Corso K-20

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Zoro_Roronoha
view post Posted on 3/7/2010, 14:23




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Pensato
Parlato Altrui


...Capitolo Quattro...
...Imprevisto...
I
l colpo sferrato all’avversario non andò a segno come da previsione: Kimimaro si spostò appena in tempo per evitare l’attacco diretto. Ma nonostante ciò, non fu totalmente vano. Riuscii a sfiorargli la guancia sinistra, provocandogli un leggero livido. Un espressione da gradasso mi si dipinse in volto, forse per aver fatto vedere al Kaguya che non ero solo un novellino, ma il combattimento continuava e dovevo continuare a dare il meglio di me per non essere sopraffatto da quel individuo al quanto irritante. Dopo quell’attacco l’adrenalina cresceva all’impazzata nel mio corpo e la voglia di prendere a pugni quel bifolco era irrefrenabile. Le sue parole, i suoi gesti, tutto di lui mi irritava in un modo mai provato prima. Il suo contrattacco però fu immediato. Fece un giro intorno all’albero e si posizionò dietro di me. Subito, sferrò un calcio diretto alla mia gamba destra. Con molto stupore cercai di evitare l‘attacco saltando lateralmente verso sinistra ma il colpo andò a segno lo stesso, ma senza gravi conseguenze: solo una leggera contusione. Mi sbilanciai e per evitare di finire con la faccia a terra appoggiai le mani al suolo e mi slanciai all’indietro ritrovandomi nuovamente sulla superficie. Appena ripreso dal colpo cominciai a studiare una controffensiva, guardando la posizione dell’avversario e il territorio circostante.

Da questa posizione, sicuramente, sprecherei solo forze inutili. Forse sarebbe meglio attendere che scenda, per poi affrontarlo a terra.


Intanto, il tempo stava per cambiare. Grosse nuvole, cariche di pioggia si erano posizionate sopra le nostre teste. Da un momento all’altro sarebbe iniziato a piovere, cosa non molto rara nel paese di Kiri. Mentre controllavo il tempo e pensavo al da farsi mi levai in piedi e mi misi in posizione di difesa, la quale però si dimostrò inutile perché il mio avversario cambiò improvvisamente bersaglio. Si catapultò direttamente verso Shinichi, ancora atterra dopo l’attacco subito da Kimimaro. Quest’ultimo saltò dall’albero e si precipitò con un calcio dritto allo stomaco di Shinichi. Poi cominciò a muovere le mani in uno strano modo. Quasi magicamente, come se il cielo stesse guardando la scena, cominciò a piovere a dirotto, come a dire che qualcosa di tragico stava per accadere. Mi focalizzai sulle mani del ragazzo.

Aspetta. Ma quelli sono i sigilli per la tecnica del soffio artico. Cosa pensa di fare quello stolto. Non ha sentito le parole del sensei? Non può usare tecniche. E per giunta contro un avversario privo di sensi. Questo è troppo. Ma chi si crede di essere? Dio forse? Non può giocare con la vita delle persone.


Lo scontro cominciava a perdere il suo vero significato così decisi di intervenire, anche a costo di giocarmi l’esame per diventare genin. Cominciai a correre verso Kimimaro, anche se i movimenti risultavano più lenti del solito a causa dei vestiti bagnati e del terreno che in pochi istanti si era trasformato in una distesa di acqua e fango. Feci appello a tutte le energie che mi restavano in corpo e corsi più forte che potei. In qualche secondo mi trovai sull’obbiettivo. Mi posizionai di fronte a Kimimaro, a circa un metro di distanza, con le braccia aperte. Intanto lui stava per scagliare la sua tecnica, che se mi avesse colpito da quella distanza mi avrebbe sicuramente messo fuori combattimento. Non esitai un momento: la vita di un ragazzo, anche se arrogante e presuntuoso, era più importante di uno stupido esame. Eseguii il sigillo dell’ariete, colpii con il piede destro il terreno ed una pozzanghera, seguita da uno spruzzo d’acqua uscì dal sottosuolo, come un muro. Se fossi riuscito a bloccare la tecnica avrei salvato sia me che Shinichi dal peggio. Poi mi sarei avvicinato a Kimimaro e con voce furiosa avrei cominciato a urlargli in faccia, prendendolo dal colletto della veste.

Ma cosa credi di fare eh? Non ascolti o vuoi fare di testa tua? Il sensei ha detto niente armi e tecniche, e te che fai?? Usi una tecnica così pericolosa e per di più addosso ad un tuo compagno di clan?


I miei occhi si infuocarono. La presunzione e la stupidità di quell’azione mi avevano fatto andare su tutte le furie, e mi trattenni da tirargli un pugno dritto nello stomaco. Intanto la pioggia continuava la sua discesa infinita. I miei vestiti erano completamente bagnati e faticavo a respirare a causa della folle corsa. Poi mi girai verso il sensei, ripresi fiato e cominciai a parlare, sempre con tono adirato.

E lei cosa fa? Perché non è intervenuto? A lei basta stare lì seduto a leggere le sue scartoffie vero? Allora perché dovremmo continuare questo incontro eh?


Mi voltai di lato, sputai a terra e poi continuai a parlare con tono arrogante e con aria di sfida.

Beh sapevo che i ninja di Konoha erano degli incapaci ma non fino al punto di mettere a repentaglio la vita dei propri studenti.


Voltai le spalle e mi diressi verso un albero per trovare riparo. Mi fermai un istante e rivolsi al sensei un ultimo interrogativo.

Ah! Un ultima cosa. Vuole almeno farci l’onore di conoscere il nome di questo insignificante uomo?


Sotto il diluvio attendevo, almeno questa volta, una risposta. Sapevo a cosa sarei andato incontro. Molto probabilmente avrei rivisto quegli occhi diabolici, o forse peggio: avrei visto un vero demone all’azione. Ma questa volta era diverso: rimasi immobile, senza paura o timore di una qualunque reazione.


SPOILER (click to view)

¤Status¤

Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 45/50
Condizione Mentale: Pronto a tutto
Condizione Fisica: Leggera contusione alla gamba destra
Consumi: 5 per tecnica del geyser respingente
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 1/1: Tecnica del Geyser Respingente
Villaggio: Kiri (Orig. Nebbia)
Posizioni Magiche: Ariete; (molto veloce)
Descrizione: Questa tecnica permette di dare vita ad una piccola colonna d'acqua, da un punto a terra a meno di cinque metri dall'esecutore.
Dopo l'esecuzione dei seals, si sbatte con forza un piede a terra, così da smuovere la quantità d'acqua presente nel sottosuolo, comprimendola.
La tecnica è preannunciata da una piccola pozzanghera, dalla quale sghorgherà un getto acquatico che avrà un doppio ruolo.
L'utilizzo del getto è doppio: è possibile tentare di respingere il bersaglio, con la pressione creata dalla colonna. Nel caso in cui la colonna colpisse l'avversario esso verrebbe sbalzato nella direzione opposta al getto per un totale di metri dettati dal grado, e risulterà inoltre leggermente stordito fino al termine del turno, per l'impatto;
Oppure è presente un uso difensivo, è possibile utilizzare il getto d'acqua per bloccare un attacco con armi, che non abbiano potenza superiore a quella d'un kunai.
Ciònonostante la tecnica non ha proprietà offensive, e non è in grado di infliggere alcun danno. La tecnica è di rapida esecuzione, ottima se usata in combinazione con armi a distanza.
[Distanza max. d'allontanamento: Reclute 2 Metri, Studenti 4 Metri, Genin 6 Metri]
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 5 - Consumo: Basso)

Bonus:-
Malus:-



OffTopic: chiedo nuovamente scusa a tutto il corso per il disagio.
 
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¬Kob
view post Posted on 5/7/2010, 20:49




CITAZIONE

Jest, il tuo post non è dei migliori, ed hai fatto diversi errori che più volte ti ho corretto. Spero che sia solo una fase perche altrimenti, se continui così, potresti non superare il corso. Nonostante tutto, leggendo il tuo allenamento ed i tuoi precedenti ti concedo la Gialla e, per il momento, 10 exp e 35 ryo

Zoro, nonostante tu abbia avuto problemi personali e abbia postato in ritardo, dopo mio previo consenso, il tuo post non è malaccio, e sei riuscito a mettere in risalto il carattere del tuo personaggio in maniera adeguata. Però non fare più, come hai fatto in questo post, di supporre azioni fatte o non fatte degli altri personaggi. Ti meriti l'energia gialla e come Vittorio un piccolo compenso, per aver finito la prima parte del post: 10 punti exp e 45 ryo.




•Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario.
~Alberto Savinio



~Narrato
»Parlato
•Pensato



≈ Pianure Nascoste



~Era mutevole il tempo in quella zona del globo, in un momento le fioche luci del sole che irroravano la neve, rendendola appariscente e cristallina, si oscurarono, coperte dalle nuvole nere, cariche di pioggia, che a momenti avrebbero rinfrescato ancor più l’aria presente, gelida e stregata dal clima maligno a cui Kiro si era ormai abituato. In quei due giorni trascorsi nel paese della nebbia, il ninja medico si era occupato quasi unicamente dei suoi affari, andando in giro ad organizzare il suo soggiorno. Era stato già diverse volte in biblioteca, dove aveva preso a noleggio un libro sui territori circostanti e particolari di Kiri, un libro sulle proprietà medicinali dei materiali unici di Kiri ed uno sulla storia dei famosi maestri artigiani originari della nebbia, che presto avrebbero fatto comodo al giovane Joshua. Per quanto fosse convincente il ragazzo, doveva difendere i suoi affari, e certamente se avesse detto all’Hokage il vero motivo per cui fosse così interessato a quel paese, quel permesso non lo avrebbe ricevuto di certo. Gli affari loschi restano affari loschi, e certamente non tutti ne vogliono prender parte.
Quella mattina, il giovane Yakushi, si era dedicato quasi unicamente a lui, nonostante avesse preso parte a quel corso accademico come Sensei, rifugiandosi nella lettura di uno dei tanti libri che aveva raccolto in libreria, e che aveva quasi finito di leggere, apprendendone i segreti racchiusi tra le bianche pagine. Si era già divorato parte dei libri, partendo da quelli che gli interessavano maggiormente, ed era ormai arrivato alla fine del libro che gli avrebbe risolto il problema della durata del corso a Kiri, che con la sua conclusione avrebbe sancito anche il termine della durata del ragazzo presso quelle lande sempre innevate. Per quanto poco gli interessasse quel corso, il chuunin era costretto a farlo durare il più possibile, così da avere il tempo necessario per svolgere in tranquillità i suoi affari, e per fare ciò avrebbe dovuto presentare delle motivazioni adeguate. Per questo motivo il chuunin aveva preso alcuni libri in quella libreria, per potersi informare particolarmente dei luoghi e delle peculiarità dei luoghi poco distanti da quel villaggio, così da conciliare diversi obbiettivi da completare. Aveva dunque organizzato il lavoro del giorno successivo con quei tre allievi, e continuava ad occuparsi dei suoi affari attentamente. Nonostante questo, però, non poteva non tener conto degli avvertimenti delle sue abilità di percezione, che avevano iniziato a tintinnare come fossero campanellini. Non che questo interessasse particolarmente al chuunin, ma avrebbe certamente dovuto fare qualcosa per preservare la vita di uno di quei tre giovani che ormai era posta sul filo di un rasoio molto affilato. Era uno dei due Kaguya, quello di età maggiore che aveva fornito un idea più o meno precisa di che personaggio era. Nonostante la sua spacconaggine e la sua età nettamente maggiore era riuscito a fare la figura dell’imbecille, non riuscendo a parare o schivare un colpo frontale di un suo parente e si era messo in una posizione pericolosa che si sarebbe complicata se il suo sensei non si fosse sbrigato. Grazie all’abilità percettiva del chakra, il giovane Yakushi era riuscito a percepire un accumulo di chakra nella laringe del suo opponente e dell’altro ragazzo, che volenteroso si stava posizionando davanti al Kaguya, cercando di trovare un modo per salvare la pelle di tutti gli studenti. Joshua si era dunque mosso per fermarlo. In un frangente il chuunin era arrivato presso i tre studenti che si stavano fronteggiando, ed aveva fermato la composizione dei sigilli del quattordicenne e dell’altro kiriano, che stava ormai caricando una qualche tecnica per salvare la situazione, poi interruppe l’incontro.
«Per oggi abbiamo finito. Domani ci incontreremo alle porte sud del villaggio alle ore 9.00 in punto.» Disse rivolgendosi generalmente alla classe poi, girandosi verso il Kaguya che non aveva dimostrato alcuna abilità combattiva aggiunse: «Tu puoi anche evitare di venire, non mi servi...».
Sputò una sentenza con tono freddo e distaccato, senza fornire nemmeno uno sguardo completo allo studente. Recuperò le sue cose in fretta, senza perder troppo tempo, e prima di andarsene completamente da quel campo d’addestramento che avrebbe visto facilmente nei giorni successivi si girò verso i suoi studenti.
«Potete chiamarmi Kiro...»

