Chi è morto alzi la mano, C+ / Indagine

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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 20/9/2010, 23:24




Prologue
La Mandante e la Squadra



C’era grande agitazione tra le grandi Nazioni. Una missione alquanto insolita doveva essere svolta. Banale, a giudicare da ciò che la mandante riferiva. Eppure per la grande notorietà di quest’ultima – nonché per la ricompensa che offriva – i Villaggi Ninja si coalizzano per darle supporto e risolvere i suoi problemi. Ma chi è questa persona così famosa ed importante da meritare tutte queste attenzioni? La risposta è facile: è niente poco di meno che la cantante d’opera Houmawura Kuji, bella e con una voce da far incantare ogni essere vivente. Quella mattina Reed venne convocato con insolita urgenza. Doveva presentarsi immediatamente al cospetto del Mizukage. Il giovane Kaguya viaggiò attraverso il villaggio, con insolita fretta nel suo passo, fino alla Magione del Signore di Kirigakure, chiedendosi cosa mai fosse quella strana aria frizzantina che aleggiava per Kirigakure. La gente non poteva certo essere ubriaca perché il periodo della vendemmia non era ancora iniziato. Non c’era quindi nell’aria – gli bastò un’annusata veloce – quell’odore di mosto, che magari avrebbe potuto essere il responsabile di cotanta agitazione. Riflettendo, Reed si disse che qualcuno di importante doveva essere giunto in città. Però non riusciva a spiegarsi cosa c’entrava lui. No, non ci arrivava proprio. E quell’agitazione lo metteva a disagio.
Quando varcò la soglia della Sala delle Udienze, c’era una marea di persone. La folla si accalcava da tutte le parti guardando verso il tavolo dove sedeva il Mizukage insieme al Consiglio dei Ninja. C’era una figura davanti a loro, ma all’inizio Reed non riuscì a capire chi fosse. Tutti la guardavano ammirati e le domande nella testa di Reed aumentarono vorticosamente. Conscio di doversi presentare al consiglio, Reed cercò uno spiraglio per passare, ma la folla era così accanita e vociante che non si riusciva a trovare uno spazio Reed. Egli ascoltava frammenti di conversazioni tra le varie persone:

« Guardate com’è bella!»


« Oh sì un vero schianto!Una vera bomba sexy! »


Dissero due uomini alla sua destra. L’ultimo era accompagnato dalla moglie che subito gli menò un ceffone dietro la testa

« Disgraziato!Una vera bomba sexy, eh? »


E partì un secondo schiaffo diretto sulla guancia del malcapitato, su cui rimase l’impronta rossa di cinque dita. L’uomo si massaggiava, ma il dolore era forte. La moglie però si volse di nuovo a guardare quella figura misteriosa – che Reed ormai sapeva essere una donna – e sognate disse ad alta voce:

« Vorrei avere la sua voce!Ahhhh! »


Ormai incuriosito, Reed decise di passare all’azione e raggiungere il tavolo del Consiglio. Si rivolse alle persone davanti a lui in tono gentile:

« Scusate, potreste farmi passare? »


Ma un uomo si voltò e, con aria arrogante, derise il ragazzo, che era solo un quindicenne:

« Vai via di qui, moccioso!Non sono cose per te queste! »


Nemmeno il tempo di finire la frase che il pugno del Kaguya impatto sulla sua faccia, facendo volare oltre il tavolo del Consiglio. Una voce, a Reed troppo familiare, si levò dal tavolo:

« È arrivato. »


La gente, dopo il suo atto di estrema gentilezza, si scostò per farlo passare, alquanto spaventata. La forza di quel ragazzo era impressionante per la sua giovane età. Inoltre, quando fu chiaro che si trattava di un Chunin, lo stupore fu anche maggiore. Reed attraversò la Sala, fino a portarsi a cospetto del Mizukage.
« Mi avete fatto chiamare. » disse in tono calmo, evidenziando l’affermazione in un certo qual senso. Reed ora riusciva a vedere la persona misteriosa. Era una donna veramente stupenda. Molto giovane, sulla trentina. Vestiva molto elegante ed aveva un portamento delicato, artistico oserei dire.

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Il Mizukage iniziò a parlare, sovrastando la voce dei presenti, ed il Kaguya si concentrò sulle sue parole.

« Ragazzo, ti presento Houmawura Kuji. Immagino tu sappia chi sia. »



Il momento era critico, ma Reed non aveva la minima idea di chi stesse parlando il Kage. Non seguiva molto le vicende dell’elitè culturale del Paese. Ultimamente era stato impegnato in un lungo viaggio ed in moltissimi addestramenti. Quindi rispose come sempre con il suo tono tranquillo e pacato

« No, Mizukage. Mai sentito parlare. »



L’atmosfera si raffreddò all’istante. Tutta la folla presente cascò al suolo scioccata dalla notizia. Un aria fredda e gelida attraversò la sala. Tutti erano rimasti allibiti non solo dal fatto che il ragazzo non conoscesse la voce angelica del continente, ma che addirittura lo dicesse con un tono così tranquillo, quasi la cosa non fosse per nulla grave.

« Non importa comunque » disse il Kage « la signora ha chiesto l’intervento di una squadra per scoprire chi ha piantato un albero di pesche nel suo giardino senza il suo permesso. Voglio che tu guidi la squadra. Shiltar mi dice che hai un fiuto infallibile per queste cose e voglio credergli. »

Reed lo guardò « Insomma, mi accolla un'altra scocciatura. Ho capito. Devo fare quattro chiacchiere con Shiltar »

La folla cascò di nuovo. Tutti avrebbero dato il testicolo destro per poter fare qualcosa per la signorina Houmawura e quel ragazzino la definiva una scocciatura!Snervante!

Il Kage cercò di mantenere un certo contengno « RAGAZZO! Come osi dire certe cose!?!?!La signorina Kuji è molto famosa ed è nostro dovere preservare coloro che aiutano la cultura del Paese!Partirai per la missione. CHIARO? »

Reed fece una faccia di rassegnazione « D’accordo, vecchio pervertito. Farò come dici. »

Il Kage stava per perdere la pazienza con quel ragazzino, ma si trattenne « Bene accompagnerai la signorina fino alla sua abitazione. Gli altri membri della squadra sono già stati avvertiti. Avrai a disposizione quattro Genin, due di Kirigakure e due di Konohagakure. Mi raccomando. »

Reed si voltò per uscire, facendo segno alla signorina di seguirlo.

« D’accordo, ma la prossima volta chiami un giardiniere per queste cose! »

La folla fece spazio per farli uscire. Il ragazzo camminava tranquillo, tenendo la mandante sotto stretta sorveglianza. Questa sembrava aver preso il ragazzo in simpatia.

« Sei un ragazzo strano. Quanti anni hai? »

« Nemmeno quindici, miss Kuji. Comunque, mi presento ufficialmente. Sono Reed Hyrigame Kaguya, Chunin del Kirigakure. Mi racconti un po’ di quest’albero. »

La donna si portò una mano alla boca, per nascondere la sorpresa.

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« Solo quindici anni!E il Mizukage ha tutta quella considerazione di te!Accidenti!»

Reed sorrise « Ahh!Non si perda nei complimenti. Mi racconti la sua storia »

Camminando camminando, la donna iniziò a parlare:

« Due giorni fa, mi sono svegliata nella mia casa a Doutha. È un paesino tranquillo al confine tra l’Acqua ed il Fuoco. Stavo facendo colazione quando, guardando dalla finestra, ho notato qualcosa di insolito. Un pesco in fiore. Nel mio giardino!Quando io non ne avevo mai avuti. Una pianta stupenda, ma mi sono spaventata. Ho subito chiamato mio marito, ma lui non ha saputo darmi risposte. Quindi sono entrata nel panico. »

Reed soppesò bene quelle parole « Poteva essere l’originale regalo di un ammiratore. Non ci ha pensato? ». Egli sapeva che la donna aveva già varato quella ipotesi e sapeva che c’era ancora dell’altro, ma voleva capire quanto la donna era disposta a rivelargli.

« Non ho trovato nessun biglietto. E la cosa è stata alquanto strana. E mi sono spaventata perché pensavo fosse un regalo di un mio vecchio amico, Stylios, che abbandonai quando mi innamorai di mio marito. Una settimana fa mi ha mandato una cartolina con una stella incisa sopra ed un orario per un appuntamento. Ma non so se questo sia un suo regalo. Ho avuto paura. Per questo vi ho chiamato. Magari potreste risolvere questo mistero. »

A Reed la cosa sembrava già risolta, ma comunque gli ordini erano chiari. Doveva scoprire chi aveva mandato quel pesco alla cantate e l’avrebbe fatto. Al più presto per giunta. Si portò le mani dietro la testa e sorrise alla donna.

« Non si preoccupi!Risolveremo la faccenda! »

A questo punto i suoi pensieri tornarono alla sua squadra. Agli elementi di Kirigakure era stata spedita una lettera con l’orario della convocazione per la missione: ore 4.00, Cancello Est.
Agli elementi di Konohagakure era stata inviata una missiva dal proprio Villaggio, affinché raggiungessero il piccolo paese di Doutha. Lì là squadra si sarebbe riunita il giorno 14 alle ore 18 nella piazza centrale del villaggio, secondo il volere dei due Kage. Reed sperò che tutto andasse bene, anche se – essendo pratico dei viaggi fino a Konohagakure – sapeva che non c’erano poi tanti pericoli.

Reed si voltò verso la donna « Ha un posto dove dormire? »

« No. Ma troverò qualche cosa. »



« È ospite a villa Kaguya, non si preoccupi. La servitù le preparerà la stanza degli ospiti. Domani mattina all’alba partiremo. »



_________



Reed e la signorina Kuji attendevano gli altri due membri di Kirigakure al cancello est. Tutto sembrava pronto alla partenza. La signorina Kuji era alquanto inquieta, Reed invece tranquillissimo. Sembrava che nulla potesse turbarlo. Dopo poco tempo arrivarono gli altri due membri e ci furono le rispettive presentazioni.
Reed li guardò e disse loro « Piacere, sono il caposquadra Reed Hyrigame Kaguya, Chunin di Kirigakure. La signorina qui è Houmawura Kuji, famosa cantate d’opera che ha chiesto il nostro aiuto per una questione indelicata…è stato piantato un pesco nel suo giardino, senza che nessuno abbia visto o sentito nulla. La cosa sembra alquanto sospetta: a noi tocca scoprire di chi è questo spaventoso naturale regalo. »
Dopo aver brevemente spiegato lo scopo della missione, il quartetto si mise in viaggio per raggiungere Doutha. Il viaggio durò due giorni interi e fu molto tranquillo. In quel lasso di tempo, Reed fece conoscenza con gli altri due ninja di Kirigakure, chiedendo loro informazioni circa l’equipaggiamento portato e le abilità possedute. Egli già aveva informazioni riguardo a ciò: il Mizukage gli aveva dato i loro dossier, ma Reed voleva sentire come loro si esprimevano riguardo loro stessi. Era importante capire chi avesse la stoffa o non si sarebbe potuto fidare.
La sera erano davanti al fuoco e la signorina Kuji si era già addormentata. Reed aveva tenuto d’occhio tutti i suoi comportamenti ed aveva scoprto in lei un qualcosa che la preoccupava, come una sensazione dettata dall’istinto – e quest’ultimo non si sbagliava mai. Si rivolse ai suoi compaesani « So che sembra una sciocchezza, ma la donna è molto spaventata. Crede che possa esserci qualcosa di più oscuro e violento – forse anche una vendetta amorosa – dietro questo regalo. Comunque siamo pagati per questo e dovremo farlo. Domani incontreremo gli altri due membri della squadra: due ninja di Konoha. Collaboreremo per portare a termine la missione. Nel frattempo parlatemi un po’ di voi: a che Clan appartenete e cosa sapete fare. Ho bisogno di sapere come utilizzarvi al meglio in questo contesto. Avete portato armi suppongo. Di che tipo? »
Reed ascoltò le risposte, ed i tre scambiarono qualche altra parola tra di loro per conoscersi meglio.
Quando l’indomani arrivarono a Doutha, subito capirono perché la donna si fosse spaventata. Era un villaggio tranquillo e ricevere uno scherzo del genere di sicuro era preoccupante. Reed subito si disse di dover far controllare la lista degli abitanti del Villaggio. Avrebbe fatto interrogare la signorina Kuji per sapere i suoi rapporti con le altre persone del villaggio quali erano.
Nel frattempo che la donna prendeva possesso della sua casa, i tre ninja si recarono all’appuntamento con gli altri due shinobi di Konohagakure.

 
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view post Posted on 22/9/2010, 11:39

Anbu

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CITAZIONE
Chi è morto alzi la mano. Capitolo I

Era notte. Freddo. Buio pesto. Una notte particolare. Il canticchiar dei grilli rendeva quell'ambiente rumoroso. Il rumore cresceva. Sempre più grilli affollavano i rametti dei cespugli e i fili d'erba. Le campagne venivano sommerse, sciami si spostavano orizzontalmente nel cielo oscurando quel fascio di luce che la luna offriva. Dei passi interruppero il gracidio. Gennosuke, si aleggiava con passo felpato tra l'erba. Stava tornando a casa, era stato ad allenarsi fino ad ora ed in quel momento urgeva una bella dormita. Arrivato sulla soglia di porta, la aprì, lasciò tutto il suo equipaggiamento per terra e si accasciò sul divano.

____________



Mattina. Basilisk stava dormendo beatamente quando un rumore incessante batteva alla sua porta, era qualcuno, qualcuno che aveva voglia di dare fastidio quel giorno. Si alzò e si avviò verso la porta, quando la aprì, sentì che una persona con alcuna cattiva intenzione era lì.

“Dimmi, cosa ti serve?” - Disse Gennosuke.

“Oh, niente, volevo solo informarla che lei è stato scelto per una quest di livello C+, insieme ad altri Genin e un Chunin che sarà il capo-squadra.” - Replicò l'altro.

“E in cosa consiste questa missione?” - Chiese lo shinobi.

“Mi dispiace, ma non conosco i particolari, so solo che si sarebbe dovuto dirigere al cancello Est alle 4 di domattina.” - Chiarì lo sconosciuto.

Un sorrisetto comparse sul volto di Gennosuke, non aveva mai partecipato ad una missione e quella era un ottima occasione per poter far capire a tutti le sue grandi capacità. Corse verso il bagno per una doccia e per poi vestirsi. Uscì di casa e si diresse verso un piccolo ristorantino; dopotutto s'era fatta ora di pranzo. Dopo aver finito di mangiare, si alzò dal suo posto e si mise a girare per il villaggio, senza alcuna meta...

Erano le tre del pomeriggio quando lo shinobi decise di tornare a casa dopo aver comperato tutti gli armamenti che gli erano utili nelle missioni. Era stata una giornata piuttosto tranquilla. Il ninja sfruttò tutto il tempo libero per riposarsi e rilassarsi ascoltando, il cinguettio degli uccelli. Essendo un ninja responsabile, dedicò anche del tempo ai suoi allenamenti tenendosi perfettamente in forma, infatti da li a poco avrebbe partecipato ad una missione con persone mai viste prima.

Mentre tornava a casa frettolosamente notando che il cielo si stava ricoprendo di nuvole nere, era un cattivo presagio. Balzando sui tetti delle case di Kiri, arrivò velocemente e appena entrò, prese un bicchiere d'acqua e iniziò a bere mentre che pensava a cosa si sarebbe dovuto portare per la missione.

*Prendiamo le armi.* - Pensò.

Pensò mentre prendeva quei pochi oggetti acquistati in armeria e riposti nelle varie borsette che porta sempre con se appese alla cintura.


“Beh, ho preso poco o niente, meglio se mi porti tutto.” - Disse fra se e se, a voce alta.

Prese i sette Kunai e la Katana, che legò alla sua vita, provò qualche affondo contro un manichino per allenamento che aveva in camera; tagliava che una bellezza.

______________




Era quasi ora per la missione, erano le 3:45 quando Basilisk uscì di casa, si era preparato al massimo per quel giorno, niente poteva intimidirlo. Controllò un'ultima volta di avere tutto quello che gli serviva con sé e se ne andò. Arrivato al cancello est, sentiva confabulare due persone, una donna e un ragazzo, che forse avrebbe potuto avere la sua stessa età, se non più piccolo.
Dopo la presentazione di quest'ultimo che spiegava cosa fosse successo, Gennosuke prese parola.

“E noi, siamo venuti fin qui, alle 4 di mattina, per un pesco? Ma stiamo scherzando davvero?" - Disse arrabbiato.
"Comunque, io sono Gennosuke Basilisk Koga, Genin di Kiri.” - Continuò.

Dopo si misero in viaggio per Doutha, un viaggiò che era durato due giorni, durante il quale, Reed chiese agli shinobi quali fossero le loro caratteristiche e armi. Basilisk gli rispose quasi subito:

“Io appartengo al Clan Koga, sfortunatamente, i geni di quel clan non mi permettono di avere gli occhi aperti, quindi faccio affidamento sugli altri sensi, specialmente l'udito. Poi mi sono allenato molto nel combattimento con la spada, quindi, sono piuttosto bravo con essa.”

Fece una piccola pausa, inspirò l'aria e poi continuò a dire:

“Come armi ho portato sette Kunai e la Katana, appunto. Non sono il tipo che viaggia con milioni di armi che poi non vengono usate. Preferisco avere quelle poche cose che però fanno la differenza.” - Chiarì.

Arrivati a Doutha i ninja dovettero svolgere alcuni compiti per iniziare la missione, ma prima di tutto, bisognava aspettare altri due ninja di Konoha, Genin anche loro. Il villaggio sembrava una specie di cimitero, neanche un rumore, benché fosse abitato da una famosissima cantante che era tornata a casa. Cantante che Basilisk non aveva neanche potuto vedere, se la immaginava come la solita signora cicciottella che ha una voce comunque bellissima, tanto che chiese a Reed come fosse fatta:

“Senti Reed, come ti ho detto prima, non riesco a vedere ciò che mi circonda, mi dici come è fatta quella cantante? Sai, sono curioso.” - Disse piuttosto incontrollatamente.

Basilisk attendeva la risposta e intanto la sua faccia si faceva sempre più serena, la scocciatura era aspettare quegli imbucati di Konoha.
SPOILER (click to view)
Status:

Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Sereno
Condizione Fisica: Illeso.
Consumi:-
Recuperi:-
Azione 0/2:
Techiche 0/1:-
Bonus: Udito perfetto(100%+25%)
Malus: Vista Assente

Armi mostrate:
Katana legata alla vita.
7 Kunai.

OT// So che non è il massimo questo post, ma francamente ho da fare ed è il massimo che ho potuto tirar fuori. \\



 
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tom93f.mk
view post Posted on 23/9/2010, 15:03




CHI E' MORTO ALZI LA MANO- QUEST LIVELLO C+


POST NUMERO 1- Sanji Mugiwara



SPOILER (click to view)
Narrato
-Parlato-
"Pensato"


Era giunto il giorno. Era passato ormai il periodo di convalescenza, e Sanji era pronto per intraprendere l'allenamento per controllare lo sharingan insieme al suo maestro Mitsugi Kagayame. Si sentiva pieno di energie e pronto a tutto pur di diventare più forte. La mattina del giorno 10 si svegliò piuttosto presto, tutto contento per l'imminente incontro con il chunin. Era una giornata assolata ma non troppo calda: tutto perfetto, insomma. Appena recatosi a fare colazione, sua madre, che si trovava in cucina, lo salutò e disse, porgendogli una busta: -Sanji, è arrivata un lettera per te. E' dalla magione.-. Il genin afferrò, aprì e lesse la lettera, che così recitava: “Il genin Sanji Mugiwara è convocato alla magione dell'hokage alle ore 9.00 del giorno 10, per ricevere le istruzioni riguardo una missione cui dovrà partecipare, che si svolgerà nei pressi del confine tra il paese dell'acqua e il paese del fuoco. Cordiali saluti, segreteria dell'hokage.”. Le emozioni si susseguirono nella mente del giovane molto rapidamente: dapprima il disappunto, perché avrebbe dovuto rimandare l'allenamento, poi l'euforia per la sua prima missione che ormai si avvicinava. Subito pensò: “Per fortuna che Mitsugi mi ha dato appuntamento davanti alla magione proprio alle 8.55, così non devo fare deviazioni per spiegargli la situazione... Ora sono le 8... Meglio darsi una mossa...”. Così fece, e alle 8.50 già si trovava davanti alla magione. Dalla porta del grosso edificio stava spuntando fuori il suo maestro, in tenuta da shinobi, con inoltre uno zaino in spalla. L'uomo si avvicinò a Sanji e lo salutò con animo: -Sei in forma, ragazzo! Tieniti pronto, perché ti devo dare una grande notizia!-. Sanji sorrise, e disse: -Prima devo dartene una io, buona e negativa allo stesso tempo. Sono stato convocato per una miss...-. Non riuscì a finire la frase, perchè Mitsugi lo interruppe: -Lo so lo so! A cosa credi che serva questo zaino? Quando ho saputo che avevi questa missione, ho fatto in modo di poter venire con te fino a Kiri, così da allenarti durante il viaggio! Mi sono fatto affidare una missione che implicasse questo viaggio. Sono io stesso (ho ricevuto ora l'autorizzazione dall'hokage) che ti darò le indicazioni per la tua missione, ora, qui! Partiremo oggi alle 11.00. Contento?-. Sanji, davvero felicissimo per la notizia, esclamò: -Certo che sì! Allora, dimmi! In che consiste la tua missione?-. Mitsugi disse: -Eheh...Missione di livello B... Devo comunicare negli altri villaggi che due ninja di Konoha sono scomparsi... Probabilmente hanno tradito il villaggio,e ora sono latitanti. Non hai sentito, l'altro giorno, le esplosioni provenienti dalla zona dei volti degli hokage?-. Il genin rispose, preoccupato: -No! Che è successo? Chi sono i traditori?-. Il chunin rispose: -Tsk...probabilmente le esplosioni erano un diversivo, anche se alcuni dicono che c'è qualcos' altro in mezzo...Hanno trovato un corpo... Beh, non è roba per te, comunque si pensa che quei due c'entrino, e si suppone (è quasi certo) che abbiano tradito. Sono Mitsurugi Uchiha e Kisuke Nara.-. Sanji sentì il cuore balzargli in gola. Kisuke Nara, l'uccisore di Natsu Inuzuka, aveva davvero tradito, proprio come aveva predetto il padre del genin assassinato! Anche se non era cosa sicura che fossero diventati mukenin, Sanji, forse per banale suggestione, già li detestava come traditori accertati. Probabilmente Mitsugi notò un cambiamento di espressione ,ma rapidamente cancellò la sua espressione interrogativa e proseguì: -Invece, la tua missione è di livello C+. Il giorno 14 alle ora 18.00 hai un appuntamento al villaggio di Doutha, non lontano da Kiri, sul confine con il paese del fuoco. Normalmente ci metteremmo un po' meno di tre giorni per arrivarci (il viaggio è un po' più breve per arrivare al confine che per arrivare al villaggio). Tuttavia, visto che dovremo allenare lo sharingan, prenderemo tutto il tempo necessario... Abbiamo più di quattro giorni, circa quattro e mezzo, non c'è fretta. Tu sarai parte di una squadra formata da te, un altro genin di Konoha che ti raggiungerà là (non viaggerà con noi, ovviamente), due genin e un chunin di Kiri. L'obiettivo è scoprire chi ha piantato un albero di pesco nel giardino di una nota star del paese dell'acqua, che è molto preoccupata per l'avvenimento. Ti spiegheranno meglio quando arriverai là. So che non sembra una missione pericolosa, ma è pur sempre di livello C+, dunque metticela tutta. Ora, vado. Appuntamento alle 11.00 davanti alle porte del villaggio. A dopo!-. Il chunin scomparve nel nulla.

