Corso K-20

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¬Kob
view post Posted on 1/8/2010, 19:21 by: ¬Kob






•Il progresso della civiltà si misura dalla vittoria del superfluo sul necessario.
~Alberto Savinio



~Narrato
»Parlato
•Pensato



≈ Pianure Nascoste



~Non erano passati quaranta secondi da quando il sensei del corso K-20 di Kiri aveva posato le sue membra a Terra, appoggiando la schiena al tronco di un albero trovato li per caso, iniziando a leggere, a scrutare, la pergamena, forse, più importante di tutto il villaggio della nebbia. Era di sicuro la più antica, una delle poche che si era salvata dall’incendio che pochi lustri prima aveva strutto quasi l'intera Kiri. Aveva faticano non poco per averla, rinunciando ad informazioni preziose e corrompendo gli addetti della biblioteca affinché non notassero chi avesse avuto accesso ad essa. Se si fosse saputo che un Konohano, non particolarmente affezionato al villaggio di Kiri, avesse preso visione a quei documenti, sicuramente sarebbe cascata qualche testa. Anche per questo motivo Kiro Yakushi non aveva prestato attenzione alla domanda che gli era stata posta pochi attimi da uno dei suoi allievi. Una domanda stupida, oltretutto.
Quel sensei conosciuto come Kiro era così immerso nei suoi personalissimi affari, che per una volta si era dimenticato pure di tener d’occhio quei giovani ninja che ancora non avevano guadagnato il titolo di genin. Li aveva lasciati alla mercé della natura, in modo da valutarli il più brutalmente possibile e decretare chi sarebbe stato adatto a quel mestiere carico di rischi e responsabilità. Non che gliene fregasse particolarmente di quei ragazzi, nessuno di loro fino a quel momento lo aveva soddisfatto abbastanza da fargli sfiorare l’idea di essere ammesso in quella piccola Task Force che pian piano stava mettendo su, ma doveva comunque trovare un alibi per nascondersi dietro quelle pergamene che stavano gettando le fondamenta per la realizzazione del piano che avrebbe presto reso Kiro un importante elemento del villaggio di Konoha. Non tanto per le sue doti, quanto per le sue imprese, che presto avrebbero, inevitabilmente, sorvolato la lingua delle persone, stanziandosi all’interno di un anticamera composta dalla curiosità della gente. Tutto questo, però, sarebbe accaduto in un futuro prossimo, solamente al termine del piano che Kiro ormai da tempo aveva messo in atto. La strada era ancora lunga e tortuosa però, ancora non si notava la meta. Solo una lunga ed interminabile via davanti agli occhi del ragazzo, che di minuto in minuto la trascorreva senza alcun giovamento o risultato. Pian piano raggruppava alleati, poi esperienze e armi, e poi continuava imperterrito il suo percorso senza mai scoraggiarsi, quasi fosse spinto da una forza esteriore.