Il resto della giornata, per il Konohano, non fu particolarmente entusiasmante. Si ritrovò a mangiare un boccone vicino all’alloggio dove riposava, e successivamente era andato nuovamente in biblioteca a cambiare alcuni dei libri che aveva preso, ormai letti dalla prima all’ultima riga d’inchiostro, e a richiederne altri in custodia, in maniera tale da avere le informazioni necessarie a completare con successo tutti gli obbiettivi che si era prefissato. Tornò al suo ostello poco dopo, rintanandosi nella sua cameretta gentilmente offerta dall’accademia della Nebbia, e si cimentò fino a sera in nuove letture che gli aprirono nuovamente la mente, indicandogli con esattezza la posizione della persona che in quel momento cercava di più al mondo. Gli si illuminarono gli occhi quando lo venne a sapere, ed anche se non mostrò, come sempre, le sue emozioni apertamente, dentro di lui si concretizzarono i piani che negli ultimi giorni non aveva fatto altro che perfezionare.
I minuti passavano, scorrevano veloci sul quadrante del bianco orologio sulla parete della stanza del giovane di Konoha, che pareva quasi esser ossessionato dai suoi piani, più di quanto non fosse mai stato, nonostante quella situazione la immaginava da quasi una vita, e quando di nascosto, aveva iniziato a stabilire le tappe della sua vita, non esibendo alcun sentimento nei suoi movimenti, non pensava che si sarebbe deteriorato in quel modo, e che avrebbe perso il controllo della mente sul corpo. Joshua era lì, in quello sgabuzzino, rintanato ad analizzare a fondo quelle scritte apparentemente prive di significato, concentrato talmente tanto da non sentir più altri rumori. Non sentiva più il rumore delle lancette che si muovevano, non sentiva il suo della pioggia che batteva contro la finestra con veemenza e non sentiva nemmeno lo scricchiolio del pavimento del piano superiore di quella camera, che solitamente lo infastidiva non poco. Era tutto concentrato, quando ad un certo punto, quasi avesse interrotto un momento spannung durato a lungo, un suono, proveniente oltre la porta della stanza in affitto lo disturbò e lo incuriosì. Si alzò facendo leva sulle ginocchia, si mise in posizione eretta e tutto composto aprì la porta, all’erta come sempre. Non aveva paura di un qualche assalto, era bravo a capire le intenzioni della gente, soprattutto quando riusciva a sentirne il battito cardiaco grazie al suo eccellente udito, di cui ormai era riuscito a capirne il funzionamento. Oramai, riusciva a capire i cambiamenti d’umore della gente quando gli era particolarmente vicina, distinguendone quasi rispettivamente ogni tipologia di battito, da quello lento e rilassato, fino a quello veloce ed irrequieto, proprio come quello di un uomo che ha la morte in faccia. Anche grazie a questo, spesso il Konohano riusciva a comprendere quello che le sue vittime, quando ne doveva fare, provavano prima di essere uccise da lui, e quel sentimento lo compiaceva, lo faceva sentire potente, quasi quanto un Dio, anche se sapeva che cose come quelle, come gli Dei, non esistevano. Spesso si convinceva che non ci fosse nessuno al di sopra di quel piano astrale, qualcuno di tanto potente da essere in grado di manipolare e di far fare a tutti ciò che si vuole, perchè altrimenti avrebbe dovuto significare che quel Dio si divertiva ad assistere alle atrocità della gente, atrocità che spesso anche lui era costretto a fare, ed allo stesso tempo subire, riportando alla mente spiacevoli fatti della sua infanzia.
Kiro aprì la porta lentamente, la lascio cigolare, per evitare una qualche reazione improvvisa del nuovo arrivato, e con un tono normale iniziò ad occuparsi della situazione che si stava creando.
«Desidera?» disse pacato ad un giovane di circa vent’anni, con barba e baffi ed un espressione fredda sul volto, quasi fosse stato costretto a fare ciò per cui stava lavorando.
«Sono qui per informarla che domani nuovi allievi prenderanno parte al corso. Pur non essendo natii di questo paese, però, spero siano ben accetti sotto la sua ala protettrice.» rispose ufficialmente.
«Fornitegli le indicazioni necessarie per arrivare al punto di ritrovo, prima di andarmene ho lasciato scritte le mie intenzioni presso l’ufficio amministrativo. Sono sicuro che sarà lieto di recapitarle a chi di dovere.» Affrontò, quasi sfacciatamente, quello che pareva essere a tutti gli effetti un ninja di bassa levatura. «Arrivederci.», aggiunse prima di chiudere la porta in faccia al giovane, e recuperare quei fascicoli contenenti le informazioni necessarie riguardo ai nuovi arrivati, prassi per i “forestieri”.
Ritornò a leggere pochi attimi dopo, giusto il tempo di esaminare superficialmente quei pochi fascicoli, e passò tutta la serata in quel modo. Mangiò un boccone al volo verso le undici di sera, orario di chiusura dei locali, per poi tornare in camera ad amministrare i suoi affari, ed infine, andare a dormire.

Si svegliò, come di suo solito, ad un orario poco comodo, che lo costrinse a correre per arrivare in tempo all’appuntamento con la sua classe alle porte del villaggio. Si lavò e si vestì in fretta, mettendo sotto i denti una ciambella, prese il suo equipaggiamento ed un paio di rotoli di pergamena a lui molto importanti, uscì di casa e arrivò sul pelo dell’unghia al luogo d’incontro. A poco a poco, i giovani arrivarono, chi prima chi dopo, ma sempre nella fascia oraria giusta, ed una volta che tutti furono presenti, il giovane ninja medico iniziò a partire verso il luogo che avrebbe ospitato il corso accademico diretto da Joshua Kiro Yakushi, che distava all’incirca un paio d’ore di marcia dal villaggio.
Kiro iniziò a camminare a passo spedito, attento che nessuno dei suoi allievi si perdesse dietro di lui, ed intraprese dopo poco tempo una stradina sdrucciolevole non ancora innevata completamente, che avrebbe portato i giovani presso le pianure più vicine ai monti su cui vi era la dimora di un paio di loschi banditi, che segretamente custodivano le gemme che tanto servivano al Konohano. Camminavano, passo dopo passo, scrutando il paesaggio circostante che mutava di minuto in minuto, passando da una pianura in fiore ad una montagna innevata, accompagnati dalle bianche e soffici nuvole che nel cielo seguivano la traiettoria del piccolo gruppetto. Era stranamente sereno quella mattina, non vi eran grosse minacce di temporali o tempeste, anzi, sembrava stranamente pacifico quell’ambiente, contornato da un cielo azzurro con sparse delle nuvole di panna. Certamente nessuno si sarebbe aspettato una torrenziale pioggia, che solitamente accompagnava le uggiose giornate a Kiri.
Il ninja, seguito a ruota dai suoi apprendisti, arrivò presso il luogo tanto cercato dopo circa due ore e mezza di cammino, durante il quale il silenzio venne più o meno rispettato da tutti, forse ancora troppo stanche per parlare, o semplicemente troppo ostili fra di loro per socializzare, soprattutto visti i villaggi differenti a cui appartenevano i quattro. Quella su cui si fermarono era una pianura nascosta oltre un passo ostile tra due montagne, dove erano state scoperte alcune risorse naturali di particolare interesse per Kiro, che ormai non aspettava altro che il momento propizio per recuperarle.
Se Kiro avesse fatto tutto da solo, probabilmente non avrebbe avuto alcun problema ad entrare in possesso di tali materiali, ma c’era l’inconveniente che doveva fare da balia ad un branco di ragazzini, che avrebbe certamente notato qualcosa, ed inoltre, grazie a quei ragazzini, poteva restare maggiormente presso quel territorio. Aveva così deciso di mettere alla prova le loro qualità, e di lasciare a loro il compito di portare quelle gemme al medico, che supponeva già che qualcuno avesse messo delle trappole per evitare che quei sali particolarmente rari venissero trafugati. E’ certo,però, che i mercanti non hanno la gran astuzia ed abilità dei ninja nel mettere delle trappole, per questo motivo Kiro era particolarmente tranquillo all’idea di lasciare da soli quei giovani, così, dopo averli fatti riposare un paio di minuti su quel prato parzialmente ricoperto da batuffoli di neve, iniziò a spiegare loro l’esercizio che avrebbero fatto da li a pochi minuti.
«Ragazzi, siamo ormai giunti nel luogo in cui dovrete eseguire il vostro prossimo esame. Presso questa pianura, esattamente in quella direzione» disse indicando il nord «Vi è un oggetto di vitale importanza per me. E’ un cristallo di fenolo, della grandezza di un pugno, che ha proprietà interessanti che vorrei studiare a fondo. Voi dovrete lavorare insieme per recuperarlo, superando diverse difficoltà Naturali, trappole e ci potrebbero anche essere degli animali o dei ninja a sorvegliarla. Fate molta attenzione, e soprattutto portatemi quell’oggetto.»
Detto ciò, proprio come aveva fatto il giorno precedente, si stese sotto al sole, ed iniziò a leggere una delle due pergamene che aveva portato con se.
«Cominciate!»



S t a t u s

Generalità ~
Nome: Yakushi Kiro
Villaggio: Konohagakure
Grado: Chuunin
Energia: Rossa

Chakra: 300/300
Condizione Mentale:Attento
Condizione Fisica: Illeso
Consumi: //
Armi svelate://







Per il prossimo post avete fino a martedì prossimo alle 00.00 ed il post dovrà essere di circa 80 righe con i parametri descritti nel primo post. Per quanto riguarda il compito qui di seguito posterò un immagine rappresentativa con le trappole e i pericoli da superare. Organizzatevi voi stessi per i turni di postaggio e calcolate che dovete fare lavoro di squadra per superare bene la prova.
Ah... Scusatemi per la qualità dell'immagine.

SPOILER (click to view)


Allora... La zona marrone che si trova presso la base dell'immagine è fango, e dovrete trovare un modo di superarlo senza caderci dentro per evitare problemi.
Una volta arrivati presso la zona blu, dai punti rossi, presso di voi verranno scagliati diversi kunai da cui vi dovrete difendere.
Successivamente vi trovere a combattere due lupi di energia gialla, che dovrete sconfiggere per arrivare al cristallo che è quella parte colorata di Fucsia.

Naturalmente non dovrete descrivere l'esito delle situazioni, ma solo lo svolgimento dei vostri attacchi e delle vostre difese.
Per qualsiasi cosa contattatemi per mp o per msn.




 
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view post Posted on 6/7/2010, 10:01

La gente vede la follia nella mia colorata vivacità e non riesce a vedere la pazzia nella loro noiosa normalità

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Provincia di Asti

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Konoha
» |Nome Pg: Fuji Nara
» |Rango: Studente
» |Abilità Innata: Controllo Ombra
» |Status Mentale: calmo
» |Status Fisico: Illeso
» |Status Chakra: Calmo
» |Quantità Chakra: 50
» |Villaggio:Konoha
» |Scheda Pg: Fuji Nara


» |Equipaggiamento:
» |Shuriken: x 5
» |Kunai: x 2
Quella mattina… Quella tremenda mattina a Kiri. Ebbene si, i miei genitori hanno deciso di iscrivermi all’accademia ninja, ma purtroppo dato che in quel periodo ero a Kiri con mio padre e dato che i due paesi ora come ora sono alleati ho deciso in prima persona di andare a fare l’accademia lì, in fondo mio padre era con me in caso fosse successo qualcosa di brutto, e comunque sia per una scuola vale l’altra, basta finire questa tremenda tortura… Mi alzai un po’ di malumore pensando:

Damn… Muaaah… Questa mattina è la fatidica mattina dell’inizio dell’accademia ninja. Spero veramente questa tortura finisca al più presto almeno posso finalmente andarmene da questo posto, tornare a casa e fare un po’ il ninja come si deve e facendo qualcosa che finalmente mi piace. Mi hanno detto di presentarmi alla porta sud di Kiri, luogo alquanto normale da quando sono qui, circa 3 settimane, spero solo di finire in fretta questa seccatura… Muaaaaah…

Andai a fare colazione e salutando mio padre mi vestii, ovviamente mi lavai, e cominciai ad andare verso la mia destinazione. Benchè non si vedesse molto esteriormente dentro di me ero comunque emozionato, in fondo era la prima volta che facevo qualcosa che poteva interessarmi. Passeggiavo tra le strade di Kiri e mi fermai vedendo un piccolo bar locale. Decisi, dato che era ancora presto, di fermarmi a fare colazione, in fondo non l’avevo ancora fatta. La vita dentro quel bar sembrava piena di se, tanto che c’erano anche delle persone che cantavano e ballavano, benché fosse mattina presto, non erano neanche le 9. Mi sedetti al bar aspettando che qualcuno mi servisse per qualche minuto. Dopo un po’ una signorina con il tipico grembiule da cameriera si avvicinò e mi disse con voce cordiale.

Ciao cosa ti posso portare per colazione? Sta mattina abbiamo brioche con marmellata, cioccolato, focaccia, pizza, qualche pasticcino e del the d’importazione.

Bah ora come ora ho voglia di qualcosa di caldo, mi puoi portare una tazza di the con dei pasticcini? Li gradirei molto grazie.

Dopo qualche minuto ritornò la ragazza con un vassoio, era decisamente la colazione che avevo ordinato. Mise gli oggetti sul tavolo e prendendo il borsellino pagai il conto direttamente, poi notando che mancavano ancora 20 minuti prendendomela comoda bevvi tranquillamente tutto il the e mangiai quei squisiti pasticcini. Intanto i minuti passavano molto in fretta e la mia emozione che avevo all’inizio stava crescendo pian piano. Dopo aver finito tutta la colazione mancavano solamente 5 minuti all’inizio. Sapevo che bene o male avrei dovuto impiegarci 3 minuti ad arrivare camminando allora uscii dal locale e mi incamminai verso il luogo. Kiri era veramente viva come città nonostante il fatto che sia una città circondata dalla nebbia gli abitanti sanno perfettamente dove andare e non si scoraggiano affatto, anzi per loro sembra anche meglio che ci sia questa nebbia.

Per fortuna è da un po’ che sono qui quindi mi ci sto abituando, ma è comunque difficile orientarsi con questa nebbia… Per fortuna che il posto dove devo andare io non è tanto lontano. Già la mia voglia sta calando e peccato che non sono rimasto in quel bar a chiedere se dopo il lavoro quella giovane ragazza avesse da fare… Beh ora non distraiamoci, la strada per andare alla porta è questa, non mi manca affatto molto. E così si avvicina il momento in cui comincio l’accademia. Meglio non agitarsi troppo e andare con la solita calma con cui convivo… Siamo arrivati finalmente, speriamo solo vada tutto bene.

Nel frattempo che camminavo stavo pensando quelle cose. All’ultimo girai l’angolo di una casa e notai il grande portone di Kiri, quello sud esattamente. Come avevo sospettato era quello il portone giusto, anche perché c’era scritto sull’arco che formava il portone. Stavo camminando pian piano con le mani in tasca verso quel grande portone. Arrivato lì vicino c’era una piccola panchina dove ci si poteva sedere e così feci. Dopo essermi seduto alzai lo sguardo al cielo e con le mani incrociate dietro la nuca notai che c’era solo della fitta nebbia. Era talmente fitta che non lasciava nemmeno uno spiraglio al sole.

