»Chi è morto alzi la Mano
»Ryosuke Mikawa sfrecciava veloce attraverso le particolari foreste che da sempre contraddistinguevano la fiorente regione dell’acqua, conosciuta per le zone boscose fitte ed umide quanto nessun altro posto nel globo. Nemmeno Konoha poteva vantare questo privilegio, nonostante fosse ormai noto a tutti che le selve che circondavano la foglia fossero le più rigogliose tra i grandi paesi ninja. Il giovane avanzava velocemente, balzando di ramo in ramo, lasciandosi alle spalle tutti i pensieri che lo rallentavano, fissando soltanto un punto, davanti a sé. Ormai distava solo pochi chilometri dal villaggio di Doutha, dove erano richieste le sue mansioni per sub-entrare come Capitano al giovane Reed Kaguya, Chunin della Nebbia da ormai qualche tempo, incaricato di indagare su particolari avvenimenti che avevano coinvolto una giovane Vip della regione. Non pareva essere un lavoro particolarmente complicato, da quello che aveva capito il giovane Ryo si trattava di un compito che non avrebbe dovuto protrarsi per troppo tempo, eppure già da diversi giorni il team incaricato non aveva fatto ritorno al villaggio, coinvolgendo la presenza del Kiriano. Ciò non lo disturbava più di tanto, era abituato a muoversi per risolvere alcuni casini dei suoi colleghi, ma mai aveva sostituito completamente un altro capitano. Le ragioni erano valide, il Kaguya sarebbe dovuto tornare il prima possibile al villaggio, ma ciò non rendeva la situazione facile al nuovo Alfa. Doveva essere informato di tutti gli sviluppi trovati fino a quel momento, doveva sapere ogni minima parola o fatto, per assicurarsi che gli altri non avessero trascurato niente. Avrebbe avuto da fare per un po’ di tempo. Era appena sorto il sole quando il giovane di Kiri mise piede nella piccola cittadina di Doutha, tranquilla e pacifica come solo pochi villaggi erano a quel tempo, e senza perdere un solo minuto si diresse velocemente verso il luogo che era gli era stato indicato come campo base del team, ormai decimato e ridotto all’osso. Erano rimasti solamente quattro elementi della squadra originaria, di cui uno aveva momentaneamente sospeso le sue mansioni per problemi legati al villaggio, e presto uno degli ultimi rimasti se ne sarebbe andato, accampati in una abitazione dalle modeste dimensioni, subito adiacente alla casa della signora Houmawura Kuji. Era proprio questa signora ad aver richiesto l’intervento delle forze di Kiri e Konoha, e data la sua influenza non era stato rifiutato alcun intervento. Essa aveva recentemente trovato un insolito albero di Pesco piantato davanti alla sua abitazione, e data la pacifica natura del villaggio in cui si trovava era subito corsa a chiedere aiuto, spaventata dal gesto particolarmente anomalo. Le preoccupazioni si erano rivelate adatte alla situazione, che a poco a poco era degenerata, in un modo o nell’altro, lasciando un alone di mistero presso la figura della giovane ed attraente cantante lirica, fino a quando non scomparì, appena poco dopo l’arrivo dei giovani ninja. Ryo aveva letto tutto questo sui vari rapporti che erano stati consegnati, diligentemente, dal chunin del suo stesso paese, che mostravano scrupolosamente molti aspetti della vita della donna ed alcune sue compagnie particolarmente inattendibili, che avevano aiutato il quindicenne a delineare un quadro abbastanza approssimativo riguardo ciò che era successo. Ryo aveva iniziato a pensare alla vicenda ad ogni checkpoint del suo viaggio, sancito dall’arrivo di nuove informazioni da parte dei falchi ninja, addestrati da sempre a portare messaggi a grandi velocità, continuando a non capire perfettamente il perché di tutti quegli avvenimenti privi di senso. Il Mikawa si era già fatto diverse ipotesi su ciò che era accaduto, ma nessuno delle sue illazioni pareva essere minimamente sensata. Ogni singola prova di colpevolezza si intrecciava con un fin troppo palese esempio di innocenza, che rendeva la situazione sempre più intricata. La trama si infittiva sempre più, ed ormai il giovane non poteva far altro che raggiungere il team in cui doveva sub-entrare, e dirigere da lì il resto della missione. Fortunatamente era preparato al meglio per eseguire l’incarico, oltre ad aver acquisito una buona esperienza sul campo per tali missioni, aveva imparato a memoria tutto