Circa due ore dopo, Sanji attendeva Mitsugi davanti alle porte. Nel poco tempo appena passato, era corso a casa, aveva riposato un poco, preparato i bagagli (uno zaino con qualche cambio di vestiti, di bende per l'occhio e qualche altra cosa di prima necessità, oltre all'equipaggiamento da shinobi), informato la famiglia e salutato tutti. Si trovava lì da una decina di minuti, quando il chunin arrivò all'appuntamento. -Partiamo!-, disse quest'ultimo. Dopo un cenno d'assenso di Sanji, i due si lanciarono nella boscaglia tipica dei dintorni della Foglia, pronti ad un viaggio piuttosto lungo. Dopo circa un'ora di viaggio, Mitsugi disse all'allievo: -Allora, ragazzo... Cominciamo a parlare del tuo Sharingan. In questa settimana ho fatto qualche ricerca, sono anche andato da un mio amico Uchiha, che possiede questo particolare occhio. Unendo ciò che ho saputo alle mie conoscenze, posso affermare di avere tutte le informazioni adeguate a permetterti di aprire e usare l'occhio nelle sue principali funzioni. Starà a te, poi, migliorare nella capacità di usarlo, sviluppando al meglio tutti i vantaggi che esso può darti. Sei pronto?-. Il genin annuì, contento. Il suo maestro riprese: -Dunque. L'obiettivo del nostro allenamento è far sì che tu riesca a sfruttare lo Sharingan che ti è stato dato. Esso è già attivo, dunque non dovrai sforzarti per imparare la tecnica di attivazione. Anche se non userai chackra, esso rimane nel suo stato di Sharingan, diciamo in una sorta di torpore che non consuma energia e non danneggia l'occhio, se coperto. Tu dovrai, tramite il consumo di chackra implicato dall'utilizzo di uno Sharingan normale, apprendere il modo di sfruttarlo. La prima tappa è essere in grado di usarlo come un occhio normale, per vedere come vedi con l'occhio sinistro, per intenderci. Il tuo occhio avrà comunque il colore e il disegno tipici di uno Sharingan, ma esso non sarà attivo, dunque non consumerà chackra. Così, potrai assicurarti una buona vista nei momenti di allerta, pur non sprecando inutilmente energie. In ogni caso, non usare questa modalità perennemente: meglio non mostrare troppo in giro la tua particolarità. Ora, per vedere con quell'occhio come con un occhio normale, non devi fare altro che toglierti le bende, aprire le palpebre e, per proteggere il sensibilissimo bulbo, applicare uno strato di chackra attorno all'occhio, come un velo: ricorda che comunque esso è stato trapiantato ed originariamente apparteneva ad un altro corpo, senza contare che un occhio che sta in perenne stato di Sharingan pur non consumando energia è sempre molto fragile. Comunque, l'utilizzo di questa sorta di strato sottile di chackra non ne comporta la perdita, perché l'energia impiegata è solo di passaggio e non implica un vero utilizzo; in poche parole, si può riciclare. Forza, bando alle ciance: via la benda, affina il chackra per creare questo velo, distribuiscilo attorno al bulbo e solo a quel punto apri l'occhio. Per fare tutto questo, ti dovrebbero bastare una ventina di minuti a dir tanto. Poi, sarà come aprire gli occhi al mattino e abituarsi alla luce, nulla che non si risolva in circa mezzo minuto. Continueremo ad avanzare mentre ci provi. Dimmi quando ci sei riuscito, io ti starò davanti.-. Così fu fatto. Come aveva detto Mitsugi, non fu difficile raggiungere il pieno utilizzo di questa facoltà, grazie anche all'ottimo controllo del chackra sviluppato dal giovane. Applicare il velo di chackra non fu più difficile di usare il chackra per camminare sull'acqua: nel giro di un quarto d'ora, Sanji si sentì abbastanza sicuro e aprì l'occhio. Era esattamente come aveva detto il chunin: come aprire gli occhi al mattino. Il genin, tentando di vedere meglio davanti a sé anche con l'occhio destro, disse: -Fatto!-. Mitsugi gli si affiancò e, con un sorriso, disse: -Se accadrà come credo, ora vedrai che cosa fantastica!-. In effetti, dopo una settimana passata a vedere in bidimensionale e con un bel pezzo di campo visivo tagliato via (a lungo andare si era abituato, ma comunque era una cosa ben diversa da una vista normale), riottenere una visuale perfetta fu davvero una sensazione meravigliosa. Felice, Sanji disse: -Bene! Adesso proseguiamo! Dimmi come faccio ad usare lo Sharingan!-. Mitsugi rise e poi disse: -Ora no. Fino al 12, non faremo altro che viaggiare e riposarci per poco: dobbiamo assicurarci un buon anticipo sulla tabella di marcia. Ora rimetti la benda e rilascia il chackra. Acceleriamo un po'.-.

Era il giorno 12, ed erano le 15.30 circa. Il sole batteva caldo sulle teste dei due viaggiatori di Konoha. Mitsugi, ad un tratto, si fermò. Sanji, incuriosito, chiese il motivo di quella inaspettata sosta, e l'altro gli disse: -E' il momento. Non manca molto al confine, abbiamo viaggiato molto velocemente negli ultimi due giorni. In ancora ventiquattro ore di viaggio tranquillo potremmo essere lì. Tuttavia, ora ci fermiamo e attiviamo quell'occhio.-. Il sorriso spuntò sul volto del biondo, che disse: -Finalmente! Avanti, spiegami tutto!-. I due si sedettero sul prato della radura dove si trovavano, uno di fronte all'altro. Il chunin cominciò a parlare: -L'attivazione dello Sharingan non sarà diversa da quella di una tecnica normale. Anzi, per te dovrebbe essere ancora più semplice, visto che il tuo occhio è in una sorta di stato passivo di doujutsu intorpidito. Fondamentalmente, devi far sì che il chackra che concentrerai nell'occhio venga assorbito dallo stesso e impiegato per farlo funzionare. Innanzitutto, crea il velo di chackra, togli le bende e apri l'occhio.-. Il giovane eseguì, e nuovamente provò quella splendida sensazione di tridimensionalità. Mitsugi riprese: -In questo momento, il chackra è attorno all'occhio, ed è in continuo passaggio. Protegge l'occhio, non ne viene assorbito. Ora, hai presente quando usi la tecnica del fuoco? Bene. Lì, non ti limiti a concentrare nell'esofago il chackra, ma lo moduli e lo sputi fuori. Il concetto non è troppo differente. Devi far entrare il chackra dentro l'occhio, renderlo sottile perché si applichi intorno alle varie parti componenti del bulbo e dentro esse, così che le potenzino. L'occhio, a quel punto, stimolato dal chackra, si attiverà, e risucchierà chackra per mantenersi attivo. Dovrai continuare a far affluire il chackra in maniera costante. Se smetterai, l'occhio tonerà in breve tempo al suo stato di torpore. Come la teoria non è difficile, non dovrebbe esserlo la pratica. Ora comincia a impregnare tutto l'occhio di chackra, in modo omogeneo: ad un certo punto sentirai il chackra che hai distribuito lì venire meno. Comincia e dimmi quando ciò avverrà.-. Sanji iniziò. Dal velo di chackra che ricopriva l'occhio, cominciò a formare una corrente che penetrava il bulbo, che in breve ne fu pervaso. Tuttavia, esso era ancora mal controllato e sfuggente. Quando Sanji cercava di riempire un buco lasciato vuoto dall'energia, ecco che subito se ne creava un altro. Gli ci vollero venti minuti buoni per riempirlo tutto di chackra sottile e perfettamente applicato in tutti gli angoli dell'organo. Ad un tratto, il genin sentì come un risucchio, e cominciò a vedere con un'intensità differente. Era una vista completamente diversa: ogni più piccolo movimento nell'erba che stava fissando gli risultava nettamente visibile. Tuttavia, quella vista incredibile stava già svanendo. Rapidamente, disse: -Ho fatto! Che devo fare?-. Mitsugi, con altrettanta velocità, rispose: -Perfetto, ragazzo. Ora concentrati. Devi riuscire a compensare la perdita di chackra fornendole dell'altro all'occhio in maniera costante. Vai!-. Sanji riuscì con fatica a far tornare l'occhio in quello stato speciale. La vista superiore traballava un po', ma con il passare dei minuti Sanji riuscì a stabilizzarla. Erano le 17.00 quando il genin disse: -Ora è stabile.-. In tutto quel tempo, aveva dovuto iniziare tutto da capo solo due volte. Era riuscito a domare lo Sharingan piuttosto in fretta. Mitsugi sorrise, si alzò, e con uno scatto rapidissimo sferrò un potente gancio destro verso il suo allievo. Quest'ultimo colse il movimento, e con i riflessi potenziati da quel mirabolante potere appena acquisito riuscì a evitare il colpo con discreta facilità. Tuttavia, subito dopo sentì il chackra venir meno, e l'occhio tornare alle sue facoltà naturali. Il chunin disse: -Bravo. Tuttavia, adesso avrai perso il controllo dell'occhio. La prossima tappa è questa: devi mantenere attivo lo Sharingan con automatismo, senza pensarci. E' la stessa cosa che hai dovuto fare quando hai imparato a camminare su pareti verticali. Attiva l'occhio, alzati e lotta con me. Arti marziali a mani nude.-. Sanji eseguì. I due si fronteggiarono. Mitsugi partì con una grande falcata in avanti, e poi con un balzo tentò di colpire il suo allievo con un calcio al volto. Sanji anticipò la traiettoria grazie allo Sharingan, e si abbassò per schivare. Sentì di nuovo il chackra venire meno, e si concentrò per mantenerlo. Ci riuscì con un discreto sforzo, ma era rimasto privo di difesa, e il colpo successivo di Mitsugi andò a segno: Sanji si ritrovò per terra, con il respiro mozzato dall'urto contro il terreno. Tuttavia, aveva ancora la vista potenziata. Si alzò a fatica e sorrise, dicendo: -Ce la posso fare. Andiamo avanti!-.

I due continuarono la lotta per molto tempo, e il genin migliorava gradualmente. Alle 21.00, egli era stremato, pieno di lividi, prosciugato di gran parte del suo chackra. Tuttavia, ormai aveva perfettamente domato lo Sharingan. Cadde a terra, ansimando. -Basta, non ce la faccio più!-, dichiarò. Mitsugi rispose: -Non serve proseguire. Ciò che si poteva ottenere è stato raggiunto. D'ora in poi, non posso più insegnarti nulla a riguardo. Il resto dovrai impararlo da solo. Ancora non hai sviluppato, probabilmente, la capacità di prevedere i movimenti e non sei in grado di usare quell'occhio al meglio. Tuttavia, ciò dipende solo dall'esperienza e dalla pratica. In poche parole, verrà con il tempo. Sappi che oggi ho trattenuto il mio taijutsu, altrimenti neanche con lo Sharingan mi saresti stato dietro. Non credere di essere arrivato ad un livello alto, ne hai di strada da fare. Ma ora, almeno, puoi usare lo Sharingan in battaglia. Come avrai notato, consuma parecchio chackra a lungo andare. Usalo con parsimonia. Bene. Ora, mangiamo un boccone e dormiamo. Ti sveglierò quando sarà il momento di ripartire.-. Sanji non se lo fece ripetere due volte. Dopo una cena abbastanza sostanziosa (l'attività aveva stimolato l'appetito), il genin si addormentò molto in fretta. La luna illuminava quel luogo dove egli stava piano piano crescendo e migliorando, approntandosi per la missione che stava per affrontare.

Erano arrivati al villaggio di Doutha. Come nei giorni precedenti, il sole era stato presente tutto il tempo, e ora piano piano cominciava a scendere verso l'orizzonte. Erano le 17.30 del giorno 14, ed era ora, per i due, di separarsi. Mitsugi salutò il suo allievo: -Buona fortuna per la tua missione. Sono sicuro che andrai benissimo! A presto, ragazzo!-. Sanji rispose brevemente: -Anche a te. Grazie di tutto!-. Il chunin, con un ultimo cenno, si incamminò verso Kiri. Sanji si mise seduto su un muretto nei pressi delle porte del villaggio. Il tempo trascorreva lentamente. Ad un tratto, da due strade laterali spuntarono da una parte un gruppetto di tre ragazzi, dall'altra un solo giovane, dall'aria spaesata. Sanji pensò: “Tre più uno. Vuoi vedere che...”. I tre giovani, che si rivelarono essere tre ninja di Kiri, si erano fermati una decina di metri lontano da Sanji, che andò loro incontro. Un ragazzo più giovane di lui, dall'aria furba e seria, un giovane con gli occhi chiusi e un terzo ninja, tutti di Kiri. Dietro di lui, si stava avvicinando anche uno shinobi (il ragazzo che era arrivato da solo) che Sanji capì, grazie al coprifronte, essere di Konoha. Guardando il giovane che teneva gli occhi chiusi, ma che conversava normalmente con gli altri, proprio come se quella fosse la sua condizione normale, Sanji pensò: “Ecco qualcun altro con qualche problemino di vista. Tuttavia, lui sembra cieco del tutto”. Sfregandosi la benda bianca, Sanji si avvicinò al gruppetto, dicendo: -Buonasera, colleghi. Sono Sanji Mugiwara, genin di Konoha. Voi, suppongo, dovreste essere i ninja di Kiri con cui sono in squadra per una missione di livello C+, sbaglio? E' un vero piacere fare la vostra conoscenza, spero che lavoreremo bene insieme.-. Mentre anche il quinto componente della squadra si avvicinava al gruppo, Sanji sorrise affabilmente, mostrando la lamina metallica legata con un pezzo di stoffa al suo braccio sinistro, che esibiva il simbolo di Konoha.


CITAZIONE
Condizione fisica: ideale
Condizione psicologica: sereno e curioso
Chackra: 200/200
Bonus e malus: Nessuno diverso da quelli sulla scheda
Equipaggiamento mostrato: /
Equipaggiamento usato: /

(tutti gli altri valori, come bonus e malus o consumi e recuperi per ora sono inutili in quanto invariati o pari a 0, pertanto non li ho messi.buona quest to everybody!)

 
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Giso
view post Posted on 25/9/2010, 00:34




CITAZIONE
Premessa
Grazie a Nami per aver avuto l'idea di questa Quest e per farci da QM [perdendo così gran parte del divertimento =P]. Grazie poi a quei tre/quattro barbinelli che hanno abboccato all'offerta come moi del resto u.u. In Bocca al Lupo a tutti u.u
CITAZIONE

Narrato
Parlato
Parlato Altri


Il sole filtrava rado tra le imposte lignee della finestra della camera; tiepidi tentacoli di arancio calore si infiltravano nella solidità del legno portando scompiglio in quel mondo di oscurità quasi assoluta. Ma erano raggi timidi, come se il sole si fosse alzato da poco e ancora non era sufficientemente gaio da far svegliare tutti con la sua sola presenza. Ovvio che ci fosse qualcuno già in piedi nel villaggio, poiché il sole non regolava le attività degli shinobi, purtroppo. Costretti ad alzarsi nel pieno della notte, gruppi di ninja di Kiri erano inviati a pattugliare i dintorni dell'amata madrepatria. E questi non erano che una parte; quanti, tra shinobi e kunoichi, si svegliavano di notte per andare a svolgere le missioni per il proprio paese? Era un obbligo che si assumeva quando si veniva promossi in accademia, un onere da spartire con l'onore del coprifronte. Un solo, anonimo pezzo di metallo rigato -perché rozzamente di questo si trattava- aveva fatto scannare generazioni di ninja solo perché le righe sul metallo erano differenti. Una dura vita quella del ninja, ma l'onore che portano questi guerrieri è inimmaginabile. La Storia non si ricorda della gente comune.
Ma per un ninja in particolare la giornata non era ancora cominciata, ma stava per cominciare presto, con alcuno sorprese del tutto inaspettate. Il Senjuu si alzò dal letto scostando alla ben e meglio la pesante coperta per poi dirigersi in cucina a fare colazione, dando un'occhiata di sfuggita all'orologio: le sei e venti. Troppo presto per fare qualunque cosa, anche per allenarsi; specie perché l'aria era ancora reduce dalla notte passata; fredda, avrebbe congelato le ossa del povero Genin che, nonostante i moltissimi anni passati nel Paese dell'Acqua, stentava ancora ad abituarsi ad il clima sì rigido. Decise quindi, dopo essersi vestito quanto sufficientemente pesante, di uscire a fare due passi, tanto per dare un senso alla giornata. Uscito dalla porta quasi si dimenticò di guardare la posta; di rado lo faceva poiché erano veramente poche le persone che gli avrebbero potuto scrivere e ancor di meno quelle che gli scrivevano. Non aveva intessuto grandi rapporti a Kiri e a Konoha non si era lasciato dietro che la sua precedente vita, senza che nessuno sapesse dove fosse andato. Quindi immaginate la sorpresa nel trovare una lettera nella casetta. La prese dopo un attimo di attesa. Forse la giornata stava assumendo un senso. Aprì il foglio ripiegato per leggere quelle poche righe che vi erano scritte.
CITAZIONE
Fujio Senjuu,
è atteso nella magione del Mizukage alle ore 13:00 per disposizioni sulla prossima missione che le è stata assegnata.

Fissò il foglio per qualche istante, come se nascondesse ancora qualche segreto, oppure se sul retro ci fosse scritto qualcosa di invisibile. In genere per andare in missione non ci sarebbe stato bisogno di parlare con il Kage in persona, bastava recarsi in accademia e lì i soliti burocrati avrebbero assegnato a chi di dovere i compiti. Solo in casi speciali il Mizukage avrebbe convocato i partecipanti. O la missione era di un grado elevato e il Kage in persona voleva dare le direttive privatamente oppure c'era qualcos'altro sotto. Escludendo a priori la prima ipotesi per via del grado e dell'esperienza di Fujio, non restava che la seconda. Comunque, si ritrovò a considerare, qualunque fosse il motivo della convocazione, il Senjuu avrebbe obbedito al Mizukage.

[...]



Ore dodici e mezza; il Genin stava aspettando nel salone della magione da una ventina di minuti. Detestava arrivare in ritardo, specie se ad un incontro con il Kage. Aveva quindi avuto modo di dare un'occhiata alla situazione in cui verteva l'edificio; v'era una grande operosità, animata per lo più da i vari curiosi e perditempo che come al solito bazzicavano i luoghi dove la gente si riuniva. Nell'attesa per la convocazione con il Kage, il Senjuu ebbe modo quindi di sondare il terreno, riuscì a comprendere solo che una qualche celebrità si era rivolta al villaggio di Kiri per ricevere aiuto. Houmawura Kuji. Gli ci volle qualche istante per riconoscere quel nome, era una celeberrima cantante d'opera che, nel fiore dei suoi anni e della sua carriera, faceva montagne di quattrini. Chissà per quale motivo era venuta fino a Kiri. Cosa l'avesse spinta a voler commissionare una missione ninja? Non era uno scherzo una cosa del genere, specie per una celebrità; anche una delle più banale delle missioni poteva essere potenzialmente pericolosa all'immagine della donna se qualcosa fosse andato storto. Un bel rischio dunque. Erano le tredici a dieci quando finalmente il Fujio fu convocato negli uffici del Mizukage.

Fujio.



Una note indecifrabile era presente nella voce del ninja più forte della Nebbia; il ragazzo non sapeva dire di cosa si trattasse, ma ugualmente fece un profondo inchino, rigido, in stile militare.

Mizukage-sama.



L'uomo invitò il ragazzo a sedersi sulla poltrona imbottita posta dinanzi alla scrivania dove era seduto lui; il Genin acconsentì cortesemente, sempre un po' a disagio quando si trattava del Mizukage.

Hai idea del perché ti trovi qui?



La domanda colse un po' alla sprovvista il ragazzo che, nonostante la facciata ancora impassibile, vacillò un istante prima di rispondere; ovvio che la cosa non passò inosservata agli occhi dell'uomo.

Per svolgere una missione. O almeno era così che c'era scritto sulla lettere della convocazione.



Un sorrisetto astuto si dipinse sul volto dell'uomo, come a comunicar qualcosa che il Senjuu avrebbe dovuto sapere ma che per ora gli sfuggiva. La sensazione di cosciente ignoranza non gli piaceva e sperava che il Mizukage continuasse a parlare per interrompere quello stallo sì fastidioso.

Farai parte di una squadra di cinque elementi che si dovrà occupare di investigare al riguardo di strani avvenimenti nel paese di Doutha. Nel Paese del Fuoco.



Questo nome era nuovo al ragazzo, ma il solo fatto che si trovasse nel Paese del Fuoco vuol dire che il mandante della missione aveva sufficientemente soldi da poter praticare uno sconfinamento.

Centra in qualche modo la signora Kuji?



Un lampo di soddisfazione passò negli occhi del Mizukage al sentir pronunciare quel nome. Sorrise, sempre in maniera astuta, ma come a dire che era compiaciuto dall'osservazione del ragazzo.

Sì, è lei la mandante.



Fece una pausa come per riordinare nella mente i pensieri, per mettere in basi logiche il discorso che stava per affrontare.

Voglio che fai attenzione a due cose in missione. La prima: nessuno di voi ragazzi deve avvicinarsi troppo alla signora Kuji. E' sposata e Kiri ha bisogno come ultima cosa di uno scandalo; so che la tentazione della carne è forte, ma mi affido alla tua devozione alla patria. Saprai decidere rettamente quando verrà il momento.



Il giovane annuì, capendo solo per metà il discorso che l'uomo stava facendo. Non aveva mai visto la donna, altrimenti avrebbe capito pienamente, nonostante le varie voci sulla bellezza angelica della cantante.

L'altra raccomandazione che voglio farti è: tieni l'orgoglio da parte. Come supporto a voi ci saranno due shinobi di Konoha; ovviamente quelli della Foglia non possono permettersi di non inviare qualcuno se la missione si svolge nel loro Paese, specie se la preda è un piatto così ricco. Quindi devi collaborare, senza creare alcun tipo di rancore compromettendo così la missione. Capito?



Il movimento di abbassamento e alzamento del capo utilizzato per annuire, non fu mai più faticoso; era un boccone amaro da buttar giù quello che gli chiedeva il Kage, eppure sapeva il perché. Se uno scandalo con la cantante era dannoso, uno screzio tra ninja di diversi villaggi era potenzialmente una dichiarazione di guerra.

Da tutte queste raccomandazioni che mi fa signore, devo dedurre di essere io il Caposquadra della missione?



Il tono speranzoso, gli mancava condurre una missione e questa pareva proprio l'ideale. Ma la faccia dell'uomo era più che eloquente.

No, Fujio. La squadra sarà capitanata da Reed Hyrigame Kaguya. Un Chuunin tuo coetaneo; un buon elemento. Oltre a lui ci saranno anche altri tre Genin nella squadra. Tieni a mente però che il livello e l'esperienza dei tre Genin non è comparabile alla tua.



Ancora una volta il ragazzo annuì silenziosamente.

Bene Fujio. Allora in bocca al lupo per la missione.



Elegantemente, il Mizukage congedò il ragazzo dopo questa bizzarra conversazione, ma questi, prima di andarsene definitivamente, si bloccò sulla porta.

Signore, volevo ringraziarla per aver creduto in me quando mi allenava con il sensei Hinaji.



Guardò direttamente negli occhi l'uomo che fu per la prima volta sorpreso, ma poi la sua espressione tramutò nel sorrisetto astuto che aveva caratterizzato la discussione.

[...]



Era l'ora dell'appuntamento e il ragazzo raggiunse il cancello Est di Kiri dove ad aspettarlo vi erano due ninja più una donna di bellissimo aspetto che a rigor di logica era la mandante, la signora Kuji. Il Senjuu si sistemò meglio il proprio zaino sulle spalle; dentro solo l'essenziale, alcuni cambi e ciò che serviva per l'igiene quotidiana. L'equipaggiamento ninja era ben allacciato addosso al ragazzo, niente di speciale solo kunai, e qualche bomba, più il respiratore che poteva rivelarsi utilissimo. Stavano aspettando solo lui per partire, e il caposquadra spiegò ai due nuovi arrivati qual era la situazione e il perché della missione. Un pesco? L'altro Genin, che stranamente aveva gli occhi sempre chiusi, si lamentò subito, ma Fujio riuscì a controllarsi; eppure, scomodare due villaggi ninja per un semplice pesco che era stato piantato nel giardino della donna pareva un po' eccessivo. Come probabile che fosse c'era qualcosa dietro; l'unico quesito era: la donna era a conoscenza di eventuali svolgimenti che aveva taciuto al momento di commissionare la missione? Il Senjuu non sapeva dirlo così, ad occhio e croce, eppure si ripromise di investigare su questo punto.

Probabilmente c'è più di quanto sembra dietro.



Disse Fujio rivoltò all'altro Genin, quel Kaguya sembrava un attaccabrighe e non gli andava di litigare su motivi sì futili ancor prima di partire in missione.

A proposito, io mi chiamo Fujio Senjuu



Disse rivolto più alla donna che agli altri due; più per galanteria che per secondi fini, ma gli vennero in mente lo stesso le parole del Mizukage e non potè trattenere un sorrisetto tra i denti.
I quattro si misero subito in viaggio, rallentati dalla presenza femminile che non permetteva ai ninja di viaggiare ai soliti ritmi serrati, rendendo così il viaggio più lungo ma più piacevole. La sera il Kaguya fece il punto della situazione, chiese ai due quali erano le loro abilità e le loro specialità. Prima parlò l'altro Genin che rispondeva al nome di Gennosuke Basilisk Koga. Un nome strano, come strano era il suo dire, a quanto pare i geni della sua famiglia non gli permettevano di aprire gli occhi.