Qui il paesaggio è tutto uguale. Nebbia, colline, nebbia, case e ancora nebbia. Ok che il villaggio si chiama così, ma a Konoha mica siamo in mezzo a delle fiamme in modo perenne. E specialmente al villaggio della Foglia mica siamo sommersi dalle foglie, ce ne sono ok, ma non più di quello… Che seccatura… Ora dovrebbero arrivare anche gli altri con il sensei di Konoha, spero solo che finisca presto la giornata. Voglio imparare a controllare la mia ombra in modo pratico ed efficace, ecco perché sono qui. La possibilità di controllare la propria ombra a mio parere è un’abilità veramente particolare e bella, specialmente a livelli più avanzati quando si può controllare in modo tridimensionale la propria ombra, spero solo di riuscire a farcela. Il tempo sembra non passare qui a Kiri, ecco perché forse sono così allegri. Sono incuranti del tempo, in un posto dove è tutto uguale e l’unica cosa che cambia sono le persone. Avere 19 anni e dover ancora andare all’accademia non è cosa da molto, anzi tutt’altro. Ho deciso però di cominciarla ora perché mi sentivo nettamente più sicuro di me, e non me ne pento ora come ora. Le scelte di un uomo comporteranno conseguenze non solo a lui ma alla maggior parte delle persone a lui legate, e come tale l’uomo creerà caos, caos che non porterà altro che caos, e da quel caos che ora come ora ci sono i 5 grandi paesi ninja, ed esistono i ninja. E’ una gran seccatura dover pensare a tutto questo, e pensare che finchè esisterà l’uomo esisterà il caos, e se esisterà il caos questo scempio non avrà mai fine. Non sono io a decidere dell’intera umanità, ma posso fare del mio meglio per far si che questo caos non si diffonda intorno a me e ai miei cari.

Mentre pensavo ciò pian piano cominciavano ad arrivare delle persone, non sapevo se erano dei compagni oppure no, ma di parlare con dei ragazzini sinceramente non ne avevo molta voglia. Aspettai l’arrivo del sensei che di lì a poco ci avrebbe notato, e infatti fu così. Successivamente ci portò in un posto a due ore di cammino da qui. Ero ancora più scocciato dato che la distanza non era indifferente. Una volta arrivato in quel posto finalmente era ora. Il suo interesse era più che altro su due pietre preziose che si trovavano aldilà di trappole, animali feroci e altro. Subito mi venne in mente qualche motivo per il quale volesse quelle pietre:

Mio padre una volta mi ha spiegato che qui a Kiri si possono trovare quelle pietre e me ne ha fatta vedere una, per fortuna so com’è ma il problema è collaborare con gli altri. Per ora sto a studiare quei ragazzi per notare il loro carattere, anche se le presentazioni non sarebbero comunque di maleducazione. Per fortuna ho avuto tempo di leggermi buona parte della biblioteca tra una pausa e l’altra. Con quelle pietre si può mescolare la loro essenza con erbe essenzialmente della zona per produrre effetti anche divertenti, quindi la possibilità che voglia creare un veleno sono anche plausibili, ma sinceramente finchè non vuole beccare me non interessa affatto. Anche perché non ho voglia di mettermi in questi tipi di guai, meglio starne fuori come al solito.

Nel frattempo che pensavo queste cose stavo attento a ciò che facessero gli altri compagni di squadra. Dopo qualche secondo notai che il sensei era sdraiato a terra che si liggeva dei rotoli, allora mi girai verso gli altri e dissi con voce piuttosto cordiale:

Ciao a tutti sono Fuji. Bene ora che le presentazioni sono finite penso che possiamo andare, non credete anche voi?

Nel frattempo, sia che avessero risposto oppure no, stavo molto attento a ciò che sentivo e vedevo, per un paio di motivi alquanto logici: il primo era sempre per studiare le reazioni dei miei compagni, cosa alquanto furba da fare e affatto scortese, la seconda era perché dato che la prova era cominciata poteva già succedere qualcosa, ed è sempre meglio prevenire che curare. Nel mentre che dicevo quelle parole il mio sguardo era attento a tutto ciò che poteva interessarmi, effettivamente ben poco, ma almeno ciò che doveva riguardare la prova, come ad esempio il terreno dove ci dovevano essere le due pietre. Riuscivo a notare solo l’inizio del posto e notai nettamente della fanghiglia d’innanzi a noi con dopo fin troppa tranquillità, e la cosa mi puzzava fin troppo di trappola.

Tecniche e Slot

 
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view post Posted on 6/7/2010, 13:48

Anbu

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"Non è che io abbia paura di morire. E’ solo che io non vorrei essere lì quando accadrà.”



Narrato
Parlato
*Pensato*



[size=1] Scontro finito! - Il nuovo compito.


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Sotto quell'incessante pioggia stava per essere completata la strategia di Kimimaro, mettere fuori combattimento l'altro Kaguya. Ma improvvisamente il Roronoha gli si fiondò davanti dando un calcio in una pozzanghera e impastando chakra con i sigilli. Forse una tecnica anche la sua, che avrebbe dovuto difendere lui e Shinichi. Ma mentre i due ragazzi stavano per sfoderare le loro “armi”, vennero fermati dal Sensei. A Kimimaro era stata bloccata sul nascere la sua tecnica, un lampo fermò le sue mani e quelle di Zoro che si era accinto a difendere quell'inutile persona. Lo stupore sulla mia faccia si fece molto vistoso, sia quando il Roronoha si difese, sia quando il Sensei lo fermò. Ormai l'incontro era terminato, non c'erano vincitori, ma solo un perdente, Shinichi, che venne bocciato, visto che non serviva al sensei per i suoi “scopi”.

*A me non servi... Sono state queste le parole del sensei... Cosa avrà voluto dire? Dobbiamo fare altro?*

Questi dubbi sorgevano nella mente di Kimimaro. Mentre pensava a questo il sensei accennò qualcosa su una specie di missione che si sarebbe tenuta poco fuori da Kiri, l'incontro sarebbe stato la mattina seguente alle ore 9:00. Kimimaro aveva un giorno per cercare di riposarsi dopo il combattimento. Dopo le parole del Sensei disse a Zoro:

Complimenti, bell'incontro, però speravo che tu non ti intromettessi tra me e l'altro Kaguya. Spero di combattere di nuovo con te...

Mentre parlava al giovane Kiriano, Kimimaro udì altre tre parole dal sensei:

"Potete chiamarmi Kiro."

*Così questo è il suo nome Kiro. Non mi sembra un nome così vergognoso. Chissà perché non ce l'ha voluto dire prima.*

Dopo aver salutato si avviò verso casa, facendo molta attenzione a quel paesaggio che tanto gli piaceva, quelle case, quel grigio, la nebbia e la pioggia che si univano a formare una cosa bellissima, almeno secondo i suoi gusti. Tornato a casa, andò subito a lavarsi, dopodiché prese del ghiaccio e lo poggiò sulla sua guancia, il livido iniziava a far male. Si mise a leggere alcuni libri che aveva trovato nello scantinato della sua abitazione, parlavano della storia del clan Kaguya, un clan a cui piaceva la guerra e l'arte del combattimento. Mentre leggeva, Morfeo, l'omino del sonno con i suoi poteri lo fece entrare nel mondo dei sogni. Era stanchissimo.
Durante la notte ebbe un incubo, vedeva tutta la sua famiglia venire sterminata per mano di alcuni di Kumogakure, una lotta sanguinosa dove i due villaggi si distruggevano a vicenda. I Kaguya che non avevano paura anche se erano in minoranza numerica e i nemici che non si tiravano indietro davanti a nulla. Infatti il clan Kiriano venne colto di sorpresa finendo in disgrazia, pochi si salvarono. Improvvisamente Kimimaro si svegliò e pensò che quel sogno era un avvertimento su come sarebbe finita la sua vita, vendicando i suoi genitori anche a costo della propria vita. Lui era uno dei pochi, come nel sogno, che si salvò da una brutale guerra dei ninja, essendo stato messo al sicuro dai suoi cari. Si calmò e si rimise a dormire, cercando di non pensare a tutto quello che aveva visto e di non fare caso ai segni del destino.

[...]



Il giorno del nuovo compito era finalmente giunto. Kimimaro si alzò molto presto. Tanto presto che il sole non era ancora spuntato. Si iniziò ad alzare pensando a cosa avrebbero dovuto fare fuori alle porte di Kiri, poi si avviò verso il bagno, andandosi a lavare e a vestirsi con i suoi soliti abiti. Si preparò da cucinare da solo, visto che non aveva voglia di spendere soldi per cose che potesse fare lui con le sue forze. Ma poi si ricordò che lui non era un cuoco provetto, quindi decise di andare in un chiosco dove preparavano colazioni e pranzi. Dopo poco aver finito di prepararsi, Kimimaro si accorse che il sole era alto nel cielo, e a differenza di altri giorni, non c'era minaccia di pioggia. Forse questa sarebbe stata una giornata stile Konoha. Uscì di casa verso le 8:00, visto che la sua ubicazione era nei pressi del portone Nord, quindi arrivare all'altro capo della città non sarebbe stato facile. Trovò il chiosco che desiderava, entrò e dopo essersi seduto, vide un ragazzo che stava facendo colazione, una faccia che non aveva mai visto. Forse sarebbe stato uno di quelli che li avrebbe aiutati in quella missione, dopotutto, due studenti soltanto, non potevano fronteggiare nemici o altre persone. Quel ragazzo smise quasi subito di mangiare e uscì dal locale, incamminandosi verso sud. La cosa, forse comfermava le sue supposizioni. Dopo aver mangiato e aver preso tutto il suo equipaggiamento, che intanto aveva poggiato sul tavolino, si avviò. Si trovò lì verso le 8:55, trovando lo stesso ragazzo di prima, ma Kiro non era presente. Dopo un po' si presentarono anche il Sensei e gli altri allievi.

*Lo sapevo che quello lì sarebbe stato uno dei nostri. Chissà di che villaggio è.

Appena tutti furono lì, il maestro spiegò cosa bisognava fare. Prima di tutto bisognava camminare per due ore buone per arrivare alla meta prestabilita. Arrivati nei pressi di una casa, Kiro spiegò ai ragazzi il da farsi sulla missione. Bisognava trovare alcune pietre “preziose” che servivano a lui. Kimimaro ascoltava parola per parola quello che aveva da dire. Dopo un poco il sensei si andò a posizionare sotto un albero come nel combattimento d'accademia, a leggere sempre i soliti libri. Improvvisamente un nuovo arrivato aprì la bocca e disse il suo nome, come se a qualcuno importasse, di certo non a Kimimaro. Gli allievi si incamminarono verso questa casa, ma vennero fermati da quella che sembrava una palude di fango. Il Kaguya fissava il suo compagno di corso di Konoha che guardava attentamente la palude.

“Credo che tu stia pensando la mia stessa cosa. -gli disse Kimimaro- Una trappola vero? Bisogna fare molta attenzione. Potremmo saltarla facendo il giro attorno, ma costerebbe un inutile spreco di tempo, ma la vedo come unica soluzione. Tu hai qualche idea? “

Aveva esposto il suo ragionamento al Konohano, sperava che così si sarebbe potuto instaurare un buon gioco di squadra per quella missione. Non era il caso di essere personaggi di manie di protagonismo, bisognava lavorare tutti insieme. Intanto era quasi mezzogiorno, il sole non accennava a rientrare e il caldo a Kimimaro gli stava dando alla testa, non era abituato a quel calore. Iniziava a riflettere su cosa si sarebbe presentato dopo quell'ostacolo della palude. Forse quel Fuji sarebbe stato più utile di Kimi nel formulare strategie, o almeno nel trovare una soluzione sul come attraversare quella “trappola”. Ma poco dopo dalla bocca gli uscì forse la prima soluzione veramente realistica che si poteva attuare:

“Ragazzi, direi che il modo migliore per passare questa palude è di passare tra gli alberi che circondano tutta la zona, oppure di usare il chakra repulsivo per camminare sulla palude, sta a voi decidere, non voglio condizionare nessuno. Se avete altre idee proponetele, non sono una cima in queste cose. Forse voi potreste aiutare gli altri. Comunque io sono uno dei pochi in questo gruppo che sa usare il chakra adesivo, quindi se volete un aiuto a scalare alberi o a passare sulla palude, posso essere di aiuto.

Kiro dava l'aria di uno sfaticato, uno che non volesse fare niente, neanche i compiti che gli erano stati assegnati. Sempre a leggere, poteva almeno aiutarci a finire questa missione, è pur sempre un ninja di livello più elevato di noi, tanto che, Kimimaro glielo domandò.

“Come mai non vuole aiutarci? Sono più importanti i suoi libri?”

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Armi mostrate:
Nessuna.

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Zoro_Roronoha
view post Posted on 7/7/2010, 21:58




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Pensato
Parlato Altrui


…Capitolo Cinque…
…La Nuova Missione…
E
ro praticamente pronto per difendere me e Shinichi dall’attacco di Kimimaro, ma come un fulmine, il sensei si levò dal luogo dove stava leggendo e ci bloccò entrambi, impedendoci di eseguire i sigilli per le nostre relative tecniche. Accadde tutto in qualche decimo di secondo. Rimasi sbalordito dalla rapidità del ragazzo, tanto che non riuscii a sputare nemmeno una parola. Dopo qualche istante il maestro si rivolse a noi, dicendo che per oggi l’allenamento era finito, poi aggiunse che ci saremmo ritrovati il giorno successivo alle ore nove, davanti al portone sud della città. Si incamminò verso Shinichi, ancora a terra a causa degli attacchi di Kimimaro e con tono gelido gli espose il verdetto. A quanto pare il giorno dopo non sarebbe stato dei nostri: non serviva al sensei per i suoi scopi e quindi decise di bocciarlo. Mentre ero ancora stupito dalla velocità di quell’uomo misterioso, Kimimaro si voltò verso di me e mi fece i complimenti per lo scontro. Decisi di non rispondere: anche se eravamo dello stesso corso non sopportavo nulla di quel ragazzo e non mi andava a genio passare un’altra giornata con lui. Una voce rivolta a noi mi fece sobbalzare. Era ancora quella del sensei che, ormai fuori dall’arena, si girò verso di noi e ci disse finalmente il suo nome: Kiro. Infine si allontanò. Kimimaro fece lo stesso. Io invece rimasi qualche istante ad ammirare il paesaggio circostante ed ad assaporare quell‘aria gelida che tutto ad un tratto sembrava più intensa che mai, forse per l’emozione. Mi avviai verso il mio zaino, lo raccolsi e uscii dal campo. Cominciai a camminare verso casa, per riferire ai miei della giornata passata in accademia. Mentre passeggiavo mi tornavano in mente ogni istante di quei fantastici momenti vissuti, carichi di adrenalina e azione. Ma ogni volta che vedevo la faccia del Kaguya l’ira e la rabbia irroravano i miei pensieri.

