosi e che si ricordino che devono a loro tutto il successo che hanno avuto.” Sono state le parole di Obama, che poi ha aggiunto “i proprietari dei team hanno fatto in questi anni milioni di dollari, dovrebbero essere in grado, adesso, di spartirsi una torta da nove milioni”.

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Eurosport
 
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