Io appartengo al clan Senjuu di Konoha. So utilizzare il Mokuton e alcuni Jutsu acquatici. Prediligo uno stile di lotta a distanza rispetto al corpo a corpo. Le armi che ho portato sono le solite, niente di speciale.



E nel dirlo svuotò la sua sacca per mostrare il contenuto ai presenti. Una presentazione anonima la sua giusto per informare i due delle sue abilità in modo da poter elaborare la migliore delle strategie in breve tempo. Piuttosto la sua attenzione fu catturata dal caposquadra; il suo cognome era Kaguya, evidentemente apparteneva al Clan dei manipolatori di ossa, una Kekkei Genkai abbastanza disgustosa che gli permetteva di utilizzare le proprie ossa come armi. Nonostante il dubbio etico, non c'erano invece dubbi sulla sua potenza.

[...]



Doutha si presentava come un ammasso di case dall'aria comune e semplice, un luogo tranquillo, dove un star poteva trascorrere le sue giornate lontana dalla vita frenetica che con ogni probabilità la caratterizzava. Mancava poco all'incontro con i due ninja di Konoha, ma il Senjuu non poteva immaginare riservasse alcune sorprese.

CITAZIONE
Commento FinePost:
Scusate l'ora di ritardo e un po' di descrizioni riassunte, ma sono veramente stanco e il post l'ho scritto al volo. U.U Vediamo come si sviluppa questa faccenda.

 
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Bash.
view post Posted on 27/9/2010, 13:49




post I




CITAZIONE
§Parlato§
"Pensato"
Narrato

Mattina fresca come il solito, passeri canterini e nuvole bianche e candide come la neve. Il cielo azzurro come l'acqua dei fiumi più limpidi e le verdi foglie degli alberi svolazzanti qua e la. La vita a Konoha era movimentata fin dalle prime ore: schiamazzi, borbottii generali delle vecchiette intente ad andare al mercato, e come sempre, maledetti uccellacci che non avevano niente di meglio da fare se non rompere le scatole a quei poveri cristi che nonostante la mattinata piuttosto confusionaria, cercavano di rimanere nel mondo dei sogni. Con i nervi a fior di pelle, Raito si alzò dal letto e con rabbia sbatté la porta della camera, diretto verso il bagno. Fece tutte le cose di ordinaria amministrazione: Si lavò, fece colazione e si vestì.
§Ma cos'è tutto sto' baccano?§ Lo richiamò una voce dai piani superiori.
§Vedi di non rompere già di prima mattina Kato! Sennò vengo su e ti rompo di botte!§
Replicò Raito.
§Finitela tutti e due sennò vi ammazzo per davvero sta' volta! E tu Kato vedi di stare zitto o giuro che ti ammazzo di botte al posto suo! Vi odio entrambi. Stavo dormendo così bene e poi vi mettete a fare casino! Che vi venga un accidenti!§ rispose una voce femminile, aggraziata, ma al contempo forte e autoritaria.
La ragazza ottenne come risposta un deludente §Si ...§ che però gli sarebbe bastato per rituffarsi nel mondo di morfeo tranquilla. Tutto era calmo e il giovane passava le ore a leggere strani giornalini comici fino a quando qualcuno non bussò alla sua porta. Incuriosito andò ad aprire e di fronte a lui il postino.
Ehi ragazzino. C'è una lettera per un certo...Raito Namikaze...E' in casa?
§Si, sono io, mi dica. §
L'uomo in divisa lo squadrò da cima in fondo poi riprese a parlare
§Beh, c'è questa lettera per te firmata dall'Hokage. Sembra che tu abbia una qualche questione urgente ragazzino.§
§Oh! Grazie mille! Devo firmare qualcosa?§
§No tutto a posto. Arrivederci!§
Quando il postino si allontanò il giovane ritornò dentro casa. Aprì la busta e lesse nervoso la lettera.

-Gentile Raito Namikaze. Sei stato selezionato come partecipante ad una missione di rango C+. La tua missione consiste nel ricavare più informazioni possibili dai fatti accaduti pochi giorni fa. Il tutto ti sarà spiegato più chiaramente al briefing organizzato nel villaggi di Kiri tra tre giorni, dove un chunin del paese stesso assumerà il ruolo di comandante. Cordiali saluti.
Buona fortuna. -

Il giovane si alzò a corse al piano superiore e radunò tutte le sue cose.
§La katana...la katana...Dove cazzo è la katana! Ehi! Qualcuno ha visto la mia Katana? Futo? Ah! Eccola, bene, i kunai...bene tutto pronto!§
In pochi minuti il giovane riuscì a raggruppare il raggruppabile e si lanciò giù dalla finestra con la lettera in mano.
Una bella ragazza, Futo per l'appunto, corse fin dentro alla camera per vedere che diavolo stava succedendo e quando arrivò vide solo la finestra aperta. Conoscendo alla perfezione il giovane sporse la testa fuori dal vetro e lo vide che correva affannosamente.
“Cazzo...cazzo...cazzo...non credo di riuscire ad arrivare a kiri in tre giorni dannazione...”
Scivolò tra la folla come un serpente e riuscì ad arrivare finalmente alle porte del villaggio, dove ad attenderlo c'era il suo amico Suito.
§Suito! Che diavolo ci fai qui?§
§Ti accompagno!§
§E tu come diavolo fai a sapere che parto in missione?§
§Ehm...Diciamo che lo so e basta. Vabbè, andiamo?§
§Certo!§

I due lasciarono il villaggio della foglia e attraversarono la foresta. Corsero per svariate ore prima di raggiungere un villaggio ai piedi di una montagna dove poterono pranzare decentemente. Finito di mangiare i due ripartirono più carichi di prima. La distanza veniva masticata sempre più lentamente, poiché la fatica si stava facendo sentire per il giovane Uchiha, alias Raito Namikaze. Più di una volta dovettero fare una pausa. Per grazia di dio non trovarono mai un impiccio e il loro viaggio procedette piuttosto spedito. A volte pareva loro di intravedere due sagome proprio davanti a loro, molto più avanti, a volte viaggiavano completamente isolati dal mondo. Così, nel giro di due giorni e una notte i due giunsero finalmente davanti alle porte di kiri. Cercarono per un po' ma quando non videro nessuno ad accoglierli si avviarono verso la magione del Mizukage. Li parlarono un poco e furono reindirizzati a Doutha, un paesello poco distante da kiri. Suito, ancora disposto ad accompagnarlo, lo scortò fino alla destinazione. Ad attenderli fuori dal piccolo paese la squadra nella quale Raito avrebbe militato. Suito si voltò §Buona fortuna pivello!§. Uchiha fece un sorrisino e poi andò dalla squadra che lo attendeva. Li si presentò.
§Piacere, il mio nome è Raito Namikaze Uchiha. Sono un genin di Konoha, tuttavia sono originario di Kumo. Non voglio star qui a tormentarvi con la storia della mia vita. Con me ho portato due kunai, due shuriken, tre flash, un fumogeno, la mia katana e due fuuma shuriken.§ Concluse e poi guardò bene le facce dei suoi compagni. La squadra era composta da un biondo, un tizio con gli occhi sempre chiusi, un tipo parecchi alto con i capelli grigiastri che pareva avesse pochi anni in più del giovane Uchiha, ed infine un altro tipo con i capelli argentei.
Il giovane rimase più di qualche secondo a fissare quel tizio e finalmente si ricordò chi fosse.
§Ma tu sei quel tipo di Kiri!§



CITAZIONE
Non ho giustificazioni per il ritardo, a parte il fatto che sono stato colto da una brutta febbre che ha influito non poco sulla qualità di questo post. Scusatemi di tutto. E ribadisco, questo posto è merda.

 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 3/10/2010, 18:09




» Chapter I
Reunion



La signorina Kuji dormiva profondamente. Aveva mangiato con entusiasmo a cena, anche se la sua inquietudine era visibile agli occhi di un ninja come Reed, che riusciva ad andare oltre il velo superficiale - la maschera - che le persone tendono a costruire intorno a loro stessi, quasi a proteggerli. Reed osservava il suo petto alzarsi ed abbassarsi ritmicamente. La donna era in forma. Controllando il numero di respiri per minuto, Reed capì che la giovane donna amava curare il suo fisico e da ciò che sapeva di lei - era una famosa cantante - questo doveva solo giovargli.

Il Chunin, distogliendo lo sguardo da quella visione, aveva iniziato un discorso con i suoi concittadini, i due Kiriani, dall'aspetto molto eccentrico e dalle personalità ancora più insolite. Un Koga ed un Senju. Il primo aveva sempre gli occhi chiusi. Reed ne aveva sentito parlare, ma non aveva mai visto uno del loro Clan. Vivevano in una zona diversa di Kirigakure, dove non andava spesso. Aveva detto di essere bravo con la spada. Reed sperava per lui che lo fosse. L'altro invece era un nome famoso. Chiunque conoscesse almeno un po' Konohagakure no Sato, sapeva del famoso Clan Senju, fondatore della Foglia insieme agli Uchiha. Reed osservò bene il ragazzo. Aveva un profilo muscolare tonico e forte: sarebbe stato un ottimo elemento. La sua abilità di manipolare il legno - famosa tanto nella Foglia quanto nei Villaggi in cui era ancora vivo il ricordo dei Senju - e di saper usare molte tecniche d'acqua poteva ben essere accoppiata alle sue abilità. Reed stava già macchinando strategie complesso di combattimento, simulava incontri mentali attraverso i quali piazzare la squadra contro eventuali nemici.



« Bene, ragazzi. Credo di aver capito le vostre potenzialità. Nel caso di uno scontro queste informazioni mi potranno essere utili. Riposate, farò io la guardia stanotte »



Il Koga, cieco, espresse il desiderio di avere una descrizione della mandante. Reed sorrise. Il ragazzo era cieco come del resto tutti quelli del suo Clan.


« Credimi, è proprio come te la immagini. »






I tre ninja di Kirigakure erano appena giunti nella piazza di Doutha. Attendevano l'arrivo dei due shinobi di Konohagakure no Sato. Reed sperava che la Foglia avesse mandato validi elementi così da poter modellare il proprio team in maniera ad dir poco perfetta. Voleva risolvere la missione il più velocemente possibile, e soprattutto voleva farlo con stile. Egli immaginava il villaggio come una grande scacchiera ed ogni persona era una pedina, che doveva saper muovere per vincere quella partita. E la pedina più importante era proprio la signorina Kuji. Essa nascondeva molto più di quanto avese rivelato e presto Reed gli avrebbe estorto quelle informazioni.
Mentre attendevano si avvicinò un ragazzo. Portava il coprifronte di Konohagakure.



« Buonasera, colleghi. Sono Sanji Mugiwara, genin di Konoha. Voi, suppongo, dovreste essere i ninja di Kiri con cui sono in squadra per una missione di livello C+, sbaglio? E' un vero piacere fare la vostra conoscenza, spero che lavoreremo bene insieme »



Reed si fece avanti « Piacere di conoscerti, Sanji. Sono il caposquadra Reed Kaguya e loro sono... » lasciai che gli altri due si presentassero da soli. Era importante che ognuno prendesse confidenza con l'altro. Nella missione sarebbe stato importante la collaborazione.
Nel frattempo arrivò anche l'altro componente della Foglia...



« Piacere, il mio nome è Raito Namikaze Uchiha. Sono un genin di Konoha, tuttavia sono originario di Kumo. Non voglio star qui a tormentarvi con la storia della mia vita. Con me ho portato due kunai, due shuriken, tre flash, un fumogeno, la mia katana e due fuuma shuriken. »



... che si presentò in modo rapido, elencando anche parte del suo equipaggiamento. Finalmente, la squadra era riunita. Reed guardò uno ad uno i suoi giovani compagni.

« Bene, ragazzi. La signorina Kuji ha richiesto un nostro intervento repentino. Dobbiamo capire chi le inviato misteriosamente una pianta di pesco, piantata nel suo giardino. » un riassunto velocissimo « Per prima cosa dobbiamo trovare una base operativa da cui far partire le indagini. Dall'Amministrazione di Konohagakure ho saputo che c'è una casa in vendita al fianco di quella della nostra mandante. Bene, ho dato ordine di comprarla. Ci sistemeremo lì. Seguitemi. »

La squadra avrebbe seguito il proprio caposquadra verso la nuova dimora. Si trovava in una strada abbastanza rialzata, sulla collina dietro il villaggio. Era un quartiere residenziale molto tranquillo, oserei dire familiare. Ed in effetti, si capiva perché la donna si fosse trasferita lì e non fosse rimasta in una città, sicuramente più caotica. Inoltre la sua villa - non si poteva definire maestosa certo - ma dava quell'effetto di calma e tranquillità.
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Reed capì subito il perché: la donna voleva stare lontana dalle luci dei riflettori durante la sua vita privata ed in quel luogo poteva ottenere tutta la tranquillità di cui aveva bisogno. Inoltre poteva prepararsi per gli spettacoli con tranquillità, riuscendo così a lavorare al doppio del ritmo di lavoro normale. In una città infatti avrebbe potuto trovare tante distrazioni. Con cosa mai avrebbe potuto distrarsi in quel piccolo villaggio?
Reed guidò i ragazzi alla casa di fronte. Un'enorme casa di 5 piani, divisi in maniera alquanto strana: c'era il piano terra, il primo piano, diviso in quattro zone ed infine vi era un secondo piano più rialzato ancora. La casa si sviluppava in lunghezza più che in altezza.

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Entrarono. C'era una grande anticamera che dava su un'enorme sala da pranzo. Da un lato c'era un tavolo di legno lungo, nero ebano, con sedie e candelieri, mentre dall'altro lato c'era un'enorme libreria con tanti piccoli divanetti intorno dove ci si poteva accomodare per leggere in tranquillità vicino all'enorme focolare di pietra, ornato con strani fregi e figure diaboliche tradizionali, il cui scopo era di tenere lontani gli spiriti maligni. Al centro svettava un enorme lampadario di cristallo, il cui scopo era quello di illuminare a festa, nelle grandi occasioni, tutta la sala. Sparse qua e là c'erano abajurt che lasciavano una luce soffusa ideale per conciliare la lettura. Nel caso si preferisse la luce del sole, c'erano enormi finestre i cui battenti potevano essere aperti a piacimento. Da dietro si apriva un'altra porta dove si accedeva ai bagni e alla cucina. nel corridoio retrostante vi erano anche le scale dove si saliva ai piani superiori.

Reed si voltò verso i suoi compagni « Ebbene, questa sarà la nostra base operativa per i prossimi giorni. Ognuno di noi ha a disposizione per se stesso un piano. Io starò all'ultimo piano, a scendere ci saranno Fujo, Gennosuke, Sanji ed infine Namikaze. Ora sistematevi. La signorina Kuji ci ha invitato ad una cena presso un ristorante di una sua amica. Le ho detto di spacciarci per ragazzi appena venuti ad abitare nel vicinato. Non portate il coprifronte, né armi troppo visibili. Dobbiamo mantenere una certa copertura. A dopo! » concluse avviandosi nelle sue stanze.





Quando tutti furono pronti, il sole era calato da tempo. La città era illuminata dalla luce dei lampioni e dei grandi bracieri che venivano accesi agli incroci per dare un tocco di magia alla vita notturna, molto animata nel paesino. La gente passeggiava tranquilla, godendosi l'aria fresca, chiacchierando e bevendo alla salute e alla felicità. C'era aria di tranquillità. La signorina Kuji era appena uscita dalla sua abitazione e vestiva semplice per l'occasione, ma nonostante ciò era un vero splendore. Peccato che il giovane Koga non potesse godere di quella visione come gli altri suoi compagni di squadra. Si stava perdendo il meglio. Reed fece un cenno di saluto « Signorina, buonasera. Spero che il ritorno in casa sia stato tranquillo. Questa serata si prospetta di puro intrattenimento, comunque cercherò tra le sue amicizie se c'è qualche segno che possa condurci ad una pista per l'albero. Precisamente da chi andremo questa sera? » chiese subito cercando di raccogliere informazioni essenziali. La signorina Kuji salutò la squadra e iniziò a delineare il tipo di serata « Saremo ospiti della proprietaria del locale che è una mia grandissima e fidatissima amica, Euhin Izame. È un'ottima cuoca, nonché una persona molto acculturata. Parliamo spesso di tante cose e molte volte mi dà una mano con la preparazione delle parti e della canzoni. Lei suona il piano, io canto. Poi ci saranno vari ospiti, tutti vicini di casa ed in tarda serata verrà anche mio marito, Kais. Ora è al lavoro, ma ci raggiungerà lì ha detto. » concluse rapidamente.

Quando entrarono nel localetto, i ragazzi rimasero sorpresi. Era un tipico ristorantino tradizionale. Ciò che invece colpì era la sua proprietaria, Euhin, bella almeno quanto la signorina Kuji. Subito ci accolse amichevolmente.

« Piacere di conoscervi, ragazzi!Benvenuti e spero che la serata sarà di vostro gradimento. » disse con un gran sorriso. Aveva lunghi capelli biondi ed occhi azzurri, che rendevano quel viso ovale molto innocente ed angelico. Un corpo snello dalle curve giuste, racchiuso in un abito di seta rossa assai provocante. Era l'anima della serata, almeno finché non arrivò la signorina Kuji.
Gli ospiti erano persone assai importanti nel paese e soprattutto erano cordiali vicini ed ammiratori della giovane e bella cantante. La serata iniziò allegramente e Reed sperò che i ragazzi cogliessero informazioni dai discorsi dei vari ospiti, visto che non erano seduti tutti vicini.

« Houmawura, allora qual è la prossima sceneggiatura in programma » chiese un signore barbuto molto alto e robusto.

« Il cigno del Lago Ghiacciato...sarà uno spettacolo che terremo unicamente per il Paese delle Onde. » rispose la Kuji

« Bellissimo! » disse un'altra donna di cui Reed ignorava il nome « È tratto dall'opera di Masashi Kishimoto, vero? »

« Oh sì!Bravissimo!Sono un'appassionata delle sue opere! » disse un'altra

« E che parte interpreterai, Houmawura? »

« La principessa Eschel, che di giorno è un cigno bellissimo, e di notte sotto i raggi della Luna si ritrasforma in un essere umano »

« Una storia d'amore bellissima! » ripresa la fan di Kishimoto « voglio avere i biglietti!!!!! » urlò con voce stridula e frastornante.

I ragazzi passarono per di più inosservati, finché un signore seduto vicino a Fujio, gli diede una gran pacca sulla spalla - bisognava dire che era diventato molto socievole per il troppo sakè - e gli chiese chi fosse e da dove provenisse. Reed gli lanciò uno sguardo d'avvertimento. La copertura non doveva essere violata. Reed sapeva che il Senjiu non avrebbe sbagliato, ma glielo ricordò.

Dopo quell'attimo di tensione, la tavolata accolse i ragazzi con più piacere, cercando di spiegare loro quanto più possibile sulla città.

Era mezzanotte passata, quando nel locale entrò il marito della signorina Kuji. Era un tipo piuttosto alto sul metro e ottanta. Piuttosto barbuto, ma dal viso gentile ed educato. Salutò tutti con voce amichevole, diede il benvenuto a noi nuovi arrivati e salutò la sua consorte con un veloce bacio sulla guancia prima di sedersi al tavolo. Euhin lo servì subito e l'uomo iniziò a mangiare con una certa foga. Le chiacchiere ripresero e continuarono per almeno un mezz'ora durante la quale Reed restò ad osservare il comportamento dei due sposini per cercare di capire se tra loro le cose andassero bene. Quando la serata si concluse l'unica cosa che Reed era riuscito a dedurre era che lei lo amava profondamente, lui invece era piuttosto freddo e crudele nei suoi confronti. Bisognava investigare più a fondo.

All'incirca verso l'una, tutti lasciarono il locale, salutando e ringraziando allegramente Euhin. Quest'ultima dedicò nei suoi saluti particolare attenzione alla squadra di ragazzi. È proprio vero che certe persone sono angeli. Per questo Reed decise di rimanere a dare una mano a riordinare il locale. Era sola e così - visto che era una grande amica della signorina Kuji - avrebbe potuto chiedere qualche informazione. Salutò la coppia e chiamò la sua squadra. Si rivolse per primo all'Uchiha e al Koga:

« Raito, tu e Gennosuke, scavalcate il loro cancello, senza farvi notare. E date un'occhiata all'albero. Scavate sotto le sue radici e vedete se trovate qualche indizio. Mi raccomando: massimo silenzio. » disse quando Euhin era nella cucina. « quanto a voi, Fujio e Sanji, entrate di soppiatto in casa una volta che si sono addormentati e cercate informazioni, lettere, documenti che possano essere utili. Ma non portateli via. Registrate le informazioni e poi tornate a casa...» udì un rumore di passi provenire dalla cucina « ... andate. Buonanotte, ragazzi! » disse fingendo un saluto, visto che la donna era ritornata in sala. Quando i ragazzi furono andati via, Reed iniziò a dare una mano alla donna.




All'incirca 20 minuti dopo, all'albero.


Il Koga e l'Uchiha, pala in mano, iniziarono a scavare sotto l'albero. Analizzando il terreno vangato, poterono dedurre che il terreno era stato scavato fino alla profondità di due metri. Poi era stato piantato l'albero all'incirca otto giorni fa. Purtroppo non avrebbero trovato nient altro che potesse aiutarli nella ricerca. È da chiarire che fu Raito ad accorgersi di questo. Il Koga, purtroppo cieco, poté solo dare una mano a scavare. E meno male perché fu un vero lavoraccio. Fu mentre riassestavano il terreno che alla base del tronco, avrebbero notato una piccola stella incisa sopra.

Contemporaneamente all'interno della casa

Il Fujio e l'Uchiha avrebbero forzato la serratura e sarebbero entrati in casa, cercando di far meno rumore possibile. Cercarono in ogni cassetto, in ogni anta, sopra ogni tavolo. Il Senju avrebbe urtato involontariamente un tavolino e rischiando di far cadere un grosso vaso a terra. Dovette lavorare non poco per evitare di far rumore e rovinare l'operazione. Alla fine, guardando una lavagnetta appesa al muro notarono una cartolina attacca con uno spillo. Era insolita perché mostrava l'immagine di una famosa località del paese del Thè. I ragazzi curiosi avrebbero preso la cartolina e l'avrebbero girata per vedere chi l'avesse spedita. Un orario ed un luogo. Sopra disegnato vi era una stella. Delusi avrebbero rimesso a posto la cartolina e sarebbero tornati alla ricerca di qualcosa di concreto, ma rassegnati - dopo un'ora di ricerche - dovettero rientrare a casa.




Nel frattempo Reed aveva dato una mano a sistemare il locale. Euhin era molto simpatica e gentile con il ragazzo, che iniziò a prendere un po' di confidenze con la donna. Fu così che gli chiese come lei e la signorina Kuji si erano conosciute.
La donna perse lo sguardo nel vuoto e iniziò a raccontare facendosi guidare dai ricordi.

« Avevo una decina d'anni in meno forse, quando venni ad abitare qui, insieme a mio fratello, Loge. » disse rapita, con un espressione malinconica sul volto « Mio fratello possiede una casa editrice e vive pubblicando le opere di molti scrittori locali ed in generale di tutto il Paese del Fuoco. Vedi i nostri genitori morirono che noi eravamo piccolissimi. Crescemmo dai nostri zii nella cittadina di Toredha, ma non fu un'infanzia felice. I nostri zii morirono anch'essi lasciandoci soli e così decidemmo di trasferirci qui. C'è calma e tranquillità. Io aprii il locale, mio fratello la casa editrice. Poi una mattina di primavera di cinque anni fa, la casa alla fine della strada fu comprata da lei. All'inizio fu difficile vederla, era sempre chiusa in casa. Era più facile vedere il marito. Poi piano piano iniziò ad uscire anche lei, finché un giovedì ebbi il piacere di averla qui a pranzo. Rimase colpita dal locale e dal servizio ed iniziò a frequentare questo posto più spesso. Per me era un piacere. La sua fama attirava clientela, che pur di vederla veniva, si sedeva ed ordinava qualcosa. Nel frattempo, stringemmo amicizia e ci ritrovammo anche molto unite. Avevamo interessi in comune: la musica in primis e poi la recitazione. Lei bravissima. Molte volte rimane qui la sera e proviamo insieme. Io suono e lei canta. Passano così ore e non ce ne accorgiamo. » sorrise. Reed rifletté sulle parole. Euhin era molto amica di Houmawura. Forse sapeva già del pesco.

