Le Finali

, Kai&Kob Vs. Kyubi&Dirge

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Shadow alkemist
view post Posted on 15/3/2010, 23:36




CITAZIONE
Bene eccoci arrivati al momento tanto atteso delle finali. Nonostante lo scetticismo di alcuni s'è trovato il metodo per farvi fare quest'ultima prova diciamo in una botta sola(non è detto chesarà proprio così ma poco vi interessa nell'immediato ù_ù)

Come recita il sottotitolo è un combattimento 2 vs 2,scelti secondo un ordine preciso per pareggiare il livello delle squadre e non più sorteggiati a caso come le precedenti prove dell'esame,ma anche diciamo per motivi di spettacolo.

Le regole sono molto semplici: è un combattimento,ergo valgono sempre le solite norme,si rispetta il regolamento e basta. Ovviamente sarà consentita anche qui l'opzione morte.

Un invito che vi rivolgo è quello di essere il più corretti e realisti possibile. Vorrei inoltre precisare,anche per una sorta di cambio di rotta rispetto al passato,che una cartabomba non ammazzarà nè ridurrà a brandelli un pg se postagli nelle immediate vicinanze. Ci saranno danni fortissimi,in determinati casi che possono portare anche alla morte,ma mi sono accorto che in passato si è dato troppo potere a quest'arma. Chiaramente se ti piazzano una bomba in testa diventa un po' diverso il discorso,ma ovviamente mi parlavo in generale.
Altra questione importante è la tempistica: tendenzialmente d'ora in poi,sfrutto proprio un evento di punta come il vostro combattimento per invertire anche qui la rotta,si allargheranno un po' in più i tempi. In passato abbiamo considerato troppo veloci certi movimenti,al limite dei decimi di secondo. NOn che fossero del tutto erronee quel modo di concepire le azioni,ma semplicemente basta pensare che sarebbe impossibile per tutti fare un combattimento duraturo(anche in termini di tempo On gdr) a gradi più alti,si arriverebbe a tempistiche con velocità irreali. Non pensate che ora si stravolge tutto,rimane molto simile a prima,semplicemente c'è maggiore flessibilità. Tecniche come il muro d'acqua ad esempio resteranno della solita durata di prima(5 sec o poco meno).
Ultimo ma non ultimo per importanza: i contrattacchi. Per non appesantire il gioco,nè rendere a voi stessi e a noi staffer la vita un inferno vi invito ancora una volta a non utilizzarli se non in rari casi,soprattutto casi che siano attuabili e ben chiari. Il nostro per quanto gdr dinamico è comunque un gdr a turni,i contrattacchi s'è visto che spesso riportano a vuoti temporali e complicanze incredibili,perciò evitateli il più possibile.

In ogni caso vi verrà nuovamente aperto un topic per chiarimenti,dubbi ecc. ma non voglio che si creiino nuovamente tutte le polemiche passate: più si fanno storie e peggio sarà anche per la valutazione. Vi dovete divertire e giocare,non fare una battaglia sindacale.

Bene finite le raccomandazioni/regole si inizia col post On gdr che dovrete leggere per apprendere delle fondamentali indicazioni ;)

Il tempo era trascorso a sufficienza. Ogni esaminatore aveva colto l’occasione per stilare i giudizi dei singoli contendenti,elaborare un proprio parere personale ed infine decretare un possibile vincitore da comunicare al capo. Anche Karashi,dalla solita poltrona nel bel mezzo della Hall,aveva assistito ai vari scontri,facendosi un’idea più chiara degli otto ragazzi rimasti in gara. Con il braccio sinistro sosteneva la propria testa,mentre con quello destro si massaggiava il mento,le gambe accavallate per stare più comodo e poter ragionare meglio. Personalmente,aveva già constatato dal primo momento le abilità dei singoli,creandosi una classifica del tutto intuitiva che però sembrava averci azzeccato fino a quel momento. I combattimenti che stava vedendo erano interessanti,indubbiamente,ma qualcuno in particolare aveva attirato la sua attenzione: chi gli aveva trasmesso profonda sicurezza e consapevolezza sin dalla prima prova,chi ancora possedeva un’attitudine piuttosto ambigua,chi lo aveva deluso. A preoccuparlo,erano soprattutto le persone più strane,per le quali avrebbe riservato una sentenza definitiva solamente dopo l’ultima prova. Dunque,benché avesse ancora da prendere in considerazione e valutare numerose componenti,era giunta l’ora di porre fine a questa Seconda Prova. Come era solito fare,ruotò la poltrona di centottanta gradi,ritrovandosi di fronte al lungo tavolo e,più precisamente,al microfono con il quale poteva mettersi in contatto con gli esaminatori. Lo afferrò saldamente,parlando con voce quasi annoiata.

« Ragazzi,può bastare così: se un’idea me la sono fatta io,dovete esserci riusciti anche voi. Fermate gli incontri e conducete i Genin nelle stanze che sono state loro assegnate. Dite loro di attendere là dentro fino a quando non saranno chiamati da uno di noi. Vi aspetto qui per discutere i giudizi. »

« Stop! Dichiaro ufficialmente terminato lo scontro. Dato che,in questo arco di tempo,nessuno dei due è riuscito a sconfiggere l’altro,il giudizio finale spetterà a noi. Venite qui: dobbiamo tornare al castello. Mentre noi esaminatori ci raduneremo nella Hall per confrontare i risultati e prendere le ultime decisioni,voi ragazzi potrete riposarvi nelle camere in cui adesso vi condurrò. Non so dirvi quanto ci impiegheremo…sicuramente più di un’ora,per cui se volete cambiarvi,farvi una doccia o una dormita,cercate di essere pronti alla svelta. In ogni caso tornerò a chiamarvi. Vi prego di porre una mano sulla mia spalla poiché stiamo per Teletrasportarci nuovamente all’interno della fortezza. »

Fu un effimero istante. Un lunghissimo corridoio,di un piano che sicuramente non era quello terreno,si stagliò di fronte ai loro occhi. Innumerevoli erano gli elementi di lusso,eleganza e raffinatezza apprezzabili dai buoni intenditori,anche se probabilmente i ragazzi sarebbero stati troppo stanchi o disinteressati per ammirarli. Lungo la parete tappezzata di quadri,arazzi e mosaici risaltavano delle porte altrettanto preziose e sgargianti,poste ad una distanza di circa otto metri l’una dall’altra; da ciò si intuiva la notevole ampiezza delle stanze che si celavano dietro tali battenti. Nel più totale silenzio,l’esaminatore condusse i ninja nelle loro stanze,raccomandandosi di non uscire da lì per alcuna ragione,tanto l’avrebbero trovato il da farsi: cibo e bevande a volontà,letti e divani cosparsi di morbidi cuscini,un bagno con idromassaggio e sauna e persino una zona contenente macchinari ed attrezzi per l’allenamento. Non potevano proprio lamentarsi! Velocemente,i vari Jonin corsero da Karashi,il quale li aspettava impazientemente seduto sulla sua poltrona girevole. Una volta arrivati tutti con le proprie cartelline e tabelle varie,i cinque cominciarono a dibattere su chi meritasse o meno l’accesso alla Terza ed ultima Prova. Ovviamente c’erano diversi pareri per quanto riguardava il numero dei finalisti selezionabili e diversi metodi di giudizio: molto privilegiavano la strategia,altri il carattere,altri ancora la forza di volontà. Ma qui non si trattava di esprimere una preferenza: era in gioco il futuro di questi ragazzi e dei loro Paesi! Un pugno deciso investì il tavolo.

« Bene,ci siamo. Alla fine vedo che ci troviamo abbastanza d’accordo. Andate subito a chiamare gli esaminandi,non c’è motivo che attendano ulteriormente. Gekkou,dopo aver chiamato i tuoi ragazzi,tieniti pronto dietro le quinte.»

Un semplicissimo “toc-toc” avrebbe richiamato l’attenzione dei sette semifinalisti (Rayga non era in grado di continuare ed era sotto le cure dei ninja medici): la loro sorte era stata stabilita e,a breve,la avrebbero conosciuta. Le loro stanze si trovavano al terzo piano,per cui avrebbero dovuto percorrere una splendente scala a chiocciola per arrivare a destinazione. Non appena Karashi udì il rumore dei primi passi in avvicinamento,richiamò il medesimo monitor che avevano utilizzato per la prova precedente e si schiarì la voce con un colpetto di tosse. Le facce dei giovani Genin assumevano le espressioni più varie,delineando i diversi caratteri e personalità che li caratterizzavano. Come era ovvio che fosse,solamente quattro di loro avrebbero guadagnato l’accesso alla fase finale,ma nessuno poteva permettersi di restare tranquillo: come era stato premesso,la vittoria non costituiva una condizione necessaria e sufficiente né per il proseguimento degli esami né per la promozione a Chunin. L’organizzatore dell’evento trasse un respiro profondo.

« Eccoci qua. Scusate se vi abbiamo fatto attendere troppo,ma ci è stato necessario per stabilire chi veramente fosse il meglio del meglio tra di voi: abbiamo assistito a degli scontri avvincenti che non hanno portato a nessun vincitore,ad eccezione di uno…Come vi era stato detto,me lo auguro,potranno accedere all’ultima Prova i migliori quattro,per cui l’esame terminerà qui per tre di voi,anche se ciò non implicherà necessariamente la bocciatura. Inoltre,dovrebbe esservi stata annunciata la possibilità che due persone scontratesi nella medesima arena vengano promosse a discapito di altre,giusto? Ok. Allora possiamo cominciare con i risultati. Quella che vedrete comparire alle mie spalle è una schermata composta da sette caselle; ovviamente manca la casella di Rayga,ma essendo stato l’unico sconfitto abbiamo ritenuto opportuno ometterla. A differenza della prova precedente,abbiamo preferito non stilare una classifica e comunicare i singoli esiti in ordine alfabetico. Gekkou inserisci i sette nomi perfavore. Eccoli là: quelli che si coloreranno di verde rappresenteranno gli ammessi,mentre coloro che saranno segnalati in rosso saranno i non idonei. Pronti? 3,2,1…Vai! »

 Takeshi Fujiwara
 Kisuke Nara
 Shintaro Nara
 Hiroshi Senju
 Kishy Uchiha
 Mitsurugi Uchiha
 Sosuke Uchiha



« Credo che ci voglia qualche spiegazione in più per Kishy Uchiha. Il tuo nome non si è colorato né di verde né di rosso,bensì di giallo. Ebbene,non è certo un errore della grafica: in poche parole,il combattimento al quale hai partecipato è terminato troppo presto e non ci ha fornito basi solide per poterti valutare. Cosa ti aspetta,dunque? Sarai sottoposto ad una prova extra,che non avrà niente a che fare con quella dei quattro finalisti. Là ti giocherai la promozione o la bocciatura; per il momento non posso dirti altro,torna pure nella tua stanza. Hiroshi Senju,Takeshi Fujiwara…a voi devo chiedere di lasciare il castello,poiché siete ufficialmente fuori dall’esame. Il nostro staff vi condurrà ad un nuovo alloggio,in attesa dei risultati finali. Non siate troppo abbattuti: avete giocato bene comunque e,pertanto,potrete ugualmente sperare nella promozione. Arrivederci. »

« Kisuke e Shintaro Nara,Mitsurugi e Sosuke Uchiha…Congratulazioni,siete i quattro Genin che guadagnate l’accesso alla finale,che si svolgerà fra tre giorni esatti. Si tratterà di uno scontro a coppie,un due contro due senza esclusione di colpi; i due vincitori dovranno poi affrontarsi nuovamente,uno contro uno,così da portare ad un unico vincitore. L’arena in cui vi affronterete è in fase di elaborazione,pertanto non posso ancora mostrarvela. Tuttavia…ciò che posso mostrarvi è l’abbinamento delle coppie. Vedete,per la Prima e la Seconda Prova abbiamo fatto uso del Random,mentre stavolta siamo stati noi a decidere: non potevamo rischiare che due Uchiha affrontassero due Nara per ragioni di spettacolo,poiché ci sarà un vasto pubblico ad assistervi e a scommettere su di voi. Bene,non ci resta che mostrarvi le due squadre,dopodichè sarete congedati e potrete fare ciò che volete. Gekkou. »

Kisuke Nara
Mitsurugi Uchiha
 Shintaro Nara
 Sosuke Uchiha  



« Alle undici in punto. Tra tre giorni. Esattamente in questo posto. Ciao ragazzi,buon riposo. »



SPOILER (click to view)
In spoiler l'arena e le ultime info:
Arena

In verde gli alberi,in marrone le rocce. Al centro c'è uno spiazzo,una sorta di isolotto di terra. Il verde chiaro rappresenta un terreno erboso,mentre quello giallo un terreno sabbioso(non eccessivamente)

Le indicazioni le avete: 3 giorni di riposo,alle 11 per il consueto teletrasporto in arena,che sarà comunque abbastanza ampia(se vi servono delle misure ve le diamo). Regolatevi stesso voi per fornire una buona descrizione dell'arena dove vi batterete. Nel post di presentazione vorrei che scriveste,in una parte non troppo esigua,anche la conclusione dell'altro,collegandovi appunto a ciò che accade nel post che vi ho messo su.
Sarà possibile usare armi appena acquistate,idem le personali e cose del genere.

Si potrà postare max dopo 3 giorni dal compagno/avversario. Si possono richiedere proroghe di max 2/3 giorni. Valuteremo poi quante condervene,per ora direi 2.

Bè se ho dimenticato qualcosa mi scuserete,ma per questo ci sarà il topic apposito. Ed ecco che ora vi pubblico l'ordine di chi posta,fatto con il metodo della monetina Xd(chiaramente prima i 2 di un team,poi gli altri 2)


Dirge&Kyubi Vs. Kai&Kob

 
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Dirge
view post Posted on 18/3/2010, 23:06






"Un nuovo compagno!"



La densa nebbia non cessava di render il mondo cieco. Le due perle del clan del ventaglio ancor non riuscivano a vedersi, e più che aver lanciato fiammate di disperazione nella più totale confusione, altro non potevano fare. Mitsurugi si stava adirando con sè stesso per quella stupida azione commessa, il lancio di quel fumogeno era stato un calcolo assolutamente errato, aveva danneggiato il duello. Impaziente, ma sempre concentrato, con lo sguardo puntato sull'alone artificiale, digrignava i denti furioso. Giurò a sè stesso che una volta concluso l'effetto di quella bomba si sarebbe gettato a capofitto verso la sagoma rivale con l'intento di farla a brandelli grazie alla sua Katana. Era stato un duello esageratamente statico, solo la strategia era stata privilegiata, senza concedere il giusto spazio al talento nel combattimento ravvicinato. Tutto d'un tratto, come se una potente folata di vento avesse deciso di fare il proprio intervento, la nebbia si diradò con grande celerità. Durante questo breve processo, l'Uchiha, riuscì man mano a scorgere nitidamente l'esigua presenza fisica del suo rivale, e un sorriso beffardo non esitò a dipingersi sulle sue labbra. Era tornata la luce. Ma improvvisamente qualcosa sorprese il bellico, un movimento che non si sarebbe mai aspettato. Proprio quel bambino prese l'iniziativa di scattare verso di lui, ma in quel preciso momento successe qualcosa di ancora più sorprendente, egli venne bloccato dall'arbitro. Costui gesticolò con la mano destra, per poi iniziare un breve monologo. Annunciava la conclusione di quel combattimento, avvisò che la decisione del vincitore sarebbe stata presa dopo un consulto generale, e che nel frattempo ognuno di loro sarebbe stato scortato all'interno di una camera, in attesa dei giudizi. Infine suggerì ad entrambi di porre nuovamente le proprie mani sulla sua spalla, per un nuovo teletrasporto. Mitsurugi rimase immobile per all'incirca due secondi, facendo navigare il proprio sguardo prima su di Sosuke e poi sull'esaminatore, per poi avanzare cautamente verso quest'ultimo e poggiare la propria mano sinistra sulla famosa spalla, fissando, nel contempo, con occhi ambigui, le iridi del moccioso.

Ancora quel vortice di confusione rinnegante la forza di gravità, e, finalmente, Mitsurugi tornò sulla terra ferma. Era dentro al castello, ne era certo, innanzi a lui si ergeva un ambiente singolare, era circondato dal lusso più totale, ma poco gli interessava. L'unico aspetto che lo colse fu la porta stanziata dinnanzi a sè, era curioso di sapere cosa si celasse al suo interno. Udì di gran noia le raccomandazioni di quello scocciatore, non doveva uscire dalla camera sino a che non sarebbe stato chiamato, ma chi era lui per dargli degli ordini? Mitsurugi Uchiha non prendeva ordini da nessuno. Dunque con occhi gelidi si voltò verso di egli, puntandogli l'indice sinistro al viso.
«Puoi essere un Chuunin, un Jonin o anche l'Hokage stesso, ma devi sapere che a me non interessa. Non prendo ordini da nessuno, dunque non permetterti mai più di rivolgerti a me in questa maniera. Pensi che io sia poco furbo, dato che tu sei fondamentale per far si che io passi questa prova? No, non sono poco furbo, me ne infischio del valore che tu hai per me in questo momento, confido nella tua serietà, sono certo che esprimerai un giudizio basandoti su ciò che hai visto, senza mettere in mezzo il tuo orgoglio. Adesso basta, entro da solo nella mia stanza, la tua presenza mi infastidisce. Ci vediamo!», affermò l'Uchiha con tono insensibile, noncurante delle conseguenze. Voltò il capo, dirigendolo ancora una volta dinnanzi a sè, dopodiché non esitò a muoversi alla volta della preziosa porta, introducendovisi infine. La stanza era divisa in più locali, Mitsurugi li visitò tutti, e quello adibito per allenarsi fu il suo preferito. Non aveva fame, era troppo irritato, non aveva sonno, non si era stancato, voleva solo allenarsi, dunque si recò nella sala. Ancora non era riuscito a sfogarsi, allora con un impeto incredibile portò la mano destra sulla spada, estraendola dal suo fodero, e con uno scatto rabbioso la conficcò nel muro più vicino. Fu un movimento accompagnato da un grande urlo. Rimase pochi secondi appoggiato sull'elsa della sua fidata arma, la testa china, gli occhi socchiusi. Un altro movimento brusco fece estrarre la Katana dalla piccola cavità, per poi riporla nella sua custodia. Era ancora abbattuto, quel combattimento lo aveva segnato, non riusciva a distogliere il pensiero da lì. Un rumore lo fece sussultare, proveniva dalla porta: qualcuno aveva bussato. Aveva capito che il momento dei giudizi era giunto, non poteva perdere altro tempo. Si diresse verso questa e la spalancò, dinnanzi a lui sostava un altro uomo, che il sanguinario fissò profondamente negli occhi, in attesa che costui facesse la sua mossa, si aspettava che lo conducesse nel luogo della sentenza. Quel momento non tardò a giungere, infatti, senza fiatare, egli si voltò e prese a scendere una curiosa scala a chiocciola, mentre Mitsurugi non fece altro che seguire la sagoma. Non era il solo a percorrere quel tragitto, continuando a guardare fisso davanti a sè, ma con la coda degli occhi, intercettò visi conosciuti accompagnati anch'essi da un esaminatore a testa. Ci mise poco tempo a giungere in quella stanza che, anche precedentemente, fu sede di istruzioni e monologhi interessanti. La figura sconosciuta si fermò, e, assieme a questa, anche quella dell'Uchiha. Nel frattempo uno schermo si illuminò non molto distante da lui, era lo stesso monitor che antecedentemente illustrò le squadre per la prima prova, e allo stesso tempo un colpetto di tosse forzato lacerò il silenzio venutosi a creare. Il veggente rimase impassibile, i suoi occhi si ridussero in fessure, delineando maggiormente l'insensibilità di quello sguardo, e un semplice dettaglio fece accrescere quella particolare percezione: una ciocca dei suoi capelli nerissimi si posò sull'occhio sinistro, lasciandone intravedere solamente una parte. Una voce familiare prese la parola, era una situazione già vissuta. Esplicitò la ricerca, da parte loro, dei migliori quattro, informando che tutti gli scontri, ad eccezzione di uno, erano finiti senza un reale vincitore. Lo shinobi eliminato era stato lo Hyuga. Era da notare la smorfia di soddisfazione che si impresse sulla bocca del bellico. Mentre la notizia enunciata poco dopo rese costui un attimo perplesso: l'esaminatore trovò necessario evidenziare la possibilità della promozione di due sfidanti avversari nella stessa arena a discapito di altri. Successivamente informò il gruppo che, a momenti, sullo schermo sarebbe apparsa una tabella, e che essa avrebbe decretato coloro i quali avrebbero avuto la possibilità di andare avanti e chi no, attraverso un gioco di colori: tinti di verde i primi e di rosso i secondi. Invitò un certo Gekkou all'inserimento dei nomi, un conteggio alla rovescia e finalmente la verità. Si assistette ancora una volta ad un espressione impassibile, nonostante nella sua mente si scatenò il caos.
«Interessante, dunque il caso facente l'eccezione era il nostro. Bene, sono passato. E assieme a me hanno avuto questo privilegio il moccioso, e gli altri due Nara, interessante. Mentre sono stati eliminati i due membri dei villaggi esterni, Suna e Kiri, ancora una volta si evidenzia la potenza di Konoha, fatta eccezione di quell'incapace dagli occhi bianchi. Ma la cosa che realmente non capisco è il colore giallo con il quale è evidenziato l'altro Uchiha», pensò perplesso tra di sè l'apatico. Subito pervenne la risposta dalla stessa voce di prima. I giudici non avevano avuto abbastanza elementi di valutazione, dunque i motivi erano due: il ragazzo è stato un genio in grado di mettere in pochissimo tempo fuori combattimento lo Hyuga, oppure quest'ultimo era veramente debole, quasi deprimente. Ma la cosa che fece arrabbiare il giustiziere fu il fatto che non avrebbe avuto la possibilità di misurarsi con lo pseudo fenomeno, poiché egli avrebbe avuto una prova a parte, le strade dei quattro finalisti con quest'ultimo erano divise. Mitsurugi non ebbe neanche il tempo di soffermarsi su questo episodio che l'uomo continuò il suo sermone. Quest'ultima parte del suo discorso era indiscutibilmente la più importante e interessante. Furono fatti i complimenti ai Nara e agli Uchiha e venne rivelato che la prova sarebbe iniziata tre giorni dopo e che essa si sarebbe svolta con dinamiche ben precise: ci sarebbe stato un due contro due, mentre la finale sarebbe stata disputata dai membri della squadra vincente. A differenza della prova precedente non fu fatto affidamento alla sorte, bensì le coppie furono decise dal gruppo di giudici. I clan sarebbero stati mischiati, i membri di ogni famiglia sarebbero stato rivali. Mitsurugi sorrise soddisfatto poiché ciò implicava una rivincita con il bambino. Il motivo di questa decisione, da parte dei giudici, risiedeva nella volontà di soddisfare il pubblico. Venne detto che un enorme folla avrebbe assistito all'imperdibile spettacolo, che sarebbero state fatte scommesse su ogni finalista. L'Uchiha era curioso di venire a sapere in che cosa sarebbero consistite, magari qualcuno sperava in qualche scenario macabro, forse sarebbe nata la necessità di veder morire atrocemente uno o più Shinobi, di vederli strisciare e lamentarsi nella loro stessa pozza di sangue. Tutto d'un tratto apparvero sullo stesso monitor le coppie decise: Mitsurugi avrebbe fatto coppia con il Nara più potente, con il migliore della prima prova. Era entusiasta di questa decisione, avrebbe voluto conoscerlo, forse sarebbe stato lui la famosa eccezione? L'unico elemento con il quale, l'Uchiha, avrebbe collaborato? Essendo una sfida a coppie egli, di norma, avrebbe dovuto cooperare con chiunque gli fosse capitato. Di regola, ma lui non le aveva quasi mai rispettate, il caso specifico si era presentato nella prima prova, ove, per disprezzo, decise di uccidere il sunese, piuttosto che trascorrerci altro tempo assieme. Entro sè sperava ardentemente che fosse proprio Kisuke Nara quella singolare eccezione, anelava che fosse forte come lui e che insieme avrebbero torturato e massacrato i loro avversari.
Tre giorni dopo, alle undici in punto, l'ora della verità, dove ogni risposta sarebbe emersa dall'ombra dell'inconsapevolezza, per poi porsi come luce ed irradiare ogni singolo dilemma.