ciò che poteva esserci sui dossier dei suoi alleati, e ciò gli forniva ottimi elementi per escogitare strategie in un eventuale scontro fisico. Più di così, al momento, non poteva fare altro. Il villaggio di Doutha era molto più piccolo di quel che pensava. Le casette erano quasi tutte uguali, si differenziavano leggermente per dimensioni e colori, ma seguivano lo stesso schema architettonico che caratterizzava la città, che appariva sempre più calma e pacifica muovendosi verso il centro storico. Sembrava quasi che fosse un set cinematografico, le persone erano tanto calme che quasi parevano finte, ed il paesaggio non sembrava quasi vero. Era un villaggio troppo perfetto, secondo Ryosuke, per essere vero. Il genin era abituato alle grandi metropoli, dove il panico ed il crimine non può che aumentare di giorno in giorno, e si sentiva quasi a disagio presso quel piccolo villaggio isolato, che pensava si potesse infettare alla sola presenza di quel piccolo gruppetto di ninja. Non che i quattro avessero scopi malvagi, ma le loro indoli erano sicuramente più aggressive di quelle locali, abituati ad un ambiente di pace e serenità da sempre. Al Kiriano non ci volle più di qualche secondo per raggiungere l’abitazione della giovane donna ormai scomparsa, da ormai diverse miglia aveva accelerato la velocità del suo viaggio, in modo da raggiungere il prima possibile il cottage dove i suoi compagni ninja lo aspettavano. Certo, aveva riposato poco ultimamente, date le urgenze dei suoi compiti, eppure non si poteva permettere di riposare in un momento come quello. Il giovane aprì la porta della grande abitazione con calma, senza affrettare alcun movimento, in una casa piena di ninja non sarebbe stato prudente nemmeno per uno come lui, ed avanzando oltre la soglia di qualche passo si decise a raggiungere il Kaguya che lo aveva preceduto nei compiti. L’abitazione presso cui si erano sistemati i giovani era imponente e sicuramente molto grande, e si allungava maggiormente in profondità piuttosto che in altezza, divisa su cinque piani diversi, che certamente erano stati affidati, uno per uno, ai vari membri del gruppo, in maniera da lasciare abbastanza spazio per tutti. Secondo il Mikawa, però, non era altro che un gran spreco di spazio, sarebbero bastate un paio di camere a contenere l’intero gruppo di giovani, e ciò avrebbe donato ancor più anonimato ai ragazzi, che fino a quel punto si erano spacciati come nuovi vicini e membri del quartiere. Senza dubbio avrebbero potuto trovare di meglio per giustificare la loro presenza in quel piccolo villaggio, ma data la loro prolungata presenza, fino a quel momento, forse era stato un bene. Ryo salì fino all’ultimo piano, dove credeva si fosse messo il capogruppo precedente, l’altezza forniva, in fin dei conti, una posizione di superiorità sugli altri, e quel giovane quindicenne ne era senza dubbio consapevole. Inizialmente persino il giovane Mikawa si trovò a disagio con quel ragazzone, che si allungava in quasi due metri, mettendo particolarmente in risalto la sua costituzione delineata e possente. Non era uno che passava molto inosservato, lo aveva capito, però Ryo non credeva di essere poi così inferiore a lui. Anche tra i Chunin e gli Jonin del villaggio, il Mikawa aveva da sempre dimostrato di possedere ottime doti fisiche, che spesso determinavano i vari incontri a cui prendeva parte. Le ormai fin troppo ripetute carenze nell’utilizzo delle arti magiche aveva, per quel che serviva, contribuito a donare al Genin un corpo di cui andare fieri. Il ragazzone che aveva davanti, il giovane Reed Kaguya, non parve troppo sorpreso nel vedere il Genin della nebbia, forse perché al corrente della situazione politica di Kiri, o forse era solo lungimirante, infatti non perse troppo tempo prima di iniziare a riassumere, il più dettagliatamente possibile, ciò che non era stato descritto nei verbali che spesso erano stati inviati alla madre patria. Eppure, il Kaguya, non era troppo contento di abbandonare in quel modo i suoi compagni e la sua missione, nonostante avesse cose di maggiore importanza di cui occuparsi, quella era comunque una sconfitta per lui. Non era riuscito a completare la missione che gli era stata assegnata, non aveva reso abbastanza onore a se stesso e al suo clan, come Ryosuke pensava volesse fare.