Kiro continuava a leggere le sue pergamene, oggetti che riteneva fossero molto più importanti delle vite di quei ragazzi che, provandoci o meno, sarebbero presto andati incontro ad una sorte che avrebbe decretato uno come lui. Uno che non riusciva nemmeno a tener d’occhio dei ragazzi di quindici anni lontano dai pericoli, analizzando movimenti ed operazioni che, se solo lo avesse ritenuto necessario, avrebbe notato senza fare il minimo sforzo. Non lo faceva nemmeno apposta, era una selezione involontaria della sua testa che teneva fuori dalla sua portata tutto ciò non gli interessava, così da permettergli di concentrarsi su una ed una sola cosa alla volta. Restava così concentrato e lavorava. Lavorava sul suo futuro, gettava le fondamenta per poi costruire quella che sarebbe stata una struttura di elevato valore, o almeno era quello che pensava. In un certo senso stava aiutando il prossimo aiutando se stesso. Inconsciamente sperava che la sua immagine potesse essere considerata di riferimento, ispirando nuove menti e modellandole secondo il suo standard. Anche per quel motivo non gli costava troppo il lavoro che stava, o almeno avrebbe dovuto fare, in quel di di Kiri, davanti ad alunni che andavano e venivano. Già il giorno precedente uno aveva abbandonato quel corso che, secondo lo schema ideale di Kiro, era fin troppo facile, ed altri due lo stavano lasciando proprio in quel momento, incapaci di continuare una pseudo missione che perfino il più ingenuo ninja con il titolo di Genin avrebbe fatto ad occhi chiusi. Non disse molto a questi due, vedendoli tornare verso di lui nonostante il lavoro fosse stato spiegato chiaramente, si limitò a poche parole: «Spero sappiate trova da soli la strada di casa...».
Certo, non si poteva concedere a quel chuunin di Konoha il “Premio Simpatia”, la sua maschera non lasciava trasparir nulla se non la freddezza dei suoi occhi, gelidi come le notti d’inverno. Una maschera che riusciva a portare senza sentirne nemmeno il peso sulle spalle, nonostante fosse impregnata di fatti e comportamenti malevoli che avevano visto protagonista quel Konohano di diciassette anni, legato a doppio filo al suo passato, burrascoso e intrinseco di malvagità quando il nome che aveva tatuato sull’avambraccio sinistro. I pochi che l’avevano visto non lo ritenevano importante abbastanza da farci sopra ricerche o addirittura domande, niente in esso dava l’idea di qualcosa di anormale, niente tranne il suo passato, la sua origine, qualcosa che ormai apparteneva solamente al suo possessore, che tanto scrupolosamente lo copriva, prima con del trucco e poi con indumenti adatti alla giornata, mantenendo il segreto su di esso. Forse nemmeno l’uomo che aveva marchiato quel giovane lo ricordava, anche se quelle circostanze erano particolarmente impressionanti. Sicuramente Kiro aveva registrato nella sua testa l’accaduto, memorizzando ogni singolo movimento o vibrazione, ma non si poteva non dire che quel giovane fosse di parte. Quella faccenda lo tormentava più di ogni altra cosa, più dei suoi scopi o piani, scatenava dentro di lui un’ agitazione ed una rabbia che a volte parevano disumane, anche se sembrava che placasse continuamente quegli istinti, negando a se stesso tutto, o almeno rimandando quegli spasmi ad un momento più appropriato, un momento che ogni notte desiderava arrivasse presto. Come ogni notte sognava quel tanto atteso momento, però, non poteva fare a meno di dimenticare ciò che appena un decennio prima era accaduto, trasformandolo in quella persona che, a quel tempo, non si sarebbe mai sognato di diventare. Aveva segnato il futuro di quel ragazzo da dentro, tormentandolo e rendendolo, allo stesso tempo, una persona molto più attenta e calcolatrice d quello che sarebbe diventato altrimenti. Quell’avvenimento, quella disgrazia, aveva segnato il giovane Joshua, mutandolo in un giovane senza passato di nome Kiro. Solo il suo cognome, quello stesso cognome di suo padre e di sua madre e di tutto il suo clan, era rimasto lo stesso, a ricordargli chi era e qual era la sua missione. Nessuno conosceva il vero nome originale di quel chuunin di Konoha, solo lui stesso ed il tempo che gli aveva tolto tutto. Di lui rimaneva solo una maschera, priva di sentimenti e colma d’oscurità.