Quello stesso giorno, in silenzio, lo trascorse all'interno della propria stanza. Alternò il riposo all'allenamento, il pasto al rilassamento, tentando di saziare ogni sua esigenza, ma tutta quella quiete già incominciava ad infastidirlo. La mattina dopo decise di visitare l'esterno del castello, di respirare aria pulita. E fu una decisione perfetta, poiché durante una camminata silenziosa incontrò Hiroshi Senjuu, uno dei ragazzi eliminati, e proprio in quel momento riuscì a liberare tutta quella collera repressa, dando inizio ad un grande duello. L'Uchiha venerava il puro confronto psico-fisico, egli viveva per combattere. Molti erano i progetti prefissati da intraprendere dopo la conclusione dell'esame, sarebbe entrato nella storia. Nella fine del secondo giorno e per tutto il terzo si dedicò al pieno riposo, doveva affrontare la prossima sfida al massimo del suo stato, avrebbe dovuto usare ogni carta del suo immenso mazzo. A differenza degli altri lui si era cimentato in un ulteriore scontro, dunque non poteva trasgredire a quella sua auto-imposizione, seppur un poco sofferta. Ed ecco giunto il grande momento, quella mattina si svegliò appositamente molto presto, rimanendo sdraiato sul suo letto sino alle dieci e mezza, mezza ora prima dello scontro. Questo per concentrare ogni pensiero all'imminente evento, pur rimanendo rilassato sul morbido materasso. Si alzò. Dopo essersi vestito completamente e munito di tutto il suo armamentario non esitò a varcare la lussuosa porta e scendere, con molta flemma, la scala a chiocciola dal terzo piano in cui stava sino al più basso, diretto verso la stanza dei monologhi, ove lo attendeva un esaminatore. Non era assolutamente agitato, ma solo un poco pensieroso, sperava che il suo compagno di squadra fosse meritevole di tutta quella fama. Voleva vincere, magari uccidendo i suoi rivali davanti ad un pubblico immenso, esattamente, lui adorava farsi apprezzare ed essere invidiato per le sue straordinarie capacità. Da lontano intravide due sagome, e subito intuì l'identità del ragazzo posto affianco all'esaminatore: era Kisuke Nara. Si avvicino con calma, sino a giungere vicino al giudice, che suggerì di poggiare una mano sulla sua spalla, ma ancor prima di compier tal gesto, Mitsurugi, ebbe la necessità di incrociare lo sguardo del Nara, lo fissò profondamente col tentativo di trasmettere immediatamente l'essenza della sua personalità. Era una sguardo severo, dissimulava molto sospetto, ma in maniera preponderante celava l'odio, e non rivolto al suo compagno, ma un sentimento insito nell'Uchiha a prescindere, un mostro con il quale era legato da sempre, presente nelle sue viscere e al tempo stesso fluttuante nel suo sangue. Dopo quel breve attimo la mano destra si sollevò appena, adagiandosi ove dovuto. Ancora quel nauseante senso di confusione, quel tragitto dall'aspetto indefinito e, in un brevissimo lasso di tempo, si trovarono in una zona mai vista prima. Era ambiguo quel loco, se non ci fosse stato un aspetto tanto stravagante, nonostante tutto, sarebbe potuto esser definito comune. Decisamente si trovavano all'interno di una foresta, infatti erano circondati da molti arbusti, con un buon numero di roccie. La cosa affascinante però si trovava al centro dell'arena, poiché era stanziato un bel laghetto con al centro un isolotto di terra, da cui partivano come delle braccia, anch'esse di terra, una a destra e una a sinistra, le quali si incaricavano di attraversare il lago, collegandosi alla terra ferma, indispensabili appunto per recarsi nel succitato. Sembrava un lago con un ponte molto peculiare. Mitsurugi alla vista di tutto ciò rimase sorpreso, ma lo fu ancor di più alla vista di tutto quel pubblico intorno a loro. La folla incominciò ad urlare e ad agitarsi alla sol vista dei due, figuriamoci cosa sarebbe successo nel bel mezzo dello scontro, ma quella serie di inutili pensieri non lo intrattenne più di due secondi, poiché subito si voltò verso il suo compagno di squadra, per instaurare il loro primo discorso e mettere alcune cose in chiaro.
«Kisuke Nara, che tu lo voglia o no siamo una squadra. Sai, io sono il primo a non voler combattere in coppia, preferisco di gran lunga agire da solo, perché conosco le mie potenzialità e mi fido ciecamente di me stesso. Nonostante tutto, per la prima volta, sono disposto a collaborare, hai questo onore, faccio questo perché voglio assolutamente vincere. Non mi fido di te, te lo dico da subito, la fiducia è un valore che si deve conquistare. Secondo le voci sei un grande combattente, dunque vedi di dimostramelo. Sono certo che sino ad adesso mi hai sottovalutato, magari perché sono terzo nella classifica, ma la verità è un altra. Nella prima prova ho ucciso il mio compagno perché era un incapace, dunque questo, molto probabilmente, è andato a discapito della mia valutazione, un giudizio che, personalmente, non ho mai preso seriamente. Credo di aver parlato troppo, ma era necessario. Accetti che prenda io il comando della squadra, Kisuke? Se la tua risposta sarà affermativa ti assicuro la vittoria. Dobbiamo ucciderli entrambi, odio risparmiare i deboli. Ascolta ciò che ti dico, e più avanti saremo io e te ad affrontarci. Avanti, esponimi i tuoi pensieri, ragazzo!», affermò freddo Mitsurugi, curioso della parola del Nara, prima che l'arbitro enunciasse l'inizio ufficiale della gara.

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 200/200
Condizione Mentale: Gelido
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 2/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
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† K y u b i »
view post Posted on 21/3/2010, 09:20





..:: ۞ Psycho ۞ ::..


image


~ Narrato
Pensato
Parlato
• Parlato Esaminatore
» Parlato Altri



~ ..:: ۞ ::.. ~




≈ Kawa No Kuni.



~ Il tempo. Cronologia inventata dall’uomo per catalogare in maniera più precisa ogni azione della sua vita. Senza di lui il mondo sarebbe nel caos. Tutto ormai sembra girare attorno a quei simboli strani chiamati numeri e proprio come una macchina ben oliata le persone non ci badano più di tanto. C’è solo una persona che si era fermata a riflettere su cosa fosse quella cosa così astratta e controversa. In quel mondo fatto di divinità idolatre e di blasfemie dove si insinua che il tempo non è tiranno ma eterno, lui pensò a come impiegarlo senza perderlo. Kisuke Nara. Genin e forse futuro Chunin del Konoha No Sato, conosciuto anche con il soprannome di “Black Beast” la bestia nera della foglia. In quegli attimi finali della prima fase degli esami chunin, sembrava come uscito da un bozzolo di carne e sangue. Il tempo impiegato per battere il suo avversario non era stato poi molto, qualche minuto... niente di eccezionale, anzi forse, conoscendo le sue abilità ci aveva messo anche troppo per bloccarlo con il suo Kagemane No Jutsu. Era fin troppo evidente il dislivello tra i due combattenti ed anche l’esaminatore sembrava averlo compreso una volta che egli l’aveva bloccato nei movimenti o almeno questo era quello che pensava il ragazzo della radice. Comunque tolto questo insignificante dettaglio egli aggiunse un'altra tacca alla sua cintura. Quella era la sesta volta che vinceva senza dare tutto quello che aveva in corpo. A tutte le sfide che aveva partecipato il ragazzo aveva dato sempre il minimo sindacale, si sa no..? Il giusto per difendersi senza subire e il minimo per attaccare e colpire. Solo una volta gli era capitato di esprimersi al meglio, addirittura fino a quasi morire dissanguato. Era successo in quel di Kiri poco tempo dopo il primo esame chunin a cui il ninja aveva inizialmente partecipato e poi rinunciato per problemi con il Clan Nara. A quanto ne sapeva erano sorti problemi per la successione a capo della famiglia tra lui, diritto successore per via diretta e un suo parente lontano. Da parte di padre il quale aveva un fratello e questo fratello cadetto aveva avuto un figlio. Da un po’ di tempo, subito dopo la morte dello zio di Kisuke, egli si era messo in testa che toccava a lui governare il Clan, mansione che non voleva concedere senza troppi indugi al brillante genin che tutti ammiravano e sotto sotto anche un po’ temevano per i suoi comportamenti funerei. Da parte sua, il codino corvino non ci badava, il villaggio e il clan erano solo una seccatura, sarebbe arrivato il momento opportuno in cui avrebbe lasciato tutto e tutti per imbattersi in qualcosa di nuovo, un qualcosa che non assumesse quella tediosità che ormai l’aveva attanagliato dalla cintola in su. E così fu proprio quel giorno dimenticato da tutti che egli aveva combattuto tra mille pensieri contro il Kaguya.. Alla fine tra lame incrociate e terra imbrattata di liquido vermiglio, riuscì perfino a legare con quello straniero natio dell’Acqua. Un legame che si avvicinava molto a quello dell’amicizia o almeno questo era un circa l’idea fatta e studiata dalla bestia nera. Tutte storie intrecciate che l’avevano portato a guerreggiare in quell’esame maledetto.. per la seconda volta. Diamine! Si poteva dire chiaramente che per chi non conosceva la vera storia dietro il suo ritiro, la sua partecipazione all’esame per la seconda volta era vista come una presa in giro, quasi la sua fama fosse una menzogna. Si sentiva contrariato nel pensare a quello che gli altri potevano pensare di lui e sulla sua seconda iscrizione. Solo che questa volta era tutto diverso, egli ne era ben consapevole. Questa volta niente l’avrebbe fermato, nemmeno la pietà e poi essa già di per sè non era contemplata in quella sfida, una preoccupazione di meno si poteva dire. E ora che l’aveva intrappolato poteva farne ciò che voleva, anche se per un periodo limitato. Sapeva fin troppo bene il limite della sua innata ancora imperfetta. I movimenti copiati alla perfezione non sarebbero durati più di qualche secondo. La mano sinistra dello shinobi impugnava la katana, leggermente inclinata verso l’esterno. Ella brillava sotto il sole cocente. Libera nell’atmosfera era pronta all’azione. L’avrebbe ucciso, ne era certo. Lo sguardo serio che veniva espresso dalla sua faccia cerea e sbiadita diceva tutto. Non avrebbe avuto pietà. Quella che stava per sopraggiungere di lì a pochi secondi era la fase più interessante della selezione chunin o almeno questo era il pensiero che lo riguardava direttamente. Degli altri partecipanti se ne sbatteva alla grande, che fossero Nara come lui oppure Uchiha o Hyuuga il suo interesse per loro era al di sotto del terriccio su cui adesso calcava i suoi calzari fogliosi. Di certo non potevano toccarlo, nemmeno sfiorarlo per quanto fossero in basso di categoria. Inutili pesi morti che presto avrebbero assaggiato la sua lama. Già la prima prova era stata alquanto tediosa, dopotutto il kirese assegnatoli all’inizio faceva troppa pena. Solo con l’aiuto del suo dio sarebbe passato alla terza fase successiva dell’esame e visto che la divinità non è altro che una parola vuota, le percentuali a suo favore erano pari a 0. Per quanto riguardava la seconda: Beh.. Il risultato era piuttosto evidente. Alla fine di quello che chiamarlo scontro era un eufemismo, il Nara aveva vinto con una facilità disarmante, anche se dall’esterno non si poteva vedere, ed ora stava per mettere la parola fine alla sfida. Il biglietto per il prossimo turno l’aveva staccato ma anche se era scontato che fosse finita com’era finita, c’era sempre quel 0,1% su 99,9 che non lo aveva reso del tutto tranquillo, almeno fino ad ora. Alzò il braccio in cui impugnava la katana come prova generale, doveva appurare se aveva difficoltà a controllare i movimenti altrui tramite i suoi. Tutto bene. Spostando la katana nella mano destra, vide con l’occhio arcigno il suo avversario a pochi metri da lui fare lo stesso. Ok, poteva portare l’attacco. Il tempo a sua disposizione stava per arrivare agli sgoccioli, inutile sprecarne altri, erano fin troppo preziosi. Fece un passo. Egli lo stesso. Sembrava come trovarsi davanti ad uno specchio. Un movimento ero uguale ed opposto fatto dall’altro, sempre simultaneamente. La spada sempre nella mano destra, l’altra sua gemella invece, rimaneva libera nell’aria. Un suono riecheggiò nell’aria, proprio mentre stava per sferrare il colpo decisivo. In un secondo sentì la sensibilità del braccio che impugnava la lama calare. Qualcosa l’aveva fermato. Un braccio spuntava da quella nuvola di bianco perlaceo. Era l’esaminatore della selezione chunin. La sfida era finita, ora mancava il verdetto. Per pura fortuna il sunese era scampato alla morte. Abbassata la katana e ritirata il Kagemane no Jutsu, sia lui che il ragazzo del vento toccarono l’esaminatore pronti per tornare al castello in attesa del giudizio per la fase successiva. A quanto pareva la decisione sul vincitore sarebbe stata presa dopo aver consultato tutti gli altri esaminatori. Nel mentre, i giovani shinobi restanti sarebbero stati subito scortati in una stanza d’attesa. La tensione si poteva vedere attraverso quelle parole dette dal jonin. Dopo aver afferrato la spalla di quest’ultimo ancora una volta sentì una sensazione di vuoto allo stomaco che gli confermava l’inizio del teletrasporto. Il Nara non fece una piega, sul suo volto si poteva leggere solo una cieca delusione per quell’azione stoppata nell’attimo più decisivo. Con gli occhi chiusi aspettava solo il momenti in cui i suoi piedi toccassero nuovamente il terreno soffice della Hall.


† T
sk… Che rogna.



~Di certo il teletrasporto non era il massimo per spostarsi. Non erano passati manco due secondi che si sentì un altra volta vorticare sulla terra ferma. Era tornato al castello dove tutto era iniziato e dove tutto sarebbe finito. Le finestre sfarzose e il mobilio lucido lo circondava. Altre coppie erano arrivate in combo. Il totale delle persone presenti escluse gli esaminatori era sette, a quanto pareva uno era rimasto in dietro per cure mediche. Debole. Condotti in una stanza i ragazzi dovevano aspettare il giudizio per poter proseguire nel torneo. Sempre tenuto in disparte Kisuke non disse niente. Aveva rinfoderato la katana. Le ferite sanguinavano. Varcata la soglia si addentrò senza esitazione nella sala d’attesa. L’interno sembrava un paradiso in terra. Separatosi dalla marmaglia il Nara si sedette su una poltrona abbastanza comoda senza badare al sangue che vi colava sopra. I locali presenti dietro le altre porte non gli interessavano minimamente. La sua mente era debilitata, ogni singola parte del suo corpo urlava disperata, la fame e la sete sembravano solo un vago ricordo di quando era all’inizio dell’esame. Gli occhi erano di nuovo chiusi. Le orecchie erano tese, pronte a captare ogni singolo rumore proveniente dall’esterno. Gli altri ragazzi erano liberi al loro destino, almeno fino a quando il Nara non gli avrebbe avuti sul suo cammino. Mentre cercava di mettere alla porta ogni dolore provocato dalle ferite qualcosa lo portò nuovamente sulla terra. Lo porta accanto a lui si era mossa dopo aver liberato nell’aria un bussare roccioso. Finalmente l’attesa era giunta al culmine. La sua pazienza anche. I giudizi stavano per essere esposti. Alzò lo sguardo appena in tempo per vedere uno dei due Uchiha dirigersi verso la porta ed aprirla. Oltre le spalle del ventaglio di Konoha, Kisuke, vedeva appena un secondo uomo. Era un jonin esaminatore. Appena uscì il primo esaminando tutti gli altri lo seguirono a ruota. La bestia nera si teneva alla larga guardandosi attentamente intorno pronto ad un’eventuale sorpresa. Scese per delle scale a chiocciola noncurante di quello o quelli che lo circondavano. Ci mise poco tempo per raggiungere la fatidica stanza. Le forme sconosciute si erano tutte fermate all’unisono, e con loro anche il Nara del Konohagakure No Sato. Appena varcata la porta si ritrovò di fronte lo stesso schermo che illuminando la sala stava per emettere, secondo lui, i verdetti della seconda prova. Contemporaneamente un tossire spezzò l’aria densa di tensione ed eccitamento. Colui che aveva visto tutte le sfide si ergeva davanti a loro come se fosse un dio sceso in terra. Tutta quella baraonda di luci portava ad una situazione giù vissuta nella precedente prova. Il codino ombroso si grattò il capo e si appoggiò sul muro dietro a tutti. Attese impaziente. Ormai i secondi avanzavano inesorabili. Subito intese che solo quattro avrebbero passato la seconda fase. L’unico ad essere stato realmente eliminato era uno Hyuuga con il quale il Nara si era scontrato in un passato non molto lontano. Non che gli importasse molto, ma doveva fare buon viso a cattivo gioco. Voleva solo sapere i risultati per poi andarsene in una albergo per riposarsi. Un riposo meritato e che ancora non era arrivato. Quello che disse l’esaminatore era piuttosto tedioso. Per dire chi fosse promosso o bocciato aveva inventato una serie di colori e classifiche. Tutto questo avrebbe portato solamente al caos. Di certo lui avrebbe avuto il nome colorato di verde, ne era pressoché certo. Zzzzzz….z. Ed uscì con uno scatto improvviso la classifica.



† E
ra ovvio che sarebbe finita così. Sono passato senza problemi alla fase successiva. Invece il mio compagno di squadra ha gettato fango sul nostro vecchio team facendosi eliminare. Idiota




~Oltre a lui i tre personaggi che restavano in gioco erano: Shinitaro Nara, Sosuke Uchiha e Mitsurugi.. Un altro Uchiha. A quanto pareva non era rimasta solo una battaglia tra i membri della foglia ma bensì era diventata una guerra fra due clan potenti e famosi qual’erano gli Uchiha e i Nara. Il nome giallo in mezzo ai verdi e ai rossi non venne preso in considerazione dall’ombroso. Adesso osservava attentamente i tre nomi che poteva incontrare nella semifinale del secondo torneo chunin. Il discorso fatto dal jonin intanto stava continuando ad avanzare, fornendo sempre dettagli più specifici. Il fatto positivo di quel suono fatto di parole era che la sfida si sarebbe svolta di lì a tre giorni dopo l’assegnazione degli avversari. La semifinale era stata decretata. Una sfida due contro due. E la coppia vincente si sarebbe poi affronta nella finale decisiva per vincere il torneo. Per Kisuke ora mancava solo da scoprire il nome del suo “compagno di squadra” Tutto venne condito da parole vuote che sembravano provenire da accordi presi sotto banco solo per far divertire di più il pubblico..Manco fossero bestie dello spettacolo che si esibiscono per il solo gusto di farlo. Lasciato perdere questo, Kisuke vide che il suo compagno di squadra era l’Uchiha che si era qualificato terzo nella prima prova. La decisione non lo esaltava. Le sfide a coppie non gli piacevano particolarmente e poi lui non era intenzionato ad affidare la sua vita ad uno sconosciuto che per giunta era più debole di lui. Sbuffò. Aveva di fronte a sé tre giorni per prepararsi a quella che secondo i pronostici sarebbe diventata la finale dell’anno. Un ombra già stava avvolgendo l’arena in cui si sarebbe svolta la fantomatica sfida. - 71h: 57min: 23sec. All’inizio delle ostilità.


~ ..:: ۞ ::.. ~





~Un atroce risveglio. Uno di quelli che ti fanno venire voglia di dimenticare quello che avevi appena visto nei tuoi incubi più peggiori, dove nemmeno le coperte bianche di lana purissima potevano allietare nuovamente il sonno. Inutile era esimersi dall’alzarsi da quelle coperte accaldate dal sudore e dal movimento notturno. Le cose che la sera prima sembravano infiammate di passione ora scomparivano nell’ombra lasciando spazio al tombale silenzio. Peccata che quel giorno era ormai giunto, inutile restare disteso sul futon bagnato a domandarsi cose che in quel momento non potevano avere un senso. Un tormentato raggio del sole penetrava attraverso una feritoia di quella stanza oscura, fortunato o sfortunato che fosse nell’invadere un territorio che non gli apparteneva, egli andava diretto a colpire l’occhio color pece del Nara che come paralizzato lo fissava intensamente. Il ragazzo sembrava caduto in trance. Il suo respiro era veloce ed irregolare. Gocciole di sudore si cospargevano per tutto il viso facendolo assomigliare ad un cubo di ghiaccio lasciato sotto al sole. Il ragazzo si rivoltò disteso. Il sole ora lo colpiva sulla guancia e su parte del collo. Ma anche quella posizione non lo soddisfaceva molto. Fece ancora un quarto di giro tornando con il viso nell’oscurità più tenebrosa dando la schiena alla fonte di luce penetrata nella stanza. La madre della terra rigogliosa lo stava chiamando a se con fare cortese. Noiosa. I suoi colori vivi e sgargianti lo facevano impallidire. I paesaggi che ella offriva erano scontanti. Fasulli. Se quello era il clima che presentava il paese di Kawa a poche ore dalla semifinale dell’esame chunin.. Beh! Non c’era molto d’aggiungere, tutto si commentava già da solo. A quanto sembrava la madre della terra terrena aveva stretto un patto invisibile con il dio del sonno Orfeo. Ne uno ne l’altro volevano lasciarlo dormire quelle poche ore che lo separavano dall’incontro con i suoi sfidanti. Inebetito e rinunciatario decise infine di alzarsi dallo strato di lana e cotone che lo teneva legato a terra. A ciondoloni si mise a cercare i vestiti. Frugando qua e là, nell’oscurità quasi assoluta della stanza trovò quasi subito gli indumenti di cui aveva bisogno. Armamentario in spalla e con il mantello che lo copriva dalla punta della coda fino alle caviglie era finalmente pronto per uscire. L’unica cosa che aveva dimenticato in quella stanza era la voglia. Scendendo lo solite scale a chiocciola. Attraversò non una, ma ben sì due stanze prima di arrivare alla hall famosa per i suoi chiacchiericci. In mezzo alla sala c’era solo un esaminatore abbastanza corpulento che lo squadrò subito un po’ intimorito. Non passò molto tempo che subito sentì un secondo rumore provenire alle sue spalle. Si voltò noncurante verso quella sorgente. Vide l’Uchiha. Il suo secondo compagno di squadra di quelle selezioni. Il suo interesse per lui era nullo. L’importante in quella sfida e che non fosse una palla al piede come il Kirese al resto ci avrebbe pensato lui. Gli Uchiha e i loro modo di fare. Pezzenti. Solo perché possedevano quell’occhio tanto pregiato si sentivano Dei in terra. Tsk... Se c’era veramente un dio su quella landa desolate del paese dell’Erba, quello era lui. Non disse nulla. Fece finta di niente, copiò il gesto del compagno e si preparò a volare verso l’arena della sfida. Solita sensazione di vomito e mal di testa. Tutto durò quei pochi secondi, o almeno così doveva essere. Appena si sentì toccare terra un suono, anzi un boato gli spaccò quasi i timpani. La folla sperava nel loro arrivo. Accontentati. Tolto lo sguardo dal pubblico, il foglioso si mise a guardare l’ambiente attorno a sé cercando di scrutarne i segreti che essi poteva celare al suo interno. Indiscutibilmente si trovavano all'interno di quella che sembrava una vera e propria foresta di Konohagakure. Infatti il numero di arbusti che circondavano i tre erano innumerevoli, stessa cosa per le rocce. A migliaia si riversavano per il prato. Passando oltre a questo dettaglio del tutto trascurabile notò che al centro dell’arena si trovava un piccolo lago con un ammasso di terra che doveva essere un mini isolotto. Agli estremi facevano capolino due collegamenti simili a ponti, anch’essi di terra, che collegavano l’isola di terriccio a quella solida dove stanziavano i due genin della foglia. Tra scrosci di applausi e urli a squarcia gola l’ombroso si ravvivò un po’. Quella ai loro piedi poteva essere la coppia più forte mai vista da 100 anni a questa parte. Era ovvio che la miglior matricola dell’esame chunin: L’Uchiha e il suo compagno: Il Nara, promessa ormai divenuta leggenda fossero gli idoli di quell’arena. Tra quei rumori imperiosi, Kisuke ne sentì risuonare uno più vicino e più rilassante. Il suo compagno aveva instaurato quello che era il primo discorso pre sfida. Silenzioso la bestia nera fece finta di ascoltare le paranoie di quel bambino uscito troppo presto di casa. Da come parlava della vita altrui era chiaro che non sapeva cosa si provasse perdere qualcuno. Ignobile è stato il destino con quel ventaglio troppo piccolo per scatenargli vampate di fuoco all’interno del corpo. Lo lasciò finire per poi ribattere con poche frasi, ma ben specifiche.