»I due ninja della nebbia, ormai sulla stessa linea graduatoria, rimasero all’incirca una trentina di minuti a discutere di ciò che era accaduto nei giorni precedenti all’arrivo del nuovo Alfa, il Genin si preoccupò di ascoltare attentamente tutto ciò che poteva, iniziando a farsi un idea sempre più chiara di quello che stava succedendo, e solo successivamente si preoccupò di spiegare il motivo del ritiro del Chunin dalla Missione, consegnò una pergamena di trasporto al ragazzo e si assicurò che questi la adoperasse per tornare il più velocemente possibile a casa, dove ormai era atteso. Il Genin si era preoccupato di piazzare una pergamena gemella presso la guardiola alle porte del villaggio, sicuro che fosse controllata dai Chunin in servizio d’ordine, in maniera da evitare perdite di tempo inutili. La pergamena di colore rosso sparì in una nuvoletta di fumo, proprio insieme al membro del tanto famoso clan della Nebbia, e prima di sistemare le sue cose, contenute in un piccolo zaino che fino a quel momento aveva tenuto sulle spalle, si diresse al di fuori della sua stanza e scendendo i piani di scale necessari si ritrovò presso quella che pareva essere una sala di ritrovo per gli Shinobi del Team, già completamente popolata dagli altri membri. Non fu difficile associare i nomi alle rispettive facce, dopo appena pochi attimi aveva già capito chi fosse chi, analizzando i vari segni distintivi che si portavano addosso. Il ninja di Konoha fu il più semplice da individuare, non solo dal coprifronte posto sul bicipite destro, ma anche dalla folta chioma gialla e dalla benda che gli cascava sull’occhio destro, segno di un attacco improvviso che lo aveva apparentemente privato della vista stereoscopica. Il secondo ad essere individuato fu, invece, Gennosuke Koga, segnalato come cieco nella cartella affidata al Kiriano, aspirante della famosa e potente innata tramandata di padre in figlio nel clan Koga, che era sempre meno presente a Kiri negli ultimi tempi. Fujio Senju fu indovinato per esclusione, non rimanevano altri nomi sulla lista del giovane, ed inoltre pareva essere, dal portamento fiero ed impassibile, il più esperto tra tutti i giovani, quale forse era. «Ragazzi, Io sono Ryo, nuovo capogruppo del team incaricato per questa missione.» disse una volta entrato nel campo visivo di tutti, aprendo la giacca verso di loro e mostrando il coprifronte abilmente posizionato all’altezza del cuore, incastonato sotto le bende. «Sub-entro al posto di Reed, che ha altre mansioni da svolgere a Kiri in questo momento. Sono già stato informato, sia dai vari rapporti che sono stati diligentemente inviati ai villaggi, sia dal vostro Capitano in persona, ma credo che ciò non basti per risolvere un enigma del genere. Credo che sia scontata come frase ma: é necessario collaborare per risolvere senza problemi la situazione, che si fa sempre più spinosa.» Fece una piccola pausa, osservando i suoi nuovi compagni, e prima di riprendere a parlare allargò l’angolo della bocca, quasi a formare uno dei sorrisini sghembi che tanto soleva fare, in segno di fiducia verso gli Shinobi nella stanza. «Dobbiamo fare ancora luce su alcune questioni prima di portare a termine il lavoro, quindi vi chiedo di portare un po’ di pazienza. Reed mi ha riferito che questa notte Fujio ha scoperto un uomo parlare con il marito della signora Kuji, penso di aver capito la sua posizione all’interno della faccenda, ma sono ancora solo supposizioni, dobbiamo indagare. Senju, tu dovresti aver visto al meglio quell’uomo, quindi ti chiedo di andare in cerca di informazioni su di lui. Mugiwara, tu ti recherai