Era passato troppo tempo da quando quei tre giovani alunni rimanenti avevano iniziato la loro piccola missione, tanto che il giovane chuunin iniziava a stancarsi di quella situazione. Ciò che doveva leggere, lo aveva letto, aveva immagazzinato le informazioni necessarie e sperava dunque di poter terminare quell’inutile compito nel minor tempo possibile. Almeno un ora doveva esser passata da quando eravamo arrivati in quella landa nascosta, e l’orario del pranzo si avvicinava sempre di più, lasciando irritare maggiormente il Konohano. Non era preoccupato della morte di quei piccoli allievi, non lo sarebbe stato nemmeno se gliene fosse importato qualcosa di loro. Riusciva benissimo a sentire il chakra che fluiva attorno ai loro deboli muscoli, indolenziti ed ammaccati da quelle prove che molti avrebbero superato senza nemmeno un graffio. Si erano lasciati ferire, più volte, da trappole e bestie di basso livello, eppure avevano completato la prova. In altre circostanze al giovane del Konohagakure non sarebbe importato troppo, l’importante era completare la missione, ma se le facili prove a cui si erano sottoposti avevano avuto queste conseguenze, allora, come avrebbero visto le alte sfere del villaggio l’esame a cui si erano sottoposti i loro allievi? Che figura avrebbe fatto il villaggio della foglia, e più precisamente lui stesso, con l’intera Kiri? Ed allo stesso tempo come avrebbero visto la bocciatura di tutti gli studenti? Di certo non era la soluzione migliore dato il recente coinvolgimento di Konoha, molti avrebbero potuto pensare ad un complotto, un tentativo di soggiogare le nuove promesse della nebbia. In entrambi i casi non avrebbe cavato nulla di buono dal corso che stava ultimando, doveva solo calcolare quale dei due compromessi era il più rischioso per lui, e di certo non si sarebbe dovuto basare su quei ragazzi, giusto durante il ragionamento del chuunin si stavano avvicinando. Stavano ormai ri-attraversando il tratto finale del lago di fango che li avrebbe presto condotti verso il verdetto finale che Joshua stava emettendo. Si avvicinarono a passo spedito, provvisti naturalmente del cristallo di Fenolo, molto caro allo Yakushi, ostentando un espressione ed un comportamento egoista che sicuramente non andava a genio al loro Sensei.
Kiro si alzò da terra, facendo leva sulle gambe e distaccandosi dunque dalla corteccia dell’albero su cui si era riposato, attendendo gli ultimi passi di quella combriccola di studenti. Non si comportarono certo come alunni “modello”, aprendo la conversazione con un tono che, al contrario della reazione di un qualunque sensei, non fece altro che attivare un qualche istinto nascosto nel petto dello Yakushi, sovrastandolo. Le parole di quei tre mocciosi produssero un effetto che forse, in altre situazioni, l’uomo non avrebbe potuto attuare. Dalle prime parole proferite dall’unica ragazza della banda, il giovane sentiva una qualche strana forza che gli impediva di fermare le risate che produceva. Era più forte di lui, lo dominava. Tutta quell’euforia nascosta dietro quella maschera scoppiò, anche se ciò non fece fermare le parole delle nuove menti. Sembrava posseduto da qualcosa di malefico, qualcosa che gli aveva iniettato gli occhi di sangue e lo muoveva come una marionetta contro ogni sua volontà. Sentì dire cose che alimentavano solamente la sua libidine, come la presunzione che risiedeva nelle lingue aguzze e taglienti di quei ragazzi di Kiri e Suna. Finirono di parlare poco dopo, susseguendo le frasi ed intrecciandole quasi come se si fossero messi d’accordo preventivamente.
Come quell’impeto si era impossessato del corpo di Kiro, improvvisamente anche la sua maschera ricomparve, ri-ordinando la testa del giovane, scombussolata da quello strano avvenimento, e, carico di tensione e disprezzo per qui giovani, iniziò, uno ad uno, ad insegnargli una qualche forma di rispetto che non avrebbero potuto evitare o non comprendere. In un battibaleno la sua espressione cambiò, e nello stesso frangente il chuunin si mosse, inizialmente verso il giovane alla sua sinistra, il Kaguya, buttandolo a terra trascinandolo da dietro i polpacci e colpendola con particolare forza, che lo avrebbe costretto in ginocchio davanti a lui. Continuò poi sull’altro ragazzo alla sua destra, dopo essersi rimesso in piedi dall’attacco appena espresso verso il suo compare, si ritrovò al lato del giovane con i capelli verdi, posto in direzione opposta, e con il proprio arto inferiore si posizionò dietro le gambe dell’avversario, un attimo di pausa, solo per far capire ai giovani cosa stava succedendo, poi ricominciò buttando anch’esso a terra con un colpo del palmo della mano diretto sullo sterno. Si dedicò infine alla ragazza, lasciandole il suo fiore all’occhiello. Caricando il palmo della mano di Chakra elementale di tipo Fulmine, ne indirizzò una lieve quantità sulla punta del dito indice, rivolto verso la fronte avversaria, scaricando dunque una scossa che avrebbe immobilizzato completamente il corpo della ragazza per pochi secondi, facendole provare il brivido dell’elettricità sulla colonna vertebrale, terrorizzandola. Era stato buono con lei, nonostante fosse forte quanto quei ragazzi era pur sempre una ragazza, e a Kiro non andava molto a genio prendersela con le ragazze. In questa maniera cercava di risolvere in maniera più adeguata la faccenda.
«Stupidi Ragazzi Insolenti. Pensate davvero di meritare una promozione, una lode? Pensate davvero di dover ricevere qualcosa dopo la mediocre conclusione di una missione che non vi avrebbe dovuto portare nemmeno un graffio per la sua banalità? Guardate come siete ridotti, siete stati tanto a parlare ed alla fine questa è la prova del vostro ingegno nel risolvere queste situazioni. Siete lividi e pesti di sangue e non avete il minimo rispetto per qualcuno che potrebbe senza problemi bocciarvi o... altro. Pensate davvero di essere i migliori? Siete degli illusi, vivete nella menzogna e pensate che queste prove siano il massimo che dovrete affrontare, senza far conto che non avete ancora visto nulla. Non siete ancora nessuno in questo mondo, e di sicuro il vostro clan non vi proteggerà da altri e da voi stessi. ».
Fece una sosta, raccolse il cristallo che giaceva ormai ai suoi piedi ed osservò le facce fin troppo espressive di quei giovani ragazzi.
«Questa non è la vita vera, giovani ingenui. Non durereste un attimo senza che paparino o mammina vi aiutino a superare gli ostacoli più banali. Da voi ci si aspetterebbe...» pazientò un attimo cercando le parole «...Di più. Ma forse siete troppo piccoli per capirlo, non avete ancora vissuto niente, ed anche per questo vi serve il mio “lasciapassare”. ».
Si girò lentamente su se stesso, ripensando a cosa fare di quei ragazzi che giacevano alle sue spalle. Fece un paio di passi ancora, ritrovandosi perfettamente accanto all’albero, ci appoggiò sopra una mano e con l’altra frugò in una sacca all’interno della giacca, estraendone tre coprifronte, due di Kiri ed uno di Suna. Li buttò alle sue spalle sprezzante, non ascoltando una sola possibile parola di quei ragazzi, ed intimò loro un ultima frase prima di abbandonarli.
«Siete stati fortunati ad avere una persona pragmatica come insegnante. Altri non avrebbero esitato a bocciarvi. Non credete che la vostra prova sia stata più pericolosa del necessario, la vita a confronto non è niente, è una continua lotta a cui non potete sfuggire. La vita è pericolosa. Spero sappiate riprendere la strada di casa senza problemi.»
Detto ciò, unendo le mani davanti al bacino, fece affluire il chakra nelle sue mani e si smaterializzò davanti ai giovani, abbandonandoli a loro stessi.