• La pensiamo allo stesso modo bambinetto anche se non lo considero un onore combattere al tuo fianco. Foglioso vedrai cosa farò alla tua gente una volta che sarò andato via dal villaggio di Konoha. Di vincere a me non interessa a niente, anzi più resto all’ombra di tutti e più facile sarà ideare il mio piano.

~Si fermò un attimo per guardarsi attorno. La folla continuava ad urlare i loro nomi. L’esaminatore era preso a compilare fogli ufficiali. Adesso in quella bolgia che sembrava molto all’arena Kurosaki dello scorso esame c’erano solo due e nessun altro. Non curante di aver rivelato qualcosa di personale di voltò dandogli la schiena. Con il collo girato di 90° verso destra lo guardò con la coda dell’occhio.


• Fai come più ti aggrada. Vinci, uccidi se ci riesci.. E poi pensi davvero che mi interessi sapere la fine che ha fatto il tuo vecchio compagno? Cadi male pivello. Prima che tu mi raggiunga dovranno passare mille anni. Tra me e te c’è qualcosa che non si può recuperare con il solo impegno Quello che intendo dire e che non hai la “Classe” per raggiungermi. Ti darò una mano per arrivare in finale dopotutto è anche nel mio interesse accumulare informazioni ed esperienza. I deboli te li lascio, non mi interessano. L’unica cosa che vorrei provare a prendere è l’iride di cui tanto andate fieri. Sappi solo un ultima cosa: Prova parlarmi ancora da pari a pari e non saranno gli occhi dell’altro Uchiha ad essere espiantati, ma bensì i tuoi.


~Frenetico scoccò febbrile la katana dell’elsa su e giù con fare indomito. Quelle che aveva detto erano le ultime parole prima dell’inizio. L’oscurità era sparita da tanto, tagliata di netto, evaporata nella luce dell’arena. Il codino corvino era in mezzo al campo di battaglia. Il pubblico in piedi lo applaudiva come se fosse uno di quegli eroi di guerra appena tornati a casa dopo una pesante campagna. Scrutando attentamente tra gli spalti si potevano vedere, oltre ai normali spettatori di Kawa No Kuni anche un vasto numero di shinobi stranieri ed importanti signori feudali, tutti intenti ad esaltare le gesta del ragazzo Nara.


» S
tendili tutti Nara.


» E' una punta sicura allora?


» Si.. Ho scommesso su loro due. Il Nara è una vera bestia.


» Guardatelo è proprio un vero shinobi di Konoha.


» Speriamo che anche l’Uchiha c’è la faccia a passare il turno.


~I boati continuavano da parecchi minuti. La coppia avversaria non si era ancora fatta vedere. Mancava - 1min. 37sec. All’inizio delle ostilità. Avrebbe combattuto al massimo della sua potenza. Il corpo rispondeva bene, era pronto a dare il meglio di se per poter ottenere un potere inimmaginabile, un qualcosa che andava oltre all’essere promosso a chunin. L’ombra del foglioso pian piano stava avvolgendo tutta l’area circostante. Per i suoi avversari sarebbe finita presto. La morte era davanti alla loro porta. Avrebbe sfruttato completamente il piccolo Uchiha.Rimanere nell’ombra per poi attaccare all’improvviso. Una delle regole base di ogni shinobi. Avrebbe atteso pazientemente di trovare l’angolo cieco del nemico.


~ ..:: ۞ ::.. ~






S t a t u s

Generalità ~
Nome: Kisuke Nara
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Rossa

Chakra: 300/300
Condizione Mentale: Non pervenuta
Condizione Fisica: Illeso


Consumi:


Slot Azioni:
1/3:
2/3:
3/3:
Slot Tecniche:
1/2:
2/2:

Armi svelate:
Katana {2/2}
Shuriken {5/5}
Kunai {19/19}
Carta Bomba {3/3}
Fuuma Shuriken: {2/2}

OT: Iniziamo giovani xD Vi auguro il meglio per questo scontro ù.ù



 
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~ K a i
view post Posted on 24/3/2010, 07:23




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


La formazione di un nuovo Team.



La seconda prova pareva essere terminata ed il giudice intimò a takeshi di uscire dall'acqua piantandola così di fare il pesce e fingere per cinque minuti di essere un uomo e se proprio se la sentiva un ninja che evitava di nascondersi nel suo elemento perchè il suo avversario era talmente forte che era impossibile riuscire a rimanere a distanza di corpo a corpo, zona dove shintaro era assolutamente imbattibile e dove il suo attacco assoluto poteva realizzarsi in tutta la sua potenza.

Com'era successo in tutte le altre occasioni, il chuunin che doveva valutare lo scontro invitò entrambi i contendenti ad avvicinarsi per poi mettergli una mano sulla spalla, vedendo il pulcino bagnato Shintaro non potè fare a meno di ridergli in faccia mentre il solito vuoto derivante dalla scomposizione molecolare si fece sentire, anche se in un paio di secondi scarsi raggiunsero immediatamente la destinazione, di fronte a se vide colui che aveva fatto loro il discorso di introduzione alle prove precedenti, evidentemente il capoccia che stava dirigendo la baracca voleva fare il suo solito discorsetto motivatore con cui avrebbe vagamente spiegato in che cosa sarebbe consistita la prova successiva; secondo i calcoli di Shintaro mancavano ancora due prove prima di poter finalmente giungere alla conclusione di questa edizione delle selezioni.

Fino a quel momento Shin aveva l'impressione di aver condotto bene il gioco, nella prima prova si era assicurato di collaborare con il suo compagno di squadra per poter ottenere la pergamena che il corpo ninja di Kawa desiderava, poi si era dovuto cimentare in una sfida all'ultimo sangue con un coniglio di nome Takeshi Fujiwara che era riuscito a sprecare l'immenso vantaggio ambientale che gli era stato fornito, ma evidentemente non era stato abbastanza sveglio per poter sfruttare tutte le carte a sua disposizione.

Ed ora era arrivato li, pronto a dover sostenere la prova successiva, mentre ripensava al proprio percorso, il superiore parlò ininterrottamente per diversi minuti fino a quando non fece apparire dei nomi su un tabellone, in quella graduatoria il Nara sembrava essere secondo dietro sempre a Kisuke, che fino a quel momento aveva letteralmente dominato le selezioni, sperava di riuscire a non incontrarlo mai, perchè non sapeva se sarebbe stato in grado di battere qualcuno in grado di utilizzare l'ombra, hijutsu a cui aveva rinunciato per la pace fra i due clan a cui apparteneva, ma ciò significava che anche se fosse stato in grado di battere uno dei due uchiha, famosi per le loro grandi capacità combattive e sopratutto delle loro doti, non a caso infatti ben due di loro erano giunti fino a quel punto.

Poi ci fu la rettifica del capo che disse che i nomi erano in ordine alfabetico e non in ordine di capacità e potenza; detto questo spiegò che l'incontro sarebbe stato un due contro due, cosa che suscitò molto stupore in Shintaro poichè un combattimento a coppie richiedeva una grande fiducia fra i componenti del team e non conosceva per niente questo Sosuke Uchiha con cui avrebbe dovuto fare coppia.
Quando l'esaminatore diede licenza agli esaminandi, Shintaro si incamminò verso la porta, non aveva voglia di indagare e sopratutto necessitava di una doccia, cosa che non faceva da almeno un giorno a causa di tutto quel trambusto, perciò iniziò ad incamminarsi rapidamente verso il suo alloggio dove non avrebbe esitato a riposarsi e poi a fare un pasto degno di un re.

Quando stette per attraversare la soglia dell'edificio sentì dei passi rapidi muoversi verso l'uscita, evidentemente qualcuno aveva parecchia fretta di andarsene, quindi senza curarsene il foglioso ignorò i suoni e proseguì per il proprio cammino, ma solamente pochi metri più in là una mano gli afferrò la spalla; d'istinto Shintaro si voltò rapidamente per vedere a chi appartenesse e notò che si trattava di uno dei quattro finalisti, anche se non era in alcun modo in grado di associare la faccia al nome.

Devi dirmi qualcosa?



Immaginando il clima che vigeva in quel posto, il Nara ipotizzo che dovevano essere intimidazioni oppure falsi auguri, tutto perfettamente rientrante nello spirito delle competizioni di questo livello; tuttavia colui che poi si sarebbe qualificato come Sosuke Uchiha si presentò e gli disse che lo avrebbe aspettato circa otto ore più tardi ad una locanda nei pressi del centro.

Ok, ci vediamo stasera.



E così Shin aveva conosciuto il suo compagno di squadra, sembrava apparentemente una persona normale, ma negli ultimi tempi aveva capito che nessuno degli esseri umani in cuor suo era veramente normale ed anche se non poteva immaginare delle ragioni per sabotare l'altro membro del team, decise di presentarsi all'incontro tenendo la guardia piuttosto alta.

Decise di passare mezz'ora abbondante nella vasca da bagno, immerso fino al mento nell'acqua ad una temperatura squisitamente tiepida, in quello stato il ragazzo sentiva che i problemi lo stessero lentamente abbandonando, in quello stato nirvanico poteva dirsi veramente felice. Dopo essersi lavato lo shinobi optò per un breve pisolino fino a mezz'ora prima dell'incontro, così puntò la sveglia alle 18.30 e si abbandonò fra le braccia di morfeo.

[...]



Merda, se mi beccano sono nella merda, ne ho combinata una troppo grossa.
Qui finisco ammazzato dai chuunin di Kawa oppure dagli Uchiha.



Disse a voce bassissima Dreadlock mentre furtivamente cercava di ritornare al suo appartamento, in attesa del proprio compagno di squadra infatti aveva incontrato un ragazzo di nome Lind, che voleva assolutamente essere il più forte di tutti e per evitare che una guerra si scatenasse fra Kawa e Konoha, Shintaro dovette tagliare il filo che lo legava alla vita e lo sgozzò con un suo Kama. Ancora nella mancina reggeva l'arma del delitto e dopo aver dato degna sepoltura alla salma ed essersi impossessato dei suoi occhi cercò di ritornare all'alloggio il più velocemente possibile, dove si sarebbe sciacquato rapidamente per levare le tracce di sangue e dar fuoco agli abiti in modo da non lasciare prove del crimine.

Compiute le azioni sopracitate ed un rapido cambio di vestiti era arrivato il momento di presentarsi all'appuntamento con Sosuke, anche se il pensiero di incontrarsi con un possibile parente di una persona che aveva ucciso poco prima semplicemente lo terrorizzava. Per il suo bene doveva essolutamente rimanere calmo, per quanto leggendari fossero gli uchiha, sicuramente non potevano leggere il pensiero altrui perciò l'unico problema era riuscire a riottenere il controllo del proprio corpo e cercare di mantenere una parvenza normale fino a termine di quell'incontro.

L'ho fatto per il bene di Konoha. L'ho fatto per il bene di Konoha.
L'ho fatto per il bene di Konoha. L'ho fatto per il bene di Konoha.



Si ripetè mentalmente più e più volte durante il tragitto, come sanno tutti infatti la mente è il centro di comando dell'organismo, perciò se riusciva a convincere il proprio sistema nervoso centrale che tutto andava bene, allora avrebbe avuto una speranza di riuscire a raggiungere il proprio scopo.Una ventina di minuti più tardi raggiunse finalmente il randez vous dove avrebbe avuto modo di parlare a tu per tu con il suo momentaneo compagno di squadra giusto per la finale.
Anche se il suo obbiettivo primario era quello di diventare Chuunin e non era detto che il vincitore avesse automaticamente accesso alla promozione, ma era anche vero che il campione avrebbe avuto molte più possibilità di farcela rispetto agli altri poichè gli esaminatori avrebbero avuto molti più dati su cui basarsi per il giudizio. All'ingresso del locale non trovò nessuno e fu costretto ad aspettare cinque minuti, al termine dei quali finalmente si presentò ed i due entrarono, così iniziarono finalmente a discutere di strategie varie ed accorgimenti vari che avrebbero dovuto adottare durante il match.
Al termine del pasto entrambi furono concordi nell'affermare che quell'incontro non era sufficiente, ma avevano bisogno di passare insieme più tempo possibile per affinare il loro spirito di squadra e sopratutto ideare un alfabeto di "gesti" che permetteva loro di poter comunicare senza dover usare la bocca o sistemi standard adottati dall'accademia con gli studenti. Ad esempio se Shintaro avesse toccato il lobo sinistro con l'indice significava che Sosuke lo avrebbe dovuto coprire, mentre la stessa operazione eseguita sull'orecchio destro significava l'esatto contrario. In poco meno di settantadue ore i genin erano riusciti ad elaborare un numero non inferiore ai 100 segnali in codice e nel frattempo l'Uchiha ne aveva approfittato per spiegare nel dettaglio il funzionamento dello sharingan oltre che le capacità della Kage Mane di Kisuke; ora che aveva un quadro completo della situazione poteva iniziare ad elaborare una strategia convincente, anche se tutto sarebbe stato rivelato nel momento in cui i quattro avrebbero iniziato il rituale di morte che li avrebbe portati sempre più vicini alla realizzazione dei loro sogni. Inizialmente Shin dovette affrontare il continuo disagio nel trovarsi di fronte il portatore del ventaglio della foglia, ma osservando l'intelligenza e l'elasticità mentale del suo partner non ebbe molte difficoltà ad entrare nello spirito giusto e collaborare per creare la chiave della vittoria.

Ciò che era stato insegnato fino alla nausea a Shintaro era il fatto che un ottimo gioco di squadra permetteva di superare qualunque difficoltà ed in quel momento e se le informazioni di Sosuke erano corrette si preannunciava una tempesta senza precedenti, perchè i loro contendenti erano Kagefusha estremamente capaci e spietati, e ciò significava che prima ancora di lottare per la promozione, il Nara avrebbe dovuto sfoderare gli artigli per la propria vita.

Il giorno tanto atteso finalmente arrivò ed il rigeneratore stava ultimando i preparativi per la terza - e si spera - ultima prova, assicurò alla cintura dei pantaloni il portaoggetti assicurando i kama sul lato destro della stessa, il piano elaborato era troppo rischioso, tuttavia le informazioni in loro possesso erano tragicamente chiare, il secondo team di finalisti avrebbe dovuto tentare sin dal primo istante successivo al via il tutto per tutto e proprio per questo la fiducia reciproca non doveva in alcun modo vacillare, perchè da questo dipendevano le loro vite. Sulla fronte notò l'oramai inseparabile rombo viola, segno che i tre giorni di riposo erano stati più che sufficienti per la raccolta del chakra necessario per il Kinjutsu. Probabilmente anche questa volta avrebbe dovuto accorciare la propria vita per continuare a vivere, qualcosa che doveva assolutamente fare.

Il foglioso diede un rapido sguardo all'armadio dietro al quale aveva accuratamente nascosto gli occhi di Lind Uchiha, in quei bulbi c'era tutto lo spirito di quel ragazzo che con poche azioni aveva rischiato di far rovinare quel precario equilibrio vigente fra i villaggi solo per la propria gloria personale. Il ninja non era ancora riuscito a superare il senso di vuoto che crea la prima uccisione, in un certo senso aveva compiuto il rito del fuoco che prima o poi ogni shinobi deve necessariamente superare per poter passare al livello successivo, ma la vera domanda da porsi era la seguente: "Poteva mai essere pronto Shintaro per questo immenso passo?" Oramai non aveva più senso rispondere a questa domanda, anche perchè Dreadlock oramai era stato "sverginato" e dato che il danno era stato fatto, piazzarci sopra una pezza era completamente inutile.

Quindi uscì da quello che forse sarebbe stato il suo ultimo alloggio a Kawa in un caso o nell'altro; si diresse verso il luogo prestabilito e notò che questa volta il suo compagno era arrivato prima di lui, o forse era lo stesso Nara ad essere in ritardo, ma ciò non importava più.

Non pretendo di avere la tua fiducia, ma sappiamo entrambi perfettamente che dovremo collaborare per vincere questo scontro. L'imperativo è vivere e se riusciamo nell'impresa avremo la chiave della vittoria.
A proposito, stanotte ho ideato una strategia per counterare il mio obbiettivo, ma dato che sono a secco di flash, avrei bisogno che me ne prestassi tre o quattro per piacere.



Senza proferire parola il portatore degli occhi rossi allungò l'equipaggiamento richiesto al giovane che immediatamente li infilò nel portaoggetti ed una volta terminata l'operazione il chuunin incaricato di portarli a destinazione parlò:

Se siete pronti, appoggiate una mano sulla mia spalla e vi porterò immediatamente al luogo della finale.



Entrambi i genin eseguirono l'ordine e tramite la composizione di un semplice sigillo i tre si ritrovarono da un'altra parte; nonostante oramai fosse diventata la norma, Shin non riusciva proprio ad abituarsi a quei salti nel vuoto e spesso doveva lottare con tutte le sue forze per evitare di rigurgitare tutto ciò che aveva mangiato nelle ultime 48 ore. Qualche istante dopo lo stratega si sentì già meglio, ed iniziò ad osservare il panorama, o per meglio dire lo studiò.

Qualunque persona abituata a combattere sapeva che spesso e volentieri il vantaggio ambientale era determinante, lo dimostrarono le grandi imprese storiche come gli spartani sui persiani o la coalizione inglesi e prussiani contro i francesi durante la celeberrima battaglia di Waterloo. Immediatamente notò che il campo era diviso in più zone, una boscosa, una rocciosa, una sabbiosa ed infine un grande bacino idrico probabilmente in grado di sostenere ogni richiesta da parte degli suiton, anche se essendo tutti e quattro gli shinobi appartenenti allo stesso paese, era difficile che fossero in possesso di più di un paio di tecniche basate sull'elemento acquatico.

Aveva previsto diverse situazioni durante le precedenti 72 ore e praticamente aveva almeno tre piani per ognuna di quelle situazioni e perciò decise di optare per quella che offriva più vantaggi, quindi ricorrendo al piccolo linguaggio muto ideato con il suo compagno gli comunicò tramite una grattatina alla punta del naso con il pollice, che significava disimpegnarsi ad ogni costo dal nemico, perchè prima era necessario verificare con i propri occhi le capacità del nemico oltre che andarsene alla svelta dalla piattaforma posizionata al centro dell'arena su cui si trovavano al momento.

Basandosi sulle descrizioni fornite da Sosuke, Shintaro squadrò per qualche secondo Mitsurugi e vi trovò qualcosa di insolitamente familiare, doveva averlo evidentemente visto da qualche parte, anche se non sapeva ricordare esattamente dove, ma tutto ciò con molta probabilità non aveva importanza.
L'atmosfera era evidentemente tesa ed il genin cercò ad ogni costo di mantenere sempre vigile ed alta l'attenzione nei confronti dei suoi avversari, anche se un breve e fugace pensiero fu rivolto alla salma di Lind Uchiha, che al momento riposava in un terreno qualsiasi di Kawa.

Non posso tornare indietro nel tempo per riparare ciò che ho fatto, ma ti voglio promettere una cosa Lind. Mi farò carico del tuo sogno e diventerò il più forte di tutti!



Pensò mentre stringeva forte il pugno, ora in lui dimoravano due spiriti estremamente combattivi, non poteva assolutamente uscirne sconfitto, oppure il suo sogno avrebbe subito una grave batosta.

CITAZIONE
I dati di combattimento li inserirò dal post successivo, come al solito auguro buona fortuna a tutti e quattro (si, includo pure me nel conto) e spero che questo scontro sia degno di una finale come tutti se lo aspettano.

 
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¬Kob
view post Posted on 28/3/2010, 22:13







•Il vero modo di tenersi pronti per il momento finale è quello di impiegare bene tutti gli altri momenti.
~François Fénelon



~Narrato
»Parlato
•Pensato



≈ Kawa No Kuni.



~Un solo ed unico spiraglio di luce aveva attraversato la spessa coltre di fumo nero, illuminando pian piano la figura del giovane fanciullo degli Uchiha, che aveva già strutturato una buona strategia per neutralizzare una volta per tutte l’avversario che spavaldo aveva tediato la sua figura, riempiendo l’aria di parole taglienti e prive di alcun significato. Essa era infatti impregnata di boria, tracotanza, tanto che pareva essere solo uno stupido alibi da giostrare, una scusa con il quale potesse intimorire avversari deboli che di sicuro non erano fatti della stessa pasta del prodigio della casata del ventaglio: Sosuke Uchiha, considerato ormai la vera eredita del clan. Eppure Sosuke non si lasciava abbindolare dalle voci e dai pettegolezzi che la gente diceva, andava per la sua strada evitando di incontrare ostacoli che non intendeva affrontare, per un motivo o per un altro, lasciando dietro alle proprie spalle il passato ed affrontando il presente, non tenendo conto del futuro. Concetto contorto e poco affidabile, soprattutto per un Uchiha degno di tal nome il proprio potere si basa su ciò che ancora non è accaduto e su ciò che accadrà obbligatoriamente, come fosse segnato dal destino ed inciso sulla lapide del tempo arcano e funesto. Circondato da nient’altro che fumo grigio, il giovane Uchiha attendeva solo lo schiarirsi del cielo, che non tardo ad arrivare, ma costringendo nella stessa maniera al giovane di terminare la sua esibizione, durata troppo poco per esser definita divertente, e troppo statica per esser definita una vittoria. Quel giovane avversario aveva dunque tenuto testa al prodigio della casata comune, producendo un certo interesse nel petto del fanciullo, che nonostante avesse voluto continuare lo scontrò, fu obbligato a fermarsi da uno dei giudici esaminanti in quel di Kawa no kuni, che interrompendo la funesta azione aveva decretato concluso lo scontro. Erano passati appena pochi minuti da quando i due avevano iniziato il loro incontro, nessuno dei due era riuscito a portarsi in vantaggio sull’avversario ed allo stesso modo nessuno aveva riportato ferite a causa del compaesano, ma a quanto pareva, quella giuria di ninja non la pensava allo stesso modo. Non ci sarebbe stato altrimenti motivo di interrompere il duello senza risultati ben precisi, ed il tempo non pareva mancare, quindi perché fermare l’incontro in un momento del genere? Eppure le discussioni erano futili e prive di valore, le decisioni prese non potevano essere contestate, non tanto per paura delle penalizzazioni, ma quanto per l’irremovibilità di una struttura così complessa, ideata allo scopo di mantenere la pace tra i villaggi mettendo in scena una guerra tra essi all’interno di arene e paesaggi specializzati, o per uno dei tanti motivi su cui era stato posto il principio delle selezioni dei chuunin, tra cui il maggiore era quello del remuneraggio dei villaggi stessi, grazie alle scommesse della plebe e degli aristocratici sfarzosi e pieni di beni di cui realmente non necessitavano. Sosuke si avvicinò a quel l’esaminatore senza dare a vedere il suo sdegno, poggiò una mano sopra quel giubbino di color verde, all’altezza dell’ spalla, attendendo nuovamente di essere tele-trasportato all’interno di quella sala che ormai teneva le riunioni e le conferenze in quella giornata dedita all’esame di selezione dei chuunin.