al ristorante della signora Euhin, vorrei che le rivelassi che siamo Shinobi e che indaghiamo sulle strane vicende che si sono mostrate negli ultimi tempi qui a Doutha. Stai molto attento alla sua reazione. Chiedile anche se per caso ha mai visto Sterku, o comunque se ne conosce l’aspetto, e confronta le informazioni ricavate con quelle dell’uomo di questa notte. Tienila d’occhio per il resto della giornata senza farti notare, seguila e facci sapere dove andrà, con chi si incontrerà e che cosa farà. Koga, tu dovrai recarti dal marito della signora, e dovrai chiedergli che cosa sa sull’uomo che questa notte gli ha fatto visita. Quando avrai finito dovrai tornare qui, dove organizzeremo un piano di informazioni per far luce sulla vicenda.». Prese fiato un secondo, e guardando i suoi compagni ultimò il suo discorso. «Ci incontreremo al calar del sole qui, dove confronteremo le nuove scoperte e vedremo di concludere la missione. Abbiamo già perso diverso tempo, adesso andate».
____________________________________
Presso il ristorante Da Hatsumomo
La giornata aveva da poco preso inizio al villaggio, e non erano passati troppi minuti da quando la giovane ed affascinante Euhin si era svegliata, nel suo letto caldo, coronato da soffici lenzuola candide, che la avvolgevano delicatamente. Per lei pareva essere una giornata come tante, dove avrebbe eseguito la solita routine di tutti i giorni, andando al mercato, mettendosi a cucinare per il ristorante e sistemando le solite e semplici faccende che la coinvolgevano quotidianamente. Eppure non pareva essere la solita Euhin quella che si era svegliata e delicatamente si era posizionata sotto un gesto d’acqua calda, per rinvigorirsi dalla notte fredda, che accomunava tutte le zone del paese. Era molto più nervosa del solito, tanto che per ogni cosa ci metteva il doppio del tempo, da una parte per acquistare forza, e dall’altra per evitare di fare casini di ogni tipo. Le tremavano le mani, quasi avesse la febbre, e quel sorriso dolce e gentile che ogni mattina le si dipingeva sul volto, ormai, era sparito, lasciando spazio ad una preoccupante espressione di paura. Certo, tutto questo misto di sentimenti era celato all’interno del suo cuore, e si manifestava solo sottotono attraverso la pelle della giovane rossa, lasciandola leggermente debilitata. Qualcosa era successo, qualcosa la aveva spaventata, ma evidentemente non poteva fare niente a riguardo. Nonostante la sua situazione, in quel momento, fosse particolare e drammatica per la giovane donna, pareva molto propensa a continuare la giornata come al solito, non si sarebbe fermata per quell’intoppo che ancora presentava una particolare oscurità, proprio per questo la giovane donna si stava giusto vestendo per andare al mercato, come faceva tutti i giorni, a comperare ciò che le serviva per offrire ai suoi clienti i piatti che più piacevano, quando ricevette quella che pareva essere una visita inaspettata. Alla porta, ormai verso le ore nove del mattino, un giovane dai capelli biondi si sarebbe presentato a lei, per la prima volta mettendo in chiaro tutte le doti e le qualità del gruppo di giovani che aveva invaso la casetta proprio adiacente a quella della sua amica.
| Chakra: 210/210 Energia: Rossa Condizione Mentale: Rilassato Condizione Fisica: Illeso Consumi: // Techiche utilizzate:// Bonus: Velocità +60%; Forza +30%. Malus: // Equipaggiamento: 5/5 Kunai; 2/2 Fuuma Shuriken, 1/1 Makibishi; 1/1 Carte Bombe; 2/2 Bomba Gelo, 1/1 Bomba Scoppiettante; 4/4 Fumogeni; 4/4 Flash; 1/1 Katana; 2/2 Tonici azzurri; 1/1 Tonico Rosa; 1/1 Accendino; 1/1Guanti con Lamina. |
|