Ma che razza di personaggio. Irritante, sbruffone e anche arrogante. Il solo pensare che domani dovrò passare un’altra giornata con lui mi infastidisce. Però almeno un pregio c’è l’ha. In combattimento se la cava veramente bene. È riuscito a stendere da solo l’altro Kaguya anche se non ha opposto molta resistenza. Se ci mettessero in squadra assieme almeno sarei quasi sicuro di non finire male.


Con questi ultimi pensieri la rabbia si placò. Intanto la pioggia non accennava a smettere. D’altronde è questo il clima di Kiri: pioggia, neve, nebbia e freddo tutto l’anno. Dopo circa quindici minuti di cammino arrivai dinnanzi alla porta di casa. Entrai, appoggiai a terra lo zaino, mi levai le scarpe e mi diressi in cucina per mangiare. Appena entrato notai sul tavolo una busta con dei soldi appoggiati sopra. Li spostai, presi in mano la busta, la aprì e cominciai a leggere.

Io e tua madre siamo dovuti partire di fretta a causa del mio lavoro. Spero che il tuo primo giorno d’accademia sia andato bene e che tu non abbia combinato nessun guaio. Ad ogni modo ci racconterai tutto al nostro ritorno. I soldi sono tuoi così potrai mangiare fino a quando saremo in viaggio. Siamo orgogliosi di te.


Posai la lettera, presi i soldi e mi avviai fuori per andare a mangiare un boccone. Mi diressi verso la parte nord della città: conoscevo un posto dove facevano del ramen veramente ottimo. In soli dieci minuti mi trovai di fronte alla locanda, entrai e mi sedetti al bancone. Dopo qualche istante il proprietario del locale si avvicinò e mi chiese l’ordine. Ordinai una razione doppia di ramen e ringraziai. In pochi minuti la pietanza era pronta davanti ai miei occhi, increduli quasi, dalla spettacolarità del piatto. C’era proprio tutto: pasta, pollo, pesce, verdure ed un fantastico brodo di carne. Divorai la vivanda in un batter d’occhio, d’altronde dopo tutta la fatica fatta quella mattina ero completamente esausto e con una fame da lupi. Finito di pranzare, pagai il conto, ringraziai nuovamente e uscii dal locale. Nel frattempo la pioggia aveva cessato come d’incanto la sua discesa.

Ora ci vorrebbe proprio una bella dormita rigenerante e conosco il posto adatto.


Così mi avviai verso il lago posto fuori da Kiri, a pochi minuti dal locale. Come al solito il luogo era deserto. Una brezza quasi primaverile spirava da est a ovest e l’aria si era fatta meno pesante e fredda. Mi guardai intorno per cercare un posto asciutto e riparato per dormire. Verso la riva del lago era situato un grande e maestoso salice piangente, con i rami che toccavano terra e coprivano l’intero tronco. Mi accinsi verso l’arbusto, mi feci strada verso l’interno e mi sedetti con la schiena rivolta verso il tronco. Senza nemmeno un pensiero mi addormenti come un sasso.

[…]


Uno spiraglio di luce riuscì ad infilarsi tra gli insidiosi rami del salice e andarono a riflettere sui miei occhi così mi svegliai.

Muaaaahhh che dormita fantastica. Dopo una giornata così pesante ci voleva proprio. Hei aspetta. Ma che ore sono? Non avrò mica dormito tutta notte qua vero?


Mi levai da terra, uscii dalla folta chioma e guardai il cielo. Il sole era molto basso: dall’inclinazione dedussi che fosse ancora l’alba, e cioè tra le cinque e le sei di mattina. Mi stiracchiai per diversi minuti prima di partire verso casa. Ero tutto indolenzito, con le formiche alle natiche e leggermente infreddolito a causa della stagione. Cominciai a camminare verso casa. Per le strade di Kiri non c’era molta gente, solo qualche commerciante ancora in stato “catatonico” e in via di ripresa, pronti per l’apertura della loro attività. Dopo circa mezz’ora arrivai a casa, entrai e mi diressi subito verso il bagno. Mi lavai con una doccia bollente, mi vestii e controllai l’ora. Erano circa le otto e mezza così mi avviai verso la cucina, presi due pagnotte di pane, me le misi in tasca mi diressi all’entrata. Indossai lo zaino, le scarpe e uscii di casa. Mi avviai verso il posto stabilito, il portone sud della città, e mentre mangiavo la prima pagnotta, pensieri riguardanti l’imminente missione cominciarono ad affiorare nella mia testa.

Chissà che genere di missione ci affiderà oggi il maestro Kiro. Forse un altro scontro, o forse comincerà ad insegnarci qualche mossa.


L’emozione prese il sopravento su di me, d’altronde ero troppo emozionato dall’imminente incarico, e per giunta con una giornata così bella, e quasi rara a Kiri, come potevo non essere felice. Il primo panino stava per finire ed avevo già nell’altra mano il prossimo pronto per essere divorato.

Devo essere pieno di energie oggi per un eventuale scontro con quello sbruffone di Kimimaro. Questa volta non avrà scampo.


Nuovamente l’ira provocata dal solo pensare al Kaguya si avventò su di me, più forte addirittura del giorno precedente, così forte che senza accorgermene stritolai il panino e lo ridussi in brandelli. Intanto, un leggero strato di nebbia scendeva verso la mia testa. A Kiri il tempo è così: ora piove e tra qualche minuto c’e il sole, anche se raro.

No! Guarda che ho combinato a pensare a quel pidocchio. Glielo farò vedere io di cosa sono capace e questa volta senza interruzioni alcune. E ovviamente la bella giornata è già finita. Che seccatura!


Con il sangue che ribolliva nelle vene arrivai al punto stabilito. Con molto stupore oltre a Kimimaro e a Kiro c’era anche un altro ragazzo, mai visto a Kiri, forse di un’altra città nelle vicinanze. Pensai che fosse un nuovo allievo e quindi non ci detti molta importanza. Dopo qualche minuto il sensei cominciò a camminare verso l’uscita del villaggio: passammo per piccole stradine, pianure splendide e valichi di montagna, totalmente sconosciuti, almeno da me. Camminammo per circa due o tre ore a passo alquanto sostenuto e finalmente arrivammo nel punto scelto dal maestro. Mi guardai attorno per studiare il territorio, in modo da essere avvantaggiato rispetto agli altri in caso di un eventuale scontro. Dietro di noi si ergevano due monti e davanti una pianura largamente estesa con qualche albero sparso. Dopo averci lasciato qualche minuto per riprenderci dal viaggio, Kiro cominciò ad illustrarci l’imminente missione. A quanto pare non ci aspettava un nuovo incontro tra di noi, ma era più che altro una caccia al tesoro, se così si può dire. Disse che avremmo dovuto trovare una pietra, chiamata cristallo di fenolo, posta a nord dell’area, di molta importanza per lui. Aggiunse che probabilmente ci sarebbero stati dei pericoli e che quindi avremmo dovuto collaborare. Finito di darci tutte le informazioni necessarie si sedette e cominciò a leggere altre scartoffie. L’ultima parte non mi era molto piaciuta: collaborare con Kimimaro sarebbe stato veramente difficile, vista la mia repulsione verso di lui, ma non sarebbe stato un problema. Se volevo diventare un ninja avrei dovuto fare quello e molto altro ancora, anche se con mia malavoglia. Mentre scrutavo verso il nostro obbiettivo una voce irruppe nel silenzio. Era il ragazzo sconosciuto: disse di chiamarsi Fuji e sembrava molto impaziente di iniziare. Non che il suo nome mi interessasse, ma il suo modo troppo sbrigativo e distaccato mi aveva perplesso e quasi infastidito. Poi un’altra voce, anch’essa irritante, arrivò alle mie orecchie. La conoscevo purtroppo: era quella di Kimimaro, il quale cominciò a fare il saputello. Anche se dovevamo collaborare non ascoltai nemmeno una parola del ragazzo. Appena ebbe finito di parlare si voltò verso il sensei per fargli una domanda alquanto stupida: gli chiese perché non ci aiutava nella missione. Interrogativo veramente inutile a mio parere e così intervenni.

Secondo te perché non ci aiuta? È lui o siamo noi che stiamo svolgendo l’esame? Non hai speranza Kimimaro. Anche se non mi và per niente mi toccherà collaborare, ma sappi che non mi stai per niente a genio. Ah! Un ultima cosa: cerca di non starmi tra i piedi intesi?


Poi mi diressi verso l’altro ragazzo, e allungai la mano verso di lui.

Piacere! Sono Zoro Roronoa e vengo da Kiri. Te invece ti chiami solo Fuji o hai anche un cognome? E dato che non ti ho mai visto da queste parti, da dove vieni? Scusa delle troppe domande ma prima di iniziare la missione vorrei sapere con chi ho a che fare.


Attendevo una risposta dal ragazzo, con un viso da spavaldo scolpito in faccia. Forse è vero: a stare con lo zoppo si impara a zoppicare.


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view post Posted on 9/7/2010, 13:42

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Premetto che non avendo un office come si deve [Non ho nemmeno Windows T__T] ho cercato di scrivere più righe possibili ^o^ mi scuso con tutti per questo inconveniente *o*


QUOTE
Narrato
~Parlato
'Pensato'
*Parlato altri-passato*
-Parlato altri-presente-

Dopo quei duri giorni di allenamento insieme a mio padre e a Ojiisan non mi restava altro che riposare a casa,esattamente nella mia dolce camera.Ogni tanto mi affacciavo alla finestra per sentire il richiamo del mio amatissimo deserto.Lui mi parlava e ogni volta che sentivo la sua voce,il mio cuore palpitava sempre di più,sempre più forte,come dei tamburi di guerra che richiamano i propri soldati al fronte.Sì,quello era il mio posto,quello era il mio mondo.Il Deserto.Caldo,arido,privo di vita e di sentimenti e io dovevo essere così.Senza sentimenti,senza alcun briciolo di umanità,fredda come il ghiaccio e arida come il deserto.Mio padre cercava in tutti i modi di rendermi il più possibile una ragazza dolce come tutte quelle che esistevano al mondo ma io avevo sempre odiato unirmi alla massa.Io sarei diventata la migliore anbu di tutta Sunagakure no Sato,avrei portato in alto il nome della mia famiglia,proprio come aveva fatto mio nonno,ovvero il capo clan.Avevo sempre avuto una sorta di devozione nei confronti di quell'uomo,devozione mista ad un senso di paura e terrore.Ogni volta che impartiva un ordine le parole diventavano fredde e distaccate,come se fossero tanti piccoli shuriken conficcati nella carne debole e pallida di ogni insulso umano.Io odiavo essere considerata una donna,perchè per mio nonno essere una donna significava essere debole e dovevo dimostrare il contrario.Ovviamente per quanto potessi spezzarmi la schiena,riempirmi di lividi,non ero mai abbastanza per lui,tranne quando vide il mio interesse per le marionette.Allora ricordo che i suoi occhi cambiarono e cambiò anche il suo modo di guardarmi.Ero diventata la nipote prediletta ed era deciso a darmi le redini del clan,una volta diventata una ninja di tutto rispetto,proprio come lui.Il mio sogno era diventato anche il suo.Ogni giorno mi guardava mentre mi allenavo da sola o con mio padre e ogni giorno mandava Hidaru-san,una delle guardie più giovani in tutta la residenza della nostra famiglia,a farmi compagnia e ogni tanto capitava che lui,l'unico che riusciva a farmi sorridere,insegnasse qualche trucchetto per imparare più velocemente le tecniche di famiglia.Hidaru-san era davvero speciale,come se fosse il fratello maggiore che mai avevo avuto ma tutto ciò non doveva ostacolarmi,anche a costo di far soffrire le persone a cui tenevo da morire.I giorni passavano e avevo inviato la mia iscrizione all'accademia solo una settimana prima.Niente risposte,niente lettere,nulla di nulla.Come se tutto si fosse fermato,come se non fosse destino che io diventassi un anbu.Cominciavo ad innervosirmi e Hidaru-san lo vedeva.Cercava di farmi distrarre con diversi allenamenti ma io ero ancora in pensiero per la risposta dall'ufficio di smistamento di Sunagakure no Sato e Ojiisan un giorno decise di allenarmi.Per me fu un onore,in parte,ma anche una specie di condanna.Conoscevo a fondo tutti i metodi di insegnamento di Ojiisan e li temevo più di qualsiasi battaglia,più di qualsiasi missione che comportava la morte.Ma dovevo farmi forza,dove dimostrargli che ero ancora quella donna pronta ad uccidere anche l'amico più caro per diventare forte.La prima cosa che mi disse fu appunto che se anche avessi fallito una missione ma avessi salvato la vita del mio compagno di squadra,sarei stata la migliore ninja di tutto il villaggio.In quel momento capii che lui non voleva solo la forza bruta,quella fisica,ma anche la forza d'animo perchè un nemico teme di più il coraggio e la forza di volontà che una qualsiasi tecnica potente.Passarono ancora settimane intere,tutte passate insieme ad Hidaru-san e a Ojiisan in allenamenti speciali e non.Quando accadde.Sì,arrivò finalmente la risposta da parte dell'ufficio di smistamento di Sunagakure no Sato ed il mio cuore poteva essere percepito anche da grandi distanze poichè il mio sogno di diventare la migliore ninja del mio villaggio stava per realizzarsi!.Appena aprii la busta lessi tutto d'un fiato la lettera ma qualcosa non andava.Non riuscivo a comprendere poichè mio avessero mandato in un corso a Kirigakure no Sato,lo squallido villaggio della Nebbia.Guardai prima Ojiisan e poi mio padre.Al mio solo sguardo,Ojiisan prese in mano la lettera e,come me,la lesse velocemente e poi assunse lo stesso sguardo e quando i suoi occhi diventavano così scuri e temibili,nessuno osava fare domande,nemmeno mio padre.