~Passarono pochi attimi da quando i due giovani genin misero le proprie mani sulle spalle dell’esaminatore, ed il senso di quella tecnica di spostamento si sentì forte come le prime volte. Al giovane prodigio della casata degli uchiha sembrò quasi di esser salito su una montagna russa, dove la forza centrifuga attuata da tale congegno aveva scombussolato l’intero essere del ragazzo, che temette di perder l’equilibrio una volta toccata di nuovo la terra. Ciò, fortunatamente, non accadde, ma il senso di nausea provocato da quello spostamento improvviso rimase ancora per qualche minuto. Intanto, dopo essere tornati all’interno del castello precedentemente visitato, entrambi i fogliosi vennero accompagnati in delle stanze dove avrebbero potuto svagarsi attendendo il momento propizio per venire a conoscenza del verdetto, ancora in fase di elaborazione. In quel corridoio addobbato di innumerevoli quadri, mosaici ed arazzi di ogni epoca e stile, il giovane prodigio della foglia si diresse senza alcun indugio verso la sua accomodazione, senza degnare di uno sguardo né l’esaminatore, né quel ragazzo che ormai pareva esser diventato una sorta di conto in sospeso. Così, quasi facendo uno sgarro a quel ragazzo, non gli rivolse né la parola né nient’altro, proseguendo per la sua strada, prendendosi un attimo per se, riflettendo su ciò che sarebbe potuto accadere da quel momento in poi. Tirò dietro se la porta di legno scuro, chiudendo la serratura grazie ad una piccola chiave dorata posta all’interno della stanzetta, lasciò cadere sul letto la maglia e tutti gli oggetti di cui era provvisto, si tolse i pantaloni e completamente nudo si accomodò all’interno del vano doccia, dove aprendo il rubinetto dell’acqua calda iniziò a rilassarsi, depurando il suo corpo dalla tensione accumulata durante l’esame, che non pareva ancora averlo soddisfatto a sufficienza. Sotto la scrosciante acqua del pomolo della doccia, l’uchiha rifletteva, lasciando scivolare su di se quel liquido trasparente che pareva portare con se tutte le impurità che si erano incollate sull’epidermide del ragazzo, che con una mano poggiata al muro riposava dolcemente, non curandosi del passare del tempo che scorreva veloce come l’inseguimento gazzella-leone.

•Chissà quanto ancora durerà quest’esame... Non ho voglia di restar qui a perder tempo, soprattutto se non avrò l’occasione di scontrarmi direttamente con qualcuno di una certa levatura, un po come Kisuke... Bhà, non so nemmeno se è riuscito a passare quest’ultima prova, anche se dubito fortemente che possa aver perso un incontro. Ormai la più saggia decisione è quella di aspettare lo sviluppo della faccenda.

[...]


~Fu un forte percuotere alla porta ciò che riportò il giovane Sosuke Uchiha sulla terra ferma. Aveva infatti perso la cognizione del tempo, rimanendo sotto il getto d’acqua calda per quasi, o forse più, di un ora. Il giovane uscì senza troppa fretta dalla sala da bagno, si vestì tranquillamente ma allo stesso tempo velocemente, e scese insieme all’esaminante nella sala ove presto sarebbero stati proiettati i risultati della seconda prova dell’esame chuunin, e dove Sosuke Uchiha capì che non avrebbe abbandonato quell’esame fino a quando o non sarebbe stato sconfitto, oppure non avrebbe sbaragliato tutta la concorrenza. Non appena arrivò davanti al grosso monitor dove precedentemente era stato informato del suo successo, e dove poi aveva scoperto di doversi confrontare con il terzo classificato nella prima prova: Mitsurugi Uchiha. Al termine della seconda prova dell’esame chuunin, i partecipanti ancora in gara erano solamente quattro, ed ironia della sorte erano rimasti non solo quattro Konohani, ma due Uchiha e due Nara, clan differenti all’interno della burocratica cittadina del paese del fuoco. Pareva infatti che la foglia superasse ancora una volta tutte le altre cittadine ninja che avevano deciso di prender parte a quell’esame, tanto rischioso quanto banale, che aveva reso protagonisti i migliori ninja delle nazioni ninja. L’Uchiha tenne lo sguardo serio fisso davanti a se durante il discorso che venne proferito dalle rosee labbra del capo degli esaminatori, immagazzinando all’interno della scatola cranica il necessario per affrontare la prova successiva che si sarebbe tenuta a distanza di tre giorni da lì.

•Mitsurugi Uchiha e Kisuke Nara, contro me e quell’altro ragazzo eh? Non sarà semplice, nonostante non conosca appieno le capacità del mio compagno, ci troviamo davanti a due degni combattenti, che non saranno facili da eliminare. Mitsurugi Uchiha è un possessore di Sharingan proprio come me, mentre Kisuke Nara è una mente geniale contenuta in un contenitore di carne ed ossa molto più veloce e potente di me. Se anche combattessimo io e Kisuke da soli sarebbe tosta, ma dovendo lavorare in coppia sarà ancora più difficile, anche perché per tenere a bada l’Uchiha ci vorrebbe un possessore di sharingan come me, ma allo stesso non credo che il mio compagno sarà in grado di confrontarsi con la bestia nera della foglia, che potrebbe creare problemi persino a me. Insomma dovremo ingegnarci per portare l’ago della bilancia a nostro favore.

~Terminato il breve ma interessante discorso, non appena la gente iniziò ad apprestarsi ad uscire dalla sala dove vi era appena stato l’incontro, l’Uchiha iniziò a scrutare con gli occhi le persone, eliminando ad uno ad uno i partecipanti, o per il coprifronte o per conoscenza, terminando dunque il suo ragionamento ed apprestandosi a raggiungere il ragazzo che aveva individuato: Shintaro Nara. Fece appena quattro falcate con le gambe prima di raggiungere il nuovo compagno, gli mise una mano sulla spalla quasi strattonandolo e stabilendo un contatto con l’unica persona con cui al momento era intenzionato a parlare. Così, assicurandosi di non destar sospetti con nessun altro partecipante alle finali iniziò a parlare.

»Sosuke Uchiha. Ci troviamo questa sera presso la locanda situata presso il centro di Kawa.

[...]



~Il pomeriggio del giovane Uchiha fu monotono e privo di alcuna vicenda interessante, tanto che il ragazzo, dopo appena un ora passata tra le viuzze ed i rigagnoli della cittadina decise di dileguarsi nelle sue stanze, dove si distese sul letto riposando le palpebre ed inoltrandosi in un mondo dove le preoccupazioni e le responsabilità parevano non pesare, e dove l’Uchiha pareva persino felice e gioioso. Si svegliò diverse ore dopo, poco prima dell’incontro stabilito con l’altro Konohano presso l’unica locanda del villaggio, ed apprestandosi a raggiungere tale metà uscì da quella camera affidatagli dagli esaminatori dell’esame, e camminando pacatamente e senza fretta raggiunse quel posticino perfettamente in orario, presentandosi realmente con il ragazzo che era momentaneamente diventato il suo compagno. I due giovani passarono la serata a discutere di quell’esame chuunin che li aveva resi protagonisti, espressero i propri dubbi e dopo aver cenato adeguatamente iniziarono a concentrarsi su ciò di cui dovevano occuparsi maggiormente: l’organizzazione. Passarono non solo quella sera a discutere di eventuali tattiche, dei punti forti e dei punti deboli dei loro avversari che avevano raccolto in piccole situazioni ed idearono un sistema di gesti che li avrebbe aiutati durante l’incontro che si sarebbe disputato pochi giorni dopo.

[...]



~La mattina del terzo giorno non tardò ad arrivare. Tra i raggi lucenti emanati dal sole che si stanziavano sulle lande abitate del villaggio di Kawa no Kuni, le coperte del giovanissimo Sosuke Uchiha erano prede assai prelibate. Quel giovane ragazzo raggomitolato sotto la stoffa pallida che lo aveva coperto dal freddo durante la notte si crogiolava ancora nel letto, tentando di addormentarsi nuovamente e di tralasciare quella giornata che si preannunciava entusiasmante, complicata ed interessante sotto ogni punto di vista. Decise di alzarsi poco dopo, strisciando con la sua solita flemma fuori dalle calde coperte, che produssero un lieve fruscio quando vennero scansate dalle braccia dell’Uchiha, che iniziò a giorvagare per casa indossando solo un paio di pantaloni scuri mentre cercava di trovare qualcosa da mettere per l’esame. Così, camminando sulla soffice moquette rossa del pavimento si avvicinò verso l’armadio, aprendone l’anta e armonizzando così un cigolio fastidioso che arrivò alle orecchie dell’Uchiha disturbando la quiete che si era posata in quella stanza, e ne estrasse fuori una serie di vestiti che poggiò man mano sul braccio destro, poi, poggiati i vestiti sul letto ancora sfatto, si diresse verso il bagno, dove dopo essersi specchiato con quegli occhi deturpati dal sonno bruscamente interrotto iniziò a lavarsi. Una volta ultimato questo passaggio ritornò nella stanza attraversando quel marmo bianco del bagno, per tornare nuovamente sulla soffice pavimentazione rossa che rendeva i suoi passi felpati come quelli di un felino, ed iniziò a cambiarsi, indossando per prima cosa un paio di pantaloni neri elastici che gli arrivavano fin sotto le caviglie, indossò una giacca del kimono bianca che presentava una spaccatura a “V” che metteva particolarmente in risalto i suoi pettorali scolpiti, legò il dolcevita nero con una cintura e dopo aver accuratamente calzato i calzari neri iniziò ad aggiungere oggetti di minor importanza alla sua persona. Indossò i manicotti e le fasce da combattimento, posizionò adeguatamente dietro la schiena le sacche con le armi da lancio come kunai e shuriken, tra cui alcuni erano già preparati con cartebomba o flash, indossò i guanti con la lamina d’acciaio sul dorso e posizionò i tirapugni appena sotto le nocche ed iniziò la preparazione di un nuovo piano. Estrasse dall’armadio la Wakizashi che aveva avuto modo di derubare al ragazzo di suna incontrato poco tempo addietro, e con una flemma quasi mai vista iniziò a togliere dall’impugnatura tutte le fasce che la componevano, fino a quando non resto solo con una stecca metallica, su cui arrotolò una cartabomba giusto prima di riposizionare adeguatamente le fasce in modo da coprirla e renderla invisibile agli occhi dei nemici. Così, ultimata quest’ultima azione, posizionò dietro la schiena le sue due spade, in modo da avere l’impugnatura di esse verso il braccio destro, ed uscì da quella cameretta senza pensarci due volte. Il tragitto dalla sua stanza al luogo di incontro dei ragazzi, non durò molto, dopo appena pochi minuti il ragazzo attendeva già davanti ad un giovane che avrebbe accompagnato lui ed il suo compagno all’interno dell’arena che li avrebbe resi protagonisti di un incontro sicuramente ricco di colpi di scena.





S t a t u s

Generalità ~
Nome: Uchiha Sosuke
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Verde

Chakra: 200/200
Condizione Mentale: Non pervenuta
Condizione Fisica: Illeso


Consumi:

Armi svelate:
Katana {1/1}
Wakizashi {1/1}
Tirapugni {2/2}
Guanti con lamina {2/2}


OT: Buona fortuna a tutti





 
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Dirge
view post Posted on 3/4/2010, 17:04





Edit Ho inserito "Io" le distanze tra le squadre, dato che nessuno ha voluto specificarlo. (Bello quel "Io", vero?) Comunque buona fortuna in ritardo...xD

"L'inizio della fine!"



Rabbia, odio, vendetta, questi furono i sentimenti che si vennero a creare all'interno dello spirito famelico dell'Uchiha, dopo che egli ebbe udito la risposta del suo compagno di guerra. Per la prima volta in tutta la sua esistenza aveva trattato qualcuno come un suo pari, ma evidentemente aveva commesso un errore, un altro ancora. Ogni singola lettera di quel gelido monologo laceravano l'orgoglio dell'eletto. Lo torturavano come solo la lama fredda di una spada sa fare, sentiva il dolore nelle viscere, stava perdendo sangue, il sangue della dignità. Il suo sguardo risultava essere mostruosamente irritato, il pollice della mano destra era preda di movimenti inconsulti, i denti erano serrati. Però, alla fine di quel fastidioso vociare, il volto di Mitsurugi assunse tutt'altra conformazione. Un piccolo sorrisino si evidenziò sulle labbra, mentre gli occhi si ridussero a fessure. Aveva trovato all'interno del discorso dell'altro qualcosa di comune: anche il Nara voleva abbandonare Konoha. L'idea, che egli fosse l'esemplare eccezione che tanto cercava, si rese ancor più vivida. Ma non solo quell'aspetto gli piacque, bensì anche quel suo atteggiamento ruvido e scontroso, seppur sbagliato nei confronti del purosangue. Sino a quel momento nessun altro ebbe avuto tanta sfrontatezza, tanto coraggio, Mitsurugi in fondo lo apprezzò. D'altronde egli non avrebbe mai fatto coppia con una femminuccia, con lui avrebbe dovuto collaborare qualcuno con un carattere forte e a suo modo enigmatico. L'unico problema rimaneva la reale consistenza della sua classe. Le voci riguardanti essa erano tante, veniva idolatrato da molti, inoltre anche egli stesso poco prima si era definito di un altro livello. Ma le parole stanno a zero, carta canta, e nonostante Mitsurugi fosse il primo a presentarsi con grandi monologhi ricchi di presuntuosità e manie di onnipotenza, in quel contesto, non si affidava alle voci altrui, si sarebbe fidato solo di ciò che i suoi occhi avrebbero visto. Dunque tutte le decisioni e le considerazioni sarebbero emerse alla fine di quel duello tanto atteso ed agognato da tutti, sopratutto dal pubblico accalcato intorno a loro. Prese a contemplare il volto di quella sagoma posta di spalle con aria superba ma nel contempo ambigua, quasi dissimulasse entro sè molteplici sensazioni, tanti pensieri.
«Idiota. Ti ho capito sai...sei invidioso dell'immenso potere che ho a disposizione. Sono affranto, ma non potrai mai possederlo. Ti manca il sangue puro, appartieni ad una famiglia di misera razza, sempre se il Clan Nara possa esser definito di razza. La prossima volta evita di chiamarmi foglioso, odio essere considerato parte integrante di quel covo di spazzatura, sai, non sei l'unico che vuole abbandonare quel lurido villaggio!», affermo gelido l'Uchiha.
All'inizio della prova oramai mancavano pochi secondi, non sapeva quanti precisamente. Si chiedeva che fine avessero fatto i loro rivali, entro sè sperava ardentemente che non avessero gettato la spugna, non avrebbe mai accettato un decisione simile. Poi tutto d'un tratto, smentendo ogni sua preoccupazione, ecco che apparve dal nulla una piccola nuvoletta di fumo. L'espressione compiaciuta del purosangue non venne a mancare, quel tanto conosciuto sorriso beffardo gli si stampò in bocca, gli occhi ancor si socchiusero con un fare inquietante e maligno, mentre la mano destra passò sui lisci capelli, ordinandoli. Il battito del suo cuore rimase regolare, il corpo, tranne il volto, rimase immoto, solo la casacca pece svolazzò appena al richiamo del vento. Esso da pochi secondi ormai prese a fischiare senza sosta, segno che persino la natura era ansiosa di ciò che di lì a poco sarebbe accaduto. L'Uchiha era concentrato, ascoltava rilassato il suono dell'aria agitata, nonostante come sottofondo ci fosse il gran chiasso proveniente dagli spalti. A lui non dava fastidio semplicemente perché non se ne curava, aveva un segreto per adempiere a ciò, possedeva il pieno controllo della sua mente, dunque i rumori che essa non voleva udire, faceva si che non raggiungessero i preziosi timpani. Ci fu un caso diverso. Qualcuno del pubblico lodò le sue ineguagliabili doti, quello, attraverso un comando d'eccezione, venne recapitato direttamente al suo orecchio.
«Non ce sfida...Guardate bene chi si erge affianco al temibile Nara! Osservate con attenzione, lo riconoscete? Quello è Mitsurugi Uchiha, un nome, una leggenda, probabilmente sarebbe bastato solo lui quest'oggi per portare a casa la vittoria!», disse un grasso uomo pelato.
«Si certo, come no! Vorrei ricordarti che nella prova precedente egli ha affrontato l'altro eccezionale membro della casata Uchiha, e il combattimento è finito con un pieno pareggio. Lo ricordi? Eri presente anche tu al combattimento!», asserì con tono ironico un altro signore affianco a lui, un uomo con occhiali neri e cappello.
«Si vede che non hai seguito bene il duello. Non ti sei reso conto che Mitsurugi non ha combattuto, bensì giocato?», rispose serio il primo.
«Come? Che stai dicendo? Non riesco a seguirti!», balbettò il secondo dopo essersi tolto gli occhiali da sole, mostrando uno sguardo allucinato e sorpreso.
«Quel ragazzo, Mitsurugi Uchiha, non è un normale Shinobi, lui è diverso. Io l'ho seguito per molti anni, posso quasi dire di averlo visto crescere, quello è un mostro. E' malvagio, è sadico, non ha un cuore!», concluse l'uomo pelato con voce quasi agitata.
L'altro si limitò a fissarlo con occhi increduli, rimanendo muto.
«Eccoli. Questa volta l'ammazzo quel moccioso. Però non devo essere stupido, devo essere razionale. Il nostro scopo è passare questa prova, e per farlo ci basta ucciderne uno. Se combattessi nuovamente con Sosuke si riproporrebbe il contesto precedente, devo provare a sbarazzarmi di quell'altro demente! Ma...aspetta, io quello lì l'ho già visto, ma certo, era il rammollito che stava in squadra con me durante quella misera missione, dovevamo salvare quella ragazzina...quel suo modo di porsi mi fece innervosire parecchio, una ragione in più per ucciderlo, questo surrogato di un ninja!», pensò tra sè l'assassino.
L'inizio della competizione era davvero alle porte, avrebbe dovuto ideare immediatamente una strategia adeguata, basandosi su ogni piccola informazione a sua
disposizione. Trascorse un secondo. Senza rivolgere lo sguardo al compagno, ma tenendolo ancor fisso verso i suoi avversari, decise di impartire il primo ordine della battaglia.
«Ascolta le mie parole. Tu prenditi l'Uchiha e fai in modo che non mi metta assolutamente i bastoni tra le ruote, io invece prenderò quell'altro, ho un
piano! Cerca di non morire e non guardare negli occhi il moccioso, non deludermi!», ordinò l'apatico.
Gli occhi fissi sulle due figure, le mani rigorosamente occultate dentro le maniche, un paesaggio ambiguo attorno a lui popolato agli estremi da un pubblico incredibile, questo il ritratto di quel momento. L'Uchiha con la coda dell'occhio percepì un leggero movimento della mano sinistra del giudice di gara, l'incontro stava per incominciare, ma per egli era già iniziato. Le sue mani eseguirono un movimento impercettibile ad occhio nudo, uno spostamento diretto verso la sacca porta-oggetti. In concomitanza si esibiva il volteggiare della mano dell'arbitro con un movimento ascensionale, un esecuzione che nel momento in cui si fosse interrotta avrebbe automaticamente dichiarato l'inizio della gara, ovviamente accompagnata da un comando vocale dello stesso. Prima che egli riuscisse ad emettere suono, l'eletto, era già pronto con il materiale occorrente: stretti nella mano sinistra due Kunai, muniti entrambi di una carta bomba, solo che avvolta sul manico, dunque difficile da vedere. La distanza che divideva una coppia dall'altra risultava essere di all'incirca sei metri, e, come uno specchio, dinnanzi a Mitsurugi sostava Shintaro Nara, mentre dinnanzi a Kisuke si trovava immobile la sagoma del moccioso. Eccolo il segnale, iniziò il duello. E proprio nel medesimo momento, l'Uchiha, fissò dritto negli occhi il Nara rivale e sollevò la mano sinistra, portandola davanti a sè, formando un angolo di 90° con le gambe, in tal maniera avrebbe attirato certamente lo sguardo di Shintaro. Nel contempo attivò il suo diabolico potere tentando di incrociare gli occhi del suddetto per attivare la sua devastante illusione. E solamente se essa avesse avuto luogo, avrebbe lanciato i due Kunai armati verso il collo di quella inutile sagoma avvalendosi del suo potere di veggente per anticipare i suoi movimenti e colpirlo dunque nella traiettoria di schivata, facendo detonare, richiamando il chakra, entrambe le bombe carta a cinquanta centimetri dal punto succitato. Gli occhi rossi come il sangue si erano risvegliati nuovamente, la vita delle loro prede sarebbe divenuta un illusione, mentre la morte la realtà.

~Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 160/200
Condizione Mentale: Gelido
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:- 10 [Attivazione Sharingan] 30 [Crudele mistificazione]
Recuperi:-
Slot azioni: 1/2
Slot techiche 1/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
*Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
*Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 2/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1



Edited by Dirge - 5/4/2010, 13:07
 
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† K y u b i »
view post Posted on 6/4/2010, 10:53





..:: ۞ Grupie ۞ ::..


image


~ Narrato
Pensato
Parlato
• Parlato Esaminatore
» Parlato Altri



~ ..:: ۞ ::.. ~




≈ Arena Kawazashimi.



~ Era lì. Non c’erano dubbi questa volta. Il ninja più temuto del Konohagakure “No Sato” si ergeva sopra tutti i presenti. Tra i quattro astanti nell’arena, lui poteva vantare un esperienza così immensa che nemmeno sommando quella degli altri tre si poteva eguagliare. E proprio quella base fondamentale forgiata negli anni avrebbe fatto pendere l’ago della bilancia in quella sfida, in quella finale tanto attesa. Le coppie erano miste, la novità di quell’anno. Uchiha e Nara a confronto. Sulla carta il gruppo favorito non poteva essere che il loro. Una sicura promessa era Mitsurugi Uchiha che ancora pochi conoscevano e l’ormai leggendario Nara Kisuke. Di lui si vociferano tante cose, la maggior parte false, poche vere. Il ragazzo Nara, candidato ad un ruolo importante nella radice del fuoco aveva appena finito gli esami di selezione. Questa è una delle tante voci di corridoio. Pettegolezzi. Dopotutto doveva ancora vincere quella sfida, peccare di presunzione poteva costagli molto caro. Le risposte dell’Uchiha non gli importavano. C’erano già ancora tanti interrogativi. E tutti riguardanti quel suo consanguineo di nome Shinitaro Nara. Chi era? Nessuno l’aveva mai sentito. Non si era mai messo sotto la luce della ribalta. Eppure era riuscito a raggiungere la tanto attesa finale o semifinale che fosse. A parte lui, bene o male il manipolatore delle ombre conosceva un circa i due Uchiha. Uno era il suo compagno di squadra. Di lui ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma visto che non si poteva cambiare le regole in corsa doveva accontentarsi di quello che passava il convento, almeno non doveva combatterci contro. Un tre contro uno non l’avrebbe esaltato più di tanto. Invece, con l’altro natio del ventaglio aveva avuto già qualche diverbio in passato. In una missione. Assieme anche ad un vecchio amico della bestia Nara. Hinato Hyuuga, oramai un chunin veterano. Chissà se era ancora vivo. Da quando era avanzato di grado l’aveva visto solo in quell’occasione. Ormai saranno passati parecchi mesi da quella volta. Finiti gli esami l’avrebbe cercato nuovamente. Magari per provare a sfidarlo. Per metterlo e per mettersi alla prova da pari grado. Si, ne era certo. Prima di dissolversi dalla foglia avrebbe incontrato il suo vecchio amico. L’unico con cui era sicuro di avere dei contatti in futuro, qualunque cosa decidesse di fare contro il suo villaggio natio. L’altro compare invece era semplicemente sparito. Destinazione ignota. Un uomo che poteva eguagliare la sua fama e la sua leggenda. L’unico vero Uchiha che sia mai esistito. Forte quanto lui, forse.. Akira Uchiha. Chunin scomparso dalla massa dei fogliosi per una missione che andava oltre le sue capacità evidentemente. L’unico con il quale il ragazzo delle ombre avrebbe mai voluto combattere. L’unico che fosse in grado di impensierirlo in un combattimento.. L’unico che poteva raggiungerlo nella leggenda. Dopo di lui c’era il vuoto. Avevano camminato pari passo per anni. Poi un sassolino chiamato “Vita” costrinse loro prendere strade diverse. Un vero peccato, davvero. Prima della fine l’avrebbe rivisto anche lui. Ne era consapevole. Ma ora non doveva tergiversare. La finale lo stava chiamando. Lo assillava. Avrebbe vinto, ne era certo. Solo il tempo doveva enunciare il verdetto finale. Il cielo era limpido. La temperatura dell’atmosfera era l’ideale per combattere. Il laghetto giaceva calmo ai bordi dell’isolotto. I quattro ragazzi si trovavano uno di fronte all’altro. Chissà quali strategie si sarebbero mostrate agli occhi dei tanti sostenitori di li a pochi attimi. Kisuke in testa ne aveva già organizzate un paio. Doveva solo decidere come muoversi. Ma prima di tutto ciò avrebbe dovuto consultare in modo schietto con il piccolo Mitsurugi. Dargli almeno un opportunità era abbastanza lecito da parte sua. Ma al primo sgarro l’avrebbe abbandonato a se stesso. Non c’era posto per lui se avesse anche solo lontanamente immaginato di impiegare tutti gli sforzi per portare solo dei miseri danni. Ogni secondo sembrava tiranno. Anche se le urla degli spettatori erano forti e rimbombanti, Kisuke, percepiva solo il silenzio attorno a sé. Era in una fase rem dove la concentrazione era assoluta. D’ora in poi cerano solo loro quattro. Lo sguardo del consumato Nara vagava da un avversario all’altro. Non che avesse tutta questa scelta. O avrebbe preso di mira il suo lontano parente oppure il ragazzo dagli occhi color vermiglio. C’erano molte incognite. In quei tre giorni passati nella stanzetta a riposarsi di certo non avevano fruttato molte idee in quanto a strategia. Le poche informazioni che aveva in possesso sul ragazzo di nome Shinitaro non lo convincevano più di tanto. Se aveva pure lui il potere che rendeva celebre il casato Nara la cosa si complicava un po’. In quanto a jutsu, tutti conoscevano bene o male le arti magiche e quelle marziali di Konoha. Esse erano la pietra miliare dell’insegnamento. All’accademia, dopo la prova del controllo del chakra, le tecniche erano la seconda parte che veniva studiata dagli allievi. Quindi almeno sotto quel punto di vista se la giocavano alla pari. Quello che avrebbe veramente reso l’incontro più piccante era sicuramente l’utilizzo delle innate in possesso. Quattro occhi color rosso sangue, un ombra nera come il carbone e l’incognita di turno. L’essere all’oscuro di quello che Shinitaro poteva avere in serbo per lui non lo rendeva felice. L’unica cosa che poteva fare era aspettare. Sapeva bene il funzionamento dell’ombra. Avrebbe atteso semplicemente di vedere muoversi qualcosa alla base dei piedi di quel pivellino per farsi un idea più dettagliata. Per il momento si sarebbe tenuto a distanza di sicurezza. Era inutile rischiare un coinvolgimento corpo a corpo senza essere sicuri di cosa poteva succedergli. D’altro canto, quasi sicuramente Sosuke aveva avvertito il suo compagno su cosa poteva capitargli man mano che lo scontro si fosse animato di un fuoco intenso. Il piccolo Uchiha aveva avuto a che fare con tutti e due i Kagefusha e anche se per poco aveva di certo registrato tutte abilità viste in passato. Quindi già prima di partire si poteva dire che un buon 0.5% utile per la vittoria finale, era in loro possesso. Fortuna. Non poteva essere altro che quella. Evidentemente quella era la base su cui si sarebbero fondate la maggior parte delle loro strategie offensive/difensive.