« Mi dica: la signorina Kuji le avrà parlato del pesco. » disse Reed. « L'ho notato oggi quando sono arrivato e mi ha detto che nemmeno lei sa come è arrivato nel suo giardino. Mi è sembrata spaventata. » disse in una perfetta imitazione di preoccupazione e gentilezza, tale da far cascare la donna e farle credere della sua premura.

« Sì. Me l'ha detto. E mi ha detto anche che ha molta paura. Crede che sia un Suo regalo. »

Reed fece una faccia perplessa « Del marito? »

Euhin scosse la testa « No. Del suo vecchio compagno, Sterku. Houmawura è originaria del paese del Thè. Lì è sempre vissuta con un amico, che era profondamente innamorato di lei, Sterku. Lui l'ha sostenuta durante tutta la sua gavetta come artista, finché la donna un giorno non incontrò il suo attuale marito, Kais. Si innamorò perdutamente di lui e lasciò il suo vecchio compagno, che ci rimase molto male. Si dice che avesse provato anche a suicidarsi, poi di lui non si è saputo più nulla. » concluse sbadigliando ed aggiungendo « ora sono stanca ed anche tu dovresti riposare. Buonanotte, caro. E benvenuto ancora nel nostro quartiere. » Sorrise e lo accompagnò alla porta. Reed salutò e si recò a casa, soppesando le informazioni ricevute.





I ragazzi erano già nella sala da pranzo. Quando Reed entrò tutti si voltarono a guardalo. Aveva ritardato un po'. Un bel po'. Il Kaguya si avvicinò a loro chiedendo: « Allora? ».
I primi a fare rapporto furono il Koga e Raito Uchiha. Dopo conclusero Fujio e Sanji. Dai loro rapporti, l'unica cosa che emerse in comune fu quel disegno: la stella.

« Sicuramente avrà un significato importante. » disse Reed. « Euhin mi ha detto che Houmawura proviene dal paese del Thé e che lì aveva un compagno che era innamoratissimo di lei e che lasciò per l'attuale marito. Questo tentò il suicidio, ma poi non si seppe più niente di lui. Cosa ne pensate, voi? » chiese guardandoli uno a uno.

Discussero ancora un po', poi ognuno si recò nelle proprie stanze. Era meglio riposare un po'. La giornata seguente sarebbe stata ancora più faticosa.




Reed era già in piedi. Aveva preparato la colazione per tutti. Li attendeva tutti all'appello per le dodici. Erano andati a dormire tardi ed aveva lasciato loro tempo per riprendersi. Quando tutti furono seduti al tavolo, iniziarono a fare colazione. In fondo era giorno di riposo quel dì. Per il resto del mondo, ovvio. Non certo per loro.

Il Kaguya si rivolse al Senju.

« Va a casa della signorina Houmawura e inizia a fare domande su di lei. Cerca di scoprire più cose possibile e cerca di portare l'argomento su quella dannatissima cartolina appesa al muro. Vedi se ti rivela qualcosa su questo Sterku. »

Poi guardò gli altri tre.

« Voi pedinate il marito. Voglio sapere ogni cosa. Anche quando va al cesso e cosa fa mentre è dentro: sono stato chiaro. Quello è un altro che non me la racconta giusta. Io nel frattempo girerò per il paese cercando informazioni ovunque. Ci vediamo qui per la cena » concluse. Tutti finirono, poi ognuno avrebbe preso la strada assegnata.




A casa Kuji.

Il campanello suonò. Houmawura aprì la porta e si ritrovò di fronte il giovane Senju. Con un sorriso a trentadue denti, lo invitò ad entrare e lo fece accomodare in salotto.

« Posso offrirti qualcosa? » disse la donna con una voce talmente gentile da far scendere tutti i passeri sul davanzale a guardarla della finestra della stanza. A confronto il pifferaio magico era un dilettante. Il discorso sarebbe durato un bel po'. Il senju aveva ordini precisi: raccogliere informazioni.

Il marito, nel frattempo...

Il signor Kais era uscito poco dopo l'una, dopo aver cenato. Si era diretto lungo le strade del paese verso la periferia. Camminava guardingo, cercando di non farsi vedere da nessuno. Certo l'ora era tarda e tutti erano impegnati con il pranzo. Fatto sta che il suo atteggiamento era inspiegabile. Costeggiò la strada principale del paese finché non uscì dal centro ed entrò in una zona residenziale periferica. Si diresse verso una palazzina a più piani e salì fino al terzo piano. Bussò tre volte ad una porta piuttosto trasandata, ma ancora robusta. La porta si aprì ed una mano lo afferrò trascinandolo dentro. Non si poteva certo vedere nulla attraverso la porta. L'unico modo era sbirciare attraverso la finestra che dava sul giardino. Non c'erano balconi né alberi attraverso cui arrampicarsi. L'unico modo era forse era volare...ma i ninja sono pur sempre ninja. Guardando dalla finestra si sarebbe potuta vedere una bellissima ragazza, formosa e molto provocante svestita, che mangiava con gli occhi Kais. Di certo non era lì per lavoro.... .

Quando i ragazzi fossero tornati a casa la sera avrebbero avuto molto da raccontare ognuno. Sarebbero giunti a casa prima i tre pedinatori, poi il Senju. Mancava solo Reed all'appello.
La trama si stava infittendo, diventando peggio di una telenovela ed il caposquadra doveva essere informato immediatamente . I ragazzi avevano già una persona che aveva un movente, anzi no: due, forse.



 
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tom93f.mk
view post Posted on 4/10/2010, 21:45




POST NUMERO 2 – Sanji Mugiwara



SPOILER (click to view)
Narrato
-Parlato-
"Pensato"


Alla sua presentazione, il ragazzo che sembrava il più giovane replicò: -Piacere di conoscerti, Sanji. Sono il caposquadra Reed Kaguya e loro sono...-; dopodiché, gli altri due dissero i loro nomi: Gennosuke Basilisk Koga (il tizio con gli occhi chiusi) e Fujio Senjuu (l'altro, molto possente all'apparenza). Pochi secondi dopo, ecco arrivare l'altro componente della squadra, il quinto, che si presentò di un fiato: -Piacere, il mio nome è Raito Namikaze Uchiha. Sono un genin di Konoha, tuttavia sono originario di Kumo. Non voglio star qui a tormentarvi con la storia della mia vita. Con me ho portato due kunai, due shuriken, tre flash, un fumogeno, la mia katana e due fuuma shuriken.-. Erano riuniti, tutti e cinque. Coloro che più catturarono l'attenzione del biondo di Konoha furono quello che gli aveva parlato per primo (anche se era così giovane, era il capo... Doveva essere piuttosto potente, magari un chunin) e Gennosuke, il ragazzo dagli occhi chiusi (proprio solo per quella sua particolarità). Inoltre, il nome Senjuu, appartenente all'ultimo ninja di Kiri, non gli era nuovo: sapeva essere il nome di un antico clan cofondatore del villaggio di Konoha insieme al clan Uchiha, tra l'altro clan del quarto compagno del giovane. In ogni caso, Sanji si curò di osservare tutti i componenti della squadra senza distinzione: nessuno di essi, per ora, pareva avere nulla di sospetto o degno di nota; comunque, Sanji avrebbe continuato a tenerli d'occhio. Il caposquadra parlò: -Bene, ragazzi. La signorina Kuji ha richiesto un nostro intervento repentino. Dobbiamo capire chi le inviato misteriosamente una pianta di pesco, piantata nel suo giardino. Per prima cosa dobbiamo trovare una base operativa da cui far partire le indagini. Dall'Amministrazione di Konohagakure ho saputo che c'è una casa in vendita al fianco di quella della nostra mandante. Bene, ho dato ordine di comprarla. Ci sistemeremo lì. Seguitemi.-. Sanji pensò subito, mentre il gruppo si incamminava verso quella che, a quanto pareva, sarebbe stata la loro base: “Cosa? C+? Ma questo è il capriccio di una star! Suppongo che Kiri le dia molta importanza... E suppongo anche che una donna così ben voluta possa avere anche qualche nemico... Certo... Per una cosa del genere, non avrei commissionato dei ninja... Deve temere qualcosa di più specifico... Vedremo ulteriori sviluppi... Intanto...”. Mentre camminavano, Sanji si avvicinò al suo caposquadra, e parlando sottovoce gli disse: -Suppongo che voi l'abbiate già intuito, ma nel dubbio le rivelerò le mie congetture: quella donna nasconde qualcosa... Non ha rivelato qualcosa di piuttosto importante, e credo che sarebbe opportuno capire di che cosa si tratta... A meno che abbia detto qualcosa che lei non ha ancora rivelato agli altri membri della squadra, cosa che ritengo per ora improbabile, manca qualche punto essenziale: come si spiegherebbe la sua richiesta di aiuto addirittura a Kiri? Comunque, mi scusi per il disturbo. Inoltre, credo che le piacerebbe conoscere qualcosa di me: prediligo la lotta distanza o ravvicinata con l'ausilio della katana, con la quale sono piuttosto abile; il mio olfatto è più sviluppato del normale; pare che io sia portato per l'analisi psicologiche e di situazione, le intuizioni e il senjutsu; come avrà notato, porto questa benda che copre l'occhio destro: esso non è inutilizzabile, e anzi cela la mia abilità più interessante, che, se mi concede, scoprirà a tempo debito... Nulla di eccezionale, comunque, almeno per ora... Una sorta di potenziamento della vista con qualche vantaggio riguardante i riflessi. Mi scuso ancora per averla disturbata... Con permesso.-. Senza attendere risposta, il giovane ritornò alle spalle del suo capo, affiancando i suoi parigrado.

Dopo un certo tempo, il gruppo giunse presso un'abitazione, che, a quanto aveva detto Reed, sarebbe stata la loro base operativa: era una villa espansa più in orizzontale che in verticale, adagiata sul dorso di una collina e disposta su cinque piani, ognuno dei quali sarebbe toccato ad un componente della squadra (nella fattispecie, a Sanji toccò il secondo piano). Aspetto di importanza vitale era che l'edificio si trovava abbastanza vicino all'abitazione della mandante della missione. I ninja furono congedati dal caposquadra per poche ore per prepararsi alla serata: avrebbero partecipato ad una cena organizzata per il quartiere nel ristorante di un'amica della signorina Kuji. Sanji sbuffò: sapeva che la benda avrebbe destato sospetti, e ciò non aiutava nell'obiettivo di non far scoprire la propria identità di ninja. Si diede una lavata, infilò i migliori abiti che si era portato (comunque piuttosto semplici, visto lo scarso bagaglio), depose le armi più voluminose e tenne con sé solo qualche shuriken e qualche kunai, oltre al coprifronte al sicuro in una tasca. Nel giro di qualche ora, si ritrovarono tutti e cinque davanti al cancello della casa della signorina Kuji, che stava uscendo in tutta la sua bellezza. Sanji si poteva definire un ragazzo responsabile e soprattutto sempre razionale, ma davanti al fascino femminile, perdeva del tutto la testa; e quanto a fascino femminile, la mandante ne aveva da vendere. Senza curarsi dei brevi saluti tra Reed e la Kuji (che comunque si conclusero in fretta, prima dell'azione del genin), Sanji si gettò in avanti, trepidante. Arrivato davanti alla donna, si inginocchiò e, avendo preso il dorso mano di quella creatura celestiale, lo baciò con dolcezza. Poi, disse in tono affabile: -Il piacere di fare la sua conoscenza è per me immenso. La prego di abbassarsi al mio livello e permettere alle sue orecchie di conoscere il mio nome: sono Sanji Mugiwara, al suo più completo servizio, naturalmente.-.

Entrati nel locale, i cinque ebbero modo di conoscere anche la signorina Euhin, l'affascinante amica della signorina Kuji. Sanji si presentò in modo altrettanto sottomesso anche alla proprietaria del locale. La cena fu molto piacevole, e dopo un po' i cinque si erano perfettamente integrati nell'ambiente. La benda di Sanji, ogni tanto osservata da alcuni dei convitati, non aveva comunque provocato domande indiscrete, e tutto era filato liscio. Verso l'una, il locale era quasi vuoto, e anche per il gruppo fu il momento di andarsene. Tuttavia, Reed informò la squadra sui compiti che restavano per quella serata: era solo l'inizio. Lui sarebbe rimasto con la signorina Euhin, cercando di carpire informazioni, Gennosuke e Raito sarebbero andati, con cautela, a ispezionare l'albero di pesco misterioso, mentre Sanji e Fujio si sarebbero recati di soppiatto nella casa della mandante per investigare su documenti o indizi riguardanti la donna (naturalmente, senza farsi scoprire).

I due erano davanti alla serratura, e con facilità la fecero scattare, per poi entrare nell'appartamento. Sanji, con voce molto sommessa, disse: -So che probabilmente sei di Konoha di origine, dato il tuo cognome. Probabilmente, già conosci il nome dell'occhio che vedrai fra poco. Voglio solo che tu sappia che non c'entro nulla con il clan rivale al tuo, gli Uchiha... Quest'occhio è frutto di uno spiacevole incidente...-. Non si curò della risposta, se ce ne fu una, ma si tolse la benda e aprì l'occhio, senza attivare lo Sharingan né sprecare chackra, ma impiegando il bulbo solo per avere un campo visivo normale: era essenziale non fare rumore, e l'urtare qualcosa avrebbe potuto compromettere la riuscita del loro compito. Dopo un po', comunque, fu Fujio a vedersela brutta a causa di un vaso che stava per far cadere; in ogni caso, il ninja seppe barcamenarsi bene e risolse il problema senza far rumore e salvando l'oggetto. La caccia all'indizio non fu particolarmente fruttuosa: l'unico oggetto trovato degno di nota era una cartolina raffigurante una località del paese del thè, dietro alla quale erano segnati un orario, un luogo ed era disegnata una stella. Delusi, rimesso tutto al suo posto, i due ragazzi tornarono alla base senza fare rumore. Nell'uscire, Sanji si ricoprì l'occhio con la benda, dicendo al compagno: -Per favore, non farne parola, soprattutto con l'Uchiha...Almeno per adesso.-.
Una volta che i cinque furono raccolti tutti insieme nella base operativa, fu il momento dei resoconti: Raito e Gennosuke parlarono di un disegno raffigurante una stella inciso sul tronco; Sanji e Fujio confermarono che un altro disegno di una stella era presente sul retro della cartolina che aveva no notato; Reed parlò delle informazioni che aveva ottenuto, riguardanti un vecchio compagno del paese del thè della signorina Kuji, che aveva fatto perdere le sue tracce dopo un tentativo di suicidio (pareva che la mandante temesse che il pesco fosse un suo regalo). La storia, insomma, cominciava a farsi complicata.

Il giorno dopo, mentre facevano colazione, i ninja ricevettero i compiti da Reed. Mentre Fujio si sarebbe recato dalla signorina Kuji, cercando di ottenere delle informazioni, in particolare sulla cartolina, Sanji, Raito e Gennosuke avrebbero pedinato il marito della donna, Kais, che la sera prima si era notato per la freddezza nei suoi confronti. Reed sarebbe girato per il villaggio a cercare informazioni ulteriori. Il lavoro iniziò: i tre, spiando il marito, lo videro allontanarsi da casa dopo pranzo, recarsi furtivamente in una palazzina, e bussare ad un appartamento del terzo piano. L'uomo entrò, afferrato da una mano che sbucò dalla porta dell'abitazione. I tre tornarono fuori: l'unico modo di capire che accadesse nella casa era spiare l'uomo attraverso una finestra. Data l'assenza di modi alternativi per arrampicarsi, Sanji si offrì di salire lungo il muro del palazzo usando il chackra: in breve tempo fu in grado di buttare un occhio nella stanza: Kais era in copagnia di una donna svestita e bellissima, e i due sembravano proprio nel bel mezzo di un incontro amoroso. I due pensieri istantanei del genin furono: “Che incredibile bomba sexy quella donna!” e “Quel brutto porco cornifica la povera signorina Kuji... Me la pagherà, il bastardo.”. Avendo capito che guardare ulteriormente sarebbe stata solo una perdita di tempo, Sanji tornò giù, e spiegò la situazione ai due compagni.

Al loro ritorno a casa, i tre non trovarono nessuno. Dopo essersi dati una risistemata, attesero pazienti i compagni, che giunsero non troppo dopo, prima Fujio, poi Reed. Prima ancora che i ninja si mettessero a fare l'elenco dei loro resoconti, Sanji si fece avanti, e parlò così: -Ho una richiesta da fare: dopo attenta analisi, sono giunto alla conclusione che desidero essere nominato guardia del corpo della signorina Kuji; se sarà necessario, potrò anche svolgere altri compiti, ma questo è il mio desiderio. Sono la persona adatta: so che potrei dare la vita per una donna così affascinante, non temo in nessun modo la morte, sono abile in senjutsu, e ciò può essere utile nella preparazione di piani di difesa; inoltre, posso ottenere informazioni su di lei: sono bravo con le tattiche psicologiche. Inoltre, c'è una cosa da considerare: il colpo di fulmine che mi ha colpito ieri sera alla sua presenza mi fa bramare di vederla tutte le volte che non sono con lei, e la vista di lei sofferente sarebbe insopportabile ai miei occhi, indi per cui impedirei ad ogni costo che lei si faccia del male. Se è possibile soddisfare questo desiderio, vi prego di fare così... Altrimenti, continuerò a svolgere i miei compiti con la maggiore serietà possibile. Vi prego di scusarmi per l'interruzione, cominciamo con i resoconti.-. Detto ciò, tacque con un sorriso.


CITAZIONE
Condizione fisica: ideale
Condizione psicologica: infervorato e allegro
Chackra: 200/200
Bonus e malus: Nessuno diverso da quelli sulla scheda
Equipaggiamento mostrato: /
Equipaggiamento usato: /

(tutti gli altri valori, come bonus e malus o consumi e recuperi per ora sono inutili in quanto invariati o pari a 0, pertanto non li ho messi.buona quest to everybody!)

Mi scuso per il post orribile, ma temo che nei prossimi giorni non avrei avuto tempo...mi rifarò con i post successivi

 
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Giso
view post Posted on 8/10/2010, 01:01




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Parlato Altri


Eccoli i due Shinobi provenienti da Konoha, si erano uniti al gruppo proprio in quell'istante presentandosi: Sanji Mujiwara e Raito Namikaze. Il primo pareva un tipo affabile, e lo sarebbe stato se il Senjuu non covasse risentimento e pregiudizi nei confronti di qualsiasi cosa avesse a che fare con Konoha. Il secondo dei due invece pareva un ragazzino viziato, che si era messo ad elencare le proprie qualità con sufficienza, come se non avesse bisogno di dirle poiché superfluo il lavoro di squadra per lui. Eppure, queste erano considerazioni dettate dai pregiudizi, molto probabilmente se si fosse soffermato ad analizzare oggettivamente i due avrebbe trovato il Mujiwara simpatico a prima vista. Guardava i due con identico sguardo, torvo ovviamente; l'espressione era dura, la mascella serrata e le labbra a formare una linea perfettamente orizzontale, non ci voleva un genio per capire il sentimento più che eloquente che traspariva dal volto del Senjuu. Però qualcosa di imprevisto, qualcuno di imprevisto per meglio dire, qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di trovare lì, al confine tra il Paese del Fuoco e quello dell'Acqua; anche se, sforzando la propria memoria, si ricordò che il loro primo incontro avvenne proprio al confine dei due paesi.

Guarda un po'. Di tutti i ninja che poteva mandare la foglia hanno proprio inviato il più scarso di tutti...



Sbruffone, provocatorio il Senjuu nei confronti di quello che sapeva essere uno Shinobi di livello inferiore rispetto a lui; ecco cosa intendeva il Kage quando diceva che gli altri genin non erano al suo livello. Per la prima volta dall'inizio dell'incontro dei cinque il sorriso comparve sul volto di Fujio, ma era un sorriso canzonatorio, voleva vedere se quel ragazzino avrebbe avuto la stupidità necessaria per attaccarlo. Magari sarebbe successo, si sarebbero tolti un ninja inetto e soprattutto la Foglia dai piedi. La mente gli tornò al discorso fatto dal Kage, nessuno degli altri genin era al suo livello; con uno sguardo li squadrò tutti e infine gli occhi si posero sul Chuunin. E lui? Era al suo livello? Che domande, certo che sì. Il Kage l'aveva definito un 'buon elemento', ovvio che sarebbe occorso un buon leader per la missione, anche se era una missione banale come quella. Il Chuunin intanto, con il suo silenzio, invitava implicitamente gli altri due di Kiri a presentarsi anche a quelli di Konoha.

Fujio Senjuu



Laconico nel rispondere ai due, il Senjuu si accodò al capogruppo sentendo cosa aveva da dire. Riassunse brevemente il motivo della missione e dopo illustrò loro che l'Amministrazione di Konoha aveva comperato una casa accanto a quella della mandante per utilizzarla come base operativa. Il ragazzo rifletté un istante su quanti soldi avesse spendere la donna per la missione, se la Foglia aveva addirittura comprato una casa solo per usarla come base operativa un motivo c'era.

[...]



Se ne stava seduto su di una comoda poltrona in una camera al quarto piano dell'edificio, ovvero quello da lui controllato. Erano stati condotti dal caposquadra dinanzi ad una casa dall'aspetto tranquillo e anonimo, una costruzione a cinque piani che si trovava esattamente di fronte alla casa della cantante che aveva anche quella un'aspetto simile. Probabile che ricalcassero più o meno il modella di villette a schiera. Reed aveva diviso la squadra su più piani che casualmente, oppure no, erano esattamente tanti quanti erano i ninja; con sua somma felicità il Senjuu aveva un piano di distanza tra sé e il konohano più vicino, ovvero il Mujiwara. Aspettava l'evento di quella sera, ovvero la cena a cui avrebbero preso parte sotto copertura, un evento mondano in cui avrebbero teso i sensi allo spasimo per cogliere qualsiasi informazione che potesse esser rilevante. Nell'attesa il ragazzo di Kiri sfogliava un libro leggendo qualche stralcio di quel che sembrava un romanzo storico, ambientato qualche secolo prima che parlava della fondazione di Konoha. Lo mise da parte appena lesse il nome Hashirama Senjuu, ovvero già dal primo capitolo. Chi era quell'uomo tanto potente da esser stimato come uno dei più grandi ninja di sempre, se non il più grande? E Fujio era un suo discendente? Beh, i fatti lo mostravano, il cognome, il possedere il Mokuton. Sarebbe stato all'altezza del nome che portava? Questo non lo sapeva, eppure cercava di togliersi dalla mente questa fissazione; non lo avrebbe portato da nessuna parte. Eppure, quando uno ostacolo viene superato, un altro, più ostico da superare viene fuori. Proprio quello fu il caso del Senjuu. Infatti messa da parte la sua voglia di competizione con gli antenati, se così la si può definire, venne fuori un altro tipo di competizione. Una molto più reale, molto più vicina a lui. Una che aveva però già perso. Perché il Mizukage non l'aveva fatto caposquadra di quella missione? Aveva i requisiti per farlo, e anche l'autorità. Forse era per i tipi di Konoha? Sì, doveva essere per forza per quello. Un caposquadra non può permettersi di avere pregiudizi contro i propri sottoposti, eppure Fujio li aveva, ecco cosa doveva aver frenato il Kage dall'assegnargli quella missione. Non c'era altra spiegazione logica. Doveva superare anche questo di ostacolo, altrimenti non sarebbe mai stato all'altezza dei suoi antenati.

[...]



Erano a tavola a cenare, la signorina Kuji li aveva condotti da una sua amica che aveva un ristorante; parevano grandi amiche le due donne. I cinque erano sotto copertura e quindi non indossavano né i soliti vestiti ninja né il coprifronte; questo, come gran parte delle armi, era stato infilato nelle tasche che erano state portate, almeno dal Senjuu, sotto i vestiti, in una posizione sufficiente comoda da raggiungere in caso di necessità. Una cosa che invece non si era potuto portare era il nuovo bastone nero, il Kuro Ude, che era rimasto in camera nella loro base operativa.
La cena proseguì tranquillamente e i cinque ragazzi passarono per lo più inosservati messi in ombra dalla sola presenza della famosa cantante. Sicuramente era meglio così, tuttavia ad un certo punto un uomo, il cui rossore del volto spiegava la grande confidenza, diede una pacca sulla schiena di Fujio facendogli alcune domande di rito. Subito Reed che aveva sentito tutto lanciò un'occhiata d'ammonimento al genin: la messinscena non doveva saltare.