-Come hanno osato!Come hanno osato mandare la mia erede a Kiri,quello sporco villaggio di demoni e trasandati abitanti!
~Ojiisan devo andare per forza,ha letto anche lei la lettera,Sunagakure no Sato non ha altri iscritti che me,in accademia.Conoscono la nostra famiglia e forse mi hanno mandato a Kirigakure appunto perchè vogliono che diventi la loro migliore combattente.Farò di tutto per portare in alto il nome della nostra nobile famiglia

Ostentavo un volto duro e contratto,rigido a quella decisione che il mio villaggio mi imponeva e io dovevo rispettarla,avrei portato il nome degli Akasuna anche a Kirigakure e lo avrebbero temuto,avrebbero sussultato ogni volta che veniva pronunciato.Tornai in camera mia visto che il giorno dopo sarei dovuta partire insieme a Hidaru-san e a Kinoichi-san per quello squallido villaggio.Cominciai a sistemare tutto ciò che mi servisse quando entrò in camera Hidaru-san.Mi osservava,lo faceva sempre prima di parlare,cercava di studiare il mio volto che non tradiva nessuna emozione,anche se dentro morivo.Avrei dovuto abbandorare la mia oasi,il mio deserto...il mio mondo per uno squallido corso accademico a Kiri.Hidaru-san si avvicinò a me e cominciò ad aiutarmi a sistemare le "valigie" e mentre lo faceva mi osservava ancora.Nessuno dei due aveva il coraggio di rompere quel silenzio,di cui sentivo il peso,un silenzio carico di tensione e paura,di solitudine e di malinconia ma dovevo farcela,io non sarei stata sola,c'era hidaru-san con me,c'era parte della mia famiglia,anche se erano solo due guardie della residenza.Io sarei stata la migliore del corso,senza ombra di dubbio.Sistemate le valigie,mi guardò per un ultima volta e poi chiuse la porta aspettando che scendessi per la cena,ma non scesi,non volevo far vedere che mi sentivo avvolta dal nulla,in preda all'angoscia,mi sentivo morire dentro ma forse a Kirigakure no Sato,avrei imparato a non provare più sentimenti o forse a non dare loro un nome.Mi sdraiai sul letto aspettando che il torpore del sonno mi cogliesse ma non ci riuscivo.Il solo pensiero di lasciare quel posto mi faceva impazzire ma dovevo essere forte,avrei sofferto un pò ma bisognava sacrificarsi per un obbiettivo superiore.Mi addormentai poco dopo quel pensiero e non mi accorsi che il vento del deserto soffiava per me,forse era un augurio o forse era un arrivederci,non so,quella sera avevo dimenticato il mio deserto.La notte passò in fretta,troppo veloce per capire che era già l'ora di andare via.Venne a svegliarmi Hidaru-san ma questa volta non cercò il mio sguardo per capire cosa provassi.Quando chiuse la porta dietro le spalle,mi alzai dal letto a baldacchino che era nella mia stanza e aprii l'armadio per prendere il kimono che indossavo quasi sempre,quello rosso e oro.Legai i capelli e misi il mantello nero con il simbolo del nostro clan,lo scorpione.Non avevo mai capito per quale motivo avessero scelto proprio lo scorpione ma,diciamo,era il mio secondo animale preferito,dopo il serpente ovviamente.Scesi le scale per andare in cucina a trafugar qualcosina da mettere sotto i denti e trovai Hidaru-san che sorseggiava del tè verde con gli occhi chiusi.Assomigliava tanto a Ojiisan in quel mondo.Entrai in cucina e presi il solito tramezzino che sicuramente Yamino-sama aveva preparato.Yamino-sama era la nostra governante,se così possiamo definirla.Era una persona dolce e gentile ma si infuriva sempre quando vedeva le cose in disordine.Mi sedetti di fronte a Hidaru-san e questo mi passò una tazza con del tè verde dentro.Era da ieri che non mi parlava e ciò mi faceva star male.Che Hidaru-san non volesse accompargnarmi fino a Kiri?Cacciai via quei pensieri dalla mente,nessun ninja li avrebbe avuti.Finì il tè velocemente e salii di nuovo in camera a prendere il mio equipaggiamento e una borsa dove avevo deciso di mettere altre cose tra le quali un diario.Avrei scritto tutto ciò che accadeva lì a kiri,le mie impressioni e tutto il resto,in modo di liberarmene completamente durante le lezioni al corso.Per ora sapevo solo che vi erano circa 3-4 giorno di viaggio e sarebbero stati duri.Usciti dalla residenza,davanti alla porta delle mura esterne vi era il Kazekage stesso che consegnò a Hidaru-san tre fogli,le nostre autorizzazioni a lasciare Sunagakure e ad andare a Kirigakure.Ci inchinammo tutti e tre di fronte al Kazekage e poi ci avviammo verso la porta ad est di Suna.Lì trovammo altre due guardie,oltre alle sentinelle di turno,che ci accompagnarono per tutto il deserto.Mentre passavamo quelle lande aride e spoglie,sentivo la voce del deserto che mi parlava,ma non avevo il cuore di sentire ciò che dicesse.Faceva troppo male lasciare la mia terra,ma era un sacrificio che dovevo fare.Dopo esser arrivati vicino al bosco che segnava il confine di Konohagakure no Sato,le due guardie tornarono verso Sunagakure e anch'io avevo l'istinto di farlo,di tornare indietro,nella mia terra,nel mio deserto...nel mio mondo.Mi voltai per guardare Hidaru-san che silenzioso cominciava ad attraversare il bosco di confine con il prossimo villaggio.All'incirca,passare tutta la terra del Fuoco,bastavano due o tre giorni e da lì vi era un solo giorno di viaggio in nave.Per la maggior parte del tempo nessuno parlava tranne le poche domande essenziali.Che Hidaru-san aveva capito il mio stato d'animo e lo condivideva?Non capivo cosa stava succedendo ma mi dava fastidio da morire così una sera,doveva accamparci per riposare la notte,mentre osservavo il cielo della terra del fuoco da un ramo,sentii Hidaru-san sedersi vicino a me e osservare il cielo come me.

~Hidaru-san!Dimmi che ti sta passando per la testa,ora!Non sopporto il fatto che tu non mi parli,che mi ignori!
Non mi rispose e sapeva che non faceva altro che farmi arrabbiare di più.Decisi alla fine di andare a dormire,se voleva parlarmi avrebbe iniziato lui.La notte passò velocemente come tutte le altre,i giorni del viaggio sembravano che non finissero mai e quando attraversammo tutta la terra del fuoco era già quasi il terzo giorno di viaggio.Dovevamo prendere solo la nave per Kirigakure no Sato e non tardò ad arrivare.Il viaggio dal porto di Konoha a quello di Kiri durò circa un giorno ed ormai,lasciato il pensiero dell'abbandono del mio villaggio,non vedevo l'ora di arrivare a quel dannato villaggio per iniziare il corso.Il mare,durante il tragitto,era silenzioso e calmo,come se fosse contento del nostro passaggio ma tutto quel silenzio non faceva che farmi impazzire.Così decisi di star zitta e provare a capire cosa mi dicesse il mare.fin da quando ero bambina,ero sempre stata abituata ad ascoltare la voce del vento del deserto,percepire cosa dicesse e capire se seguire quei consigli oppure no.Penso che per chi è sempre stato abituato a stare vicino al mare,sia la stessa cosa.Quando arrivammo fui la prima a scendere,prendendo con me le mie valige e tutto.In quei giorni non avevo ancora scritto nulla in quel piccolo diario che avevo portato con me e non pensavo di scriverci perchè dovevo scrivere solo le impressioni che avevo sui miei compagni di corso e sul villaggio in se.Dal porto del Paese dell'acqua fino a Kirigakure vi erano si e no 8-9 ore di viaggio e ovviammente partimmo subito.Ormai l'unico compagno di questo viaggio era il silenzio che Hidaru-san ostentava a tenere vivo tra tutti e tre componenti del gruppo.Ma mi sarei vendicata per tutto questo.La luce cominciava a diventare leggermente più scura ma ancora per il tramonto vi erano un bel pò di ore e ovviamente eravamo quasi in prossimità le porte ad Est del villaggio.Arrivammo a due ore prima del tramonto e mostrammo alle sentinelle di turno,ninja dall'aria mooolto trasandata e con abiti sudici e a dir poco fetidi,le autorizzazioni del Kazekage dicendo che eravamo lì per il corso sperimentale tenuto da un sensei di Konoha.Quando videro il cognome sul mio foglietto,una delle sentinelle spalancò gli occhi e mi osservò quasi stupefetto.


-Possibile che voi siete la nipote di Kioshin-sama?
~Mh?intende Ojiisan??
L'altra sentinella misa una mano sul petto del compagno e mostrò un quarto foglio,forse allegato alle tre autorizzazioni.Questo diventò rigido in volto e poi guardò avanti,come se non mi avesse mai rivolto la parola,il compagno,alto e all'apparenza debole, ci fece cenno di entrare subito dentro il villaggio.Hidaru-san era a capo della fila e ci guidava lungo la via principare di tutto il villaggio.Mentre camminavamo io mi guardavo intorno e vedevo solo povera gente,alcuni ubriachi dalla notte prima,altri che litigavano animatamente per un semplice pezzo di pane.Quel villaggio stava andando davvero a rotoli come dicevano.Stavamo andando in verso la segreteria dell'accademia per mostrare la lettera che l'ufficio di smistamento di Suna mi aveva dato.Una volta arrivati di fronte alla porta Hidaru-san mi lasciò fuori con Kinoichi-san che per tutto il viaggio non faceva altro che fumare e osservarmi attentamente.Beh almeno lui mi degnava di qualche attenzione e non mi importava il motivo.Passarono un bel pò di minuti prima che Hidaru-san uscisse e quando lo fece si presentò con un foglietto in mano che rileggeva tante volte quasi se volesse imprimere nella propria memoria qualcosa da non voler rivelare a noi.Riprendemmo a camminare e ci fermammo a circa 20 metri dall'ufficio dell'accademia.Pensai subito che dovesse essere il nostro "albergo" o meglio pensione visto che aveva più l'aria di una vecchia casa abbandonata.Entrammo dentro e la situazione sembrava non voler cambiare.Un uomo anziano,dopo aver visto il foglio che teneva in mano Hidaru-san,ci condusse davanti due porte affiaccante lontane soltanto pochi metri.La prima porta era la mia camera e forse era quella meno malandata e vecchia di tutto l'edificio visto che era chiusa anche a chiave,mentre la stanza di Hidaru-san e Kinoichi-san era diversa.Le pareti erano quasi nere e i letti all'apparenza un pò sudici.Ringraziammo il vecchio ed io entrai in camera senza dare troppe spiegazioni.Guardando la mia camera vidi una porta sulla parete a destra,pensavo che fosse il bagno ma appena la aprii capii che era la porta comunicante tra la mia stanza e quella delle mie due guardie silenziose.Mi sdraiai sul letto e fu tanta la stanchezza che mi addormentai immediatamente.Domani dovevo andare in accademia quindi dovevo dormire abbastanza per essere in forma e dare il meglio di me.Chissà se mi sarebbero andati a genio i miei nuovi compagni,se il sensei era preparato o se il corso sarebbe stato una noia mortale.Questi pensieri mi frullavano in mente anche mentre dormivo.Quando mi svegliai ancora il sole doveva sorgere,e capii che avevo dormito per tutta la notte,senza cenare e senza vedere i miei compagni di viaggio.Mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno.Era una piccola stanza con le pareti piene di piastrelle bianche,forse l'unica parte di tutta la pensione che aveva un colore candido.Decisi di fare una doccia rilassante per scaricare tutto il nervosismo che avevo accumulato in quei giorni.Sciolsi i capelli da quel piccolo chignon e mi infilai subito sotto la doccia calda.Cercavo di lavar via tutti quei pensieri,quel dolore,quel senso di solitudine che avevo dentro di me.Mi mancava Sunagakure no Sato,mi mancava la mia famiglia...mi mancava il mio Deserto.Uscii dopo qualche ora e mi rivestii,indossando il mio tipico kimono rosso e oro,legai nuovamente i capelli ancora bagnati e misi al proprio posto i miei shuriken e kunai.Quando scesi al piano terra trovai Hidaru-san e Kinoichi-san seduti ad un tavolo che aspettavano solo me.Mi sedetti accanto a loro e subito fu portata la colazione.Bevvi solamente un succo di frutta e presi un pò di pane tostato,poi risalii in camera e sistemare le ultime cose e a prendere il biglietto con il luogo di incontro con la mia classe.Dovevo resistere fino a quando non sarei tornata a quella che momentaneamente avrei chiamato "Casa."Hidaru-san e Kinoichi-san mi accompagnarono alle porte del villaggio e lì vidi alcuni ragazzi che aspettavano.Era sicuramente il mio suqllido corso sperimentale.Respirai a fondo,come per chiamare a me la calma e la pazienza,virtù che nella nostra casata mancavano,e poi mi voltai verso Hidaru e Kinoichi.

~Hidaru-san,Kinoichi-san io sono arrivata e credo proprio che quelli siano i miei compagni di corso,mi chiedo cosa farete qui per tutto il resto della giornata...?
Finalmente mi rispose Hidaru-san e il mio animo fu più sollevato e tranquillo
-Non si preoccupi per noi Hebi-sama,gireremo per il villaggio e cercheremo di studiare i suoi shinobi e tutti gli altri combattenti presenti.Mi raccomando,Hebi-sama,stia attenta per favore.

Sorrisi e mi avviai verso quella marmaglia di gente che pian piano aumentava.Vi erano un Kaguya e altri due individui.Ttti tipi strambi che sicuramente avrebbero creato problemi.Sapevo solo che dovevamo aspettare lì que sensei di Konohagakure no Sato e lì lo avrei aspettato.Mi avvicinai a quel gruppetto e mi poggiai al muro osservandoli,studiando i loro visi,i loro lineamenti e soprattutto osservando i loro occhi che sicuramente avrebbero tradito qualsiasi emozione passava per la loro mente.Gli umani fanno così,devono per forza classificare ciò che provano.Amore,amicizia,panico,felicità...Nomi inutili per un ninja,per chi voleva diventare un'arma da guerra,un assassino...un essere come me.Sicuramente lì,in quel freddo villaggio,avrei imparato a frenare il mio cuore e la mia mente,perchè un ninja ha bisogno di una mente fredda e distaccata.Guardavo ancora i miei compagni ma ancora non mi fidavo di loro,a tal punto da non dire nemmeno il nome,anche se era buona educazione dirlo.Li guardai uno ad uno e dissi con un tono molto apatico,non per fare scena,ma solo perchè tutto quella messa in scena,quell'aspettare il proprio sensei,o frequentare uno squallido corso sperimentale a kiri mi annoiava a morte...