S t a t u s

Generalità ~
Nome: Yakushi Kiro
Villaggio: Konohagakure
Grado: Chuunin
Energia: Rossa

Chakra: - /300
Condizione Mentale:Sprezzante
Condizione Fisica: Illeso
Consumi: //
Armi svelate://

CITAZIONE
P

Paralisi Elettrostatica
Posizioni Magiche: //
Descrizione: concentrando il chakra elementale nelle proprie mani, l'utilizzatore sarà in grado di trasmettere tramite contatto un impulso elettrico in grado di paralizzare l'intero avversario per circa 4 secondi nel caso in cui vengano colpiti collo, testa e petto, precisamente nella zona del cuore. In altri punti la paralisi sarà solo locale, e si estenderà dal punto colpito del 25%. La paralisi avrà effetto solo sulla muscolatura esterna e non comprometterà il funzionamento di organi interni. All'interno dell'effetto della tecnica, la paralisi comporterà l'immobilizzazione della vittima, nonché produrrà una scarica elettrica di bassa entità, che attraverserà l'intero sistema nervoso, e quindi tutta la schiena, producendo quindi un formicolio fastidioso che tenderà, nel caso in cui l'avversario sia più debole rispetto all'utilizzatore, ad assomigliare alla paura.
A questo livello della tecnica sarà possibile applicare il jutsu con una sola mano alla volta.
L'utilizzatore dopo aver utilizzato questa tecnica non potrà usufruire di altre tecniche per l'intera durata del turno.
Tipo: Ninjutsu
Minimo: Chuunin
(Livello: 3/ Consumo di Chakra: alto)








CITAZIONE
Attenzione:

So che leggendo il mio post potrete pensare che io sia stato autoconclusivo, ed in effetti una forma di autoconclusività l'ho usata. Questa specie di autoconclusività la possono in un certo senso usare i sensei per esprimere concetti e situazioni ovvii, che altrimenti necessiterebbero di due o più post per essere esposti altrimenti. Inoltre non avreste comunque potuto fare nulla a causa del divario di potenze tra il mio pg ed i vostri.
In questo post dovrete descrivere molto accuratamente le vostre reazioni, le vostre paure, i vostri risentimenti. Non chiedete ancora di farvi aprire la scheda, che potrete aprire solamente quando vi darò i risultati, ovvero al prossimo post.
Tsuki, siccome mi son già fatto un idea abbastanza precisa di come scrivi, nel caso in cui questo post vada bene non ne dovrai fare altri, anche perché ormai siamo ad agosto e vorrei terminare anche io per prendermi una pausa.

Per qualsiasi cosa contattatemi.


 
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38 replies since 24/5/2010, 17:18   925 views
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