† Mmmh...Forse è meglio distribuirsi i compiti. Portare la sfida in uno contro uno sarebbe più semplice, almeno per quanto mi riguarda..


~ Pensò. La bestia Nara Taciturna osservava uno per volta i tre ragazzi che gli stavano affianco. Il primo su cui posò lo sguardo era il suo lontano consanguineo. Per quanto Shinitaro Nara fosse un suo parente, il genin non trovava molte somiglianze con il coetaneo, sembrava che non fosse nemmeno un Nara. Prima di tutto aveva la carnagione troppo scura, in confronto Kisuke, era più bianco della sua tuta. A meno che non sia stato troppo sotto il sole a lavorare, beh.. qui gatta ci covava. Inoltre i suoi capelli erano ben diversi da quelli lunghi e neri del foglioso. In quanto ad altezza, si poteva dire che non era poi tanto più basso di lui. Quello che spiccava in bassezza tra i partecipanti alla semifinale era sicuramente l’Uchiha. Sosuke Uchiha. A colpo d’occhio si poteva dargli un metro e sessanta centimetri, circa.. Forse qual cosina di più. Tra i quattro sicuramente era anche quello più giovane. Si poteva vedere anche a colpo d’occhio che il suo corpo non aveva vissuto ancora tanti inverni. Oltre a quello, come quasi tutti gli Uchiha aveva capelli scuri e occhi bruni come il carbone. Stessa descrizione si poteva affibbiare al secondo possessore dello Sharingan. Mitsurugi. Capelli neri e occhi del medesimo colore. Quest’ultimo parecchio più alto del suo coetaneo dagli occhi rossi. L’unica differenza sostanziale oltre a quella dei centimetri era l’abbigliamento. Divertente. Comunque egli possedeva un altezza che eguagliava quella del Nara e anche di corporatura erano abbastanza simili. Non sarebbe stato un eufemismo considerarli due gocce d’acqua, considerandoli solo dal collo in giù. Ognuno di quelli là aveva una storia dietro le spalle. Che fosse lieta o triste non era dato sapere. n quell’arena c’erano quattro storie differenti ma indissolubilmente legate da un vincolo impercettibile. Un qualcosa che non si poteva spiegare a parole. Da quel legame invisibile stava per nascere qualcosa d’importante. L’anfiteatro Kawazashimi sarebbe diventato testimone dell’evento più formidabile che abbia mai visto da mille anni a questa parte. Centinaia anzi, migliaia di persone osservavano ed aspettavano l’inizio delle ostilità con un particolare interesse. Parecchi di loro erano piazzati ai bordi di quella grande cupola senza tetto. Facevano i salti mortali per potersi accaparrare i posti migliori. Al centro della piazza i soliti quattro. I migliori che avevano passato senza problemi le prime due prove della selezione chunin. Se erano arrivati fino a quel punto dovevano per forza essere qualcuno. Di solito la gente che arrivava fino a quel punto non ci arrivava con solo la fortuna a fargli da bagaglio a mano, c’era anche l’esperienza e il talento. Una cosa che man mano che andavano avanti aveva forgiato in loro qualcosa che non sarebbe stato mai cancellato, nemmeno dal tempo. Lo spirito combattivo si poteva vedere chiaramente nell’iride di ognuno di essi. Chi più chi meno. L’attesa stava per raggiungere il culmine. Tutti e quattro sapevano che ognuno di quei secondi trascorsi nel silenzio più potale poteva dare inizio a quella sfida mortale a cui si erano preparati in quei tre giorni di relax concessi dagli organizzatori. C’era tempo. Avevano a disposizione parecchi minuti. Più il tempo passava e più la gente si sarebbe divertita nel vederli lottare. Alla fine quello era lo scopo principale. Bene o male i quattro presenti nell’arena Kawazashimi potevano vantarsi di avere già la promozione in tasca. Quello che avrebbero fatto in più a partire da lì in avanti sarebbe servito solo ad aumentare l’ego o la fama. Di certo vincere il torneo di quel secondo esame di selezioni chunin avrebbe portato non solo denaro in più nella casse del fortunato, ma con essi ci sarebbe stato anche l’orgoglio del clan a cui apparteneva il vincitore, Nara o Uchiha che fosse. Pensieri fugaci annebbiavano la mente del giovane shinobi. Concetti che andavano oltre all’umana compassione, al di là dell’orizzonte. Per un momento vide il copri fronte legato sul suo braccio sinistro brillare. Il tempo in cui esso non avrebbe più luccicato era vicino. Poteva già vedere una riga orizzontale tagliarlo di netto rendendolo cieco per sempre. Tutto ormai era organizzato nella sua folle mente: Finire gli esami chunin, ovviamente con promozione assicurata sennò non avrebbe senso il tutto, poi tornare al villaggio il giorno stesso. Il crimine che aveva scelto e di cui aveva bisogno per poi fuggire era piuttosto semplice nel suo contenuto ma farlo sarebbe stato tutt’altro che facile. Aveva già iniziato a raccogliere informazioni, quello di cui aveva bisogno adesso, oltre un titolo maggiore a quello di genin, era un compagno che facesse il palo mentre lui commetteva quel misfatto. Solo dopo compiuto il tradimento avrebbe abbandonato il villaggio di Konoha. Voleva lasciare impressa l’ombra del Kagemane macchiato di sangue prima di dileguarsi nell’oscurità. Prima di andare alla ricerca di qualcosa potente come il cielo sceso sulla terra. Un potere temuto e brutale che poteva servire per il suo scopo finale. Il cielo tergiversava sopra la sua testa. Era lontano ma non troppo il tempo in cui pure lui sarebbe diventato suo. Il primo passo prima di raggiungere la vetta del mondo era più in basso, ma molto più giù del cielo. L’esame chunin lo teneva inchiodato a terra come una serpe che sognava di volare nella volta celeste come un falco. Per poter fare la muta aveva bisogno di superare quel gradino fatto di lame, sudore e sangue. Ad ostacolarlo potevano provarci solo loro tre. Loro erano il classico sassolino nell’ingranaggio che poteva fare saltare il tutto. Doveva batterli, uno dopo l’altro. Adesso toccava a solo a due di loro, come detto tre giorni fa solo nella finale ci sarebbe stato l’ultimo baluardo difensivo della foglia. Un bieco ghigno si increspò sulla sua bocca, i suoi deliri di onnipotenza lo facevano divertire. Pazzo. La mano sinistra toccava l’impugnatura della katana. Il sudore si sentiva forte e chiaro sul palmo e su altre zone dell’epidermide circostante. Bisognava guerreggiare al più presto. Ancora una volta sentì la voce dell’Uchiha. Le sue parole erano scontate. Il Nara sapeva benissimo cosa doveva fare. Lo sapeva ancora prima di sentire quelle sillabe vuote. L’unica cosa che era incerta era il bersaglio. Ora lo sapeva. La sua battaglia contro gli Uchiha sembrava non avere mai fine. Il piccolo Sosuke avrebbe provato l’essenza della sua ombra in tutta il suo potere. Il ventaglio che alimenta il fuoco della foglia contro l’ombra, colei che dalle profondità del sottosuolo protegge tutti i suoi abitanti senza mai farsi vedere. Nara e Uchiha. Ci vorrebbe troppo per spiegare tutto il loro entourage. Kisuke lo sapeva bene che rischi si poteva trovare scontrandosi con un possessore di Sharingan. Per contrastarlo senza finire preso in un Genjutsu mortale avrebbe evitato il contatto diretto. Si, è la prima regola è: Più di ogni altra cosa bisognava evitare di incrociare il loro sguardo cremisi. Il manipolatore d’ombre che fino a quel momento si era disinteressato dei tre giovani che aveva affianco decise di spostare le pupille nere su uno dei tre. Più specificatamente su uno dei due avversari che aveva di fronte. Ovviamente egli era l’aruspice. Con lo sguardo posato sul mento di quest’ultimo egli era pronto ad iniziare. Il segnale del giudice stava arrivando come quando si vede spuntare il sole dalle colline pronto a sorgere. Il suo messaggio era caldo ed accogliente. Contemporaneamente a quel movimento, Kisuke con la coda dell’occhio vide il suo compagno di squadra aprire le danze con un arma presa dal portaoggetti. Senza aspettare di vedere compiere il Senjutsu del suo compagno, il Nara era partito con una cosa molto soft. Grazie alla distanza di sei metri che separava le due coppie, il ragazzo poteva scagliare una mossa Katon per rendere la situazione ancora più calda. Unendo le mani in simboli che a prima vista potevano sembrare fallici, la bestia nera formò sei sigilli per dare origini alla sua tecnica di fuoco. Come lampi scesi sulla terra, ad una velocità fuori dal normale, dodici palle infuocate dalle dimensioni di un doppio pugno, si ritrovarono sulla traiettoria dell’Uchiha. Quattro di queste servivano a dividere i due ragazzi. Quindi la direzioni di essere era nella mezzeria dei loro calzari. Avrebbe portato lo scontro in un’uno contro uno senza che uno dei due potesse avere la possibilità di aiutare il compagno in un momento di difficoltà. Le altre otto sfere erano dirette sul corpo del piccolo “veggente”. Tutte in linea verticale. Come se fossero due tagli orizzontali le fiamme avrebbero coperto interamente il suo gracile corpo. Nel mentre, subito dopo aver scagliato l’ultima di queste pericolose sfere, Kisuke, aveva preso dalla tasca porta armi tre kunai. Pugnali semplici e puri quanto la vita che stava per stroncare. Come una molla tenuta fino allo stremo il braccio del Nara si lasciò andare con forte scatto in avanti. Le armi si dirigevano verso il petto del foglioso. Due di queste si potevano dire che cercavano di colpire il bacino, invece l’ultimo si stava dirigendo verso il suo polmone destro.



† Mostrami il tuo valore.

~ Finalmente tutto era iniziato. La loro prima azione offensiva della giornata stava per scatenare un putiferio assoluto su quell’arena di Kawa. Le azioni difensive dei loro avversari non sarebbero tardate a mostrarsi. La vista era perfetta. Ognuno di essi sapeva cosa stava per succedergli. Kisuke sapeva anche cosa sarebbe venuto dopo. La sua mente arguta aveva previsto tutto. Poteva prevedere le azioni meglio dello Sharingan. La sua mente brillante sapeva tutto oramai. Ogni singola azione veniva immagazzinata nella sua mente. L’acqua del lago calma e illuminata dal sole e dalle fiamma presto si sarebbe mossa per aiutare il più giovane di loro. Ormai era chiaro. L’azione difensiva che poteva portare il giovane Uchiha era stata studiata nel dettaglio dall’ombroso. Schivare non sarebbe bastato questa volta. Il potere della preveggenza non era sufficiente in quella determinata circostanza. L’acqua era l’unico rimedio per evitare di essere colpito dalle fiamme rosse e gialle. In caso tutto questo fosse diventato realtà, sotto lo strato d’acqua alzato c’era una sorpresa ancora più scomoda che poteva arrivargli. Le tre lame seguivano la traiettoria designata senza mostrare pietà. Un attacco combo che nemmeno l’occhio di un Uchiha poteva schivare completamente. In velocità il Nara era nettamente superiore e come se non bastasse quell’attacco tremendo egli decise di fare un'altra cosa. Mentre tutti erano intenti a combattere, lui attivò l’ombra di cui tanto andava fiero. Il passare inosservato era fin troppo semplice. Si concentrò sulla base dei calzari dove la macchia nera regnava sovrana. Nella sua mente gli sembrò di rivivere quel giorno. Quando l’ANBU che gli aveva fatto da sensei all’accademia gli aveva insegnato pure a gestire l’ombra. Il sudore che aveva versato. Il sangue che aveva sputato. Gli ossi che aveva piegato fino a quasi romperli. Il chakra che aveva speso. Tutte queste cose l’avevano portato ad un unico risultato. Un ombra di livello principiante che non aveva rivali. I segreti che ella nascondeva erano ancora infiniti. Gli avrebbe svelati tutti un giorno. Nel suo viaggio attorno al mondo avrebbe concentrato su di essa tutto il suo potere. Intanto avrebbe iniziato da lì.. Da quella selezione chunin che stava per giungere al termine. Un altro anno stava per passare. Tutto ormai era al culmine. Le idee che aveva in testa già avevano una forma precisa. Ora l’unica cosa che gli interessava era vincere. Dimostrare il suo valore, e non a quei gruppetti di ragazzine,shinobi stranieri o signori feudali. Voleva dimostrare a se stesso che oramai era maturo abbastanza per restare relegato in quel buco chiamato “Konohagakure No Sato”. Farsi ricordare era l’unica cosa importante. Nel bene o nel male giù al villaggio tutti avrebbero parlato di lui e di cosa avesse fatto. L’ego l’aveva reso un sbruffone forse? Si. Gli sarebbe importato se si fosse fatto odiare dai suoi coetanei? No. L’unica cosa che contava era lui e il suo volere.



۞ Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu

Tipo: Ninjutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.
Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere parecchie sfere di fuoco (12) dalle dimensioni di due pugni uniti, che arrivano anche a venti metri dall'utilizzatore. Chi è colpito da questi proiettili riporta ustioni medio-leggere su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che la singola sfera non è in grado di danneggiare molto un avversario, e lanciarle tutte in un unico punto potrebbe vanificare completamente il jutsu. Dal grado di chunin però, il ninja è in grado di lanciare all'interno delle sfere fino a sei shuriken, che verranno quindi occultati completamente dalle fiamme: in questo modo il potere offensivo del singolo proiettile è almeno raddoppiato. Inoltre, dal grado jonin in su, l'utilizzatore può eseguire questo jutsu di counter, ad esempio appena dopo un salto atto a schivare una carica nemica.
(Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto)
[solo da energia verde in su]




S t a t u s

Generalità ~
Nome: Kisuke Nara
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Rossa

Chakra: 265/300
Condizione Mentale: Non pervenuta
Condizione Fisica: Illeso


Consumi:
† Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu [25]
† Attivazione Innata [10]

Slot Azioni:
1/3: Un lancio d'armi
2/3:
3/3:
Slot Tecniche:
1/2: Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu.
2/2: Attivazione Innata.

Armi svelate:
Katana {2/2}
Shuriken {5/5}
Kunai {16/19} - 3 Lanciati
Carta Bomba {3/3}
Fuuma Shuriken: {2/2}

OT: Eventuali errori che vedrete gli ho lasciati di proposito perchè ero troppo pigro per correggerli.



 
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~ K a i
view post Posted on 9/4/2010, 05:45




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Gli sfavoriti contrattaccano.



C'era uno strano silenzio in quell'arena, forse perchè stavano per dare il via o forse perchè la gente aveva capito che avrebbe dovuto rispettare il sacro rituale del massacro, quattro teenager erano di fronte l'uno all'altro, divisi in due fazioni che volevano assolutamente dominare l'una sull'altra, molti avrebbero detto voglia di prevalere, di affermarsi, di farsi un nome nel mondo ninja, ma ciò era quanto più di sbagliato che si possa immaginare, non era per voglia di diventare famoso che il Nara si trovava di fronte ad una coppia tanto potente quanto temibile, non era per sentir parlare di se in ogni angolo del villaggio che metteva a repentaglio la sua vita, ma solamente per portare avanti il desiderio di una vita che aveva stroncato per il bene maggiore, di Konoha, di Kawa, dei Nara e come scordarsi degli Uchiha, che erano stati tanto scellerati da educare un terremoto vivente del genere e permettergli di andare in terra straniera senza una guida che gli impedisse di usare dei Katon in un locale affollato, ma comunque di una vita si trattava. Poteva abbandonarlo li alla mercè dei lupi o degli avvoltoi che certamente non mancavano nel paese della cascata, così però avrebbe infangato la memoria di quel giovane che aveva provato ad ucciderlo e che aveva già perdonato, Lo Shin che era giunto alle selezioni dei chuunin sarebbe stato onorato di essere giunto alla finale, ma quello attuale invece vuole solamente chiudere la faccenda in fretta perchè aveva altre cose di cui occuparsi, come l'accertarsi che la salma fosse ancora nel suo luogo e che nessuno avesse scoperto il suo terribile segreto, oltre all'obbiettivo di diventare il più forte di tutti.
Non aveva infatti bisogno di arrivare al termine del combattimento, ciò che realmente gli importava era preservare il proprio segreto e la sua vita, anche a costo di arrendersi.

Mitsurugi Uchiha..... Kisuke Nara.
Due avversari certamente pericolosi.



Sussurrò ad un tono di voce appena percettibile da una persona ad un metro di distanza, figuriamoci da due posti ad a sei volte la lunghezza precedentemente citata, ciò che lo avvantaggiava maggiormente era il suo cognome, molti avrebbero pensato che fosse un utilizzatore della Kagemane no Jutsu, ovvero il controllo dell'ombra, ma in realtà non era affatto così. Ciò che avrebbe dovuto evitare a tutti i costi era uno scontro ravvicinato con il manipolatore dell'ombra, perchè una mossa falsa e sarebbe stato facilmente bloccato da una morsa molto difficile da spezzare e come se non bastasse la sua capacità di utilizzare il Kinjutsu era ancora limitata a curare ferite di media entità, perciò un colpo ai punti vitali ed avrebbe detto addio alla possibilità di farcela, oltre che ad ogni prospettiva di andare in pensione a cinquant'anni come "anonimo" ninja istruttore che ha completato diverse missioni e che si era guadagnato il titolo di più forte del villaggio dopo qualche impresa eroica.

Più e più volte si era domandato quanto potessero essere forti quei due singolarmente, ma uniti sotto una bandiera la cosa non poteva fare altro che peggiorare la situazione, ma non avrebbe mollato così facilmente, sarebbe dovuto essere in una situazione di imminente pericolo e sopratutto incapace di difendersi da esso; ad ogni modo sia lui che Sosuke per ben tre giorni avevano progettato diverse strategie da applicare in ogni momento e senza necessariamente dover ricorrere alla voce o parole in codice, ma un semplice gesto che sarebbe stato forse leggermente innaturale agli occhi degli avversari, ma con un pò di fortuna ciò li avrebbe potuti aiutare, anche perchè avevano creato decine di strategie che con un pò di fortuna e buon tempismo avrebbero permesso alla coppia sfavorita di mettere a segno qualche colpo importante ai fini del risultato.

Oramai mancava pochissimo all'ora prevista e Shin continuava a lanciare occhiate veloci al chunin del paese straniero ed al Nara avversario, gli sarebbe piaciuto moltissimo dare vita con lui ad una battaglia fra strateghi e forse il destino sarebbe stato benevolo con lui ed avrebbe concesso questo piccolo desiderio al Dreadlock, comunque per il momento si sarebbe attenuto alla strategia precedentemente pianificata.

Nonappena ci fu il via l'attenzione andò al 100% sul terribile duo, ma un buon 70% di essa era concentrato su codino nero, a sentire l'alleato dagli occhi rossi, le sue abilità strategiche erano straordinarie e la sua capacità di utilizzare la kage mane abbastanza limitata, ciò significava che era ancora un novizio in quel campo, però bisognava tenere costantemente sott'occhio l'ombra.

Ad ogni modo alle prime battute fu proprio il Nara ad agire estraendo tre armi da lancio, kunai per l'esattezza, diretti al suo compagno di squadra, che sicuramente sarebbe stato in grado di difendersi da un'offensiva così semplice, ma la mente del diciottenne aveva già in mente un piano ed aveva bisogno di un "secondo d'intimità" per farlo capire al proprio compagno, perciò compose al massimo della velocità possibile per il suo corpo il sigillo del serpente lasciando fuori l'indice destro, ergendo così un muro muro acquatico a due metri di distanza dal suo creatore che sarebbe stato in grado di bloccare la limitata offensiva. Coperto da quel muro il foglioso potè far sapere al connazionale tramite l'azione che consisteva nel toccare con il pollice destro il lato sinistro della bocca, ciò significava che il suo compagno di squadra doveva trovare il modo di bloccare il team avversario con qualunque mezzo a disposizione e che lui avrebbe fatto da esca con un attacco-finta. Decise di prolungare fino al limite dei cinque secondi il muro in modo da preparare velocemente un Kunai munito di flash ed arrotolata una cartabomba sul manico, rendendola così molto più difficile da notare, per sbucare tenendo sempre conto della posizione del nemico tramite il suo olfatto sviluppato, dopotutto l'odore di Mitsurugi pareva già averlo sentito da qualche parte, mentre quello di Kisuke era l'unico che non conosceva bene, perciò non era affatto difficile indicarlo.

Ok, passiamo alla fase successiva, vediamo se i due piccioni sono in grado di reeggere questo assalto!



Mentre la protezione liquida si reggeva ancora in piedi tramite il chakra, il teenager sbucò dal suo lato destro lanciando il coltello e facendo detonare il primo dei due regalini che portava con se, così il flash avrebbe illuminato l'area circostante per un tempo sufficiente mentre l'esplosivo si sarebbe attivato a circa due metri da l bersaglio dagli occhi rossi dotati di tomoe nere, tutto ciò gli avrebbe permesso di attuare la seconda fase del suo piano, ovvero quella di chiudere le vie di fuga. Tenne chiusi gli occhi giusto il tempo di non essere accecato dal flash, mentre nel frattempo, dopo aver mandato l'esca alla distruzione l'istante successivo le sue mani erano impegnate nella composizione di altri sigilli, quelli della pioggia di fuoco, jutsu che avrebbe lanciato con una parabola molto accentuata sperando così di riuscire ad eludere eventuali muri acquatici o difese simili, ad ogni modo i globi incandescenti furono suddivisi in due squadre composte da sei elementi; la prima, quella più grande, era stata dotata di una traiettoria particolare allo scopo di chiudere una ritirata all'indietro, mentre la seconda "truppa", si sarebbe divisa in un'ulteriore sotto-unità di tre membri che avrebbe chiuso le vie laterali, così cercando di far rimanere la coppietta nella stessa zona di prima, lasciando così campo libero a Sosuke e la sua parte di strategia.