~Ebbene,salve.Io sono la nuova arrivata,mi chiamo Akasuna no Hebi,spero che non siate noiosi come già apparite,vi dò il beneficio del dubbio.Tsk

Arrivò il sensei poco dopo aver concluso il mio breve discorso.Qualcosa scattò nella mia mente,come se avessi avuto un Déjà-vu.Io avevo già visto quel tipo di Konoha ma non ricordavo quando.Cercai di non badarci troppo e quando cominciò ad incamminarsi,ovviamente seguito a ruota da quei piccoli cagnolini,fui obligata a seguirlo.camminavo a braccia conserte,osservando i miei cari compagni e cercando di capire chi usasse quel che possiamo chiamare cervello.Non li conoscevo quindi non potevo saperlo,non avendo poteri di chiaroveggenza.Sbuffai per la noia mentre camminammo a lungo.Ci addentrammo tra le montagne ricoperte di neve,un grosso strato di neve,e avremmo dovuto attraversarlo.Dopo qualche altra ora di camminata arrivammo in una radura dall'aria strana e poco piacevole.Sentivo che avremmo dovuto fare una specie di lavoro sporco e lo capii quando vidi il sensei spiegarci la nostra prova e serdersi a terra per leggere i suoi amati libri.Tipo intrigante,che sapeva cosa voleva ed io dovevo scoprirlo.Avevo già visto quell'uomo ma non riuscivo a capire dove.Lasciai perdere l'impresa di indentificarlo.Mi voltai a guardare il luogo dove ci aveva portati quando sentii uno degli studenti parlare al gruppo intero.

QUOTE
Ragazzi, direi che il modo migliore per passare questa palude è di passare tra gli alberi che circondano tutta la zona, oppure di usare il chakra repulsivo per camminare sulla palude, sta a voi decidere, non voglio condizionare nessuno. Se avete altre idee proponetele, non sono una cima in queste cose. Forse voi potreste aiutare gli altri. Comunque io sono uno dei pochi in questo gruppo che sa usare il chakra adesivo, quindi se volete un aiuto a scalare alberi o a passare sulla palude, posso essere di aiuto.

A sentire quelle parole,un ghigno spuntò sul mio viso,uno di quei sorrisetto che amavo tanto mi avvicinai a quel Kaguya e a quel Nara e,con molta nonchalance,disse col mio solito tono apatico e sarcastico

~Yaaawn.Vedo che qualcuno finalmente sente la presenza del proprio cervello.Comunque il Kaguya ha ragione,bisogna studiare attentamente ogni minimo passo o qui ci si lascia la pelle,ad ogni modo il nostro sensei ama far fare il lavoro sporco agli altri...sono dell'opinione di dargli una bella lezioncina su come ci si comporta con i propri allievi.Prima di fare qualsiasi mossa avventata,o iniziare la ricerca,dobbiamo studiare ogni angolo di questo posto.Abbiamo un Nara qui,e so che la vostra casata è abile nelle strategie.Aspetto istruzioni,compagni.

Mi sedetti sul prato,cercando di far capire ai miei compagnucci che prima di iniziare a fare cavolate,bisognava,sedersi e prefissare un piano,magari di più di uno se il primo avesse fallito.Li Osservavo aspettando che,come me,si sedessero a terra ma d'altronde perchè fidarsi di una di Suna.E forse facevano bene.Chiusi gli occhi ascoltando la leggera brezza che muoveva le foglie.Sentivo molto la mancanza del mio deserto,quei piccoli granelli che scivolano a contatto della propria pelle,ma sarei ritornata a casa solo in due casi:o da genin o da morta.


QUOTE
Grado: Studente
Energia:Bianca
Chakra:50/50
Condizione Mentale: Annoiata
Condizione Fisica: Perfetta.
Consumi:-
Recuperi:-
Slot Tecniche 0/2:-
Azione: 0/2:-
Bonus:-
Malus:-
Edit:-

Armi mostrate:Nessuna.

 
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gAg
view post Posted on 13/7/2010, 19:24




CITAZIONE

Parlato
Pensato


* Dannate poste! Dannate poste! Dannate…*

Questo pensava Ikki mentre preparava, in fretta e furia – grande la prima,enorme la seconda – l’occorrente per quello che lo aspettava in quella giornata: un addestramento in piena regola per diventare Genin. A dir la verità, l’addestramento lo attendeva già il giorno prima, ma causa,appunto,ritardo delle poste, la lettera di convocazione non era giunta in tempo utile.

* Dannate poste!*

Aveva quindi già saltato il primo giorno d’addestramento e di certo adesso non voleva perdersi anche il secondo. Fortuna che si era svegliato presto quella mattina, alle prime luci dell’alba, per andare a fare legna in un boschetto non molto lontano da casa sua. Vestito pesante, ascia in mano e gambe in spalla: i tronchi stavano già tremando di paura. Al suo ritorno, dopo qualche ora – e molte “vittime” – aveva trovato la lettera infilata sull’uscio della porta, tra la base di robusto legno della stessa e il piccolo rialzo in legno che serviva ad evitare di sprofondare nella neve appena usciti da casa. Non ci mise molto a capire cosa doveva fare, ovvero sbrigarsi a prepararsi ed essere veloce quanto una lepre di fronte ad un lupo; pensò a se stesso come alla lepre e al suo futuro prossimo maestro come al lupo e la visione lo fece rabbrividire. Già lo sapeva che lo avrebbe sgridato e messo ai lavori forzati...no vabbè, dai, stava esagerando con la fantasia e lo sapeva. Prese il solito fazzoletto da usare come cappello, per legare e coprire i capelli neri, ed uscì.
L’aria era frizzantina quella mattina e non c’era tanto freddo, se ne era reso conto già uscendo nelle prime ore dell’alba. Adesso il suo abbigliamento era visibilmente più leggero: pantaloni lunghi leggeri di color blu scuro e maglietta smanicata grigia. Chiuse la porta e partì verso valle, direzione villaggio di Kiri. Sulla lettera c’era chiaramente spiegato il luogo dove si sarebbe dovuto incontrare con il maestro e con gli altri...ma il giorno prima! A questo non aveva pensato minimamente. L’incontro era sì stabilito, sia come luogo che come ora, ma sarebbe valso anche per il giorno dopo, per la seconda prova?
* Ok...stiamo calmi! Ci sarà una soluzione...è impossibile che abbiano scelto un altro posto, nel frattempo...quindi io vado lì e poi casomai si vedrà. *
La strada, o meglio, il sentiero che portava a valle non era certo dei migliori. Era abbastanza impervio per i più, impervio per i meno. Ma per Ikki, che in quei sentieri c’era nato e cresciuto, era la cosa più naturale e bella del mondo camminarci, tra la flora e la fauna che aveva imparato a conoscere negli anni. Per lui era quindi facile dire che quel sentiero si snodava tra betulle e querce, tra nidi di fringuelli e tane di conigli
*...Conigli? * il flash precedente della lepre e del lupo si ripresentò per un attimo * E no! *
Non si incontravano case né altri tipi di costruzioni durante lo snodamento di tutto il sentiero; partendo dal villaggio, l’ultima costruzione a vedersi sarebbe stata l’entrata dello stesso e la prima costruzione sarebbe stata – semmai qualcuno ci arrivasse – proprio la casa di Ikki. Viaggio solitario, non c’è dubbio, ma ideale per schiarirsi le idee.
Stava percorrendo la strada che l’avrebbe portato al primo grande passo – seppur in ritardo – che gli avrebbe permesso di entrare nel mondo dei ninja. Non amava quel mondo, non aveva avuto aspirazioni inerenti agli shinobi fin da piccolo come la maggior parte dei propri coetanei – peraltro molti già almeno Genin. La scintilla, la decisione, maturò subito dopo il funerale del suo nonno adottiv...no, nonno reale: le circostanze della sua morte, l’impossibilità di difenderlo e la propria quasi morte, con il salvataggio di un Ambu, lo avevano portato a prendere la decisione di intraprendere questa lunga strada per diventare quanto meno un Chuunin e proteggere se stesso e le persone a lui care...sempre se ce ne fossero state, oltre al defunto nonno.

[...]



Arrivò abbastanza in tempo al villaggio. Seppur non ci andasse spesso, sapeva com’era strutturata Kiri e raggiunse senza problemi il luogo indicatogli nella lettera; la paura che il posto di ritrovo fosse diverso quel giorno svanì quando vide un ninja del villaggio insieme a quattro ragazzi.
Il ninja era un Chuunin alto, di bell’aspetto e sembrava proprio uno che sapeva il fatto suo; lo mise a disagio il fatto che potesse anche essere più giovane di lui e che quindi, anagraficamente parlando, i ruoli dovrebbero essere stati invertiti. Avvicinandosi focalizzò meglio i quattro ragazzi che stavano con lui: erano tre ragazzi ed una ragazza. Uno di loro aveva un aspetto strano per essere di Kiri: non tanto per i capelli neri,lunghi e legati sulla testa, ma quanto per lo strano simbolo che aveva sui suoi vestiti...Ikki non aveva mai visto simboli come quelli. Sembrava un tipo pigro, o comunque abbastanza svogliato; aveva la tipica espressione che si ha quando si è in un posto controvoglia...a pelle gli stava simpatico.
Il secondo ragazzo era, invece, facilmente inquadrabile per chi ha vissuto a Kiri e dintorni: era un Kaguya. Kimono lungo, sguardo freddo e distaccato, pelle ai limiti dell’albinismo: gli erano sempre stati un po' antipatici, alla vista...ma inutile dire che sperava che quella non fosse altro che un’idea figlia di inutili stereotipi.
Capelli verdi: questa fu la prima – e unica – cosa che colpì Ikki nel vedere il terzo ragazzo, non bastevole a dare una prima descrizione, se “buono” o “cattivo”.
Il piatto forte della portata, però, era la ragazza. Capelli rossi, attaccati sulla nuca come una perfetta signora della guerra, kimono in accoppiata con il colore dei capelli. Era strano come una ragazza di quel tipo, con uno sguardo così freddo, glaciale, così distaccato che in confronto quello del Kaguya sembrava sprizzare sentimenti da tutti i pori, si vestisse del colore del fuoco.
Lo scalpiccio dei propri passi fece girare tutti e il non entusiasmo salì alle stelle: lo sguardo più amichevole fu quello “neutro” di Capelli Verdi, tra sguardi gela-ossa e sguardi pigri.

<< Salve a tutti! Mi chiamo Ikki, piacere di...ehm...conoscervi! >>

Si presentarono tutti, maestro e compagni, ma l’impressione fu che il piacere fosse tutto di Ikki...il che non lo mise certo più a suo agio.

[...]



* Cioè...Fatemi capire...Sono sceso da casa mia, fino al villaggio...per poi risalire?! *

Stavano salendo su per un sentiero poco scosceso, in mezzo alla vegetazione ben conosciuta a Ikki. Si fermarono all’inizio di una pianura, dove il maestro – che si presentò col nome di Kiro – spiegò cosa avrebbero dovuto fare.

* Fango...ok...Kunai vaganti...bello..Lupi...magnifico... *

Ikki non era per niente sicuro sul da farsi: si era allenato col chakra adesivo, certo, in previsione dell’esame, ma non sapeva ancora usarlo correttamente.

CITAZIONE
“Ragazzi, direi che il modo migliore per passare questa palude è di passare tra gli alberi che circondano tutta la zona, oppure di usare il chakra repulsivo per camminare sulla palude, sta a voi decidere, non voglio condizionare nessuno. Se avete altre idee proponetele, non sono una cima in queste cose. Forse voi potreste aiutare gli altri. Comunque io sono uno dei pochi in questo gruppo che sa usare il chakra adesivo, quindi se volete un aiuto a scalare alberi o a passare sulla palude, posso essere di aiuto.

Il Kaguya aveva parlato...e neanche tanto male. Una cosa era sicura e Ikki pensò bene di dirla, giusto per rompere quel ghiaccio artico che il Kaguya e la "Principessa di Ghiaccio" avevano ben sparso nell’atmosfera. Stava per aprire bocca quando la "Principessa" si svegliò:

CITAZIONE
Yaaawn.Vedo che qualcuno finalmente sente la presenza del proprio cervello.Comunque il Kaguya ha ragione,bisogna studiare attentamente ogni minimo passo o qui ci si lascia la pelle,ad ogni modo il nostro sensei ama far fare il lavoro sporco agli altri...sono dell'opinione di dargli una bella lezioncina su come ci si comporta con i propri allievi.Prima di fare qualsiasi mossa avventata,o iniziare la ricerca,dobbiamo studiare ogni angolo di questo posto.Abbiamo un Nara qui,e so che la vostra casata è abile nelle strategie.Aspetto istruzioni,compagni.

L’istinto di non parlare dopo di lei, giusto per non aggiungere altro, stava per prendere il sopravvento ma alla fine decise di dire comunque qualcosa:

<< Sono anch’io dello stesso parere, per quanto possa contare: bisogna considerare l’ambiente e poi preparare un piano tutti insieme. Dobbiamo lavorare di squadra, pochi fronzoli >>


CITAZIONE
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SPOILER (click to view)
Scusate se non sarà il massimo,ma ho avuto solo oggi per scriverlo ^^ Buona ruolata
 
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† F e F F e †
view post Posted on 14/7/2010, 11:58




Ragazzi, essendo io partito ho lasciato istruzioni a feffe di postare questo messaggio per voi, per farvi andare avanti nel corso anche durante la mia assenza.
Qui di seguito ci sono le vostre valutazioni fatte da me, o da Feffe nel caso in cui avesse postato l'ultimo iscritto al corso ed io non fossi stato in grado di correggere in tempo, quindi potrete iniziare a seguire quei consigli.
Per quanto riguarda il vostro post dovete continuare nel compito ANDANDO AVANTI fino al raggiungimento della pietra. Per quanto riguarda l'organizzazione, vedetevela voi, ma dovete comunque raggiungere il traguardo tutti insieme!
Per qualunque cosa contattate Feffe, che dovrebbe essere comunque all'occorrente di tutto.