Mi chiamo Fujio e vengo da un villaggio qui nei dintorni. Mi sono trasferito qui con alcuni amici perché siamo fan della signorina Kuji e perché Doutha è una cittadina molto tranquilla



Mise su una faccia angelica e un sorriso ampio e sincero, mentire era la sua specialità. L'uomo gli credette e Fujio fu certo che il giorno dopo non si sarebbe ricordato minimamente del ragazzo dai capelli bianchi seduto accanto a lui. E anche se avesse voluto indagare il Senjuu aveva la signorina Kuji stessa come complice a dar manforte alla sua panzana.
L'arrivo del marito fu da tutti celebrato e questi salutò i commensali e la moglie, anche se un po' freddamente, e subito si mise a mangiare. I presenti non sembravano sorpresi di vedere l'uomo arrivare a questo orario, segno che non era la prima volta che succedeva.

[...]



Terminata la cena i presenti se ne andarono e i cinque fecero il punto della situazione non appena rimasero da soli; Reed diede loro dei compiti da svolgere quella stessa notte. A Fujio sarebbe toccato far coppia con il Mujiwara ed entrare in casa della signorina Kuji per scoprire quante più cose possibili. Gli altri due genin invece sarebbero stati mandati a fare un altro lavoro mentre il Kaguya sarebbe rimasto ad aiutare la proprietaria del locale cercando anche lui di scoprire qualcosa. Il Senjuu era indeciso se ammonire o meno il caposquadra riguardo a quello che aveva detto il Mizukage: 'niente scandali'. Poi si ricredette, se quel discorso l'aveva fatto al Senjuu lo aveva senz'altro fatto anche al Chuunin. Quindi abbandonò gli altri tre dirigendosi verso l'obbiettivo insieme alla sgradevole compagnia del Mujiwara che fortunatamente se ne restava in silenzio. Aspettarono quindi che le luci della casa fossero spente e dopo forzarono la porta ed entrarono. L'interno della casa era progettato come quello della base operativa del gruppo, solo che arredato diversamente; era buio e per poco Fujio non mandò in frantumi un vaso che avrebbe di sicuro svegliato gli inquilini. Con riflessi fulminei il ragazzo si era chinato fino a terra e aveva teso una mano per raccogliere l'oggetto. Sospirò. Per un pelo. Intanto Sanji aveva tirato fuori l'occhio che fino a quel momento aveva tenuto bendato, rivelando un occhio diverso dall'altro, anche se apparentemente inerme. Come confermò a parole si trattava di un Doujutsu trapiantato, lo Sharingan. Lo conosceva di nome, proprio perché il suo clan e gli Uchiha erano rivali e gli uni conoscevano le abilità degli altri; tuttavia il ragazzo di Kiri se ne infischiava delle rivalità tra clan. Si limitò ad annuire con la testa quando l'altro ragazzo gli chiese di non farne parola con nessuno. Alla fine del sopralluogo trovarono solo una cartolina raffigurante una località del Paese del Thè, sul retro vi era disegnata una stella. Senza arrischiarsi a salire al piano di sopra per non svegliare i due coniugi, i due ragazzi uscirono dalla casa un po' delusi. Cosa voleva dire quella stella?

[...]



Si erano riuniti dopo che ognuno aveva svolto il proprio lavoro; la stessa stella fu ritrovata dagli altri due genin sull'albero di pesco. Dopo una breve introduzione il caposquadra chiese il loro parere sulla faccenda.

Questo suo vecchio compagno potrebbe essere colui che ha piantato il pesco. Pare la soluzione più ovvia. Eppure c'è qualcosa di strano intorno a questa faccenda. Come mai questo ex-compagno la cerca solo adesso in cinque anni? E' un bel viaggio dal Paese del Thè sino a qua. E in più il marito non ci ha degnato di uno sguardo, se sapesse che siamo degli shinobi di sicuro ci avrebbe osservato almeno una volta. La domanda è: perché lei non glielo ha detto?



Lasciò cadere il suo commento vedendo che presa avrebbe fatto negli altri quattro.

[...]



La mattina dopo il caposquadra diede loro i nuovi compiti per il giorno, finalmente il Senjuu avrebbe lavorato da solo, senza eventuali scocciatori. Sarebbe dovuto andare dalla signorina Kuji e tentare di raccogliere informazioni magari relative alla cartolina. Quindi, aspettato che il marito uscisse, seguito tra l'altro dagli altri tre genin, e che fosse un'ora consona, si presentò a casa della cantante. Questa gli aprì la porta e molto cordialmente gli chiese se voleva qualcosa.

Un bicchiere di thè freddo, se non è un problema



Amabile nel tono e nel sorriso, il Senjuu le rispose. E subito, appena la vide andare verso la cucina fece finta di avere un ripensamento, ma in realtà era tutto studiato.

Aspetti che l'aiuto...



Oh, no. Grazie mille. Mettiti comodo, io arrivo subito.



Il ragazzo, ottenuta proprio la risposta che voleva, si mise a vagare con apparente curiosità per il salotto incappando sempre con apparente caso nella bacheca e quindi nella cartolina. La fissò e la fissava ancora quando tornò la donna con in mano un vassoio carico di biscotti e con due bicchieri di thè freddo.

Prendila pure se vuoi.



Disse la donna alludendo alla cartolina mentre posava il vassoio su di un tavolino dinanzi al divano, lo stesso tavolino che il Senjuu aveva urtato la notte prima. Senza farselo ripetere due volte il ragazzo staccò delicatamente la cartolina dalla bacheca e la portò con sé fino al divano dove la donna si era già seduta aspettando l'ospite. Questi si sedette chinando il capo dinanzi al vassoio che la cantante gli aveva gentilmente portato. Non poté non notare quanto fosse bella la donna anche in abiti informali, eppure aveva un codice morale da seguire, ancor prima di quello etico.

So che lei...



Oh, ti prego dammi del tu.



Chinando ancora il capo in segno di ringraziamento il giovane acconsentì.

So che tu sei originaria del Paese del Thè. E' per caso questa la tua città natale?



Chiese alludendo alla cartolina che rappresentava una celebre località di quel Paese. Quindi girò con apparente casualità la cartolina e scorse la stella. Aggrottò le ciglia in segno di sorpresa, da buon attore.

E, perdonami la domanda. Se vuoi puoi anche non rispondere, ma che valore ha questa stella messa così? Non ne ho mai viste di simili nelle cartoline. E' curiosa.



[...]



Quando tornò la sera alla base operativa trovò già gli altri tre genin che evidentemente avevano finito il loro compito. Chissà cosa avevano scoperto. Dunque l'uomo tradiva la moglie! Che ingrato. Perché andare in cerca di altri fiori se quello che hai ha i petali più belli? Anche il ragazzo raccontò quanto scoperto dalla discussione con la signorina Kuji. Infine stette a sentire cosa chiedeva il Mujiwara, eccentrico come sempre.

Fatti una doccia gelata Mujiwara.



Fu il primo commento acido che gli lanciò Fujio. Il tono era pacato comunque, per qualsiasi evenienza, il ragazzo mise con apparente casualità la mano sul suo bastone.

Siamo ninja. E anche se ciò non rientra espressamente nella missione credo che tutti qui, anche voi di Konoha, dareste la vita per la signorina Kuji se ce ne fosse bisogno. Quindi risparmiati le parole. In più, proprio perché sei così ammaliato rischieresti di mandare tutto a monte se cerchi in qualche modo le sue attenzioni, rovinando così non solo la tua missione e quella del tuo villaggio -che francamente vorrei fuori dai piedi- ma anche quella mia e soprattutto di Kiri. E questo non posso permetterlo.



Aspettavano Reed per una decisione finale. Ma dov'era?
 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 17/10/2010, 23:26




» Chapter II
Mistery



A casa della signorina Kuji

La signorina Houmawura aveva fatto accomodare il giovane Senju, offrendogli ciò chela cortesia e la buona educazione impongono, aggiungendo quel pizzico di bontà propria della sua persona.

« Sì. È la mia città natale. »



Un tono nostalgico le sale dalla gola, così puro che era impossibile fraintendere i sentimenti che da quell’animo uscivano a fronti d’onda investendo tutto ciò che era intorno a lei. Il Senju avrebbe avvertito tutto il dolore della donna probabilmente, i ninja sono solitamente addestrati a percepire le emozioni delle persone comuni. Forse avrebbe tentennato. Invece no. Calmo, deciso … fece la domanda più ovvia che il momento richiedesse.

« Hai toccato un tasto dolente » disse la donna, posando con delicatezza la sua tazza di thé « ma credo sia inutile tenere nascosta una cosa del genere. Devo liberarmi del passato … » guardò il Senju negli occhi « quando ero piccola amavo giocare per le campagne che circondavano la mia piccola città. Ero ingenua e molto curiosa. Un giorno fui attaccata da un lupo, e lui mi salvò. Sterku. Il mio migliore amico, l’unico che mi abbia amato sempre. Fu lui a darmi una mano a crescere come cantante. Ma quando conobbi mio marito lo lasciai e lui ci rimase male, tanto da tentare il suicidio. Da allora non l’ho più visto. Quella stella rappresentava la nostra amicizia ed il nostro amore giovanile. »

Alla residenza.

Reed tardava ad arrivare e la temperatura si stava riscaldando. Il Mujiwara si era spinto in un atto di coraggio per la sua indole onesta, ma non aveva idea che la storia stava cambiando. Fu circa due ore dopo l’ora data per l’appuntamento che Reed aprì la porta e la richiuse. Sapeva che i ragazzi erano rimasti svegli nella sua attesa, sapendo che se il caposquadra tardava c’era qualcosa che non andava. Decise per un’entrata tranquilla, non voleva sconvolgere le loro idee. Reed voleva sapere fin dove si sarebbero spinti con i loro ragionamenti … se erano in grado di trasformare il più piccolo elemento in una miniera di informazioni, se erano in grado di usare il loro intuito per portare a compimento il caso. I ragazzi erano lì, fermi nel salotto: a discutere. Ognuno aveva raccolto informazioni importanti che rendevano quel puzzle più vicino alla conclusione.

« So di essere in ritardo. Scusate. Ero in giro a cercare indizi. Ma non ho scoperto nulla di nuovo. Voi cosa avete scoperto? »


I tre ninja che avevano seguito il marito della signorina Kuji avevano scoperto che egli era solito andare a trovare una donna – la sua amante – con cui regolarmente tradiva la giovane mandante. Il Senju invece aveva intervistato la giovane donna cercando di scoprire qualcosa di più su quel simbolo. Alla fine la storia raccontata dalla signorina Euhin coincideva con le parole della signorina Kuji. Le due donne erano amiche e si dicevano tutto. Sterko era un argomento che tra le due doveva essere stato aperto più volte, soprattutto ultimamente. Reed ne era certo: quella stella era la chiave di tutto.
Purtroppo raccogliere informazioni non era stata l’unica l’attività di Reed. Messosi in contatto con l’Amministrazione per la richista di informazioni, aveva ricevuto l’ordine di rimandare a casa sia il Kuga che l’Uchiha. Le loro presenza erano richieste dalle rispettive amministrazioni per problemi interni. Reed comunicò loro la notizia. Entro la mattinata successiva sarebbero dovuti ritornare a casa. Il caposquadra si voltò verso il Senju ed il Mujiwara:

«

La nuova squadra siamo solo noi, ora. Vi chiedo di raddoppiare i vostri sforzi, perché sarà ardua capire il mistero dietro quel dannato albero.

»

Sorrise

« Ora direi sia ora di andare a letto. A domani mattina. »



Il giorno seguente sarebbe stato un altro giorno di indagine. Il pesco. Cosa significava quell’albero per la signorina Kuji? Bisognava scoprirlo. Il Senju si era concentrato solo sull’elemento trovato, e non sul quadro generale. Dal particolare al generale, dal generale al particolare. Tutto doveva essere sempre tenuto in continua relazione.




Il sole era sorto da un po’ di tempo ormai. Reed era nel suo piano a riposare ancora. Si era alzato presto per salutare i due che andavano via. Poi era tornato nelle sue stanze per poter riflettere in pace senza essere disturbato. C’era qualcosa che non aveva considerato, una informazione che aveva tralasciato e che non riusciva a collegare. Erano passate due ore dal mezzogiorno che si sentì il campanello suonare. Reed si sentì chiamare dal Mujiwara che probabilmente aveva aperto la porta. Quando scese vide una chioma bionda ed un volto gentile, su cui si leggeva una nota di preoccupazione.

« Buongiorno, miss Euhin. Come mai da queste parti? » chiese Reed certo che era accaduta qualcosa di grave.

La donna indicò la porta.

« Ero andata a trovare Hou stamattina, ma in casa non c'è nessuno. Mi sono detta che era andata a fare la spesa o che era uscita, ma la cosa non è possibile perché solitamente in questo giorno della settimana mangia da me al ristorante. Faccio il suo piatto preferito appositamente per lei nel menù! »

Reed guardò la donna e la invitò a sedersi con gentilezza e calma.

« Si calmi, miss Euhin. È possibile che la signorina Kuji sia andata da qualche parte, forse una chiamata improvvisa per lavoro. Aspetti le faccio preparare un thé. Sanji, fai compagnia alla signorina. Fujio ed io prepariamo qualcosa per lei. » disse rivolgendosi al legnoso.

I due sarebbero spariti nella cucina. Reed mise la teiera sul fuoco per fare l'acqua calda.

« La signorina Kuji ha detto qualcosa che avrebbe presagire una sua assenza prolungata? Pensaci bene. »

Il Kaguya avrebbe pensato un po' alla risposta data dal Senjuu, mentre meccanicamente avrebbe finito di preparare il thè. Poi entrambi sarebbero tornati nella sala grande, Reed con il thè, Fuji con un piatto di biscotti di varie forme. Dopo che la donna ebbe consumato l'offerta, Reed la invitò a tornare a casa tranquilla. Avrebbero dato un'occhiata loro. Inoltre le disse che preoccuparsi era inutile, perché la donna era via da poche ore. Poteva essere andata a svolgere qualunque mansione personale. La donna uscì di casa e tornò al suo lavoro. I ragazzi si scambiarono occhiate strane. Reed si avvicinò alla finestra ed osservò la casa di fronte. Da lì vedeva benissimo il pesco. Quell'albero portava un grosso mistero con sé.

« Sanji » il caposquadra chiamò il Mujiwara « voglio che tu tenga d'occhio la casa della signorina Kuji per tutto il resto della giornata. Fujio ti darà il turno di cambio per la notte. »

Reed sarebbe uscito alla ricerca della signorina Kuji. Avrebbe ispezionato tutto il paese e poi sarebbe alle zone limitrofe. Se era andata via di lì, doveva aver pur lasciato una traccia.

Il Mujiwara dalla finestra del salotto avrebbe visto solo il marito rincasare verso sera. La sua rabbia sarebbe riaffiorata nuovamente probabilmente, ma come aveva detto bene Fujio la sera prima era importante ricordarsi del proprio dovere. Alle dieci, il Senjuu gli avrebbe dato il cambio. Anche durante il suo turno ci sarebbe stata una calma iniziale....

Erano le due. Lo spicchio di luna era alto nel cielo e non si udiva un solo rumore. Reed era fuori ormai da ore. Il Senju stava osservando il vicolo quando vide un figura affusolata ed ammantata avviarsi verso il cancello della Kuji. Quale sarebbe stata la sua reazione? Cosa avrebbe fatto ? Reed non c'era ed i suoi ordini erano stati chiari: tenere d'occhio la casa.... ma Reed era lontano. Forse quella era l'unica occasione per spezzare la monotonia della giornata.
 
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tom93f.mk
view post Posted on 20/10/2010, 18:57




SPOILER (click to view)
Narrato
-Parlato-
"Pensato"


POST NUMERO 3 – Sanji Mugiwara



Dopo il suo appassionato discorso, la reazione del Senjuu non si fece attendere, aspra come sempre : -Fatti una doccia gelata, Mujiwara. Siamo ninja. E anche se ciò non rientra espressamente nella missione credo che tutti qui, anche voi di Konoha, dareste la vita per la signorina Kuji se ce ne fosse bisogno. Quindi risparmiati le parole. In più, proprio perché sei così ammaliato rischieresti di mandare tutto a monte se cerchi in qualche modo le sue attenzioni, rovinando così non solo la tua missione e quella del tuo villaggio -che francamente vorrei fuori dai piedi- ma anche quella mia e soprattutto di Kiri. E questo non posso permetterlo.-. Nel dare questa risposta acida ma in fondo sensata, il genin di Kiri aveva portato anche una mano al bastone che teneva con sé. Senza mostrarsi intimorito, Sanji portò la mano alla benda che gli copriva l'occhio destro, pronto ad ogni situazione. Tuttavia, neanche irritato dalle parole del compagno di Kiri, si mise a ridere, e disse: -Vedremo cosa se ne dirà in seguito, amico mio.-. Era sicuro di aver mostrato il comportamento migliore: impeccabile anche se irritante. Era lampante che i due non si apprezzavano l'un l'altro, ma nessuno dei due avrebbe realmente mosso un dito contro l'altro, se non altro per senso del dovere. In realtà, il leader della squadra non era ancora rientrato, ma non tardò troppo: le notizie che recò con sé fecero dimenticare la propria richiesta a Sanji (e a ogni membro del gruppo). In realtà, non comunicò novità riguardo al caso del pesco, ma unicamente riguardo a questioni concernenti la squadra: l'Uchiha e il ragazzo dagli occhi perennemente chiusi sarebbero dovuti a tornare ai rispettivi villaggi, e i rimanenti tre sarebbero dovuti restare soli a risolvere la questione. Da un lato, Sanji fu contento: sarebbe riuscito a non rivelare lo Sharingan all'Uchiha, cosa che temeva di dover fare dall'inizio della missione; la probabilità che gli Uchiha lo avrebbero voluto morto qualora avessero scoperto il suo segreto era elevata, e il giovane pensava che il ritardare quel momento il più a lungo possibile fosse la scelta più saggia. Tuttavia, pensò anche: “Ora siamo solo io, il capo, e quel Fujio che mi detesta... Comunque, paiono essere forti e competenti entrambi, probabilmente ben più di me... Non ci saranno problemi.”. I rapporti della giornata furono messi in rassegna, e una volta scoperto che la stella trovata sull'albero e sulla cartolina rappresentavano il legame tra Sterko (il vecchio amico e amante della signorina Kuji) e la donna, nonché dopo aver raccontato di ciò che aveva visto pedinando il marito della signorina, Sanji, come i restanti membri del gruppo, andò a dormire, esausto. Tutta la questione non era che iniziata, e le stranezze di quel caso si facevano sempre più intricate.

Era mattina, e Sanji si era svegliato da pochi minuti. Non appena si fu reso presentabile, qualcuno bussò alla porta, e il giovane genin, assicurandosi con grande attenzione che la benda coprisse l'occhio, andò ad aprire. La signorina Euhin gli sorrise dall'altro lato dell'ingresso, e lui, contraccambiando con fervore, disse: -Buongiorno signorina! Qual buon vento la porta da noi? Di certo favorevolissimo! Lei è il primo raggio di sole che illumina la nostra giornata oggi! Cosa desidera?-. La donna, visibilmente tesa anche se divertita dal comportamento di Sanji, chiese: -Ci sarebbe per caso Reed?-. Sanji, con una punta di delusione che sparì rapidamente, esclamò: -Certo, glielo chiamo subito. Reed! C'è la signorina Euhin che ti vuole vedere! Puoi scendere?-. Poco dopo, ecco arrivare il capitano della squadra seguito da Fujio. Il chunin si rivolse cortesemente alla donna: -Buongiorno, miss Euhin. Come mai da queste parti?-. La risposta giunse subito: - Ero andata a trovare Hou stamattina, ma in casa non c'è nessuno. Mi sono detta che era andata a fare la spesa o che era uscita, ma la cosa non è possibile perché solitamente in questo giorno della settimana mangia da me al ristorante. Faccio il suo piatto preferito appositamente per lei nel menù!-. I tre ninja cominciarono a riflettere, e ognuno traeva le sue debite conclusioni. Intanto, Reed chiese a Sanji di rimanere a fare compagnia alla donna mentre gli altri due si recavano in cucina per preparare qualcosa da bere e da mangiare per lei. Mentre gli shinobi si allontanavano dalla stanza, Sanji pensò: “Che strano... Perché questa donna si è rivolta a noi per la scomparsa della signorina Kuji? Forse sa già che siamo ninja? Oppure è solo perché presume che la conosciamo bene visto che ci ha presentati lei al quartiere? Il motivo per cui abbia chiesto di Reed non è un mistero: è lui che è entrato in confidenza con lei grazie al discorso che hanno fatto l'altra sera... Comunque, nel dubbio meglio far finta di niente.”. Sanji sorrise compiacente all'ospite e la invitò ad accomodarsi. Disse: -Si sieda pure, quando arriveranno gli altri due parleremo con calma di ciò che è successo... Chissà che non sia solo andata a fare una passeggiata, no?-. Euhin, visibilmente non convinta, cercò comunque di mostrarsi rilassata, e, dopo poche parole con il Mujiwara, arrivò persino a parlare di altro, chiedendogli del suo occhio perennemente coperto dalla benda. Sanji fu in grado di mantenere la situazione sotto controllo: -Uno sfortunato incidente, cose che capitano. Ne faccio anche a meno, e poi la benda mi dona un certo fascino, non trova?-. Senza neanche mentire, Sanji era riuscito a non compromettersi e persino a strappare una risata alla donna. Dopo pochi secondi, ecco tornare i due colleghi del genin. Dopo che la donna ebbe consumato il cibo offertole, Reed la invitò a tornare a casa: era probabile che non fosse nulla di serio, e i tre avrebbero comunque cercato di saperne di più. Appena la donna fu uscita, Sanji fu chiamato dal caposquadra: -Sanji. Voglio che tu tenga d'occhio la casa della signorina Kuji per tutto il resto della giornata. Fujio ti darà il turno di cambio per la notte.-.