CITAZIONE

Saint Slayer
Come primo post non è male, ma hai ancora da migliorare. Stai più attento ai periodi che componi, cerca di allungarli un poco e collegarli in maniera adeguata tra loro, che spesso, con questo tipo di scrittura, rendi la lettura lenta e complicata da seguire.
Per quanto riguarda il tuo comportamento On-gdr non hai fatto errori, anche se avresti potuto documentare maggiormente alcune parti.
Nel prossimo post cerca di risolvere gli errori che ti ho segnalato, e approfondisci maggiormente quando puoi.

Jest
Il tuo post non merita né lode né infamia, anche se si vede che sai fare di meglio. Le prossime volte ricordati di ricontrollare tutto per bene, gli errori di distrazione o battitura, i tempi verbali, le doppie, che spesso ti dimentichi in giro.
On-gdr ho poco da segnalare: Attento gli errori dovuti alla narrazione, ovvero attento alle conoscenze che il tuo personaggio possiede e quelle che i tuoi alleati non posseggono, e non confondere l'Off con l'On gdr.
Inoltre pare che tu non sia molto coerente con il carattere del tuo personaggio.
Ricordati sempre che preferisco la qualità alla quantità.

Zoro
Il tuo post non è dei migliori ma va bene così com'è. Anche tu ri-controlla bene il testo e cerca di non essere sbrigativo in alcuni momenti narrativi.
Ricordati anche che la qualità rende un post adatto alle situazioni, ed anche se non raggiungi un limite prestabilito va bene lo stesso.
Anche tu stai attento alla delineazione del carattere del tuo personaggio che in questo post pare alquanto ambigua.

Tsukihime
Il tuo post è molto bello, ma ho trovato alcuni errori di poco conto che puoi evitare di fare. Attenta ai tempi verbali, alle doppie e agli altri errori di distrazione o battitura, che possono influire sulle valutazioni future del tuo personaggio. Come ho detto agli altri partecipanti al corso ricontrolla bene quando hai finito, o se risulta difficile, visto che scrivi molto, ricontrolla pezzo pezzo durante la stesura del testo.
On gdr devo di che sei perfetta, non hai fatto alcun errore, hai descritto in maniera approfondita tutto e non ti sei soffermata poco su aspetti che spesso sono considerati superflui, che hanno contribuito a farti fare un buon post, inoltre hai tirato fuori una curiosità che potrebbe creare una trama interessante, se costruita con cautela. Avendo visto quanto hai scritto, la qualità del post, il tuo allenamento precedente, ed avendo ripetutamente letto che la tua pg ha effettuato diversi allenamenti privati, ti concedo il chakra adesivo, ma non l'energia gialla, che potrai avere solo dopo aver concretizzato le tue abilità.
Ricorda che non sempre occorre fare post così lunghi ed approfonditi, sono sempre ben accetti e ti daranno molti ryo ed exp in più se fatti bene, ma non obbligarti a scrivere sempre così tanto nel caso in cui non riuscissi a farlo altre volte.

gAg
In fatto di righe ci siamo, anche per quanto riguarda il contenuto. Niente male come post, abbastanza scorrevole e leggibile. Uniche piccole pecche sono la presenza di qualche ripetizione nella prima parte del post, nell'ultima invece forse potevi allungare un po', ma nel complesso è ok.


 
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¬Kob
view post Posted on 14/7/2010, 18:15




Gag, ho letto parzialmente il tuo post, e devo dire che in quanto a scrittura va tutto bene, ma in quanto a struttura del gdr interno sei fuori. Devi stare attento a cio' che leggi e non inventarti le cose. Non ho mai detto quali sarebbero state le prove che avreste dovuto affrontare, non ho detto nulla riguardo a lupi kunai ed altro.
Per questa volta passa la faccenda essendo il tuo primo post, ma dal prossimo non devi piu' fare queti errori.
Non postare alcuna risposta in questo corso, a meno che non sia in Ot sotto il tuo prosimo post.

 
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view post Posted on 19/7/2010, 18:13

Anbu

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Con Kob in vacanza e Feffe malato, non mi resta che chiedere qui una proroga fino a Lunedì 26/Luglio, causa impegni e perdita di tempo nell'organizzare la strategia e contattare tutti ù.ù Spero ce la concediate, grazie anticipatamente.
 
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view post Posted on 19/7/2010, 21:53

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mi aggrego a Mido-kun [Jest] io perchè sono straimpegnata con la danza e in teoria dovrei ancora cominciare tutte quelle dannate versioni di Cesare T__T mi scuso in anticipo per il post merdoso che verrà T___T non è da me cmq auguratemi buona fortuna per la mia prima audizione XP!
 
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† F e F F e †
view post Posted on 20/7/2010, 14:10




Ve la concedo ragazzuoli, mi sono appena e quasi ripeso, avete tempo fino a venerdì alle 00:00, entro quell'ora tutti dovranno aver postato ok? Spero sia chiaro.
 
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view post Posted on 20/7/2010, 20:56

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mi scuso per questo merdoso Post T__T l'ho fatto di fretta visto che domani ho la laurea di mio fratello e in più devo preparare la variazione per la mia prima audizione T__T perdooona meeee XD


QUOTE
Narrato
~Parlato
'Pensato'
*Parlato altri-passato*
-Parlato altri-presente-

Stavo seduta in quel posto ad osservare quegli individui che avrei dovuto chiamare compagni.Io non avevo compagni,non avevo bisogno di loro,sarei stata la migliore del corso e avrei fatto mangiare la polvere a quegli insulsi esserini.La situazione non accennava a cambiare e cominciavo ad innervosirmi.Li guardai uno ad uno per cercare di capire quali fossero le loro abilità,le loro capacità di elaborare un piano e soprattuto le loro capacità a combattere.Eravamo in una radura ricoperta parzialmente di neve e da dove eravamo noi si poteva solo intravedere solo un denso colore marrone che attirò improvvisamente il mio interesse.Mi alzai senza dar alcuna spiegazione del mio comportamento e mi avviai verso quella macchia che diventava sempre più grande.Camminare tra la neve era qualcosa di fastidioso perchè non mi permetteva di muovermi velocemente come volevo.Sbuffai e più mi avvicinavo a quella massa marrone,più la neve diventava più lieve.Non ero molto distante da quello che apparentemente era un lago,un lago dal colore insolito,uno di quei laghi di cui aver solo paura ma la paura non esisteva in me.Mi avvicinai ulteriormente a quella che doveva essere la riva e mi chinai per sfiorare la superficie di quella enorme pozzanghera.Avevo solo un brutto presentimento.Immersi due dita in qul denso liquido e le usci subito.Quella roba era appiccicosa,avvicinai le dita al naso per sentirne l'odore e ogni mio dubbio fu chiarito.Spalancai gli occhi improvvisamente

'Fango...'

Era assolutamente fango!Sentivo che sarebbe stato difficile attraversare quello che volgarmente potevamo chiamare "Lago" ma dovevo riuscirci.Ripulì le dita nella neve e alzai lo sguardo per capire cosa ci sarebbe stato dopo.Da lì,dove mi trovavo io,vi si potevano vedere solo delle chiome verdi quindi vi era un boschetto o qualcosa di simile sicuramente pieno di trappole,ma bisognava capire che genere fossero.Se erano semplici kunai o comunque armi da lancio,respingerle sarebbe stato un gioco da ragazzi ma se si trattava di trappole di un certo meccanismo...beh avremmo fatto solo una brutta fine.Più di così non vidi e non potevo mica andare oltre con Kiro-sensei che osservava dietro quei libri apparentemente interessanti.Più osservavo quell'uomo più la mia mente,il mio istinto,tutti i miei sensi mi dicevano che lo avevo già incontrato ma la mia memoria,questa inutile memoria umana,che offusca le cose inutili e cambia gli eventi spiacevoli,sì la mia memoria non accennava a ricordare cosa fosse successo.Strinsi gli occhi per rievocare quell'evento ma tutto quello che ricordai fu il suo volto e nient'altro.Decisi di tornare così dai miei "compagni" e dire loro ciò che avevo visto poco fà.Non sapevo cosa si stessero dicendo e nemmeno mi importava,volevo solo concludere quella buffonata di "prova".Mi risedetti al mio posto e senza degnarli di uno sguardo.Ovviamente prima di parlare li osservavo nuovamente discutere e nemmeno li ascoltavo.Avrebbero fatto come dicevo io,d'altronde non avevano nemmeno pensato di andare a vedere che diavolo li circondava.Una cosa era certa,dovevamo lavorare come una squadra.Odiavo tutto questo,mi costringeva ad abbassarmi ai loro livelli.Per di più nemmeno ricordavo i loro nomi,quindi bisognava capire il mio interesse per loro,per le loro parole,per i loro stupidi sentimenti.Sarei sembrata una persona fredda,distaccata.Non dovevo sembrare,dovevo ESSERE così!Pensai a stilare un piano che sarebbe stato alla portata di tutti,deboli e non.Confidavo nelle capacità intellettive del Nara,l'unico che mi andasse a genio in tutta l'allegra combriccola.Per il resto,nulla di nulla.Mentre elaboravo il mio "ingegnoso" piano,chiusi gli occhi e come un lampo colpì i miei occhi.Forse cominciavo a ricordare ciò che era successo che comprendeva Kiro-sensei e pensai di lasciar andare il piano.Io dovevo capire perchè ogni singola cellulla del mio corpo aveva paura,tremava di fronte a quell'uomo.Io non dovevo avere paura ma più mi sforzavo di comprendere più il mio corpo tremava.Rabbia,frustazione,ira.Ecco cosa alimentava la mia voglia di finire quella prova per fare a pezzi quell'uomo,sempre se ci fossi riuscita visto che io ero una semplice studentessa e lui magari un chuunin o un jonin.Scrollai la testa per cacciare via quella sensazione orribile e mi concentrai nuovamente sul piano.Quel lago era fatto di fango,molto più denso e appiccicoso dell'acqua.Non potevamo attraversarlo "nuotando" quindi dovevamo passarci sopra.Quello che temevo di più era trovare la giusta quantità di chakra da usare,trovare quell'equilibrio che mi avrebbe permesso di attraversarlo facilmente e dovevo trovarlo velocemente.Per mia fortuna,lo stesso Ojiisan mi aveva allenata e la mia padronanza del controllo del chakra era davvero migliorata.Mi preoccupavo per gli altri.Magari il nara e il tipo stambo dai capelli verdi erano in grado a trovare quell'equilibrio alla mia stessa velocità.L'unico incompetente mi sembrava il Kaguya.Così lento nel ragionare,tanto da non dosare le proprie parole quando apriva quella bocca e poic'era il nuovo arrivato,il pastore delle montagne.Con lui mi sarei comportata come tutti gli altri.Quando riaprii gli occhi fissavo il vuoto e semplicemente cominciai ad esporre una bozza del mio piano.

~Bene Bricconcelli,sono andata un pò in giro a curiosare mentre voi discutevate o non so cosa,bah non mi importa che stavate facendo.Adesso mi ascoltate attentamente visto che a nessuno è venuta la brillante idea di andare a vedere che diavolo ha questo posto.Bene vi spiego in parole povere e concise,in modo che tutti possiate capire.La radura è ricoperta di neve,ciò rallenta ogni movimento che noi facciamo o che pensiamo di fare.Ci saranno una decina di metri da qui fino a quello che possiamo chiamare Prima tappa.Si tratta in realtà di un enorme lago di fango.Penso proprio che dovremmo passarci sopra anche perchè io non ci tengo proprio a nuotare in mezzo al fango.Bene,come stavo dicendo prima,dobbiamo passarci sopra quindi dovete considerare che il fango ha una densità diversa rispetto all'acqua quindi bisogna trovare un equilibrio per attraversarlo senza problemi.È anche inutile andare tutti e cinque per conto nostro,quindi due di voi devono portare in spalla qualcuno,ve lo dico prima...io non porto nessuno,ficcatevelo in testa.Poi ho notato che ci sono delle chiome verdi.Alberi.Penso proprio che sia un bosco o qualcosa simile,ovviamente sarà seminato di trappole e congegni varii.Abbiamo un Nara quindi a lui il compito di scoprire come funzioneranno questi aggeggi.Ma prima bisogna capire se si tratta di semplici trappole con armi da lancio,il che respingere le armi sarà facile,per quanto mi riguarda.Ma se si tratasse di qualcosa di gran lunga superiore alle nostre aspettattive,vi dico solo di andare avanti con la prova e poi picchierò personalmente il sensei per aver messo a repentaglio la vita di ognuno di noi,non che mi interessiate molto,ma non voglio passare per una sciocca tutto chiaro.Oltre al bosco non so cosa ci possa essere ma temo proprio un attacco di qualche animale,se la fortuna è dalla nostra parte,oppure di qualche brigante o ninja.In caso di un animale direi che le "forze brute" della squadra debbano combattere,se si tratta di qualche brigante o ninja,combatteremo tutti insieme,anche se personalmente mi annoiano i combattimenti.Spero che vi sia tutto chiaro,miei giovani "compagni".Se avete qualcosa da ridire fate pure,basta che poi non vi lamentate o comincierò a prendervi a legnate.

Fulminai tutti con lo sguardo in modo da far capire che si sarebbe seguito il mio piano senza discussioni o cambiamenti varii.Gli unici da cui li accettavo erano da parte del Nara,l'unico ad avere una mente diciamo brillante.Richiusi gli occhi e aspettai qualche risposta contraria.Erano diventati già prevedibili e noiosi,come tutti gli altri.La mia mente cominciò a vagare tra i ricordi per cercare quel maledetto Kiro-sensei.Avrei ricordato,lo avrei fatto,lo avevo promesso a me stessa e quando la risposta sarebbe giunta a me,quell'uomo sarebbe morto,avrebbe implorato pietà,perchè era questo che il mio cuore sentiva,questo era ciò che il mio istinto desiderava.Improvvisamente di nuovo quel lampo di fronte agli occhi e ricordai solo delle macchie sulla sabbia del deserto e poi il viso di Kiro-sensei.Riaprii gli occhi immediatamente,come se mi fossi svegliata da un incubo,mi voltai di scatto verso di lui che leggeva leggeva e non ci aveva mai degnato di uno sguardo,lui...quel maledetto.

~Maledetto!

sussurrai a me stessa,così piano da non far sentire ciò che avevo appena detto,così da non rievocare quel ricordo doloroso.Per anni avevo cercato colui che aveva ucciso Medarame-kun,la mia unica guardia che possedeva un'abilità davvero rara tra gli shinobi di suna e che era stata uccisa da un ninja di Konoha.Un Chuunin dai capelli castani.Ero lì quella notte,avevo solo 10 anni e avevo seguito Medarame-kun per dirgli che mi dispiaceva di averlo trattato in quel modo.E poi...fu ucciso da questo shinobi di Konoha.Il mio Medarame-kun.Ricordavo solo il volto e il colore dei capelli di quell'uomo.Era davvero Kiro-sensei oppure la mia sete di vendetta e la mia volontà di diventare sempre più forte,mi spingevano a voler spargere sangue?Una cosa era sicura,avrei tentato di vendicare Medarame-kun!
 
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view post Posted on 21/7/2010, 17:38

Anbu

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"Non è che io abbia paura di morire. E’ solo che io non vorrei essere lì quando accadrà.”



Narrato
Parlato
*Pensato*



[size=1] Svelti! - La missione deve essere completata!


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La neve iniziava a cadere meno velocemente e meno insistentemente. Kimimaro era lì nel gruppo di quelli che avrebbero dovuto passare l'esame per diventare Genin. Una gran rottura, l'accademia andava per le lunghe, questo nuovo compito poi, un' ulteriore perdita di tempo. Improvvisamente l'unica ragazza del gruppo si alzò mentre noi discutevamo sul da farsi, si stava avvicinando a quella distesa di colore scuro. Voleva forse farsi una nuotata. Ma poi tornò indietro. Non sapeva quello che aveva fatto trovandosi lì. Poi ritornò dove eravamo noi e incominciò a chiacchierare come una racchia. In quel momento dava solo fastidio, ma non appena Kimimaro inizò a capire che quella statua voleva esporre un piano. Il suo piano era di camminare sulla superficie del lago. Se così si poteva chiamare.

“Camminare sul lago? Complimenti. Devo dire che nessuno di noi ci sarebbe mai arrivato, hai un' intelligenza sovrannaturale. Mi raccomando, rimani concentrata così puoi dire altre caz... ehm perle di saggezza.”

*Ma tu vedi questa. L'idea che si erano fatti tutti era quella o di camminare per gli alberi o di camminare sul lago. Penso solo che le sue parole possano aver dato un voto in più a quella nostra teoria.*

Kimimaro si avvicinò al lago. Iniziava a concentrare il chakra sotto la pianta del piede, almeno per vedere quanto ce ne sarebbe voluto. Ormai aveva un buon controllo del chakra repulsivo. Poggiò il primo piede e capì che ce ne sarebbe voluto di meno rispetto a quando si camminava in acqua.
Ormai non dovevo essere simpatico a quel Roronoha. Anche perché mi aveva risposto in modo scontroso ad una domanda, anche stupida, ma forse importante, visto che le nostre vite potevano essere a repentaglio. I miei complimenti fattegli non erano serviti a niente. Ormai l'odio incominciava a farsi reciproco, oramai l'unica cosa che ci impediva di ucciderci era il fatto di portare a compimento la missione. Distolse il pensiero e si concentrò unicamente sul concentrare il chakra ai piedi. Dopo aver impastato una quantità necessaria, poggiò il primo piede, poi l'altro. Si reggeva in equilibrio. Ormai aspetta solo che la ragazza e Zoro si accingessero a provare anche loro. Intato Kiro leggeva sempre la sua montagna di libri. Non curante di quello che accadeva, almeno quello che pensava Kimimaro, anche perché in accademia fu molto veloce a bloccare il Kiriano.

*Non è che si è addormentato questa volta?

Intanto il giorno stava per terminare, bisognava fare presto. Kimimaro pensava anche alle parole di quella “cosa” che credeva di averci sorpreso con una strategia che aveva già detto prima lui. Però aveva il morale giù o da quello che sembrava, incazzato. Forse pensava a qualcosa che gli era successo, e poi ogni tanto si voltava a guardare il Sensei.

*Che si sia invaghita di Kiro? Questa sarebbe tutta da ridere.*

Kimimaro ormai sulla superficie del lago da molto tempo, e dopo aver ottenuto la certezza delle sue “capacità adesive” anche sul lago, tornò sulla terra ferma dove si sedette aspettando qualche idea dei compagni. Intanto pensava al sogno che aveva fatto la notte antecedente a quella giornata, visto che non ne aveva avuto l'occasione, dati i molteplici impegni. Quel massacro, quella guerra, tutto in qualche modo doveva essere collegato al fatto di essere solo. La neve era soffice sotto il suo corpo, non si era mai sentito così comodo. Ogni tanto guardava quella ragazza. Era un mistero per lui, non capiva cosa ci potesse fare una di Suna lì a Kiri e neanche perché s'era messa a dare ordini, una cosa che lo urtava non poco. Gli altri esaminandi non avevano ancora aperto bocca e Kimi si rialzò.
La stessa bufera di poche ore prima era scomparsa, come se fosse andata a dormire anche lei ma i danni ancora presenti rendevano Kiri più brutta del solito. Dinanzi a Kimi si estendeva la classica vista: un cielo scuro di colore blu che si estendeva per km, molto simile ad un quadro e quei piccoli batuffoli bianchi talmente perfetti gli parvero essere stati dipinti. Si incamminò di nuovo verso il lago di quel piccolo pezzo di terra mentre tutti i suoi sensi erano occupati e la sua mente completamente presa dal pensare alla missione. Si perdeva tutto ciò che lo circondava in quegli istanti ma improvvisamente udii un tuono e voltandosi con il capo verso il cielo, il suo naso sentì lo stesso odore della notte precedente... sintomo di una tempesta. La sua mente fantasticava sull'esito della missione, la missione compiuta, le pietre consegnate senza nessun ritardo, la sua promozione a Ninja vero, il non vedere più quelle persone che gli avevano dato fastidio per due giorni consecutivi, ma soprattutto il non vedere più quel Sensei, fastidioso anche lui. La neve era ormai cessata, ma la pioggia iniziò a scendere, erano poche gocce per ora, ma se sarebbero aumentate, la vista sarebbe diminuita e questo avrebbe potuto compromettere il tutto. Quell'acqua stava facendo sciogliere la neve, una cosa positiva almeno c'era, non avrebbero dovuto più stare col pensiero di non poter camminare o correre in maniera più veloce. Sotto la pioggia battente, camminava lentamente calpestando quel territorio i suoi piedi sprofondavano nel terreno reso fangoso dall'acqua che cadeva violentemente riducendo la visuale ad una massa di scie verticali che quasi sembravano non muoversi.
Il rumore della pioggia risuonava nel silenzio di quel posto, suono spezzato soltanto da alcuni tuoni che cadevano dopo lampi tremendi e dal suono di alcuni passi, quelli di Kimimaro e non.
Man mano che si muoveva, una sagoma dall'altro lato si avvicinava.
I loro movimenti erano lenti ma sembravano quasi coordinati, ed i suono dei nostri passi sembrava farsi eco. Era ormai di nuovo vicino al lago, lo aveva stregato, lo attirava continuamente a se, non capiva il perché di questa cosa, ma pensava che si sarebbe già potuto incamminare su quella superficie fino all'altra riva. Dopodiché chiese:

C'è qualcuno che ha bisogno di un passaggio? Sapete, il bonsai di Suna ha ragione, non conviene camminare sparpagliati. Mi raccomando, armi alla mano, non voglio fallire questa missione, e siate pronti ad uccidere qualsiasi cosa si muova.

Detto questo Kimimaro si preparò per la “caccia”, prese un kunai e attese gli altri.


SPOILER (click to view)
Status:

Grado: Studente
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Determinato.
Condizione Fisica: Perfetto.
Consumi:-
Recuperi:-
Slot Tecniche 0/1:-
Azione: 0/1:-
Bonus:-
Malus:-
Edit:-

Armi mostrate:
1 Kunai.

Code Preso da Kob


OT: Mi scuso per: Lunghezza, qualità scorrevolezza del testo, è proprio di merda, lo ammetto, non sono riuscito a fare meglio, scusatemi.


 
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Zoro_Roronoha
view post Posted on 22/7/2010, 14:16




CITAZIONE

Narrato
Parlato
Pensato
Parlato Altrui


…Capitolo Sei…
…La Strategia…
A
ppena rivolsi la domanda al ragazzo tutti gli altri compagni cominciarono a discutere sulla strategia da adoperare per completare la missione. Così mi ritrovai dentro ad un dibattito che sembrava non dovesse portare da nessuna parte, fino a quando la ragazza strana si allontanò e si avvicinò al lago. Mi spostai leggermente dal gruppo, intento nella discussione, per vedere cosa stesse tramando Akasuna: si chinò sul lago e ci intinse le dita per sentire cosa fosse.

Ottima idea studiare subito il territorio. Questa ragazza sembra in gamba e forse sta già progettando un piano per finire alla svelta questa caccia al tesoro.


Dopo aver esaminato il lago si levò da terra e cominciò a guardare oltre la distesa d’acqua: scrutò l’orizzonte per qualche minuto poi tornò verso di noi e cominciò a parlare. Ci disse che il lago non era pieno di semplice acqua ma di fango, quindi non si poteva semplicemente nuotare ed aggirarlo sarebbe stato troppo lungo. L’unico metodo per passare oltre sarebbe stato camminarci sopra, esercizio alquanto arduo per chi non è molto pratico con il chakra, e ovviamente non tutti erano capaci. Così Akasuna continuò, dicendo che due di noi dovevano caricare gli altri due. Da queste sue parole potei intuire che anche lei era in grado di controllare il chakra repulsivo. Ma, come tutte le donne scansafatiche avvertì subito che lei non avrebbe caricato nessuno, così, molto probabilmente gli unici rimasti a saper usare quell’abilità eravamo io e quello sbruffone di Kimimaro, che a quanto pare voleva fare colpo su qualcuno del gruppo, dato il suo incredibile cambiamento di umore. Finita la parte del lago, Akasuna proseguì nel suo piano: ci indicò un boschetto, subito dopo la traversata, che con molta facilità era cosparso di trappole, o addirittura un imboscata. La parte logistica spettava a Fuji ed in quel momento scoprii anche il suo cognome: Nara. Forse la ragazza lo conosceva o forse ha riconosciuto qualche simbolo della casata, fatto sta che uno come lui ci sarebbe stato comodo. Proseguendo con il piano, la ragazza ipotizzò che le trappole potevano essere congegni semplici, con il solo scopo di rallentare la missione con armi da lancio, oppure qualcosa di più grosso contro il quale non avremmo avuto molta speranza. Appena finita la frase, Akasuna si innervosì incredibilmente dicendo che se ci fossero stati pericoli per il gruppo avrebbe preso a pugni il sensei. La cosa mi fece quasi ridere, e dato quello che il maestro ci aveva mostrato il giorno prima era improbabile che una semplice cadetta riuscisse anche solo a sfiorare un chunin di quel livello. L’ultima parte del piano arrivò subito dopo: superate le trappole ci sarebbe stato il rischio di essere attaccati, da qualche animale addestrato o da qualche uomo a guardia di quella pietra. Terminato di esporre il piano ci fulminò tutti come per dire “quello che dico è legge”, ma non mi fece molta impressione, d’altronde dopo aver visto gli occhi di Kiro è difficile avere paura di una semplice occhiata. Diedi un rapido sguardo ai miei compagni per vedere se qualcuno aveva qualcosa da ridire. Come se me lo aspettassi, il primo ad aprire la bocca fu proprio quello scocciatore di Kimimaro che, come al solito, parla per dare aria alla bocca. Finito il suo inutile intervento, si allontanò e si diresse vicino al lago, così cominciai a parlare.

Beh Akasuna, devo dire che come piano è veramente ben congeniato. Dalle tue parole posso intuire che non hai problemi con l’utilizzo del chakra repulsivo quindi siamo già in tre che possiamo attraversare il lago senza problemi. Ikki e Fuji non so se sappiano usare questa abilità ma in caso contrario ce ne occuperemo io e lo spaccone li presente. Per la seconda fase, ipotizzando che le trappole esistano, sono più propenso a dividerci in due squadre, sempre se siete d’accordo. La prima sarà composta da me, da Ikki e da Akasuna, che avremo il compito, nel caso ce ne fosse bisogno, di fare da esca e di coprire le spalle alla seconda squadra, composta dal Nara e da mister so tutto io. Loro avranno il compito di localizzare le trappole e di disattivarle. Per la terza ed ultima fase dovremo prepararci come si deve. Se si tratta solo di animali propongo di dividerci sempre in due squadre: la prima formata da me e dallo scemo, che tratteremo le bestie e le distrarremo, mentre il resto andrà a recuperare la pietra. Nel caso non siano animali ma uomini bisognerà studiare una strategia alternativa al momento. Ripeto è solo uno spunto quindi a voi la scelta, ed in caso contrario continueremo con la strategia della ragazza. Poi vorrei aggiungere un’altra cosa Akasuna: non ti conviene metterti contro Kiro, puoi chiedere conferma allo svitato. È molto abile e veloce: non sottovalutarlo mai.


Finito di esporre la nuova tattica mi avvicinai al lago e mi misi a qualche metro da Kimimaro il quale stava provando a camminare sulla superficie. Anche se non mi era affatto simpatico dovevo per forza imitarlo, per non farmi trovare impreparato al momento della partenza. Cominciai a impastare il chakra e lo incanalai verso la pianta del piede, mi avvicinai al lago fangoso ed iniziai a fare qualche passo. La quantità di chakra era perfetta, così tornai sulla terra ferma in attesa della partenza.


SPOILER (click to view)

¤Status¤

Grado: Studente
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Pronto e spavaldo
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-



OffTopic: Scusate per la scarsa lunghezza ma come ho già ripetuto il lavoro è devastante. Sorry
 
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