Sanji scelse come luogo di appostamento il tetto della loro base operativa: da lì la casa era facilmente visibile, e al contempo lui non sarebbe stato individuato da nessuno. Per precauzione, visto che Reed gli aveva ordinato di sorvegliare dalla finestra, lasciò un biglietto nelle vicinanze della stessa recante la seguente scritta: “Mi sono appostato sul tetto: vi è un'area su di esso in cui non si è visibili dall'esterno e da cui si può osservare meglio la casa. Qui alla finestra una porzione di cortile è tagliata via, nonché tutta la parte posteriore, in quanto si vede solo il pesco e la facciata anteriore. Consiglio a Fujio di fare ciò che ho fatto io durante il suo turno di guardia. Capo, spero che lei non si arrabbi per la mia decisione, ma le assicuro che so quel che faccio e che non perderò di vista la casa neanche per un istante. Se vi va, venite a farmi visita! Buon lavoro e buona giornata ad entrambi. Sanji.”. Arrampicatosi, si sedette nella posizione più comoda che quella postazione potesse concedergli. Gli venne subito un'idea: perché non esercitarsi con lo Sharingan durante il turno di guardia? D'altronde, la tecnica era, appunto, un potenziamento della vista, ed era appropriata alla situazione. Tolta la benda e avvolto l'occhio con un velo di chakra, Sanji lo aprì. Per qualche minuto si godette la visuale tridimensionale e ampia che con un occhio coperto non possedeva. Abituatosi, cominciò a fare esercizio, sempre assicurandosi che non accadesse nulla nei dintorni della casa della signorina Kuji. La sparizione della donna era sicuramente inaspettata, ma gli elementi erano troppo pochi per supporre un rapimento o qualcosa di simile. Per ora preoccuparsi non serviva, bastava pendere misure precauzionali, come, appunto, tenere sott'occhio la casa. Attivare lo Sharingan dopo qualche giorno privo di allenamento si rivelò un'impresa più ardua di quanto non si aspettasse: ci mise ben dieci minuti prima di riuscire ad avvertire qualche avvisaglia degli effetti dello Sharingan attivo, e non certo benefici: la perdita di chakra fu il primo effetto subito, senza neanche un minimo vantaggio nella vista. L'esercizio richiedeva maggiore concentrazione, ma il genin non si dimenticava certo del suo compito, e rimaneva perennemente vigile. Quella situazione era ideale per allenarsi nell'attivare e nel controllare lo Sharingan in condizioni di non perfetta attenzione. Mitsugi aveva detto che sarebbe stato in grado di usare lo Sharingan in battaglia, ma forse aveva davvero sopravvalutato l'allievo. In ogni caso, Sanji era determinato, e dopo un po' riuscì ad attivare davvero l'occhio. Ogni movimento gli pareva visibile, e anche il volo di un insetto nelle zone periferiche della sua visuale non gli sfuggiva. Tuttavia, poiché la concentrazione sulla casa rimaneva la medesima, il doujutsu si esaurì nel giro di una decina di secondi. Stava per riaccumulare il chakra nell'occhio, quando improvvisamente un uccello che volava a gran rapidità (e che, data la postazione seminascosta del ninja, probabilmente non lo aveva visto) gli spuntò davanti agli occhi. Senza Sharingan attivato, Sanji fu perfettamente in grado di abbassare il capo quel tanto che bastava per evitare l'animale. Solo allora, in effetti, si rese conto di un aumento spontaneo dei suoi riflessi da quando aveva attivato per la prima volta l'occhio destro. E in effetti, quel graduale miglioramento pareva essere in fase di sviluppo, e si manifestava proprio in quei momenti per la prima volta: era il naturale aumento di riflessi, caratteristico di tutti i portatori di Sharingan. Sanji, comunque, questo non lo sapeva, e fu molto sorpreso e compiaciuto da quella scoperta. Ancora più deciso, si rimise all'opera, mantenendo sempre costante l'attenzione sulla casa: doveva automatizzare l'attivazione della tecnica, essere in grado di usarla dedicandole solo una piccola percentuale dell'attenzione, quella legata all'abitudine. In effetti, non servì altro che abitudine. L'attivazione successiva fu un fiasco, sì, ma non clamoroso come quella precedente. Quella ancora posteriore non andò meglio della seconda, ma nella quarta il genin riuscì ad attivare nello stesso tempo i vantaggi nella vista e la perdita di chakra, e tenne attivo lo Sharingan per un minuto intero senza portare via troppa attenzione dal suo compito. Tenere l'occhio del tutto attivo senza pensarci era ancora una meta lontana. Un po' arrabbiato, pensava: “Ma per quale motivo l'altra volta mi è riuscito? Ho combattuto contro Mitsugi, ero distratto, eppure lo Sharingan rimaneva in azione! Perché? Beh... In effetti si può intuire. Nella lotta con Mitsugi distribuivo l'attenzione, e molte volte recuperavo il pieno regime della tecnica distogliendomi dal combattimento. Non era una costrizione a pensare solo alla situazione, era un allenamento fatto appositamente per insegnarmi ad usare quest'occhio. Questa, in realtà, è la situazione ideale: ho un compito, e innanzitutto devo pensare a quello, vi sono costretto. Forza, devo solo avere pazienza... Ci riuscirò senza neanche accorgermene.”. Subito si rimise al lavoro, e i miglioramenti si mostrarono graduali, come in precedenza. Soltanto nel pomeriggio riuscì veramente a mantenere costantemente attiva la tecnica. Da quel momento, cominciò a fare esercizio con le abilità che traeva dal doujutsu. Seguendo le traiettorie degli insetti che gli passavano vicino, senza distogliere lo sguardo dalla casa cercava di afferrarli. Talvolta, nel tentativo di fare due cose contemporaneamente lo Sharingan ne risentiva e l'attributo costante di chakra cedeva, e doveva essere ripristinato. Comunque, almeno ora bastava che Sanji si rilassasse e, anche continuando a svolgere il suo compito, ristabilizzasse l'energia meccanicamente: si stava avvicinando all'obiettivo. Verso le sette di sera, riusciva ad osservare sommariamente il volo dei moscerini attorno ad un lampione nei pressi della casa osservando al contempo l'edificio stesso, e dedicando solo una porzione di visuale al fascio di luce. Lo Sharingan rimaneva attivo. Sanji aveva fatto grossissimi passi avanti, anche se probabilmente combattere con quell'occhio attivo avrebbe rappresentato una sfida ben più ardua. Il genin, comunque, si ripromise di attivare l'occhio almeno una volta al giorno per esercizio: era ben conscio della differenza che passava tra un utilizzatore esperto e lui, rappresentata non solo dalla scioltezza, ma anche dal manifestarsi di certi vantaggi che lui non era ancora riuscito a tirare fuori. La mancanza di chakra cominciava a farsi sentire, e Sanji disattivò il doujutsu e mantenne solo il velo di chakra per avere una visione normale. Improvvisamente, ecco rincasare il signor Kais, marito della Kuji. Non pareva avere un'aria sospetta: semplicemente, prese le chiavi, entrò dall'ingresso principale e sparì nell'abitazione. Al solo vederlo, Sanji si era molto irritato. Quell'uomo spregevole aveva tradito una donna fantastica come la signorina Kuji! E chissà che non c'entrasse qualcosa con un'eventuale sparizione della donna! Pensò: “E' vero... La signorina non si è fatta vedere per tutto il giorno... Dove diavolo sarà sparita? Speriamo che non le sia successo nulla.”.

Alle dieci, come da accordi, sarebbe arrivato il momento del cambio della guardia. Calatosi dal tetto alle dieci e un quarto (Sanji aveva lasciato un po' di margine di tempo per assicurarsi che ci fosse qualcuno a sorvegliare la casa anche in caso di ritardo), il giovane rientrò dalla finestra dalla quale avrebbe dovuto appostarsi. Il collega era lì, che montava la guardia come gli era stato detto. Sanji gli sorrise e disse: -Buon lavoro, compare! A domani!-. Fatto ciò, si diresse verso l'interno della casa, pregustando una lunga dormita che gli avrebbe fatto recuperare tutto il chakra perso nella giornata. Non prima, però, di una bella mangiata!


CITAZIONE
Condizione fisica: ideale (dopo la dormita)
Condizione psicologica: un po' preoccupato, ma allegro
Chackra: 200/200 (dopo la dormita)
Bonus e malus: Nessuno diverso da quelli sulla scheda
Equipaggiamento mostrato: /
Equipaggiamento usato: /

(tutti gli altri valori, come bonus e malus o consumi e recuperi per ora sono inutili in quanto invariati o pari a 0, pertanto non li ho messi.)

In questo caso, il chackra usato non può essere quantificabile, perchè non è definito nel tempo scandito con i turni...per questo, visto che con la mangiata e la dormita lo recupererebbe tutto, ho scritto ciò che potete leggere sopra...se il QM volesse prendere una decisione diversa, scelga anche il quantitativo di chackra da sottrarre...e mi informi XD Ciao ciao!

 
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Giso
view post Posted on 21/10/2010, 23:06




CITAZIONE

Narrato
Parlato


Reed era appena tornato; subito dopo che i due Genin avevano avuto quel piccolo diverbio riguardo quanto detto dal Mujiwara. Forse l'arrivo del Caposquadra aveva risparmiato una bella umiliazione al ragazzo di Konoha, specie perché aveva avuto l’ardire di provocare. Il Kaguya quindi, chiese loro di far rapporto su quanto scoperto; iniziarono i tre che avevano pedinato il marito, a quanto pare questi tradiva la moglie con un'altra donna che a detta dei tre Genin, anzi solo dei due della Foglia poiché il Koga era cieco. Ma questo Fujio lo sapeva già dato che i tre si erano scambiati le informazioni anche prima dell'arrivo di Reed. Ora era il suo turno di esporre ciò che aveva scoperto.

Ho scoperto che la cartolina che avevamo trovato rappresenta il paese natale della signorina Kuji. La stella invece sta a significare l'amicizia e l'amore tra lei e quel tale Sterku. Il fatto che sull'albero ci sia la stella mi pare che sia ovvio che è collegata a lui.



Fece una pausa, eppure non aveva ancora finito di parlare. No, perché lentamente i tasselli del mosaico andavano assemblandosi e il disegno stava per divenire chiaro.

Però c'è qualcosa che non quadra. Come mai compare solo ora questo Sterku? Insomma, non ci può aver messo cinque anni a scoprire dove abitava la signorina Kuji. Invece io penso che questo Sterku abbia scoperto che il marito della Kuji la tradisca; e visto che nonostante tutto penso che lui le voglia bene ha piantato quel pesco con sopra incisa la stella. Non so se lo sapete ma il pesco ha un significato preciso; sta a significare dedizione eterna da parte di chi l'ha donato. E' evidente che sia un messaggio per lei, come a dire che al contrario del marito lui le sarà sempre fedele.



Se ne stette in silenzio dunque, ad attendere le considerazioni degli altri e soprattutto il caposquadra che comunicò loro l'improvvisa partenza di due dei cinque. Infatti sia l'Uchiha che il Koga erano stati richiamati dalle rispettive amministrazioni, dunque ora sarebbero rimasti in tre. Il gioco si faceva più duro, ma presto sarebbero giunti alla conclusione di quel puzzle, bastava indagare un po' più a fondo.

[...]



Mattino. Erano circa le dieci di mattina quando il Senjuu si alzò definitivamente dal letto; non che si fosse svegliato a quell'ora, l'addestramento come ninja gli aveva tolto il gusto dell'eccesso nel dormire, eppure era rimasto sul letto a guardare il soffitto di quella stanza estranea. A riflettere su ciò che gli avrebbe portato la vita, su cosa si aspettassero gli altri da lui ma soprattutto su cosa si aspettava lui da sé stesso. Che alla fine si sa, siamo noi i più duri critici di noi stessi. Che poi questa frase è vera fino ad un certo punto, poiché in fondo una persona ama sé stessa e come si può esser critici con qualcosa che in fondo si ama? Dunque la corretta visione sarebbe che ognuno è il duro critico di sé stesso solo su dettagli così piccoli da non poter esser quasi calcolati; infimi se paragonati al tutto che ci rappresenta. In fondo le persone si vogliono troppo bene per non dare la colpa ad altri delle proprie disgrazie.
Ci mise delle ore a venir fuori da questi intricati ragionamenti arrivando a comprendere di non aver risolto assolutamente nulla ma, se possibile, di aver addirittura complicato le cose.

[...]



Suonò il campanello alla casa dei tre ninja, aprì Sanji che effettivamente era il più vicino nonostante abitasse al terzo piano. Miss Euhin era sulla porta, il viso chiaramente tradiva una nota di preoccupazione e sorpreso Reed la fece accomodare. Il caposquadra e il Senjuu erano scesi non appena avevano sentito il campanello, per trovare dinanzi alla porta la donna in compagnia di Sanji che la intratteneva con il suo fare come al solito esuberante e, a dir di Fujio, fastidioso. Questi infatti scoccò un'occhiataccia in direzione del ragazzo di Konoha. La donna parlò di come la signorina Kuji fosse a suo dire scomparsa solo per il semplice fatto di non essersi presentata ad un pranzo che era diventato una consuetudine tra le due amiche. Eppure ciò non aveva i caratteri di un rapimento, non sapendo a cosa imputare la sensazione Fujio si ritrovò ad esser certo che la donna fosse scappata da sé. Certo di una certezza infondata. Con una scusa Reed lo chiamò in disparte per chiedergli, come del resto si era aspettato il Senjuu, se v'era stato qualche strano comportamento da parte della donna quando il ragazzo ci aveva parlato. Il ragazzo ci rifletté un po' su, eppure non riuscì a ricavare nulla di importante da quanto si ricordava. Nessun dettaglio. Nessuna parola che potesse ricondurre alla sparizione della donna. Eppure, come è stato provato, quel che diciamo con le parole corrisponde solo al dieci percento di quanto comunichiamo. Il restante novanta è nel tono e nei gesti. Dunque, concentrandosi su quelli Fujio cercò di trovare un qualcosa che suggerisse l'improvvisa sparizione della donna.

Niente di particolare. L'unica cosa è che mi sembrava nostalgica, come se provasse ancora un grande affetto per questo Sterku e per la propria patria. Possibile che si sia incontrata con lui in gran segreto?



Mentre parlava stava prendendo dei biscotti da una scatola e li posava su di un vassoio per poi portarli alla ospite insieme al thè. Rassicurata la donna sul fatto che la signorina Kuji potesse benissimo aver avuto un impegno improvviso, anche se tutti e tre sapevano che li avrebbe avvertiti in caso, la squadra fece il punto della situazione. Reed sarebbe andato a cercare la donna mentre gli altri due avrebbero fatto dei turni per sorvegliare la casa della signorina Kuji dove la sera ci sarebbe dovuto essere solo il marito. Il primo turno sarebbe toccato al Mujiwara quindi il ragazzo di Kiri se ne andò a dormire impostando la sveglia per le nove e mezza, ovvero mezz'ora prima che cominciasse il suo turno.

[...]



Svegliatosi con il fastidiosissimo rumore della sveglia il ragazzo prese il bastone avvolto in una custodia che aveva fabbricato quella mattina; si trattava di un grande telo bianco piegato in modo da chiudere completamente il bastone al suo interno e tenuto insieme da una cordicella. Il nodo era fatto in modo che bastasse semplicemente tirare la cordicella affinché la custodia cadesse per terra e lasciasse libero il bastone. Riflettendoci avrebbe dovuto fabbricare prima quella custodia almeno gli altri componenti del gruppo non avrebbero scoperto la sua arma, come per lo sharingan del Mujiwara. Ovviamente però gli altri due non immaginavano minimamente il potere latente di tale arma. Andando nella stanza designata per l'appostamento notò che Sanji mancava e che c'era un biglietto con su scritto delle scuse o qualcos'altro riguardo al fatto che lui aveva cambiato posizione per non si sa quale ragione. Il ragazzo accartocciò il foglio e lo buttò per terra facendo un fischio al ragazzo di Konoha che scese e diede il cambio. Fujio fermò l'altro ragazzo prima che questi fosse sparito oltre la porta.

Ehi, Sanji. Giusto per divertirci, ti andrebbe un piccolo scontro amichevole dopo che questa storia sia finita? Per chiarire un po' le nostre divergenze...



Non gli sarebbe dispiaciuto combattere contro quel ragazzo, specie perché possedeva lo sharingan. Il Senjuu non aveva mai combattuto contro un doujutsu o contro un possessore di una Kekkei Genkai; sarebbe stata un'interessante sfida nei confronti di sé stessi.

Così montò la guardia per parecchie ore senza che successe nulla; non vi era modo di intrattenersi appollaiato sul tetto -sì, aveva seguito il consiglio del Mujiwara- e la sua mente vagava sul perché la donna se ne era andata. Era circa l'una e mezza quando controllò l'ora, e solo allora comprese qualcosa che gli era sfuggito. Ecco perché era così certo che la donna se ne era andata di sua spontanea volontà. La lettera! Sulla lettera vi era la stella, ma non solo quella. Come aveva potuto esser così cieco dal non notare l'orario e il luogo scritti sul retro?! Ora quella stella acquisiva un significato più profondo, era il segreto segnale di un incontro segreto tra Sterku e la signorina Kuji. Perché la donna non gliel'aveva detto? Dannazione. Il ragazzo imprecò e si calò nuovamente dalla finestra diretto verso la camera da letto del Mujiwara. Lo scosse violentemente in preda alla frenesia, quindi attese che fosse un attimo lucido per dirgli quello che aveva intuito.

Svegliati! Ti ricordi che sulla cartolina del Paese del Thè c'era anche un luogo e un orario oltre che la stella? Come abbiamo fatto a non prendere in considerazione una cosa del genere! Cerca in qualche modo di metterti in contatto con Reed anche se è difficile. Io intanto rientro nella loro casa per scoprire con precisione dov'è l'appuntamento, sempre se non è troppo tardi.

Detto questo lasciò il Mujiwara in preda ai dubbi che sicuramente gli sarebbero sorti e scese al pian terreno pronto per fare ancora lo scassinatore. Erano le due quindi l'uomo non dovrebbe esser sveglio. Qualcosa però mutò nuovamente i suoi piani; da una finestra vide distintamente una figura ammantata e affusolata dirigersi inequivocabilmente verso il portone della casa dove dormiva il signor Kais. Chi era e che cosa voleva a quell'ora tarda? Doveva scoprirlo senza farsi scoprire, quindi pensato un attimo sul da farsi decise di interpretare una parte. Si diresse in cucina alla velocità della luce e lì prese una bottiglia di saké dalla credenza. Quindi, appena prima di uscire dalla porta utilizzò la tecnica della trasformazione per diventare così un uomo sui quarant'anni abbondanti, stempiato e con qualche venatura di capelli bianchi. Era un'immagine che gli era venuta in mente, somigliava moltissimo ad un uomo che aveva incontrato una volta e di cui gli era rimasto impresso l'aspetto. Stappò la bottiglia di liquore e fece qualche passo per allontanarsi dall'ingresso della casa. La figura sospetta per fortuna non era ancora arrivata alla casa e Fujio, prendendo una sorsata di liquore versandosene tra l'altro anche un po' addosso per darsi il puzzo solito degli ubriachi oltre che il fiato, avanzò barcollante verso la figura fingendo qua e là qualche 'hic' forse un po' troppo forte. Nella trasformazione il ragazzo era stato ben attento a farsi venire la faccia arrossata, come un vero ubriaco.

Ehi tu... che hai da... guardare...



Con passo barcollante si avvicinò alla figura per vederla bene in faccia, intanto l'uomo o donna che fosse si era fermata un momento sorpresa dalla comparsa inaspettata del finto ubriacone. Il ragazzo si avvicinò per dare uno strattone alla figura ammantata e sentire dalla sua reazione il tono di voce. Comunque aveva già in mente chi c'era sotto il mantello. Quando il gatto non c'è i topi ballano.
 
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¬Kob
view post Posted on 16/2/2011, 21:27




»Chi è morto alzi la Mano



»Ryosuke Mikawa sfrecciava veloce attraverso le particolari foreste che da sempre contraddistinguevano la fiorente regione dell’acqua, conosciuta per le zone boscose fitte ed umide quanto nessun altro posto nel globo. Nemmeno Konoha poteva vantare questo privilegio, nonostante fosse ormai noto a tutti che le selve che circondavano la foglia fossero le più rigogliose tra i grandi paesi ninja. Il giovane avanzava velocemente, balzando di ramo in ramo, lasciandosi alle spalle tutti i pensieri che lo rallentavano, fissando soltanto un punto, davanti a sé. Ormai distava solo pochi chilometri dal villaggio di Doutha, dove erano richieste le sue mansioni per sub-entrare come Capitano al giovane Reed Kaguya, Chunin della Nebbia da ormai qualche tempo, incaricato di indagare su particolari avvenimenti che avevano coinvolto una giovane Vip della regione. Non pareva essere un lavoro particolarmente complicato, da quello che aveva capito il giovane Ryo si trattava di un compito che non avrebbe dovuto protrarsi per troppo tempo, eppure già da diversi giorni il team incaricato non aveva fatto ritorno al villaggio, coinvolgendo la presenza del Kiriano. Ciò non lo disturbava più di tanto, era abituato a muoversi per risolvere alcuni casini dei suoi colleghi, ma mai aveva sostituito completamente un altro capitano. Le ragioni erano valide, il Kaguya sarebbe dovuto tornare il prima possibile al villaggio, ma ciò non rendeva la situazione facile al nuovo Alfa. Doveva essere informato di tutti gli sviluppi trovati fino a quel momento, doveva sapere ogni minima parola o fatto, per assicurarsi che gli altri non avessero trascurato niente. Avrebbe avuto da fare per un po’ di tempo.
Era appena sorto il sole quando il giovane di Kiri mise piede nella piccola cittadina di Doutha, tranquilla e pacifica come solo pochi villaggi erano a quel tempo, e senza perdere un solo minuto si diresse velocemente verso il luogo che era gli era stato indicato come campo base del team, ormai decimato e ridotto all’osso. Erano rimasti solamente quattro elementi della squadra originaria, di cui uno aveva momentaneamente sospeso le sue mansioni per problemi legati al villaggio, e presto uno degli ultimi rimasti se ne sarebbe andato, accampati in una abitazione dalle modeste dimensioni, subito adiacente alla casa della signora Houmawura Kuji. Era proprio questa signora ad aver richiesto l’intervento delle forze di Kiri e Konoha, e data la sua influenza non era stato rifiutato alcun intervento. Essa aveva recentemente trovato un insolito albero di Pesco piantato davanti alla sua abitazione, e data la pacifica natura del villaggio in cui si trovava era subito corsa a chiedere aiuto, spaventata dal gesto particolarmente anomalo. Le preoccupazioni si erano rivelate adatte alla situazione, che a poco a poco era degenerata, in un modo o nell’altro, lasciando un alone di mistero presso la figura della giovane ed attraente cantante lirica, fino a quando non scomparì, appena poco dopo l’arrivo dei giovani ninja. Ryo aveva letto tutto questo sui vari rapporti che erano stati consegnati, diligentemente, dal chunin del suo stesso paese, che mostravano scrupolosamente molti aspetti della vita della donna ed alcune sue compagnie particolarmente inattendibili, che avevano aiutato il quindicenne a delineare un quadro abbastanza approssimativo riguardo ciò che era successo. Ryo aveva iniziato a pensare alla vicenda ad ogni checkpoint del suo viaggio, sancito dall’arrivo di nuove informazioni da parte dei falchi ninja, addestrati da sempre a portare messaggi a grandi velocità, continuando a non capire perfettamente il perché di tutti quegli avvenimenti privi di senso. Il Mikawa si era già fatto diverse ipotesi su ciò che era accaduto, ma nessuno delle sue illazioni pareva essere minimamente sensata. Ogni singola prova di colpevolezza si intrecciava con un fin troppo palese esempio di innocenza, che rendeva la situazione sempre più intricata. La trama si infittiva sempre più, ed ormai il giovane non poteva far altro che raggiungere il team in cui doveva sub-entrare, e dirigere da lì il resto della missione. Fortunatamente era preparato al meglio per eseguire l’incarico, oltre ad aver acquisito una buona esperienza sul campo per tali missioni, aveva imparato a memoria tutto ciò che poteva esserci sui dossier dei suoi alleati, e ciò gli forniva ottimi elementi per escogitare strategie in un eventuale scontro fisico. Più di così, al momento, non poteva fare altro.
Il villaggio di Doutha era molto più piccolo di quel che pensava. Le casette erano quasi tutte uguali, si differenziavano leggermente per dimensioni e colori, ma seguivano lo stesso schema architettonico che caratterizzava la città, che appariva sempre più calma e pacifica muovendosi verso il centro storico. Sembrava quasi che fosse un set cinematografico, le persone erano tanto calme che quasi parevano finte, ed il paesaggio non sembrava quasi vero. Era un villaggio troppo perfetto, secondo Ryosuke, per essere vero. Il genin era abituato alle grandi metropoli, dove il panico ed il crimine non può che aumentare di giorno in giorno, e si sentiva quasi a disagio presso quel piccolo villaggio isolato, che pensava si potesse infettare alla sola presenza di quel piccolo gruppetto di ninja. Non che i quattro avessero scopi malvagi, ma le loro indoli erano sicuramente più aggressive di quelle locali, abituati ad un ambiente di pace e serenità da sempre.
Al Kiriano non ci volle più di qualche secondo per raggiungere l’abitazione della giovane donna ormai scomparsa, da ormai diverse miglia aveva accelerato la velocità del suo viaggio, in modo da raggiungere il prima possibile il cottage dove i suoi compagni ninja lo aspettavano. Certo, aveva riposato poco ultimamente, date le urgenze dei suoi compiti, eppure non si poteva permettere di riposare in un momento come quello. Il giovane aprì la porta della grande abitazione con calma, senza affrettare alcun movimento, in una casa piena di ninja non sarebbe stato prudente nemmeno per uno come lui, ed avanzando oltre la soglia di qualche passo si decise a raggiungere il Kaguya che lo aveva preceduto nei compiti. L’abitazione presso cui si erano sistemati i giovani era imponente e sicuramente molto grande, e si allungava maggiormente in profondità piuttosto che in altezza, divisa su cinque piani diversi, che certamente erano stati affidati, uno per uno, ai vari membri del gruppo, in maniera da lasciare abbastanza spazio per tutti. Secondo il Mikawa, però, non era altro che un gran spreco di spazio, sarebbero bastate un paio di camere a contenere l’intero gruppo di giovani, e ciò avrebbe donato ancor più anonimato ai ragazzi, che fino a quel punto si erano spacciati come nuovi vicini e membri del quartiere. Senza dubbio avrebbero potuto trovare di meglio per giustificare la loro presenza in quel piccolo villaggio, ma data la loro prolungata presenza, fino a quel momento, forse era stato un bene. Ryo salì fino all’ultimo piano, dove credeva si fosse messo il capogruppo precedente, l’altezza forniva, in fin dei conti, una posizione di superiorità sugli altri, e quel giovane quindicenne ne era senza dubbio consapevole. Inizialmente persino il giovane Mikawa si trovò a disagio con quel ragazzone, che si allungava in quasi due metri, mettendo particolarmente in risalto la sua costituzione delineata e possente. Non era uno che passava molto inosservato, lo aveva capito, però Ryo non credeva di essere poi così inferiore a lui. Anche tra i Chunin e gli Jonin del villaggio, il Mikawa aveva da sempre dimostrato di possedere ottime doti fisiche, che spesso determinavano i vari incontri a cui prendeva parte. Le ormai fin troppo ripetute carenze nell’utilizzo delle arti magiche aveva, per quel che serviva, contribuito a donare al Genin un corpo di cui andare fieri. Il ragazzone che aveva davanti, il giovane Reed Kaguya, non parve troppo sorpreso nel vedere il Genin della nebbia, forse perché al corrente della situazione politica di Kiri, o forse era solo lungimirante, infatti non perse troppo tempo prima di iniziare a riassumere, il più dettagliatamente possibile, ciò che non era stato descritto nei verbali che spesso erano stati inviati alla madre patria. Eppure, il Kaguya, non era troppo contento di abbandonare in quel modo i suoi compagni e la sua missione, nonostante avesse cose di maggiore importanza di cui occuparsi, quella era comunque una sconfitta per lui. Non era riuscito a completare la missione che gli era stata assegnata, non aveva reso abbastanza onore a se stesso e al suo clan, come Ryosuke pensava volesse fare.

»I due ninja della nebbia, ormai sulla stessa linea graduatoria, rimasero all’incirca una trentina di minuti a discutere di ciò che era accaduto nei giorni precedenti all’arrivo del nuovo Alfa, il Genin si preoccupò di ascoltare attentamente tutto ciò che poteva, iniziando a farsi un idea sempre più chiara di quello che stava succedendo, e solo successivamente si preoccupò di spiegare il motivo del ritiro del Chunin dalla Missione, consegnò una pergamena di trasporto al ragazzo e si assicurò che questi la adoperasse per tornare il più velocemente possibile a casa, dove ormai era atteso. Il Genin si era preoccupato di piazzare una pergamena gemella presso la guardiola alle porte del villaggio, sicuro che fosse controllata dai Chunin in servizio d’ordine, in maniera da evitare perdite di tempo inutili. La pergamena di colore rosso sparì in una nuvoletta di fumo, proprio insieme al membro del tanto famoso clan della Nebbia, e prima di sistemare le sue cose, contenute in un piccolo zaino che fino a quel momento aveva tenuto sulle spalle, si diresse al di fuori della sua stanza e scendendo i piani di scale necessari si ritrovò presso quella che pareva essere una sala di ritrovo per gli Shinobi del Team, già completamente popolata dagli altri membri. Non fu difficile associare i nomi alle rispettive facce, dopo appena pochi attimi aveva già capito chi fosse chi, analizzando i vari segni distintivi che si portavano addosso. Il ninja di Konoha fu il più semplice da individuare, non solo dal coprifronte posto sul bicipite destro, ma anche dalla folta chioma gialla e dalla benda che gli cascava sull’occhio destro, segno di un attacco improvviso che lo aveva apparentemente privato della vista stereoscopica. Il secondo ad essere individuato fu, invece, Gennosuke Koga, segnalato come cieco nella cartella affidata al Kiriano, aspirante della famosa e potente innata tramandata di padre in figlio nel clan Koga, che era sempre meno presente a Kiri negli ultimi tempi. Fujio Senju fu indovinato per esclusione, non rimanevano altri nomi sulla lista del giovane, ed inoltre pareva essere, dal portamento fiero ed impassibile, il più esperto tra tutti i giovani, quale forse era.
«Ragazzi, Io sono Ryo, nuovo capogruppo del team incaricato per questa missione.» disse una volta entrato nel campo visivo di tutti, aprendo la giacca verso di loro e mostrando il coprifronte abilmente posizionato all’altezza del cuore, incastonato sotto le bende. «Sub-entro al posto di Reed, che ha altre mansioni da svolgere a Kiri in questo momento. Sono già stato informato, sia dai vari rapporti che sono stati diligentemente inviati ai villaggi, sia dal vostro Capitano in persona, ma credo che ciò non basti per risolvere un enigma del genere. Credo che sia scontata come frase ma: é necessario collaborare per risolvere senza problemi la situazione, che si fa sempre più spinosa.» Fece una piccola pausa, osservando i suoi nuovi compagni, e prima di riprendere a parlare allargò l’angolo della bocca, quasi a formare uno dei sorrisini sghembi che tanto soleva fare, in segno di fiducia verso gli Shinobi nella stanza. «Dobbiamo fare ancora luce su alcune questioni prima di portare a termine il lavoro, quindi vi chiedo di portare un po’ di pazienza. Reed mi ha riferito che questa notte Fujio ha scoperto un uomo parlare con il marito della signora Kuji, penso di aver capito la sua posizione all’interno della faccenda, ma sono ancora solo supposizioni, dobbiamo indagare. Senju, tu dovresti aver visto al meglio quell’uomo, quindi ti chiedo di andare in cerca di informazioni su di lui. Mugiwara, tu ti recherai al ristorante della signora Euhin, vorrei che le rivelassi che siamo Shinobi e che indaghiamo sulle strane vicende che si sono mostrate negli ultimi tempi qui a Doutha. Stai molto attento alla sua reazione. Chiedile anche se per caso ha mai visto Sterku, o comunque se ne conosce l’aspetto, e confronta le informazioni ricavate con quelle dell’uomo di questa notte. Tienila d’occhio per il resto della giornata senza farti notare, seguila e facci sapere dove andrà, con chi si incontrerà e che cosa farà. Koga, tu dovrai recarti dal marito della signora, e dovrai chiedergli che cosa sa sull’uomo che questa notte gli ha fatto visita. Quando avrai finito dovrai tornare qui, dove organizzeremo un piano di informazioni per far luce sulla vicenda.». Prese fiato un secondo, e guardando i suoi compagni ultimò il suo discorso. «Ci incontreremo al calar del sole qui, dove confronteremo le nuove scoperte e vedremo di concludere la missione. Abbiamo già perso diverso tempo, adesso andate».

____________________________________



Presso il ristorante Da Hatsumomo



La giornata aveva da poco preso inizio al villaggio, e non erano passati troppi minuti da quando la giovane ed affascinante Euhin si era svegliata, nel suo letto caldo, coronato da soffici lenzuola candide, che la avvolgevano delicatamente. Per lei pareva essere una giornata come tante, dove avrebbe eseguito la solita routine di tutti i giorni, andando al mercato, mettendosi a cucinare per il ristorante e sistemando le solite e semplici faccende che la coinvolgevano quotidianamente. Eppure non pareva essere la solita Euhin quella che si era svegliata e delicatamente si era posizionata sotto un gesto d’acqua calda, per rinvigorirsi dalla notte fredda, che accomunava tutte le zone del paese. Era molto più nervosa del solito, tanto che per ogni cosa ci metteva il doppio del tempo, da una parte per acquistare forza, e dall’altra per evitare di fare casini di ogni tipo. Le tremavano le mani, quasi avesse la febbre, e quel sorriso dolce e gentile che ogni mattina le si dipingeva sul volto, ormai, era sparito, lasciando spazio ad una preoccupante espressione di paura. Certo, tutto questo misto di sentimenti era celato all’interno del suo cuore, e si manifestava solo sottotono attraverso la pelle della giovane rossa, lasciandola leggermente debilitata.
Qualcosa era successo, qualcosa la aveva spaventata, ma evidentemente non poteva fare niente a riguardo. Nonostante la sua situazione, in quel momento, fosse particolare e drammatica per la giovane donna, pareva molto propensa a continuare la giornata come al solito, non si sarebbe fermata per quell’intoppo che ancora presentava una particolare oscurità, proprio per questo la giovane donna si stava giusto vestendo per andare al mercato, come faceva tutti i giorni, a comperare ciò che le serviva per offrire ai suoi clienti i piatti che più piacevano, quando ricevette quella che pareva essere una visita inaspettata. Alla porta, ormai verso le ore nove del mattino, un giovane dai capelli biondi si sarebbe presentato a lei, per la prima volta mettendo in chiaro tutte le doti e le qualità del gruppo di giovani che aveva invaso la casetta proprio adiacente a quella della sua amica.








Chakra: 210/210
Energia: Rossa
Condizione Mentale: Rilassato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi: //
Techiche utilizzate://
Bonus: Velocità +60%; Forza +30%.
Malus: //
Equipaggiamento: 5/5 Kunai; 2/2 Fuuma Shuriken, 1/1 Makibishi; 1/1 Carte Bombe; 2/2 Bomba Gelo, 1/1 Bomba Scoppiettante; 4/4 Fumogeni; 4/4 Flash; 1/1 Katana; 2/2 Tonici azzurri; 1/1 Tonico Rosa; 1/1 Accendino; 1/1Guanti con Lamina.





 
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view post Posted on 20/2/2011, 00:11

Anbu

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CITAZIONE
Chi è morto alzi la mano. Capitolo II

Il villaggio di Doutha. Un luogo spoglio di problemi, problemi che, da ormai diversi giorni, si erano presentati ai cittadini ignari di tutto. Si potrebbe pensare ad una serie di omicidi avvenuti in quella tranquilla località, ma la verità è racchiusa dietro ad un pesco. A pensarci bene lo si può considerare ridicolo un problema così e non avreste torto. La maggior parte dei ninja che si trovavano lì per quella necessità, pensavano che fosse una stupidaggine indagare su di un albero piantato in un giardino senza alcuna autorizzazione. Vi erano addirittura quattro ragazzi, sprecati dai loro villaggi per adempire ad una richiesta inutile da parte di una persona che sarebbe stata aiutata solo grazie alla sua fama di, come si suol dire di questi tempi, VIP.
il costo di questi ninja, per una missione apparentemente inutile non poteva essere sostenuto a lungo, infatti il villaggio della Nebbia richiamò uno dei tre Genin presenti a Doutha, il Koga.

Basilisk si stava dirigendo verso casa, la sua missione era finita, si sentiva in qualche maniera escluso, cacciato via. Ma riflettendoci non era la cosa più terribile del mondo, d'altra parte era stato il prima a commentare il suo disapprovo verso quel lavoretto da bambini. Correva di albero in albero per poter tornare in fretta al suo villaggio, quando improvvisamente un sibilo gli fece alzare il capo verso la fonte del suono. Sembrava un uccello, un falco per la precisione, che gli si poggiò sulla spalla e iniziò a parlare. Era sicuramente il frutto di un evocazione da parte di un ninja di alto livello.

“Sei tu Gennosuke Koga? Beh, dovresti recarti al paese Doutha, il villaggio ha trovato un modo per farvi partecipare tutti.”

Il falco fece un saltello dalla sua spalla e iniziò a sbattere le ali e dirigersi verso località ignota.
Gennosuke era in piedi su di un ramo a pensare su cosa fare. Tornare o procedere verso la sua abitazione? Dopotutto non era che uno stupido pesco!
Ma ripensandoci erano solo altri pochi giorni di rottura e quello che aveva imparato era, mai lasciare una cosa a metà. Caricò sulle sue gambe e saltò per ricominciare la sua corsa verso Doutha. Il paesaggio appariva monotono come al solito, ma questa volta nell'aria c'era un presentimento di cattivo auspicio, chissà forse era successo qualcosa di inimmaginabile. Salto dopo salto era quasi arrivato alle porte del piccolo villaggio. Si recò con passo moderato alla casa presa in affitto dalla squadra per non dare nell'occhio. Sicuramente qualcuno del villaggio si era già fatto molte domande su di loro, domande del tipo: Che ci fanno qui questi? E correre verso un abitazione, avendo una Katana legata alla vita e il coprifronte di un Villaggio come Kiri, avrebbe potuto destare molti sospetti. Camminando per alcune decine di metri, si trovò di fronte alla porta della base ninja che avevano messo su i quattro ragazzi qualche giorno prima. Aprì la porta e attraversata la soglia chiese:

“C'è nessuno? Sono di nuovo qui! Un falco messaggero mi ha detto che sarei dovuto tornare”

Dopo poco si sentì il rumore di passi che giungeva dalla scalinata principale della casa, numerosi passi. Erano di certo i ninja che Basilisk aveva conosciuto pochi giorni fa. In lontananza si sentivano due persone confabulare, una di loro era sicuramente Reed, il capo-squadra, l'altra invece aveva una voce mai sentita prima, sembrava anche giovane di età. Gennosuke riuscì a sentire pochissimo della discussione avuta tra i due, ma quello che gli rimase impresso nella mente era il suono di quelli che si crea usando la tecnica della sostituzione, quella specie di “Puff”.

Alcuni minuti e si sentirono ancora passi dalle scale, non appena l'ultimo scalino fu sceso, quel ragazzo prese a parlare, non era Reed, infatti come aveva spiegato nella sua presentazione, si chiamava Ryo, ed avrebbe sostituito il giovane Kaguya per il resto della missione. Continuando a parlare, svelò i suoi piani e disse ad ognuno cosa avrebbe dovuto fare. Basilisk era stato assegnato all'interrogatorio del marito della signorina Kuji e chiedergli alcune cose riguardo ad un tipo piuttosto losco che gli aveva fatto visita durante la notte. Si sarebbero ritrovati tutti poi al tramonto nella stessa stanza in cui si erano parlati adesso.

Basilisk si recò nella sua stanza per disfare i bagagli che il giorno prima aveva preparato per andarsene. Posò la sua Katana e scese. Uscito di casa, si recò verso l'abitazione della signorina Kuji. Arrivato in prossimità della porta, bussò.
La porta si aprì quasi di scatto, come se qualcuno fosse ormai atteso da diverso tempo, ed una faccia distrutta si affacciò fuori, assaporando l'aria della cittadina. Vi era un uomo sulla quarantina, ancora giovane e dotato di bell'aspetto, tanto che quelle piccole rughe che si portava appresso gli donavano un aria austera ed estremamente affascinante. I capelli gli ricadevano in alcune ciocche sulle tempie, per poi far retromarcia in un' ondulata chioma castana, ritirata dietro le orecchie.

“Si? Chi è?”

Basilisk rispose prontamente:

“Sono Basilisk Koga, dovrei farle alcune domande, possiamo accomodarci in casa?”

Il marito della famosa cantante fece segno al giovane di accomodarsi, accompagnato da un semplice "prego". Camminando per alcuni passi, si sedettero su due divanetti, uno di fronte all'altro. Una volta accomodati il signore osservò attentamente il nuovo ospite.

"Le offro qualcosa? Di cosa voleva parlarmi?"

Basilisk fece cenno di no con la testa alla prima domanda e dopo aver sentito la seconda, prese fiato e con fare molto calmo disse:

“Niente di importante, volevo solo chiederle qualcosa riguardante l'uomo che ha incontrato l'altra sera. Può dirmi come si chiama? E che rapporto ha con lui?

L'uomo assunse un espressione particolarmente turbata, e quasi ignaro della richiesta del nuovo ospite iniziò ad alzare il tono di voce:

"Uomo? Quale uomo? E chi è lei per sapere queste cose?"

Gennosuke cercando di restare calmo alla presa di posizione del marito della signora rispose:

“Non si agiti. E forse è ora di rivelarle qualcosa di me. Non sono un semplice ragazzo venuto qui per una vacanza, sono un Ninja di Kiri che deve indagare su un caso affidatoci da sua moglie. Posso solo immaginare come si senta in questo momento, ma se vuole che la sua consorte torni a casa deve aiutarci. Allora, cosa sa di quest'uomo?

L'espressione del marito cambiò, quasi radicalmente. Lo stato alterato che prima lo controllava si calmò, lasciando sul volto un espressione quasi stupefatta.

"Non so chi è, non lo ho mai visto prima d'ora, non credo almeno. Aveva qualcosa di familiare, ma non saprei dire se ci fosse o meno un collegamento con me o la mia famiglia. Ieri è venuto da me a ricattarmi, mi ha detto che avrei dovuto raccogliere tutti i soldi che possediamo io e mia moglie, e darglieli, altrimenti ucciderà me e mia moglie!"

Prese un lungo respiro, e stringendosi le mani si concentrò:

"Perché è successo a mia moglie tutto questo, Perché?"

Basilisk si sentiva provato, naturalmente il cambio di tono vocale del marito della signorina Kuji gli fece pietà, ma senza perdersi d'animo disse:

“Sinceramente non sappiamo perché questo sia successo proprio a sua moglie. Forse ha a che fare con la sua fama, ma se come dice lei, quest'uomo l'ha ricattata, è meglio se ci dica dove le ha chiesto di portare i soldi.”

"Ancora non mi ha detto nulla riguardo il luogo del riscatto."

Disse con la solita voce malinconica che pochi attimi prima aveva assunto.

"Mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere lui, a tempo debito… Di più non ha detto, ma ha lasciato questa... una rosa nera..."

Aggiunse, alzandosi ed rivolgendosi verso una cassettiera a pochi centimetri da lui. Estrasse una rosa completamente nera, ancora viva e rigogliosa, e la consegnò delicatamente tra le mani del ninja, ultimando il discorso.

“Una rosa nera? Cosa sta a significare?”

Pensò Basilisk tra sé e sé. Naturalmente quello era un indizio, uno di quelli che non possono essere non presi in considerazione. Congedandosi con l'uomo disse:

“Le dispiace se la tengo io? Ah, un'ultima cosa, lei mica sa il perché di questa rosa?”

"La tenga, a me crea solo dispiacere"

Disse accompagnandolo alla porta.

"Non so quanto possa significare o cosa una rosa del genere, ma vi prego: trovate mia moglie.”

Basilisk cercando di essere il più rassicurante possibile disse:

“Non si preoccupi, sono sicuro che in pochissimo tempo la ritroveremo.”

Uscito dall'abitazione della signorina Kuji, si recò direttamente nella casa base che era poco distante. Entrò e si mise a sedere aspettando gli altri e ragionando su quella rosa.

“Una rosa... Nera... Cosa avrà voluto dire quel tizio quando l'ha consegnata al marito della signora Kuji?”
SPOILER (click to view)
Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 200/200
Condizione Mentale: Turbato
Condizione Fisica: Illeso.
Consumi:-
Recuperi:-
Azione 0/2:
Techiche 0/1:-
Bonus: Udito perfetto; Olfatto migliorato(+25%)
Malus: Vista Assente

Armi mostrate://

OT// Beh, che dire... Spero vi piaccia come post. Ho lavorato dopo un, più o meno, lungo periodo di inattività... \\



 
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Giso
view post Posted on 28/2/2011, 20:49




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Parlato Altri


La scena sembrava quasi bloccata, come se un fotografo si fosse fermato lì proprio in quel momento e avesse scattato una silenziosa foto di quello stranissimo incontro che, anche se non lo era, sembrava apparentemente casuale. Fujio sapeva che ad un'occhiata attenta la sua trasformazione sarebbe stata smascherata, il tono di voce e le movenze erano troppo artificiali per apparire spontanee. Eppure, per quel fugace incontro, aiutato dalla quanto mai opportuna presenza delle tenebre, andavano più che bene le sua scarse doti di attore. Eppure ci fu una qualche nota che stonò nel coro, un qualcosa che non doveva esserci e invece c'era. E Fujio, basito per quest'elemento sorprendente, non riuscì a capacitarsene e a spiegarsi i motivi lì per lì, a caldo. L'elemento fuori posto era la reazione della figura incappucciata; non fece quel che Fujio si aspettava che facesse, anche lui, se per caso si fosse ritrovato un ubriaco che lo strattonava con forza, si sarebbe sorpreso per non dire spaventato. Invece la figura non fece una piega, si girò e, dopo aver squadrato per un'istante solo quello che ai suoi occhi doveva essere un ubriacone, fece un sorriso sardonico per poi, liberatosi dell'ormai debole stretta, voltare le spalle a Fujio per entrare in casa. Il Genin ci mise un attimo per ricomporsi dallo stupore della scena vista; quindi, una volta assicuratosi che nessuno lo vedesse nel luogo riparato nel quale si era nascosto, sciolse la trasformazione grattandosi con il palmo la faccia dove il Saké cominciava a pizzicare sulla pelle. Rientrò in casa con la mente piena di pensieri, chi era l'uomo sotto il cappuccio? Sapeva che era un uomo, perché era riuscito a distinguere bene i lineamenti del viso e, stampandoseli bene nella memoria, prese una delle sue carte ninja. Erano degli strumenti molto utili in situazioni come quelle, ma anche in altre, come quelle di dover portare messaggi che non dovevano essere letti da altri se non da Fujio e da chi volesse lui. Infatti queste carte si coloravano con ciò che vi era impresso sopra solo attraverso il chakra di Fujio. Una tecnica molto interessante che gli fu insegnata dal suo defunto padre. Ne prese una e utilizzando un infinitesima quantità di chakra stampò sopra il volto dell'uomo. Era un uomo sui trent'anni, aveva più o meno l'età della signorina Kuji; capelli neri medio lunghi con una frangia che cadeva sugli occhi senza però coprirli del tutto. Gli occhi emanavano una risoluzione fuori dal comune, una determinazione che non si trovava in tutti. Almeno non nelle persone comuni. E in più nascondevano qualcosa in più. Non era un tipo che passava inosservato. Come ultima cosa, l'uomo aveva un altro tratto distintivo, una cicatrice sulla mandibola, precisamente alla sua sinistra. Una bella cicatrice che era impossibile si fosse formata utilizzando un rasoio per farsi la barba. Ciò diede da riflettere al Genin, poiché mancava solo una cosa, affibbiare un nome a quest'uomo; e il primo che veniva in mente era ovviamente uno.

[...]


Era andato a dormire subito dopo essere rientrato in casa e aver memorizzato sulle carte ninja il volto di quello che probabilmente era Sterku. Anche prima che Sanji fosse di nuovo a casa Fujio era già a letto, seppur di dormire non se ne parlava affatto visto che la sua mente aveva iniziato a vagare ininterrotta abbandonandolo al doveroso abbraccio di Morfeo solo dopo molto tempo. Anche in quel momento la sua mente lavorava frenetica in cerca di risposte, ma l'argomento era tutt'altro. Si trovava in salotto in compagnia di altri tre ninja e il nuovo arrivato aveva appena stravolto le carte in tavola, essendo lui il nuovo mazziere. Oltre al Senjuu c'erano il Konohano ormai conosciuto, il tizio cieco che subito dopo essere arrivati a Doutha era dovuto rientrare a Kiri e un altro ragazzo di Kiri, il nuovo arrivato per l'appunto. A quanto pare, per cause di forza maggiore, il team aveva subito un'altra modifica, oltre al rientro di Gennosuke, ecco il nome del tizio cieco, c'era stato un cambio nella guida del Team. Al posto di Reed, che era stato richiamato a Kiri, era stato designato proprio quel ragazzo, che si era presentato loro come Ryo. Questo Ryo era un ragazzo che aveva forse un anno in più del Senjuu, ma ne dimostrava almeno due o tre in più; erano probabilmente i lunghi capelli color nero inchiostro che cascavano sulle spalle e davano allo Shinobi di Kiri quell'aspetto quasi selvaggio. Ma chissene fregava dei capelli di quell'idiota! Fujio sapeva solo che ancora una volta quello che doveva essere suo era stato affidato ad un altro. Era stanco di vedersi superato dai primi che passavano a tiro, fosse un Chuunin quindicenne o ancora peggio un Genin spuntato da chissà dove. Era lui, Fujio Senjuu, il miglior Genin di Kiri, e tra non molto sarebbe diventato anche il miglior Shinobi di Kiri e del mondo ninja. Sapeva che rimanere fedele a Kiri era in primis suo dovere e poi perché è da vigliacchi abbandonare il proprio villaggio. Eppure in momenti come questi la sua fedeltà vacillava, non tanto nel Villaggio in sé, ma nel Mizukage. Perché doveva sottostare al comando di un altro appena arrivato? Aveva forse più esperienza di lui quel Ryo? Domande simili a questa lo assillavano, la voglia di primeggiare era stata spazzata via davanti all'evidenza delle circostanze. Per fortuna del Senjuu il nuovo leader cominciò a parlare evitando così che il Bianco di Kiri cadesse nella depressione più nera rimuginando su quei pensieri. Assegnò a tutti vari incarichi da eseguire nell'arco della giornata; a Fujio sarebbe toccato investigare sull'uomo incappucciato, partendo dal presupposto che si trattasse di Sterku. Ci rifletté un attimo per poi dedurre che l'unica informazione che aveva su di lui è che anni fa aveva tentato il suicidio e che abitava nel Paese del Thè. In un qualche quotidiano di quel paese ci sarebbero state notizie relative. Prima però doveva ancora fare una cosa. Prendendo una carta ninja dal mazzo la porse verso Sanji immettendo una piccola quantità di chakra al suo interno.

Tieni. Questa dovrebbe essere la faccia di Sterku.


Dopo aver permesso all'altro ninja di guardare l'immagine dell'uomo con attenzione la riprese in mano.

Queste carte si attivano con il mio chakra, quindi sarebbe inutile dartela perché rimarrebbe bianca.


Il quartetto si sciolse dopo essersi dato le ultime direttive e appuntamento al calar del sole per un aggiornamento su quanto scoperto durante il giorno.

[...]


Dopo circa tre ore abbondanti di viaggio il giovane era arrivato in un villaggio nel Paese del Thè, era un villaggio relativamente piccolo eppure pullulante di vita. Si trovava seduto in un ristorante abbastanza frequentato ma dall'aria sufficiente rustica affinché il portafoglio del Senjuu non rischiasse drastici cali di peso. Era ora di pranzo quindi i camerieri erano indaffarati con i vari avventori, perciò Fujio, visto che non aveva molto tempo da perdere, decise di andare direttamente al bancone dov'era possibile ordinare più in fretta a discapito della comodità e della riservatezza. Ma chi sene fregava di queste due piccolezze in un momento dove il tempo era tiranno. Dopo pochi istanti gli chiesero cosa ordinare e in seguito gli avevano portato il pranzo con sorprendente rapidità vista la mole di lavoro che doveva opprimerli per dare a tutti gli avventori i relativi pasti. Solo allora si accorse di indossare in bella vista il coprifronte proprio, dove suggerisce il nome, sulla fronte e, nonostante le insegne fossero quelle di Kiri, un ninja rimane sempre un ninja e naturale che un ristoratore di campagna non abituato alla presenza di Shinobi nel proprio locale li tratti con un pizzico in più di riguardo. Volendo approfittare di questo inaspettato anche se minimamente significante fattore, il Senjuu s'arrischiò a richiamare l'uomo che lo aveva servito per chiedergli ciò che voleva sapere. Questi era un uomo di mezza età, stempiato e con gli occhi dall'aria stanca ma ancora viva. Un tipo abbastanza comune, con una vita comune.

Lei sa qualcosa di un tentato suicidio avvenuto circa cinque anni fa qui nel Paese del Thè?


Non voleva essere così diretto nel parlare, eppure aveva fretta di trovare Sterku o comunque qualche notizia su di lui. Dal canto suo l'uomo al bancone mise su un'espressione meditabonda, come a tentare di ricordarsi quanto accaduto cinque anni prima. Ci pensò un attimo per poi scuotere la testa dispiaciuto.

Rammento un caso di tentato suicidio avvenuto più o meno cinque anni fa... però ricordo poco e niente. Non so dirti altro...



Un po' deluso dalla risposta il Senjuu ringraziò lasciando i soldi del pranzo più una piccola mancia; entrambi sapevano che se l'uomo avesse dato delle risposte la mancia sarebbe stata considerevolmente più alta.
La mancanza di risposte lo costrinse a continuare la sua ricerca ancora per un paio d'ore chiedendo qua e là, una volta in un altro ristorante, una volta ad un gruppo di pettegole, una volta addirittura ad un mendicante che fu quello che riuscì a dargli più informazioni. Purtroppo però quelle informazioni lui le possedeva già, che l'uomo che aveva provato a suicidarsi lo aveva fatto per amore di una celebre cantante. Fu solo nel primo pomeriggio che ottenne qualcosa di concreto; dopo aver menzionato il nome di Houmawura Kuji una delle persone che aveva interrogato nella sempre più flebile speranza che qualcuno si ricordasse qualcosa lo aveva indirizzato da un'altra persona. A quanto pare in quel villaggio abitava un fan della signorina Kuji che forse poteva sapere qualcosa della sorte di Sterku, essendo stato parte attiva della vita della cantante. Fujio si presentò a casa di quest'uomo quando le lancette avevano appena superato il quattro sul riquadro. Bussò due volte alla porta e dopo un po' un uomo anziano, con i capelli brizzolati e dei sopraccigli che arrivavano quasi all'altezza dello zigomo aprì la porta con fare interrogativo.

Chi sei?


Chiese questi al Senjuu potendosi permettere, data l'età quasi veneranda, di saltare subito ad un diretto 'Tu' anziché dare del 'Lei' o del 'Voi'.

Buongiorno. Vorrei farle qualche domanda riguardante la cantante Houmawura Kuji. Posso?


Al sentire il nome della donna l'uomo s'illuminò in un sorriso, quasi contento che qualcuno volesse attingere alla sua sapienza in merito.

Oh, certo certo. Accomodati pure.


Dopo aver fatto gli onori di casa l'uomo condusse lo Shinobi in un salottino abbastanza rustico arredato di qualche mobile funzionale e di un paio di ritratti della Kuji. La cantante sembrava una presenza quasi inquietante in quella stanza, e il Senjuu sorrise perché intuì due cose, una conseguenza dell'altra. Capì che l'uomo era uno di quegli ammiratori ossessionati dai propri idoli che collezionano tutti loro i cimeli, anche i più superflui e per cimeli s'intendono anche cianfrusaglie usate una sola volta e poi buttate. Normalmente il Genin si sarebbe ben visto dallo stare in compagnia di una persona simile, sia perché non comprendeva tanta devozione per una persona sostanzialmente sconosciuta ma che si conosce in realtà a menadito, sia perché gli spunti di conversazione con un ammiratore di questo calibro erano sempre gli stessi. Prima che il vecchio potesse partire con il suo monologo su di una qualsiasi quanto insignificante qualità che nemmeno la Kuji sapeva di possedere o si di un episodio che la donna nemmeno rammentava, Fujio aprì bocca per chiedergli subito quel che voleva.

Lei è a conoscenza di un episodio nero della storia della signorina Kuji? Ho saputo che un uomo innamorato di lei ha tentato il suicidio quando lo ha rifiutato.


Gli occhi dell'uomo si fecero attenti mentre si sedeva per prendere posto nella stanza.

Parli di Sterku. Sì, era un amico di infanzia della Kuji che, quando le dichiarò il suo amore, venne rifiutato dalla cantante. Quindi decise di togliersi la vita, ma non ci riuscì e venne quindi ricoverato in un istituto per la sanità mentale. Aspetta...


L'uomo si alzò con sorprendente alacrità per andarsene in un'altra stanza. Dopo un lungo minuto o forse due in cui si sentì solo il frusciare di fogli il vecchio ritornò nel salotto portando con sé un ritaglio di giornale. Lo passò con un cenno al Senjuu che lo lesse con rinnovato interesse. Era un articolo di cinque anni prima, e parlava proprio del tentato suicidio di Sterku. Fujio lesse rapido il contenuto dell'articolo fino al punto che gli interessava.

[...]


Il Senjuu era in attesa che l'infermiera al bancone gli prestasse attenzione per chiarire una volta per tutte questa faccenda. Aveva lasciato la casa dell'ammiratore in fretta e furia dopo aver scoperto in quale struttura era ricoverato Sterku; il fan aveva mostrato palese delusione nonostante i sinceri ringraziamenti del Genin. Poco importava se un vecchio non aveva trovato sfogo per la sua voglia di spettegolare. Ormai erano le sei circa e, considerando le tre ore di viaggio per ritornare a Doutha, sarebbe stato con gli altri per le nove e mezza dieci. Doveva sbrigare la faccenda in fretta.

Posso aiutarla?


Chiese la cameriera dando un rispettoso 'Lei' nonostante l'età adolescenziale dello Shinobi.

Vorrei avere delle informazioni su di uno dei ricoverati qui in questo centro. Sono della massima urgenza.


Sperava che la donna non avrebbe fatto storie e questa, soffermatasi sufficientemente sul coprifronte di Kiri, alla fine capitolò con uno sbuffo.

Molto bene, venga con me.


Quindi abbandonò il banco delle informazioni per andare verso un'altra stanza dove fece accomodare il ragazzo. Questi, senza attendere cenno alcuno, cominciò a fare le proprie domande.

Sterku, questo è il ricoverato che mi interessa, è ancora ricoverato qui? Se sì, ha il permesso di uscire?

Sì, Sterku è ancora ricoverato qui. E no, non ha il permesso di uscire, come nessun altro ce l'ha. E anche se uscisse non potrebbe sopravvivere un giorno.


L'ultima affermazione incuriosì non poco il Senjuu che arricciò le sopracciglia.

Che intende dire?

Vede, questi malati hanno seri problemi mentali. Sterku non è più com'era prima del tentato suicidio.


La rivelazione quasi fece crollare solide basi da sotto i piedi del Genin. Se non era Sterku allora chi era quell'uomo?

Posso vederlo?


Chiese quindi lo Shinobi alla donna e questa rispose con un cenno affermativo del capo. Lasciarono quindi la stanza per dirigersi in un'altra stanza, stavolta più grande; dopodiché imboccarono un corridoio pieno di celle imbottite abbastanza spaziose. Ognuna era illuminata da un vetro che dava sul corridoio che permetteva la visione di tutti i malati. Fu uno spettacolo che al quale il Senjuu non era pronto; la vista di un manicomio potrebbe far impazzire anche chi è sano di mente. Le celle erano piene di malati, alcuni sembravano inattivi, come se ad un passo dallo stato vegetativo, altri invece erano iperattivi e talvolta si scagliavano contro il vetro o contro le pareti della cella come bestie. Arrivati davanti alla cella di Sterku la donna si fermò facendo cenno con la mano al ninja. Fujio osservò molto bene l'uomo e sì, era lo stesso volto che aveva visto davanti alla casa della Kuji la sera prima, ma non era la stessa persona. Ovvio che no. Quello Sterku lì steso sul letto aveva sì gli stessi tratti somatici di quello incappucciato, ma gli occhi. Gli occhi erano vuoti, lo si percepiva lontano un miglio che quella era una persona ormai emotivamente morta. Stette a guardarlo alcuni istanti poi si girò verso l'infermiera.

Che strano. Sei la seconda persona in assoluto che è venuta a fari visita a Sterku e come l'altra sei rimasto semplicemente a fissarlo.



Un campanello suonò nella testa del Kagefusha che si fece più attento e accorto sulle parole da dire alla donna.

Sterku ha ricevuto una visita? Quanto tempo fa? E da chi?

Sì. La ricevuta non molto tempo fa da un uomo molto alto, quasi imponente. Altro non mi ricordo di quest'uomo, ma mi ricordo che anche lui come lei si era limitato a osservare attentamente Sterku

[...]


Erano le dieci meno un quarto quando Fujio arrivò finalmente dopo un lungo viaggio a dinanzi al portone della casa da loro affittata. Probabilmente era l'ultimo ad essere tornato, ma ciò che aveva scoperto era abbastanza importante perché potesse permettersi di fare tardi. Finalmente la storia cominciava a delinearsi e presto sarebbero stati in grado di risolverla. Aprì la porta quindi, immergendosi nel calore della casa e già immaginandosi la lunga discussione di quella sera atta a decidere il da farsi.

CITAZIONE
Condizione Fisica: Stanco
Condizione Mentale: Determinato a risolvere il mistero
Chakra Rimasto: 300/300 [recuperato in viaggio]

 
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tom93f.mk
view post Posted on 1/3/2011, 15:48




SPOILER (click to view)
Narrato
-Parlato-
"Pensato"


POST NUMERO 4 – Sanji Mugiwara



Prima di cadere definitivamente in un sonno profondo che l'avrebbe lasciato solo il mattino seguente, Sanji ripercorse gli eventi della giornata passata: la visita della signorina Euhin, la giornata di appostamento con l'allenamento per lo Sharingan, ed infine la richiesta inaspettata di Fujio, che gli aveva proposto una sfida da farsi una volta terminata la loro missione. La risposta di Sanji era stata accompagnata da un sorriso sincero: -Sarebbe un onore per me. Un modo per far scontrare le abilità innate dei migliori clan di Konoha, anche se tu non fai più parte del villaggio e io non sono un Uchiha. Però, prima concentriamoci su questa storia, e vediamo di finirla in fretta. Buon lavoro!-.
Dopo essersi lavato, il genin di Konoha era sceso per fare colazione. La sua attenzione, una volta arrivato nel salotto all'ingresso della base, fu subito catturata da un inaspettato ritorno. Beh, non era in realtà così inaspettato, ma Sanji ne fu inizialmente stupito, dato lo scombussolamento causato dalla lunga dormita. In realtà, egli ne era stato informato la sera prima da Reed, tornato dopo la vana ricerca di informazioni, mentre Fujio prestava la guardia per la notte. Nel salutarlo, il capitano del team aveva sorriso al genin, in un modo diverso rispetto al solito; ancora non lo sapeva, ma il giovane avrebbe presto scoperto il perché. Ricordatosi del dialogo della sera prima, Sanji disse con cortesia a Gennosuke, ovvero il ninja che era tornato nella squadra: -Bene! Vedo che sei di nuovo fra noi! Ne sono felice!-. Sanji andò a recuperare qualcosa con cui fare colazione. Al suo ritorno, però, un ragazzo sconosciuto si era aggiunto a Gennosuke e Fujio (che nel frattempo era arrivato dalle stanze superiori). Sanji salutò il compagno e lo sconosciuto con cortesia. Quest'ultimo aveva capelli corvini, ed era piuttosto prestante (Sanji aveva pensato: “Ecco un altro ninja con cui non potrei competere sul piano fisico”). L'espressione era gentile, e faceva sembrare il nuovo arrivato un ragazzo simpatico. Egli, non molto dopo, cominciò a parlare: -Ragazzi, Io sono Ryo, nuovo capogruppo del team incaricato per questa missione. Sub-entro al posto di Reed, che ha altre mansioni da svolgere a Kiri in questo momento. Sono già stato informato, sia dai vari rapporti che sono stati diligentemente inviati ai villaggi, sia dal vostro Capitano in persona, ma credo che ciò non basti per risolvere un enigma del genere. Credo che sia scontata come frase ma: é necessario collaborare per risolvere senza problemi la situazione, che si fa sempre più spinosa.-. Fatto questo discorsetto iniziale, egli sorrise affabilmente. Sanji provò una strana sensazione. Quel ragazzo gli ricordava più un amico che un superiore, più un rivale che un maestro. Non che l'avesse mai visto prima in vita sua, ma già sentiva che le storie dei due si sarebbero intrecciate in modo molto più significativo rispetto a ciò che ci si aspetterebbe normalmente: una missione svolta insieme da superiore e sottoposto. Comunque, Sanji tornò immediatamente alla realtà e si discostò da quella che, almeno per il momento, era solo una singolare sensazione. Il nuovo capitano aveva già iniziato a parlare: -Dobbiamo fare ancora luce su alcune questioni prima di portare a termine il lavoro, quindi vi chiedo di portare un po’ di pazienza. Reed mi ha riferito che questa notte Fujio ha scoperto un uomo parlare con il marito della signora Kuji, penso di aver capito la sua posizione all’interno della faccenda, ma sono ancora solo supposizioni, dobbiamo indagare. Senju, tu dovresti aver visto al meglio quell’uomo, quindi ti chiedo di andare in cerca di informazioni su di lui. Mugiwara, tu ti recherai al ristorante della signora Euhin, vorrei che le rivelassi che siamo Shinobi e che indaghiamo sulle strane vicende che si sono mostrate negli ultimi tempi qui a Doutha. Stai molto attento alla sua reazione. Chiedile anche se per caso ha mai visto Sterku, o comunque se ne conosce l’aspetto, e confronta le informazioni ricavate con quelle dell’uomo di questa notte. Tienila d’occhio per il resto della giornata senza farti notare, seguila e facci sapere dove andrà, con chi si incontrerà e che cosa farà. Koga, tu dovrai recarti dal marito della signora, e dovrai chiedergli che cosa sa sull’uomo che questa notte gli ha fatto visita. Quando avrai finito dovrai tornare qui, dove organizzeremo un piano di informazioni per far luce sulla vicenda. Ci incontreremo al calar del sole qui, dove confronteremo le nuove scoperte e vedremo di concludere la missione. Abbiamo già perso diverso tempo, adesso andate.-.

Il genin stava camminando verso il ristorante gestito dalla signorina Euhin, presso il quale era situato anche il suo appartamento. Intanto, pensava alle parole di Ryosuke. Non era certo una sorpresa che conoscesse già i loro nomi. Ciò che lo aveva colpito era la schiettezza e l'efficienza: dopo qualche minuto dall'inizio del suo mandato, i suoi sottoposti erano già al lavoro, con un compito da portare a termine che, almeno nel caso di Sanji, sarebbe durato tutto il giorno. “Comunque, non credo neanche che fosse da aspettarsi qualcosa di diverso. Poche parole, cordialità ma non eccessiva solarità... Sono le caratteristiche che ho individuato in tutti i ninja che ho incontrato fino ad ora, a parte me, il mio maestro e pochi altri.”, pensò.
Giunse, nel frattempo, davanti al ristorante, e bussò alla porta. La signorina Euhin aprì poco dopo. Di primo acchito sembrava avere un'aria tesa, preoccupata, nonché assente. Alla vista del ragazzo biondo, tuttavia, il suo volto si illuminò in fretta. -Salve, Sanji! Qual buon vento la porta qui?-. Sanji, con espressione semplicemente raggiante, cominciò a parlarle nel consueto tono: -Buongiorno, signorina Euhin. Mi permetta di dirle che oggi è veramente magnifica. Sono venuto qui perché mi è stato dato il compito di parlarle di una certa faccenda. Chiedo infinite scuse per il disturbo.-. La donna rise divertita; probabilmente, il fatto di vedere un diciassettenne che le parlava in quel modo, neanche fosse un gentiluomo di mezza età, la lusingava anche un po', ma soprattutto la divertiva: lei era visibilmente più grande di lui. Comunque, rispose: -Va bene, entra pure. Riguarderà per caso Hou?-. Sanji entrò, e si sedette su una sedia che gli venne indicata dalla donna, poi disse: -In effetti, diciamo che è strettamente collegato a quella faccenda. Innanzitutto, devo comunicarle la mia vera identità, e anche le identità dei miei compagni. Non siamo pacifici nuovi abitanti del villaggio, bensì siamo ninja. Tre di noi sono di Kiri, io sono di Konoha. Siamo qui perché convocati dalla signorina Fuji, che ci ha chiesto di indagare sulla questione dell'albero di pesco. Devo anche informarla che Reed non è più dei nostri, ma che si è aggiunto un nuovo capitano.-. Sanji osservò attentamente la sua reazione, che apparve piuttosto sorpresa, quasi intimorita. Non era una reazione forzata: il ninja era abbastanza abile nel capire queste minuzie, e la donna pareva davvero sorpresa della notizia. Dopo poco, comunque, gli chiese: -Quindi... Lasci che le porga una domanda... Il suo occhio... Oh, non mi ci faccia pensare... Lei è così giovane.-. Sanji sorrise, e rispose: -Cosa le ho detto? Un incidente. Nella fattispecie, un incidente di lavoro. Cose che possono capitare a noi. Tuttavia, nel nostro ambito si possono anche trovare eccellenti soluzioni per ripristinare delle abilità perdute.-. Il genin aveva detto queste ultime parole per dare inizio ad una strategia psicologica di leggero intimorimento, che sarebbe stata utile nel tentativo di carpire informazioni con le domande che sarebbero seguite. La donna disse: -Che cosa terribile... Beh, ora che mi ha rivelato chi siete, immagino che abbia anche qualcos'altro da chiedermi. Sbaglio?-. Sanji sorrise ancora, ma questa volta in modo un po' più forzato e falso, con un'espressione leggermente intimidatoria, poi disse: -Mi duole dirle che è così. Inoltre, vorrei per favore chiederle di non mentirmi in nessun caso. Non sembra, lo so...-, e qui il ragazzo si indicò l'occhio bendato, -ma si fidi, ci vedo meglio di una persona normale, e posso riconoscere una bugia con estrema facilità: non mi sfugge niente.-. Le sue parole erano riuscite a colpire nel segno. La donna era abbastanza colpita e un po' intimorita. Sempre che fosse una persona normale, avrebbe risposto con la verità. Il ninja era soddisfatto di sé. Porse la sua domanda: -La prego di dirmi se ha mai visto o parlato con questo Sterku e di descrivermelo per quanto è nelle sue possibilità.-. La donna esitò un momento, poi, con respiro leggermente affannato, cominciò a parlare: -Sì. L'ho visto, ma non ci ho mai scambiato più di due parole di saluto: anche se stava con Hou, non abbiamo avuto rapporti ulteriori a quelli ovvi di conoscenza. Sterku è un uomo di capelli e occhi scurissimi, direi neri. Quegli occhi sono così profondi e penetranti da lasciare quasi perplessi al primo sguardo. Non so se potrei dimenticarli. Potrebbe avere l'età mia e di Hou, non so nulla di preciso a riguardo. Inoltre, segno piuttosto evidente, ha una cicatrice sulla guancia sinistra.-. Sanji, quando vide che la donna era evidentemente provata dalla discussione, dopo che essa finì di parlare, non ebbe più cuore di tormentarla. Disse solo: -La ringrazio moltissimo per la collaborazione. Mi scuso tantissimo per averla fatta sentire a disagio, ma anche questo fa parte del mio lavoro. Le auguro una buona giornata.-. Si alzò e si avviò alla porta e, salutato dalla signorina, uscì dal locale.

Per prevedere ogni evenienza, il genin percorse due isolati in direzione della loro base, poi salì sul tetto di una casa e tornò, di tetto in tetto, presso la casa della donna, con l'obiettivo di pedinarla senza farsi vedere. Intanto, pensava a quella conversazione. Aveva sentito da Fujio, quella mattina, che il ragazzo aveva visto un uomo aggirarsi vicino alla casa della signorina Kuji, durante il suo turno di guardia. Egli era riuscito a vedergli il volto abbastanza bene, e le poche informazioni che aveva ottenuto coincidevano. Certo, non si essere certi che l'individuo visto da Fujio fosse Sterku, ma le cose cominciavano a quadrare, e quella persona era probabilmente la chiave di risoluzione del mistero. Sanji giunse sul tetto della abitazione, e attese che qualcuno entrasse o uscisse dall'edificio, che aveva una sola entrata (più una piccola porta di servizio che il ninja poteva comunque tenere sotto controllo con facilità). Non dovette aspettare molto per vedere i primi movimenti: la signorina Euhin stava uscendo. Sanji cominciò a seguirla passando di tetto in tetto, lungo le strade che ella percorreva con passo tranquillo. Dopo circa un quarto d'ora di camminata, la donna giunse al mercato, dove cominciò a girovagare tra i vari banchi. Tutto normale, nessun comportamento sospetto, almeno finché una persona, di sicuro un maschio, data la stazza notevolissima, ma non riconoscibile in quanto incappucciato, non la avvicinò. I due dialogarono per qualche minuto. La signorina Euhin aveva un'aria piuttosto turbata e preoccupata, espressione che mantenne anche dopo che i due si furono congedati e che l'uomo si allontanò per una via laterale. Sanji pensò : “Maledizione, vorrei seguirlo... Ma mi è stato dato l'ordine di stare dietro a lei... Non posso farci niente.”.

Probabilmente, Sanji avrebbe fatto bene a seguire quell'uomo e lasciar perdere la donna: la sua giornata, dopo quell'unico avvenimento degno di nota, non fu diversa dalla giornata di una qualunque proprietaria di ristorante. Tutto il giorno ella rimase nel suo edificio, sebbene fosse giorno di chiusura del locale. Attendendo annoiato sul tetto, Sanji fece anche un po' di allenamento con il suo occhio destro. L'attivazione dello Sharingan fu un successo. Senza difficoltà, egli lo mantenne per circa mezz'ora vigilando costantemente sul ristorante, dopo essere riuscito ad attivarlo al terzo tentativo in maniera perfetta. Dopo un po', il genin ritenne che fosse sufficiente, e lo ricoprì con la benda dopo averlo disattivato. Da quel momento in avanti, quella giornata fu una noia mortale in cui la sensazione dominante era senz'altro la fame. Quando il genin rientrò alla base, all'ora del tramonto, aveva un sonno mostruoso ed una voragine nello stomaco. “Finalmente è finita”, pensò. Ora doveva riferire tutto ai colleghi, una volta che tutti si fossero radunati nella sala di ritrovo, e finalmente il gruppo avrebbe cominciato a capire di più di quell'intricato reticolo di avvenimenti, persone e simboli in cui consisteva quella loro missione.


CITAZIONE
Condizione fisica:perfetta ma stanco
Condizione psicologica: sollevato e incuriosito
Chackra: 200/200
Bonus e malus: Nessuno diverso da quelli sulla scheda
Equipaggiamento mostrato: /
Equipaggiamento usato: /

(tutti gli altri valori, come bonus e malus o consumi e recuperi per ora sono inutili in quanto invariati o pari a 0, pertanto non li ho messi.)

A TE KOB! :)

 
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18 replies since 20/9/2010, 23:24   502 views
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