Vediamo chi la vince questa battaglia di senjutsu.



Disse ancora ad un tono di voce piuttosto basso in modo da non essere udito da alleati ed avversari, dopotutto non erano commenti utili ai fini del match, ma comunque avevano lo scopo di "caricare" moralmente Shintaro per lo scontro più difficile in assoluto della sua vita.
Avrebbe tanto voluto avere i suoi genitori o vega vicina, ma sapeva che ciò faceva parte del suo rito di iniziazione e doveva diventare uno shinobi di livello e grado superiore da solo.

CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Illeso.
Stato Psicologico: Concentrato.
Chakra Rimasto: 145/200
Consumi: Medio-Alto [25] + Alto [30]
Armi Svelate: Kunai x1, Flash x1, Cartabomba x1
Tecniche Usate:


Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu
Tipo: Ninijutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.
Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere parecchie sfere di fuoco (12) dalle dimensioni di due pugni uniti, che arrivano anche a venti metri dall'utilizzatore. Chi è colpito da questi proiettili riporta ustioni medio-leggere su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che la singola sfera non è in grado di danneggiare molto un avversario, e lanciarle tutte in un unico punto potrebbe vanificare completamente il jutsu. Dal grado di chunin però, il ninja è in grado di lanciare all'interno delle sfere fino a sei shuriken, che verranno quindi occultati completamente dalle fiamme: in questo modo il potere offensivo del singolo proiettile è almeno raddoppiato. Inoltre, dal grado jonin in su, l'utilizzatore può eseguire questo jutsu di counter, ad esempio appena dopo un salto atto a schivare una carica nemica.
(Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto)
[Solo se si ha in scheda la Palla di Fuoco Suprema]

Muro d'Acqua - Suiton Suijinheki
Tipo: Ninijutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

Note: Penso proprio che servano in questo caso:
1) Ignoro completamente l'attacco di Dirge per il semplice motivo che usa una condizionale, ovvero basa tutta la sua azione sul fatto che io cada vittima del suo genjutsu, e dato che non c'è nulla che mi obblighi a guardarlo negli occhi (e sopratutto ho dei motivi in più per non farlo perchè sono stato avvisato da Sosuke ad evitare ad ogni costo il contatto oculare), quindi dato che non c'è lo scambio di sguardi Mitsurugi non effettuerà tutti i vari attacchi.
"E solamente se essa avesse avuto luogo, avrebbe lanciato i due Kunai armati verso il collo di quella inutile sagoma avvalendosi del suo potere di veggente per anticipare i suoi movimenti e colpirlo dunque nella traiettoria di schivata, facendo detonare, richiamando il chakra, entrambe le bombe carta a cinquanta centimetri dal punto succitato."
2)Il muro acquatico lo mantengo fino al limite (5 secondi), ma esco più o meno a 3 secondi dalla sua formazione, come ho detto nel post vi tengo sotto costante controllo tramite l'olfatto sviluppato ed il muro para sia i Kunai che la Pioggia di Fuoco.
3) Il post non è il massimo, ma i professori si divertono a complicare le cose, specialmente nei primissimi giorni dopo le vacanze, quindi non ho avuto molto tempo per scrivere.

 
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¬Kob
view post Posted on 11/4/2010, 21:38






•Bisogna perdere per vincere.
~Gabriele Martufi



~Narrato
»Parlato
•Pensato



≈ Arena Kawazashimi



~Le lancette dell’orologio scorrevano lente sul quadrante bianco appeso alla parete dell’ingresso dell’arena Kawazashimi, scandendo ogni minuto e secondo che distanziava il giovane Sosuke, ed il suo compagno Shintaro, dall’ennesima prova dell’esame chuunin a cui avevano preso parte appena pochi giorni prima. Mancavano ormai pochi minuti all’inizio dello scontro finale, prefissato per le undici di mattina di quel giorno afoso, che avrebbe decretato non solo la vittoria di uno dei due team, portando onore e gloria e fama ai due esponenti, apparentemente i più forti, dei clan Uchiha e Nara di Konoha, che già si erano dimostrati ottimi elementi del villaggio della foglia, ma portando anche ai due vincitori la possibilità di mettersi a confronto tra di loro, per scovare infine in fine il vero vincitore di quel torneo tanto celebre quanto pericoloso. Sosuke Uchiha, giovane genin del Konohagakure no sato, aveva ormai una certa esperienza per quello che riguardava il mestiere di ninja, nonostante la sua tenera età di tredici anni, e propendeva al titolo di campione da ormai qualche tempo, sperando vivamente di riuscire a rimanere in gara fino alla fine, benché sapesse che le probabilità per il suo team di superare la prova che lo attendeva erano molto basse. Anche se il piccolo prodigio credeva nell’organizzazione e nella collaborazione che era riuscito ad organizzare insieme al compagno, ed era sicuro che il team opposto non avesse organizzato nulla durante quei tre giorni di pausa, temeva per la vittoria del team formato quasi ed unicamente da Kisuke Nara, che sicuramente rappresentava il pericolo maggiore per Sosuke e Shin. Questo ninja era temuto e rinomato dal villaggio da cui proveniva, ma quello che più provocava i timori dell’Uchiha erano le abilità che aveva dimostrato di avere nella missione in cui Sosuke lo aveva incontrato per la prima volta, che lo rendevano terrificante. Era quello il motivo per cui il prodigio della casata maledetta lo voleva incontrare. Aveva da sempre cercato qualcuno che fosse in grado di metterlo in difficoltà, e magari batterlo, in un incontro epocale tra titani, uno di quelli che non aveva avuto mai, eppure quell’occasione non gli si era ancora presentata, nemmeno in quella finale. Quell’ultima prova non soddisfaceva i requisiti necessari affinché ciò avvenisse. Nonostante i due si sarebbero scontrati in quell’esame, non sarebbe stato nella maniera adatta. Innanzitutto il Nara sarebbe stato spalleggiato da un Uchiha, che avrebbe senza dubbio ficcato il naso negli affari dell’ombroso e del prodigio, intralciandoli, e anche se fossero stati, Shin e Sosuke, abbastanza bravi da isolare il Nara il tempo necessario per neutralizzare l’Uchiha, Sosuke non avrebbe rischiato di perdere quell’incontro per la gloria della vittoria. Quella situazione non era delle migliori.

~Uchiha e Nara a confronto in un incontro all’ultimo sangue. Sarebbe stato emozionante, spettacolare e non sarebbero mancati i colpi di scena. Entrambe le squadre erano formate da abili strateghi e da combattenti eccezionali, suddivisi in due più o meno eque coppie, che si sarebbero presto scontrate davanti agli occhi delle genti più varie. Sosuke si stava preparando. Era già fisicamente pronto, armato di tutto punto e pronto a straziare, ma quello di cui era ancora sprovvisto era la calma. I suoi muscoli fremevano,vibrando a contatto con la soffice stoffa del kimono, la sua pelle sudava leggermente sulla fronte, ed il suo sangue ribolliva, per la prima volta Sosuke temeva di perdere, ma la cosa che lo preoccupava maggiormente di quell’aspetto era il dover dichiarare la sua inferiorità a Kisuke e a Mitsurugi davanti alla folla che sarebbe stata presente nell’arena. Parte della sua paura era infatti determinata dagli spettatori, che come avvoltoi attendevano un pasto di adrenalina, che spingevano l’Uchiha a temere. Eppure, di tutto quello spettacolo Sosuke aveva già preso precauzioni. Sapeva esattamente cosa avrebbe dovuto fare nel caso peggiore, sapeva che avrebbe dovuto abbandonare l’incontro in maniera brillante nel caso in cui non fosse riuscito a porsi in vantaggio immediato rispetto all’altra coppia. Non appena il prodigio della foglia fosse riuscito a comprendere la vera forza della coppia avversaria avrebbe scelto la vera strada da percorrere: la strada dell’ostinazione o quella dell’umiltà. Senza ombra di dubbio Sosuke preferiva la prima, continuando a lottare per un qualcosa di significativo, ma se fosse stato necessario avrebbe percorso la strada secondaria, che lo avrebbe portato ad arrendersi davanti a innumerevoli occhi ostili. Eppure, nonostante fosse irrequieto, l’Uchiha non lo dava a vedere. Restava impassibile, calmo, non muovendo nemmeno un muscolo al cospetto del giovane che lo avrebbe aiutato in quella prova ormai prossima, combattendo le proprie battaglie in una remota regione del cuore.
Mancavano veramente pochi minuti all’inizio della prova finale delle selezioni dell’esame chuunin, quando un ninja già presente nella stanza consigliò di porre le loro mani sulle sue spalle e poi essere preparati ad un nuovo teletrasporto, che ormai pareva diventare un abitudine per quelli esaminandi. In un battibaleno tutto il territorio circostante mutò, sciogliendosi in un vortice assieme a quei tre tipetti, per poi ricomporsi in un luogo completamente differente dal precedente. Il soffitto sulla testa dei genin era sparito, lasciando al suo posto un ceruleo manto adornato da nuvole candide, il pavimento di marmo bianco, perfettamente liscio e freddo era diventato una piattaforma irregolare di roccia con scanalature profonde su di essa e le pareti circostanti avevano lasciato il posto ad una serie di paesaggi inaspettati, che si concludevano in una moltitudine di spalti pieni zeppi di persone. Quello fu il cambiamento maggiore, che venne avvertito dai genin solo tramite il senso della vista, ma anche tramite quello dell’udito che spiazzò maggiormente tutti, disorientandoli un attimo. Sosuke iniziò, una volta messi i piedi a terra, ad analizzare per bene il territorio circostante, senza lasciarsi sfuggire niente, scovandone i vantaggi e gli svantaggi associati, ed elaborandone innumerevoli strategie che avrebbe potuto adoperare, insieme al suo compagno, una volta messi d’accordo. Così, proprio come a decine di metri di distanza distavano i visitatori, a pochi centimetri distava il suo compagno, alla sua sinistra, e a circa sei metri davanti a sé la coppia avversaria. Tutti e cinque, compreso l’esaminatore, si trovavano su una piattaforma di pietra posta al centro dell’arena, galleggiando sulla superficie cristallina dell’acqua, e mentre i giovani avevano iniziato a squadrassi torvi in viso, scambiandosi occhiate malevole e cariche di odio e tensione, che impregnavano l’aria di una qualche sensazione negativa, il giudice teneva d’occhio l’orologio sul suo polso, attendendo l’orario preciso per far partire l’incontro, così da attendere gli spettatori ritardatari. L’incontro non era ancora iniziato, ed anche se tutti i partecipanti erano già presenti, si aspettava ancora per l’inizio, nonostante i quattro fanciulli fossero apparentemente pronti ad iniziare.

~Il team formato dal giovane Sosuke Uchiha e dal brillante Shintaro Nara era dunque giunto al cospetto di tutti quegli spettatori famelici di vedere un importante combattimento come quello ormai prossimo, che già avevano dimostrato un certo interesse per l’una o per l’altra squadra, puntando i propri denari su una coppia che ancora non conoscevano se non per la fama dei singoli componenti. Apparentemente nessuno aveva considerato tutti i fattori. La squadra più ammirata e su cui avevano scommesso maggiormente era sicuramente quella in cui Kisuke Nara faceva da colonna portante, e si poteva benissimo capire dagli striscioni, i cori, e i pettegolezzi della gente, che già da qualche giorno aveva iniziato a mandare in giro, forse per indispettire gli avversari oppure per incoraggiare lo stesso team. Sia di Mitsurugi Uchiha che di Kisuke Nara, però, si sapeva già troppo. I loro nomi erano sulla bocca di tutti con missioni leggendarie e combattimenti epici che mai nessuno conosceva realmente, e tanto erano conosciuti che la gente li seguiva sin dalla prima infanzia di questi. Appena un paio di giorni prima della finale Sosuke aveva iniziato a sentire racconti sui suoi avversari, sulle loro capacità ed abilità e su molte delle strategie da loro adoperate. La gente pensava perfino che quel giovane uchiha che aveva avuto l’onore di combattere contro Sosuke nella fase precedente di quell’esame, si fosse solo limitato a giocare e a divertirsi durante quel breve periodo di tempo in cui si erano trovati a confronto. Il diretto interessato: Sosuke Uchiha, non la pensava allo stesso modo. Quel suo consanguineo era riuscito in appena un minuto a svelare molte delle sue carte nascoste, che naturalmente l’Uchiha aveva colto e immagazzinato, e a mostrare il suo vero io, lasciando correre la tagliente lingua e le parole, definendosi come tutti gli altri Uchiha egocentrico, borioso e provvisto di una tale sicurezza in sé stesso tale da non preoccuparsi degli altri, e di sottovalutar i propri avversari dalle apparenze. Almeno Sosuke e Shin si potevano permettere di dire di essere gli unici padroni delle loro abilità, e di non essere privi di assi nella manica. Sosuke aveva passato infatti la sua infanzia con una certa riservatezza, ed anche se al villaggio era conosciuto per la riuscita delle missioni in cui era stato protagonista, nessuno conosceva le sue carte speciali e le sue vere doti, che mai aveva mostrato. Perfino in quell’esame chuunin aveva mantenuto un certo distacco, trascorrendolo passivamente, senza mostrare le sue vere doti, ed immagazinando le informazioni possibili per poter avere delle buone basi in situazioni come quelle attuali. Anche Shintaro, per quanto aveva capito Sosuke, aveva fatto la stessa cosa, mantenendo anch’esso la maggior parte delle sorprese per la finale.

~Come stabilito nel loro ultimo incontro prima di quel fatidico incontro, prima di iniziare la vera e propria finale i due genin della stessa squadra si organizzarono sul da farsi in maniera abbastanza discreta, in modo da scegliere il metodo migliore per agire. Così, quasi stessero pensando la stessa cosa, riuscirono ad interagire tra loro con un semplice movimento della mano verso il lato sinistro della bocca così, lasciando correre quei primi attimi, decisero di lasciare al team avversario la prima mossa, in modo da poter partire contrattaccando alle loro mosse. Sicuramente i due avversari avrebbero tentato di portare il combattimento su un piano diverso, in modo da separare i singoli componenti e tentare di sbrigare la faccenda il più velocemente possibile come in un normale combattimento. Da quello che aveva capito Sosuke, inoltre, erano sicuri che il giovane Mitsurugi Uchiha avrebbe puntato tutto l’incontro sulle sue doti oculari, proprio come aveva fatto con Sosuke, così da mettere fuori gioco il giovane Nara e concentrare il combattimento su un due contro uno. Sfortunatamente per Mitsurugi, il Nara era già stato avvertito delle capacità oculari del giovane, e ne aveva preso delle precauzioni come il non guardare l’avversario negli occhi, in modo da non cadere vittima di alcun genjutsu. Inoltre, sempre durante una delle sedute che avevano avuto modo di fare i due ragazzi, Sosuke aveva descritto accuratamente il genjutsu utilizzato contro di lui la prima volta, in modo da lasciar prendere delle precauzioni nel caso in cui fosse avvenuto il contatto oculare. Pareva dunque che l’organizzazione della coppia sfavorita e la loro innata intelligenza avesse guadagnato qualche punto rispetto agli altri, partendo con il piede giusto. L’attenzione di tutti e quattro i ragazzi nell’arena era al massimo, e tra la tensione e l’odio che aleggiava li intorno i secondi passavano lentamente, rendendo ogni azione più lenta del solito. Fu quasi un punto di svolta quando l’esaminatore iniziò a mettersi in posa per dichiarare l’inizio del combattimento. Già durante la sua prima mossa, gli avversari si erano iniziati a preparare per l’attacco. Proprio utilizzando il metodo solito, l’Uchiha aveva iniziato a trafficare all’interno della casacca che lo ricopriva, mostrando in maniera più discreta le sue mosse, e non appena la mano dell’esaminatore scattò in basso, segnalando l’inizio del combattimento, il putiferio si scatenò. Un boato esplose dagli spalti ove erano rintanati i visitatori, ed in un attimo la coppia avversaria agli Uchiha si mise in moto, tentando, come previsto, di dividere i giovani. Kisuke Nara, quello che sarebbe potuto facilmente essere considerato il genio della foglia, pari in quanto ad intelletto solo ad Akira Uchiha, reietto del clan, iniziò con un attacco diretto verso l’Uchiha, ed adoperandogli contro una delle armi più conosciute dagli stessi Konohani: il fuoco, indirizzando verso di lui all’incirca dodici sfere di fuoco, che lo avrebbero certamente costretto ad utilizzare una qualche sorte di barriera o scudo per uscire incolume da quell’attacco. Mentre Sosuke iniziò a prendere precauzioni per tale evento, però, accadde qualcosa che non riconobbe. Il suo compagno, Shintaro, aveva preso precauzioni per lui, informandolo riguardo ad una strategia durante il momento di pausa dello scontro ed indirizzando le attenzioni dell’Uchiha su un qualcosa ancora non ben definito. Durante quella copertura formata d’acqua, dove l’Uchiha poteva mantenere stabile la sua posizione senza essere visto, attivò in un frangente la sua innata, tingendo di rosso sangue le sue iridi oscure e compose i sigilli che ormai poteva considerare suoi avanzando di circa due metri in avanti. Durante la sua azione il suo compagno sarebbe scattato diagonalmente in avanti, e lanciando un kunai con un flash diretto verso i suoi avversari avrebbe fornito l’occasione all’uchiha di compiere ciò che avevano prefissato. Non appena il muro d’acqua si infranse sul terreno, trascinando in avanti di qualche metro gli oggetti lanciati, evidentemente da Kisuke, verso l’Uchiha, esso si apprestò a chiudere gli occhi nel momento esatto della detonazione del flash, avvertito tramite uno schiocco di dita del compagno, secondo il linguaggio da loro ideato, e riaprendoli subito dopo iniziò il suo movimento di attacco. Sosuke avrebbe tentato di prevedere il movimento di schivata del suo consanguineo, e avrebbe poggiato le mani a terra, creando ad un metro da se una gabbia di roccia diretta sui suoi avversari, principalmente sull’Uchiha, per tentare di intrappolarli al suo interno ed una volta creata tale barriera avrebbe estratto dalla tasca posteriore un kunai munito di cartabomba a cui era legato un lungo filo di nylon, ed aggrappandosi al filo di nylon avrebbe fatto un movimento circolare per mandare il kunai oltre la gabbia di roccia, in modo da tentare di prendere gli eventuali ragazzi se fossero riusciti a scampare alla tecnica, per poi decidere di detonare la bomba, o meno.

~L’incontro ormai era iniziato, e con un ritmo abbastanza veloce che avrebbe potuto sorprendere la folla, attenta ad ogni minima mossa dei giovani contendenti al titolo di chuunin.





S t a t u s

Generalità ~
Nome: Uchiha Sosuke
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Verde

Chakra: 170/200
Condizione Mentale: Teso
Condizione Fisica: Illeso


Consumi: Attivazione Sharingan [10]
Tecnica: Gabbia di roccia [20]


Armi svelate:
Katana {1/1}
Wakizashi {1/1}
Tirapugni {2/2}
Guanti con lamina {2/2}
Kunai con Cartabomba arrotolata nel manico {1/1}
Filo di Nylon {40m}

SPOILER (click to view)
†Sharingan
Attivazione: Ci si concentra sui propri occhi irrorandoli di energia (Consumo di Chakra: Basso). Il colore degli stessi varierà da quello originario a rosso intenso, e ad affiancare la pupilla appariranno uno o più "tomoe". L'abilità dura fino all'esaurimento del chakra del ninja che esegue la tecnica oppure al rilascio della tecnica stessa. Mantenere attivo questo potere costa una quantità di chakra per ogni turno in cui rimane attiva (escluso il primo). [Attivare lo Sharingan conta come Tecnica Base]

†Gabbia di Roccia
Villaggio: Suna
Posizioni Magiche: 4
Descrizione: Il ninja che utilizza questa tecnica, dopo aver effettuato le posizioni magiche, poggerà a terra una mano e dovrà rimanere in questa posizione per tutta la durata della tecnica. Cosi facendo, innanzi a se a una distanza massima di 1 metro, alzerà un muro di terra mista a minerali duri, accompagnato dal rumore duro dell'emersione delle roccie, che si chiuderà a sfera (max 3 m di raggio) attorno al ninja avversario o all'utilizzatore stesso. La gabbia è molto resistente sia ai ninjutsu che ai taijutsu, per distruggerla in un unico colpo sarà necessario utilizzare tecniche con un costo pari ad Alto. La gabbia di roccia ha un costo di mantenimento pari a Basso per turno escluso il primo, inoltre dal secondo turno in poi l’utilizzatore di tale tecnica sarà in grado di manipolare ulteriormente la conformazione della gabbia restringendola (max 1/3 a turno) oppure creando al suo interno delle “lance” di roccia con un ulteriore costo di chakra pari a Medio-Basso per lancia. L’utilizzatore può rilasciare in ogni momento la tecnica disgregando così la gabbia.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio, Costo di Mantenimento Basso, ulteriore Medio-Basso per altri effetti)


OT: Mi scuso per il post che non è bellissimo.




 
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Dirge
view post Posted on 15/4/2010, 00:39





"Rischi!"



Nell'espressione della morte è dissimulato un ringraziamento per la libertà concessa, per l'allontanamento da un vecchio corpo. Mitsurugi Uchiha era un donatore, un'anima generosa e altruista, un ragazzo raro. Certo, come no. Era un giovane senza cuore, avido di sangue e potere.

Si trovava immerso profondamente in una situazione critica. Aveva deciso di affidarsi totalmente al potere maligno del suo sguardo, tralasciando l'eventualità che il diretto interessato evitasse di contemplarlo. Aveva compiuto un altro errore. Evidentemente Shintaro sapeva bene i rischi che avrebbe corso agendo contrariamente, probabilmente qualcuno non si era fatto gli affari suoi. Non era difficile capire di chi si trattasse, anzi era scontato. Colpa di quel moccioso, di quel ragazzino malefico. Probabilmente lo aveva avvisato di tutti i rischi che avrebbe corso, forse conosceva il contenuto della sua illusione. Quello era un reale problema, se ciò fosse stato vero, a quel punto, non avrebbe più potuto contare su quella carta d'oro. Ne avrebbe dovuto fare a meno. Ma non importava, d'altronde il talento di quella perla non dipendeva solamente da quell'aspetto, molte erano le sfaccettature della sua innata classe. Il suo compagno, il tanto temuto Kisuke Nara, invece, lo aveva deluso. Si era limitato a portare avanti un attacco pressoché patetico. Anche quella volta se la sarebbe dovuta sbrigare da solo? Quello era un incapace? Sperava di essersi sbagliato. Comunque aveva lanciato dodici sfere di fuoco e dei Kunai a seguito. Voleva dividere i due come l'Uchiha gli aveva ordinato, mentre altre fiamme erano dirette principalmente verso Sosuke. Poi, tutto d'un tratto, la sorpresa. Fu il Nara avversario ad intervenire. Eresse dinnanzi al bamboccio un muro d'acqua, con il quale riuscì ad eludere, completamente, l'offensiva di Kisuke. Una smorfia seccata trapassò il viso di Mitsurugi, ma non perse tempo. Infatti non appena quella barriera d'acqua si alzò, egli, prese con la mano destra un tonico rosa, che ingerì subitamente, mentre, nel contempo, rimise al loro posto le due armi precedentemente afferrate, con l'eccezione di aver staccato da uno dei due la Bomba-carta applicata, mettendosela all'interno della manica. Ora la sua velocità era raddoppiata, quel vantaggio sarebbe stato utilissimo. Tre secondi dopo la tecnica di Shintaro, quest'ultimo con un salto diagonale lanciò un Kunai verso l'eletto, susseguito da molte sfere di fuoco, patetico. Lo scherzetto era legato all'arma bianca, una sporca bomba flash. L'Uchiha era pronto per difendersi, infatti saltò, con una velocità sorprendente, indietro di due metri, ma ci fu un ulteriore sorpresa. Con velocità assoluta il suo compagno lo aveva aiutato, lanciando un pugnale contro il Kunai munito di flash, facendo deviare la sua direzione, ma non impedendo la detonazione. Mitsurugi chiuse gli occhi. Ma ancor prima che quella luce accecasse l'area, si era flesso con le gambe, evitando di essere colpito dalle fiamme che lo bersagliavano da dietro, lanciate secondo un moto parabolico dall'ombroso rivale, anche se, per sua sfortuna, una di esse lo sfiorò lo stesso, fortuna che non lo prese appieno. La spalla sinistra era entrata appena in contatto con una di esse, riportando una leggera ustione. Era perfettamente conscio che non sarebbe finita là, infatti quando riaprì gli occhi, vide che il piccolo Uchiha era avanzato, intento ad appoggiare una mano per terra. L'intuito di Mitsurugi ricondusse quel movimento a quella tecnica rubata anche da egli stesso al Senjuu. Ebbe la conferma da un rumore proveniente dal sottosuolo. Scattò verso destra, tentando di eluderla, grazie ai suoi riflessi sviluppati ed alla sua elevata velocità, avendo anche la fortuna che le sfere di fuoco, lanciate lateralmente, non erano più un problema. Riuscì a sventare la minaccia, cavandosela con una piccola ferita sul polso sinistro, la quale squarciò la venusta casacca. Ma neanche il tempo di appoggiare ambedue le piante dei piedi a terra che decise di partire all'attacco ravvicinato, accorgendosi nel contempo dell'arrivo di un kunai, con una traiettoria ambigua. Non gli piaceva quella faccenda, ma non fu un problema, dato che non se ne dovette occupare. Questo poiché non appena il piede sinistro sfiorò il terreno, egli si adoperò in un tajiutsu assai temibile. L'alzata della foglia. Sparì letteralmente, sfruttando sia la velocità incrementata della tecnica, sommata a quella fornita del tonico, trasfigurandosi in qualcosa di bestiale, per poi riapparire sotto Shintaro Nara. In quel frangente avrebbe tentato di colpire il mento dello stolto, avvalendosi inoltre del suo potere di veggente. Se lo avesse colpito, come certamente sarebbe successo, lo avrebbe fatto volare tre o quattro metri più in alto, e avrebbe sfruttato quell'occasione per attaccare sul suo addome una letale Bomba-carta. Si era ricreduto un poco delle doti di Kisuke, e sperava di tornare a dargli piena fiducia a seguito della sua prossima mossa. Sperava vivamente che egli riuscisse a fare qualcosa di importante su quella scacchiera piena di insidie. Voleva vedere il moccioso insanguinato e sofferente.

~Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 145/200
Condizione Mentale: Arrabbiato
Condizione Fisica: Ustione leggera sulla spalla sx e ferita leggera sul polso sx
Consumi:- 15 [Alzata della foglia]
Recuperi:-
Slot azioni: 1/2
Slot techiche 1/2:-
Bonus:- Riflessi aumentati ; Velocità x2
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
*Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 1/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
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† K y u b i »
view post Posted on 21/4/2010, 20:28





..:: ۞ Cocaine ۞ ::..



~ Narrato
Parlato
» Parlato Altri
Pensato



~ ..:: ۞ ::.. ~




≈ Arena Kawazashimi



~ La verità e la menzogna sono la stessa cosa, non esisterebbero l’una senza l’altra. Cercare il pelo nell’uovo è compito dei fannulloni pronti a raggirare con le parole. E il suo lavoro non è questo. Non confonde le povere teste, si limita a tagliarle quando glielo ordinano, e vi guadagna pure un mucchio di monete. Lo dice chiaramente: La verità è dalla parte i chi paga bene e non fa domande. Le menzogna è sempre patrimonio dello sconfitto, di chi ha solo ciò che gli impongono. Tanto a chi interessa? Loro sono abituati a raccontarci la natura di un mondo che non esiste, norme e regole che si trovano solo nella mente di chi sostiene di essere guidato dalla voce di Dio. E forse, nel secolo che ci è toccato in sorte, la cosa peggiore di quella finzione è che un misero animale sia capace di pensare con più coerenza di molte persone di sua conoscenza. Avete mai visto un bue divorare uno dei suoi compagni? No, mai e non vedrete mai nulla di simile. Dicono che il bue non menta perché non fa parte della sua natura, ma si sa che non lo fa perché non ha mai voluto farlo. Ci ha pensato attentamente per anni, ne ha avuto il tempo. Eppure, a lungo andare, il suo interesse è diminuito. La verità ha smesso di interessargli e di influire sulla sua vita, ha visto troppe morti per causa sua. Preferisce pensare che non esista in un quanto tale, ma come un fiume dai molti rami che si dividono per percorrere strade differenti. E si lascia trasportare dalla corrente delle sue acque in tumulto della giustizia, forse dalla vendetta… Adesso poco importa, perché ci sono momenti in cui le parole perdono ogni significato, solo il suono delle acque porta il nome delle sue azioni. Tempo fa conobbe un uomo saggio, tanto tempo fa. Diceva che l’unico modo di contemplare la verità e conoscerla era attraversare l’oscurità. Secondo lui la verità che egli andava cercando era la conoscenza assoluta di tutte le cose, sempre lontana dalla luce, celata dalle pieghe della penombra. Allora non seppe comprenderlo, era giovane, convinto che la sua fede bastasse a proteggerlo… Ebbe anche paura. Se doveva essere sincero, il suo timore superava di gran lunga la sua fede. Forse adesso è giunto il momento: Anche se le ha sempre scampate, le tenebre vengono a cercarlo, l’hanno preso per mano e l’hanno portato sino a qui, alle soglie dell’oscurità. Non gli restava che fare un passo, un piccolo passo difficile. L’unica cosa che lo teneva in vita era il pensiero di poter portare a compimento il suo destino. E non si ingannava. Sapeva che avevano tracciato la sua strada e gli avevano dato forma senza badare alla sua opinione o ai suoi sentimenti. La verità di tutto ciò non gli interessava più di tanto, gliela avevano rubata assieme a mille altre cose. In quanto alla giustizia, sarebbe ipocrita da parte sua nascondersi dietro una parola che considera inesistente. Preferisce parlare di vendetta, senza tante scuse, adesso non ne ha più bisogno , e neanche la sua anima se ne preoccupa più. Ha vissuto per la vendetta da quando ha memoria: è l’unica cosa che gli avevano lasciato, l’unica che possedeva. Per questo la misericordia di Dio non inganna, la sua pietà non tradisce ne abbandona. In teoria. Essa non emana la verità che ci rende forti, pronti a sacrificare la nostra vita in onore della sua affermazione. Per questo l’eresia è il supremo inganno: Lucifero in persona con le vesti più suntuose canta all’orecchio dei fedeli, e le sue parole sono solo profonda invidia per il loro splendore. Coloro che lo ascoltano hanno smesso di essere uomini, sono peggio della bestia più immonda e come tali meritano di essere trattati. Non gli trema più la mano nell’impugnare la spada di luce come Gabriele e, come si potrebbe fare con il serpente che ci ostacola il cammino? Spezzarlo, romperlo, straziarlo in quanto bestia, fino a ucciderne persino il ricordo. E qui, in questo atto sublime, risiede la misericordia divina che guida la sua mano. Nell’oscurità di tutto ciò egli rimembrava a concetti filosofici. Le lame tagliavano la sua mente in due. Il dubbio offuscava la sua esistenza fin da quando aveva memoria, fino al punto di ignorare quella parte di questo dubbio, domandandosi se davvero appartenesse a lui. Era cresciuto nella stretta osservanza del bene, un cammino illuminato dalla luce del sole, in cui tutti gli esseri umani erano come lui. Tuttavia, le cose non stavano così, e non lo sono mai state.. Si era sentito ingannato, tradito dalle persone che ha amato di più, e la rabbia aveva trovato nido nel suo cuore, regnandone sovrana ancora oggi. Fin quando non si era accorto che aveva confuso ciò che reputava menzogna con il più puro desiderio della verità. Gli avevano mostrato che questo desiderio fa parte della sua volontà e gli avevano lasciato, allo stesso tempo, il dubbio sulla sua possibile esistenza tra gli uomini. Non ci aveva mai fatto caso. Hanzo gli diceva spesso che era un dannato bugiardo, ma sapeva che scherzava e, che non diceva sul serio. Forse ogni tanto gli scappava una piccola bugia, per evitare un castigo o un compito faticoso. A volte era anche per paura. Non sapeva bene il perché, ma sembrava che la verità gli si strozzasse in gola e che non ne voglia sapere di uscire. Eppure sapeva bene che era sbagliato, perché aveva avuto dei buoni maestri a Konoha e loro gli avevano insegnato che non esisteva bugia che fosse piccola. Suo padre insisteva molto e gli diceva che l’inganno serviva solo a tradire colui che se ne serve. All’inizio non ne capiva il significato, non sapeva decifrare il senso delle sue parole, ma adesso credeva di averlo compreso. Sapeva oramai, che il bugiardo mentiva sempre a se stesso. E aveva ragione. Il giudizio su quest’ultimi riguardava solo pochi eletti del Signore, perché è a lui, spetta giudicare questo elevato concetto. Sebbene umano nel corpo ad egli non sarebbe toccato quella sorte infausta. Kisuke ì, genin della foglia restava immobile aspettando l’esito del suo attacco combinato. In poche parole era fallito. Grazie alla protezione del Nara avversario, l’Uchiha non aveva fatto nessuno sforzo per contrastare quel micidiale attacco basato sul Katon No Jutsu. Era bastato un muro d’acqua per poter annientare quel combo di attacchi d’armi più arti magiche. Mentre ancora il muro acquatico si ergeva davanti ai due ragazzi, lo stesso che aveva dato vita a quel Jutsu uscì dal suo nascondiglio. L’attacco avversario era imminente.


† Eccolo che arriva.

~ Appena vide costa stava per fare il suo lontano parente Kisuke dalla sacca porta armi tirò fuori due oggetti. Il primo fu un Kunai che lanciò appena vide il suo gemello liberarsi nell’aria. L’altro era di natura più minuta. Una pallina venne inghiottita dalla bestia Nara. Un tonico di colore rosa venne ingerito dal ragazzo. Esso avrebbe reso i suoi movimenti più veloci del normale per un paio di secondi. Sebbene avesse fatto queste due cose non si limitò a finire la sua azione. Infatti, nello stesso istante in cui aveva lanciato il kunai aveva chiuso gli occhi per evitare di finire completamente accecato dalla pallina flash che il piccolo Shin vi aveva attaccato sopra. Quello che successe dopo fu confuso e difficile da spiegare per i personaggi presenti attorno all’arena. Shinitaro aveva attaccato pure una carta bomba al manico del pugnale. Detonato ancora prima di prendere il volo verso il suo compagno di squadra esso era deflagrato rendendo ancora più movimenta la sfida. Avendo gli occhi chiusi per via del flash, non vide cosa fosse successo al suo compagno. Per evitare quell’handicap decise di ottimizzare uno dei suoi cinque sensi, grazie ad un’abilità ninja che possedeva. Sensi sviluppati-Base: Potenzia uno dei cinque sensi del 25% [Udito] Anche se non era del tutto completa, quest’abilità gli permise di sentire meglio degli altri. Era pronto a captare qualsiasi suono fuori dalla norma. Non vedendo, Kisuke, ritenne opportuno spostarsi dalla traiettoria dei nemici. Mentre compiva i primi passi verso destra con l’intenzione di separarsi dai tre, sentì due rumore, il primo sembrava che bruciasse l’aria, il secondo proveniva dal terreno, o così sembrava. Non c’era tempo per pensare a cosa fossero quelle due fonti. Il rumore che sentiva era chiaro come il sole, almeno il primo dei due. Ci volle solo una posizione di mano per potersi difendere da quella seconda pioggia di fuoco. Come d’incanto un muro circolare si venne a formare attorno allo shinobi della foglia. Lo protesse da quelle fiamme rendendolo illeso da quel primo attacco. Il secondo non lo colpì direttamente, ma poco vicino a lui un paramento terreste. Sotto i piedi sentiva qualcosa muoversi. Doveva scappare. Grazie ad una velocità elevata si portò via di parecchi passi. Ad occhio potevano sembrare due metri. Niente di che in linea teorica. Ora che il rumore si era spento di colpo la luce sembrava tornata alla normalità rilasciando davanti ai suoi occhi una scena di devastazione. Il suo obbiettivo era sembra Sosuke Uchiha. Era stato chiaro con il suo compagno di squadra. Era suo. Ancora con l’effetto del tonico addosso si riversò verso di lui. L’azione offensiva era ben chiara nella sua testa. Il ragazzo della foglia era alla sua sinistra. Come detto a circa due metri. Insomma molto vicini per uno che aveva appena digerito un tonico rosa. Prendendo due kunai con due carte bomba attaccate al parte posteriore del manico, Kisuke gli lanciò con una forza inaudita. Il bersaglio non era il ragazzo, ma il terreno che aveva alle sue spalle. Considerando la zona che avrebbe colpito, gli lanciò le armi a una distanza dell’avversario di due metri. L’avrebbe preso sicuramente, volente o non volente. Aveva calcolato alla perfezione il raggio d’azione delle sue due bombe carta. Ora che i fianchi e il retro erano protetti da quel suo attacco bianco condito da due esplosioni. Il Nara si era spostato in avanti mantenendo sempre quella elevata velocità. Così veloce che nemmeno lo sharingan poteva prevedere i suoi movimenti. Appena percorse quei due miseri metri in un battito di ciglia decise di togliergli ogni via di scampo. Fermatosi a un metro esatto attivò il suo Kagemane No Jutsu. La sua droga, la sua gioia. L’ombra assetata di sangue si protrasse come una saetta verso il suo nemico. Ai lati e dietro il piccolo Uchiha aveva una morte certa, di fronte a se aveva un qualcosa simile alla morte. Ora i loro due avversari erano separati da attacchi difficili da evitare. Uno dei due sarebbe morto di certo. L’arma nera della foglia stava sovrastando tutto il terreno sottostante. Ogni cellula del suo corpo gridava di gioia quasi fossero sollecitate da una sostanza esterna, artificiale in poche parole. Ovviamente aveva mantenuto lo sguardo sul corpo del giovane. Ogni contatto con lo sharingan poteva essergli fatale. Un Genjutsu era la cosa peggiore che poteva capitagli in quel momento. Quella era l'unica mossa che poteva permettergli di battere lo sharingan. Qualcuno poteva che quel ragazzo dalla coda nera con quei comportamenti avventati fosse immortale? No, era solo che non aveva paura della morte.


† Sei mio, Uchiha.


~ ..:: ۞ ::.. ~




۞ Tecnica del controllo dell'ombra (Kagemane no Jutsu - Shadow Copy Technique

Tipo: Ninjutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.
Descrizione: Descrizione: Conosciuta in passato come Tecnica dell'allacciamento delle ombre, questa tecnica lega la propria ombra a quella dell'avversario, obbligandolo a copiare i propri movimenti. Dopo che il legame è stato stabilito, il ninja dispone di un determinato lasso di tempo per controllare l'avversario. Questa tecnica permette anche di manipolare a piacimento la propria ombra, modificandone forma, lunghezza e larghezza, potendola anche sommare (solo in lunghezza) alle ombre esistenti sul terreno (le ombre del terreno non possono essere modificate).
(Livello: 4 / Consumo: Basso






S t a t u s

Generalità ~
Nome: Kisuke Nara
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Rossa

Chakra: 245/300
Condizione Mentale: Non pervenuta
Condizione Fisica: Illeso


Consumi:
† Mantenimento Innata [10]
† Kagemane no Jutsu [10]

Slot Azioni:
1/3: Lancio Kunai
2/3: Tonico Rosa
3/3: Lancio Kunai + Carta Bomba
Slot Tecniche:
1/2: Kagemane No Jutsu
2/2:

Armi svelate:
Katana {2/2}
Shuriken {5/5}
Kunai {13/19} - 3
Carta Bomba {1/3} - 2
Fuuma Shuriken: {2/2}

OT: Finalmente riesco a postare



 
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~ K a i
view post Posted on 24/4/2010, 18:34




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Gioco di squadra perfetto.



Normalmente sarebbero molti i pensieri che si impegnano ad intasare la mente del giovane, dubbi, paure, gioie, fantasie e qualunque altro tipo di distrazione vi possa venire in mente; per poter superare questo "ingorgo" mentale il Nara deve concentrarsi intensamente su qualcosa in modo da isolarsi da tutto il resto, almeno è stata questa la tattica utilizzata fino a quel fatidico scontro.
Tuttavia sembrava che ci fossero due pensieri che continuavano a martellare continuamente la mente di Shintaro, il primo era ovviamente l'ideazione di una strategia talmente perfetta da riuscire a porre fine al combattimento, ma ciò al momento si stava rivelando tempo perso perchè qualunque cosa immaginasse di fare Shin, probabilmente la sua controparte "Bestia Nara" avrebbe trovato una contromossa adatta rovinando così i piani del poveretto. Con la massima attenzione gli occhi del foglioso analizzavano tutto ciò che lo circondava, avversari compresi in modo da trovare qualcosa da usare ed i terreni parevano sembrare piuttosto neutrali, quindi l'unica alternativa era quella di cambiare spesso scenario in modo da evitare che l'avversario riesca ad abituarsi troppo al terreno e dargli possibilità di ideare strategie ambientali e visti gli avversari che doveva fronteggiare ciò assolutamente non lo poneva in una situazione dove potesse tranquillamente sottovalutare il nemico.

Come diavolo hanno fatto ad evitare gli attacchi?



Mitsurugi sfruttando un'assurda velocità era sfuggito all'offensiva combinata Nara-Uchiha, l'unico modo per poter ricorrere ad una rapidità del genere era tramite la chimica, un tonico rosa per la precisione. L'unica cosa da fare era confidare nelle proprie possibilità ed adottare una posa difensiva sperando che il compagno potesse avvisarlo degli attacchi in tempo.
La guardia adottata fu una guardia alta posizionando il braccio sinistro a qualche centimetro dal mento, mentre quello destro andò a proteggere il lato destro del viso; il vantaggio di questa posa era quello di potersi adattare rapidamente agli attacchi che venivano, infatti bastava ruotare il braccio di 90 gradi per andare a coprire il punto desiderato.
Ad un certo punto l'uchiha alto sparì alla vista provocando un enorme stupore, ma l'azione non finì perchè da sotto arrivò un calcio che andò a colpire l'avambraccio posto a difesa dagli attacchi provenienti dal basso, il colpo non fu potente, tanto che il dolore era abbastanza sopportabile, ma ebbe una forza tale da sollevarlo in aria di qualche metro, per fortuna il teenager fu in grado di sentire che mitsurugi non aveva certamente terminato l'offensiva dato che sentì una mano toccare la maglia; gli occhi andarono subito a vedere che aveva una cartabomba attaccata alla t-shirt e se ne doveva immediatamente liberare. Se avesse cercato si sfilarla senza alcun dubbio Mitsu l'avrebbe fatta detonare riportando dei gravi danni, ma facendo finta di essere stordito per qualche istante avrebbe sfruttato la forza di gravità per sfilarsela.

Ora!



Infatti pochissimi istanti dopo iniziò la discesa ed al foglioso bastò alzare le braccia per fare in modo che l'indumento leggero incontrasse una resistenza maggiore rispetto a colui che la indossava andando così a separarsi velocemente dal ragazzo.
Quando stette per afferrare un kunai in modo da allontanarla velocemente da se vide che Sosuke aveva anticipato il suo pensiero lanciando uno shuriken che avrebbe allontanato velocemente il pericolo, nel frattempo Shintaro approfittando della posizione decise di sfruttare ancora una volta il suo olfatto migliorato per detectare il parente e dopo aver preparato velocemente un kunai munito di cartabomba lo lanciò verso il Nara sperando di ottenere due importanti effetti:
Il primo sarebbe stato quello di coprire ogni suono a causa della deflagrazione e la nube di polveri alzata avrebbe permesso alla coppia di potersi ritirare velocemente, cosa che comunicò al compagno usando il segno in codice di uno schiaffetto sul polso sinistro da parte della mano destra.
Il secondo effetto ovviamente era il tentativo di ferire l'avversario mettendolo così in una posizione di svantaggio.
Shin sapeva che l'uso dei tonici garantiva un grande potere per poco tempo, ma al contempo dopo questo "bonus" sarebbe susseguito il backfire che avrebbe provocato degli intensi dolori alla parte che andavano a potenziare, in questo caso le gambe.

Sentire dei dolori alle gambe dovrebbe ridurre la mobilità di quei due dandoci la possibilità di contrattaccare una volta per tutte.
L'unico luogo dove la loro velocità non conta, ma solamente la forza degli arti è sott'acqua, Sosuke ed io ci dobbiamo assolutamente immergere.



Atterrato il Nara decise di ritirarsi, ma non prima di aver lasciato ai due un ultimo regalino, infatti compose rapidamente i sigilli della palla di fuoco suprema, jutsu che con tutta probabilità conoscevano tutti e quattro, lanciandola verso mitsurugi, sempre utilizzando come mezzo di localizzazione il naso, cercando così di distrarlo e magari con un pò di fortuna ferirlo.

Dopodichè inspirò un'elevata quantità di aria per poi gettarsi immediatamente in acqua, allontanandosi dall'isolotto posto al centro dell'arena di circa venticinque metri ed a tre di profondità.

Vediamo se avete le palle di seguirci qui.



CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Ferita lieve al braccio sinistro.
Stato Psicologico: Concentrato.
Chakra Rimasto: 125/200
Consumi: Medio[20]
Armi Svelate: Kunai x2, Flash x1, Cartabomba x2
Tecniche Usate:


Palla di Fuoco Suprema - Katon:Goukakyuu no Jutsu
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

 
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¬Kob
view post Posted on 2/5/2010, 14:19






•A compiacersi del semplice ci vuole un'anima grande.
~Arturo Graf



~Narrato
»Parlato
•Pensato



≈ Arena Kawazashimi



~In quell'arena maestosa ed appariscente, che prendeva il nome di Kawazashi, il vento frusciava silenzioso, scompigliando la perfetta capigliatura del giovane Uchiha ed irritandogli leggermente lo sguardo che ormai aveva assunto un colorito rossastro, che ricordava vivacemente il color purpureo del sangue. "Cos' erano quegli occhi?" si sarebbero potuti domandare in molti, ignari della maledizione che risiedeva nelle iridi degli Uchiha, in tanti invece non ne avrebbero avuto nemmeno il tempo, intimiditi dal potere cremisi che risiedeva in tali individui, ma in quell'arena non si sarebbero verificate tali azioni. I quattro genin della foglia erano ben informati riguardo le capacità di quel doujutsu che per un motivo o per un altro era diventato di dominio pubblico. Quel potere che un tempo risiedeva solamente nei soldati più valorosi, quel potere che nessuno conosceva a causa dell'assenza di superstiti dopo un semplice sguardo,ormai era conosciuto da tutti ed apparteneva perfino ai ninja più deboli, anche negli impuri, che non avevano una sola goccia di sangue Uchiha nel loro sistema circolatorio. Sosuke non era riuscito a fermare la diffusione di quell'arcano e nefasto potere alle genti indegne.Quella famiglia che un tempo aveva assistito alla creazione della più forte potenza ninja di sempre, ormai, stava andando in malora, si stava sfaldando. Sosuke ne era disprezzato. Non sapeva ancora come mettere ordine all'interno del clan, non sapeva come controllare la diffusione dei segreti più antichi che il mondo stava a poco a poco apprendendo. A quanto pareva, però, importava a pochi tale sviluppo, perfino all'interno della cerchia più pura della casata maledetta questo problema sfuggiva.Sosuke, il prodigio della casata maledetta, il pupillo del clan, aveva compreso questo problema nonostante la sua età, e già ipotizzava movimenti mirati per risolvere la situazione, eppure nessuno dei suoi piani pareva essersi rilevato abbastanza soddisfacente per i suoi standard. Attendeva dunque una qualche illuminazione, un pensiero o un idea che avrebbe reso il suo clan nuovamente temibile potente come un tempo,e di conseguenza avrebbe reso lui stesso un re all’interno di quella gerarchia problematica del villaggio. Certo non sarebbe stato facile in nessun modo, ed avrebbe avuto bisogno del maggior aiuto possibile per farlo, per questo si era spesso documentato sulla gente che avrebbe potuto assoldare per farlo. Tutti Uchiha naturalmente, e tutti con buoni motivi, ma oltre a doverli convincere, il prodigio avrebbe dovuto avere un piano ben definito, che non era ancora riuscito ad elaborare. Quei pensieri vorticavano continuamente nella testa del giovane genin, persino in momenti solenni ed importanti come gli esami chuunin, a cui aveva preso parte unicamente per due motivi molto lontani dai normali, ovvero l’aspirazione alla carica di quel rango. Il primo di questi era senza dubbio un alibi per non prender parte a missioni noiose e scialbe a cui avrebbe senza dubbio partecipato senza un occupazione alternativa come un evento di fama mondiale. In questa maniera avrebbe approfittato del periodo per prendersi una pausa dalle burocratiche dittature del suo villaggio, e ne avrebbe ugualmente approfittato per soddisfare il secondo motivo. Sicuramente questo era il motivo più importante tra i due, quello che lo aveva convinto ad accettare i consigli dei chuunin e degli Jonin di Konoha che gli avevano tediato la mente per diverso tempo. La scelta che aveva fatto, la scelta di partecipare agli esami chuunin, era dovuta al potere che voleva mettere sotto esame, aveva deciso di prender parte alle selezioni per mettersi alla prova. Sosuke sapeva benissimo di essere uno dei più forti genin in circolazione, e sapeva anche che a causa della sua tenera età era ancora più ammirato e portava sempre più rispetto e onore al suo clan, eppure sapeva che non era l’unico genio ancora costretto alla carica di genin. Uno lo aveva già incontrato molto prima di iniziare gli esami chuunin, e si chiamava Kisuke Nara, abile stratega del clan degli ombrosi, che pareva essere ormai un ossessione per l’Uchiha. Anche per questo aveva scelto di partecipare agli esami, perché sapeva che Kisuke sarebbe stato li come lui: a confrontarsi. Questo giovane ombroso era ormai diventato oggetto dell’ossessione del prodigio, che sperava di incontrarlo per mettersi alla prova con lui. Sapeva bene che di ninja superiori a lui ne esistevano, anche se mai aveva avuto l’occasione di incontrarli in combattimento, ma in quel momento, davanti agli occhi scuri di quel Nara, sapeva che avrebbe potuto confrontarsi, anche in minima parte, con lui, causa delle divergenze dello scontro. Un due contro due non era il massimo per combattere contro due portentosi avversari confrontandosi con uno di essi, sperando in un combattimento all’ultimo respiro. Eppure Sosuke avrebbe trovato il modo, anche solo per poco, per valutare il Nara secondo standard ben severi. Per via di quella prova e dei suoi metodi di valutazione inoltre non avrebbe permesso ai suoi avversari di dividere lo scontro in due, come già avevano tentato di fare, ma si sarebbe concentrato ed avrebbe tentato di affrontare la coppia nello stesso momento, magari approfittando di una buona dose di senjutsu, di cui lui ed il suo collega Shintaro erano provvisti, forse al contrario dei loro avversari, che per via del loro carattere, supponeva Sosuke, erano restii a collaborare in maniera adeguata. Fortunatamente Sosuke era stato a contatto con entrambi i membri della squadra avversaria, analizzando i comportamenti ed i dialoghi di essi, riuscendone quindi a trovare i punti di forza ed i punti deboli, fino ad arrivare alla conclusione che quella coppia era incompatibile. innanzitutto Kisuke non amava né il clan Uchiha, come non amava il clan Hyuga, né le idee che aleggiavano attorno a quei nomi, e lo aveva dimostrato in ogni maniera durante la missione in cui i due si erano conosciuti. Sosuke aveva infatti notato gli sguardi che il Nara gli lanciava, sguardi carichi di odio e disprezzo, ed i comportamenti che esso aveva non differivano dai suoi occhi scuri come la pece. Inoltre Mitsurugi era il “classico” Uchiha, attaccato al clan e alla fama, seppur ormai labile, di esso, e lo aveva dimostrato durante il loro breve ma intenso scontro, dove pieno di se aveva affermato la sua superiorità sul consanguineo ipotizzando una qualche penalizzazione, ed allo stesso modo sottovalutando il prodigio per via della sua età.Tutte balle Sosuke aveva dimostrato di essere superiore al familiare, e questo non gli andava bene, non era fiero di essere stato superato da un ragazzino più giovane di lui. Sosuke era inoltre sicuro che l’altro Uchiha avrebbe colto la prima occasione, per vantarsi e per esporre il suo alibi inutile al Nara in modo da non esser visto male, ed era altrettanto sicuro che il Nara avrebbe risposto a tono al giovane emulatore, non tenendo conto delle boriose parole del giovane Uchiha. Per questa maniera l’Uchiha sperava di poter vincere quell’incontro nonostante la potenza di Kisuke e le aspettative, che aveva valutato solo individualmente gli esponenti delle coppie, tutti validi senza alcun dubbio, ma solo per quanto riguardava il combattimento in singolo. Sosuke Uchiha e Shintaro Nara, però, avevano avuto modo di incontrarsi e prepararsi allo scontro in maniera adeguata, ipotizzando strategie, contrattacchi, attacchi combinati e ideando un linguaggio segreto talmente ampio da poter provvedere a quasi tutte le evenienze. I due avevano anche avuto modo di scambiarsi le informazioni in possesso riguardo ai propri clan che, casualmente e ironicamente, erano gli stessi degli avversari, così da essere pronti a combattere le eventuali specialità innate dovute ai geni familiari. Anche Sosuke, pur essendo restio a donare gratuitamente informazioni sullo Sharingan, decise di dare alcuni consigli al compagno, informandolo delle potenzialità sui genjutsu e sulla tecnica speciale che aveva abilmente strutturato il familiare di Sosuke, così da prevenirla in caso di necessità. Erano così giunti all’incontro, ed anche se i due erano considerati sfavoriti da quasi tutti, non temevano più di tanto la dura sorte che li attendeva, che stranamente pareva tifare per il lato opposto della scacchiera.

[...]



~L’incontro era iniziato a pieno ritmo, tanto che la olla sugli spalti fremeva ancor di più da quando erano scoccate le undici in punto, inebriando i quattro partecipanti, tra cui Sosuke, che aveva stranamente fatto cessare i piani per il suo clan e si era concentrato unicamente sulla battaglia. Il vento che prima gli scompigliava i capelli si era abbassato, ed ora solleticava fievolmente sulla pelle scoperta del giovane, impegnato a partecipare ad un grande incontro. Quella folla, intanto, lo rendeva diverso, in un certo senso aveva reso più attento quel giovane che pareva si stesse drogando con le urla della gente, di cui si cibava, acuendo i propri sensi. A Sosuke non importava sapere a chi erano diretti quegli schiamazzi, se a lui o all’altra squadra, gli importava solo che qualcuno vedesse ciò che stava per fare, perché avrebbe presto tentato di far cambiare idea a tutti quegli spettatori che osservavano la situazione. Forse essi avevano anche ragione a considerare migliore la squadra di Kisuke, date le sue abilità, ma la loro completa fede in quei due ragazzi, quella fede che dava fastidio all’Uchiha, per quanto essa fosse intensa, come se fossero dipendenti dalle gesta di quel ragazzo, sarebbe presto mutata e avrebbero visto in maniera più oggettiva il tutto. Questo era il primo obbiettivo che voleva dimostrare in quell’ultima sessione di gioco. Naturalmente facendo ciò sperava di far ammirare le gesta della famiglia Uchiha ed anche se non gli portava un gran beneficio, sperava che il suo consanguineo fosse in grado di far trattenere il fiato sospeso agli spettatori, in modo da dare una svolta, seppur minima, al fato del clan. Strana la mente umana, che nei suoi più segreti meandri ti spinge a fare ciò che non vorresti fare, come l'inconscio del giovane prodigio lo aveva obbligato a pensare al clan, nonostante la sua reticenza. Comunque quello era il motivo delle lotte interne. Sapeva bene che se ne avesse avuto l’occasione, Sosuke avrebbe portato lo scontro dal doppio al singolo, ma solo assicurandosi di aver neutralizzato adeguatamente i due partecipanti di troppo. Da un certo punto di vista sperava infatti di riuscire a neutralizzare i due Nara, o quanto meno quello avversario, lasciando così arrendere il compagno per favorire un incontro singolo verso Mitsurugi, che era ormai sicuro di battere, per poi mostrare a tutti gli spettatori il potere originale del clan più potente di konoha. Dall’altra parte, però, il prodigio della foglia sperava di incontrare singolarmente Kisuke, per confrontarsi definitivamente con lui e stabilire chi tra i due era il più forte, chi dei due era il vero genio. Eppure se le cose non fossero andare in quella maniera avrebbe accettato comunque l’esito, la cosa importante era dimostrare al mondo la superiorità degli Uchiha, ed anche se il suo team fosse stato sconfitto e se non metteva Mitsurugi sullo stesso piano del suo compagno, sperava in un cambiamento minimo riguardo al nome Uchiha, un cambiamento che gli avrebbe dato speranza.

[...]



~La mossa ideata dal Nara e dall’Uchiha evidentemente non era andata perfettamente a segno, ma aveva solamente provocato delle ferite superficiali sul corpo del familiare del pupillo del clan, che subito dopo aver evitato la gabbia di roccia, aveva tentato di schivare le sfere di fuoco lanciate dall’avversario Shin, guadagnandone leggere ustioni. Come prima mossa non era stata la migliore, Sosuke lo aveva capito. Esso aveva infatti già mostrato al “fratello” quella tecnica che già due volte aveva utilizzato in quell’esame di selezione, ed anche se questa volta aveva nascosto i sigilli dietro uno spesso muro d’acqua, non era servita a niente. L’Uchiha sciolse la tecnica appena un attimo dopo averla iniziata, accortosi di non essere riuscito a “beccare” il consanguineo, quindi attese il momento propizio per continuare il suo attacco. Non appena vide che la “Bestia Nera” aveva attivato il muro d’acqua per difendersi dagli attacchi di fuoco del suo consanguineo, il giovane con un leggiadro movimento della mano tirò a sé il filo che aveva utilizzato per tentare di colpire l’Uchiha, facendo in modo di posizionare il Kunai, su cui era applicata la carta-bomba, all’altezza del viso del Nara. Così, appena il suo avversario sciolse la tecnica acquatica Sosuke fece detonare il congegno, che ormai sarebbe dovuto essere a meno di un metro di distanza dall’ombroso. Poi, appena pochi attimi dopo, si preoccupò di aiutare il compagno a salvarsi la pelle. Durante la sua azione, Sosuke aveva permesso all’Uchiha di portare un calcio mirato al mento al giovane Shintaro, che era volato di qualche metro con una carta-bomba applicata sul torace. Con un movimento fulmineo e combinato, però, l’azione dell’avversario non aveva avuto il successo sperato. Shintaro si levò la maglietta in un attimo, approfittando della gravità, e con velocità Sosuke la aveva colpita con una stelletta ninja, allontanandola il necessario affinché si potesse salvare il suo compagno. Senza alcun dubbio, inoltre, Mitsurugi avrebbe attivato la tecnica prima di essersi allontanato il necessario, e ciò avrebbe fornito il tempo necessario, alla maglietta di sprofondare nell’acqua. Il tempo non avrebbe condannato quei giovani in quel momento. O almeno non li avrebbe condannati quell’azione. Subito dopo aver apportato la difesa necessaria per salvarsi la pelle, i giovani sfavoriti decisero di indietreggiare di diversi metri, così da ritrovarsi sulla linea dell’acqua, per poi continuare il combattimento in un altra collocazione. Sulla superficie cristallina di quel luogo sarebbe stato più facile, per i due, contrattaccare al meglio gli attacchi degli avversari, ed eseguire delle buone azioni combinate per mettere in difficoltà i restanti Uchiha e Nara. Infatti, non appena i due si fermarono sull’orlo della soluzione liquida, all’Uchiha vennero lanciate addosso delle carte-bomba, che lo costrinsero a creare ad un metro davanti a sé, uno spesso muro d’acqua che le bloccasse, poi, una volta saltato indietro di un altro metro, l’Uchiha fece fermare il flusso di chakra sulle piante dei suoi piedi, prese un bel respiro e così sprofondò nell’acqua distante circa venticinque metri dell’isolotto di terra.




S t a t u s

Generalità ~
Nome: Uchiha Sosuke
Villaggio: Konohagakure
Grado: Genin
Energia: Verde

Chakra: 145/200
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica: Illeso


Consumi: Mantenimento Sharingan [5]
Tecnica: Muro d'Acqua [20]


Armi svelate:
Katana {1/1}
Wakizashi {1/1}
Tirapugni {2/2}
Guanti con lamina {2/2}
Kunai con Cartabomba arrotolata nel manico {1/1}
Filo di Nylon {40m}
Shuriken {1/1}

SPOILER (click to view)
†Sharingan
Attivazione: Ci si concentra sui propri occhi irrorandoli di energia (Consumo di Chakra: Basso). Il colore degli stessi varierà da quello originario a rosso intenso, e ad affiancare la pupilla appariranno uno o più "tomoe". L'abilità dura fino all'esaurimento del chakra del ninja che esegue la tecnica oppure al rilascio della tecnica stessa. Mantenere attivo questo potere costa una quantità di chakra per ogni turno in cui rimane attiva (escluso il primo). [Attivare lo Sharingan conta come Tecnica Base]

Muro d'Acqua - Suiton Suijinheki
Tipo: Ninijutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)


OT: Mi scuso per il post che non è bellissimo.



 
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Dirge
view post Posted on 2/5/2010, 23:11






CITAZIONE
Ragazzi, scusate per il post, ma non è proprio periodo, non ho proprio tempo e voglia di ruolare. Aggiornerò il conteggio delle armi utilizzate nel prossimo post, ora sono stanco per occuparmene.


"Che vigliacchi!"



Nell'essenza della vita, lui, trovava un retrogusto maledetto. Non si accontentava di viverla serenamente, reputava noioso trascorrerla nella monotonia della tranquillità. Immaginava che se si fosse comportato come un normale cittadino, creandosi una famiglia, avendo dei figli, dopo la sua morte sarebbe divenuto solamente un essenza inconsistente racchiusa dentro una comune sagoma di marmo. L'Uchiha non voleva questo, no! Lui anelava all'immortalità, e questa non era un utopia, affatto, era un obiettivo perfettamente raggiungibile, anche se non da tutti. Perché non da tutti? Poiché occorrevano delle peculiarità singolari, straordinarie, divine. Mitsurugi ne era padrone. Egli puntava ad essere ricordato, esattamente, ma per qualcosa di grande, di eccezionale. Voleva giungere nel punto in cui molti altri avevano fallito, voleva esser rimembrato per qualcosa di assolutamente folle, per aver infranto un equilibrio considerato da sempre solido. Avrebbe sconvolto la storia, lui, sarebbe stato temuto anche da morto.

Era riuscito ad eludere quasi totalmente l'attacco avversario attraverso movimenti stupefacenti, riportando leggeri inconvenienti. Dopo era sparito letteralmente, come un Dio, ed era ricomparso ai piedi del secondo Nara. Voleva colpirlo al collo attraverso un potente calcio ascendente, ma non ci era riuscito totalmente. Egli si era protetto con un braccio, ma al tempo stesso la potenza di quel colpo aveva fatto si che quest'ultimo si sollevasse in piedi di qualche metro. Giusto risvolto. Mitsurugi riusci ad attaccargli sulla maglietta la sua carta-bomba, con l'intento di farla detonare in un secondo tempo, ma qualcosa comunque andò storto. Egli se ne accorse e sfruttando la forza di gravità, nel momento della discesa quella veste si tolse e venne spedita direttamente nell'acqua grazie ad una stella lanciata dal piccolo Sosuke. Che seccatore. Dunque il genio avrebbe dovuto ricorrere assolutamente ad un altra strategia, infatti nel giro di un secondo le sue mani afferrarono tre Kunai, ognuno munito di carta-bomba. Attraverso lo sguardo aveva calcolato a che distanza egli sarebbe planato sul terreno, all'incirca a tre metri da lui. Dunque subito tentò di allestire un vero e proprio campo minato lanciando a due metri da sé ed a due metri a destra rispetto il punto di atterraggio calcolato uno dei pugnali, mentre l'altro rispettivamente a sinistra sempre a due metri dal suddetto punto, ovviamente facendoli piantare sul terreno. Effettuò un balzo di tre metri all'indietro e nel momento in cui l'altro sfiorò il terreno con entrambe le piante dei piedi intento a comporre i sigilli della tecnica della palla di fuoco suprema, Mitsurugi, lanciò l'ultimo Kunai a disposizione, avvalendosi della preveggenza, verso il petto nemico facendolo detonare, assieme a tutti gli altri, proprio mentre nel momento in cui il Nara era intento a concentrare il chakra all'interno della bocca. Era una trappola perfetta. Subito saltò altri tre metri indietro, in attesa. Tutto d'un tratto vide un immensa palla infuocata venirgli incontro, ma si era distanziato talmente tanto da rendere il suo effetto pressoché nullo. Infatti bastò uno spostamento verso sinistra, fatto a grandissima velocità dato l'effetto del tonico, per eludere il tutto e far si che l'immensa sagoma si spegnesse all'interno del lago.

Poco dopo comunque ci fu nuovamente una sorpresa. Entrambi i rivali fuggirono in acqua. Ed anche molto lontano. Mitsurugi era allibito. Si voltò verso il suo compagno di squadra con espressione amareggiata.
«Kisuke, restiamo qua, sono loro i vigliacchi!», affermò assente l'eletto per poi tornare a scrutare quei due.
«Voi, siete penosi, mi fate schifo!», asserì deluso.
Il pubblico nel frattempo bisbigliava confuso, probabilmente nessuno si sarebbe aspettato un risvolto simile: la reputazione di quella squadra era calata ancor più in basso, che tristezza. Dunque rimase immobile, gli occhi fissi verso i deboli e con la spada ancor lordata di sangue stretta nella mano destra, annoiato, ma nel frattempo in attesa della morte del Nara, ansioso di esser intonato e glorificato dagli spettatori per la sua prestazione.

~Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 145/200
Condizione Mentale: Arrabbiato
Condizione Fisica: Ustione leggera sulla spalla sx e ferita leggera sul polso sx
Consumi:-
Recuperi:-
Slot azioni: 2/2
Slot techiche 2/2:-
Bonus:- Riflessi aumentati ; Velocità x2
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
*Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
*Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 1/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1

 
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~ K a i
view post Posted on 14/5/2010, 13:32




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Uno in meno...



Mentre Shintaro era intento a comporre i sigilli per la palla di fuoco suprema, Mitsurugi non perse neppure un istante a riprendere fiato, un kunai munito di cartabomba era stato utilizzato per interrompere l'azione offensiva, però il problema era che in quel momento Shin non poteva ne muoversi ne interrompere i sigilli, l'unica soluzione era quella di contare unicamente sul proprio compagno di squadra, che non si fece attendere, infatti di fronte al genin si alzò un muro acquatico ed un Sosuke veloce quanto un fulmine afferrò il Nara per il petto e lo portò via dalla posizione originale di circa quindici metri, in modo da evitare altri pericoli provenienti dal nemico dagli occhi rossi.

Nonostante ci conosciamo da poco tempo, bisogna dire che il nostro gioco di squadra non è affatto male!



Fortunatamente sembrò che la cartabomba diretta a Kisuke riuscì ad avere effetto, ciò significava che in pratica lo scontro si era trasformato in un due contro uno, qualcosa di estremamente utile ai fini del risultato, il vero problema era gestire il controllore dell'ombra, ma in questo caso i problemi erano molto più facili da affrontare.

Per quanto lo sharingan fosse una kekkei genkai dai poteri straordinari Mitsu era e rimaneva lo stesso un uomo, perciò in quanto tale aveva delle possibilità limitate, specialmente in un match contro due parigrado.

Un battito di ciglia ed uno schiocco di dita decretò il prossimo attacco combinato, infatti i due scattarono intrecciandosi per due volte, mentre sosuke però lanciò un fumogeno che avrebbe in brevissimo tempo coperto l'area dove si trovava l'Uchiha (Mitsurugi) così shintaro passò dall'uso della vista come senso primario a quello dell'olfatto, la strategia che i due avevano decretato era piuttosto semplice, infatti si trattava dell'utilizzo di un diversivo, che in questo particolare caso si era dimostrato essere il fumogeno, mentre la seconda parte consisteva semplicemente nell'utilizzare un doppio attacco a distanza l'uno dall'altro, in modo che eventuali difese non avrebbero avuto effetto. In questo caso sarebbe stata l'offensiva di Shin ad essere seconda in termini di tempo, quindi avrebbe creato qualcosa di assolutamente imparabile.

Durante uno spostamento in diagonale verso sinistra di circa sette metri, compose rapidamente i sigilli di una tecniche, la sua personale, un fuuton in grado di penetrare la maggiorparte delle difese aumentando esponenzialmente le capacità di penetrazione e taglio di ogni arma "benedetta" da questa forza della natura, ma ciò non era affatto sufficiente perchè avrebbe attaccato nell'anello interno dove si tiene la stella gigante una cartabomba, in questo modo per l'avversario sarebbe stato difficilissimo individuare la minaccia.

Tutti questi elementi, che aumentavano esponenzialmente la pericolosità di questa immane offensiva, si aggiunse anche il fatto che a circa cinque secondi dall'offensiva di Sosuke avrebbe usato la tecnica dello shuriken del vento demoniaco, nascondendo il super fuuma nell'ombra del primo, che avrebbe fatto da esca. Ovviamente l'obbiettivo di tale tecnica sarebbe stato chiaramente il busto dell'assassino di genin.

Mi è stato detto che sei piuttosto arrogante, vediamo se il tuo orgoglio è in grado di resistere pure a questo?



Però la questione non era affatto terminata, bisognava evitare ad ogni costo che l'altro Nara fosse in grado di terminare lo scontro, perciò Shintaro optò per la via più sicura, così decise di lanciare un kunai al suo "consanguineo" dal codino nero, solo che attorno al manico era stata arrotolata una cartabomba in modo che questa fosse il più invisibile possibile, facendo in modo che la minaccia più grave sarebbe stata occultata alla vista. Il coltello da lancio sarebbe stato scagliato mirando alle gambe, non era intenzione del rigeneratore compiere un altro omicidio, ma solamente impedire l'utilizzo di qualche altro trucco, fin troppe uccisioni erano state perpetrate in quelle creudeli selezioni ed il possessore della kinjutsu non voleva assolutamente aggiungere un altro nome alla lista.

Dentro di se però gli venne da ridere ripensando al fatto che proprio l'Uchiha gli avesse dato del codardo. Concetti come coraggio, codardia, onore e disonore si perdono durante l'accademia, un ninja è colui che ricorre ad ogni mezzo per poter raggiungere il proprio scopo, che si tratti dell'omicidio oppure del furto, colpire alle spalle è la prassi per uno shinobi ed allo stesso tempo se la situazione lo ricihiede la ritirata è giustificata. Se colui che era considerato come la matricola promettente era ancora ad un livello tale da dare del codardo ad un altro ninja, allora significava che lui era ancora piuttosto immaturo.

Tutti gli attacchi miravano a chiudere i conti una volta per tutte col team avversario, infatti se i calcoli dello stratega fossero stati corretti, allora gli effetti collaterali dei tonici avrebbero già dovuto iniziare a farsi sentire, ciò avrebbe limitato la mobilità a causa dei forti dolori provocati dalla pillola.

Dimostrami che mi sto sbagliando, abbandona il tuo compagno per conseguire la vittoria, caro Uchiha.
In quello stato dopotutto non potrà fare molto.



CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Ferita lieve al braccio sinistro.
Stato Psicologico: Divertito.
Chakra Rimasto: 80/200
Consumi: Medio[20]
Armi Svelate: Kunai x3, Flash x1, Cartabomba x4 e Fuuma Shuriken x2
Tecniche Usate:


Spada dell'Uragano - Tatsumaki no Ken
Livello: Genin
Posizioni magiche: Cane, Serpente e Tigre
Villaggio: Foglia
Tipo: Ninjutsu - Kenjutsu
Descrizione: Tecnica base per lo stile di combattimento usato da shintaro che si struttura sull'utilizzo di armi da taglio ad una distanza ultra-ravvicinata; si tratta di concentrare dopo l'impasto (sigilli) un'elevata quantità di chakra nella lama di un'arma andando a creare un prolungamento della stessa di circa cinque centimetri, per poi passare alla fase successiva, cioè la manipolazione della natura facendo convertire l'energia standard in chakra dell'elemento vento che andrà a coprire l'intera lama, conferendole così una maggiore capacità di taglio e penetrazione, aggirandosi intorno al 50% in più rispetto al normale.
Consumo: Medio-Alto[Attivazione] & Basso [Mantenimento]

Shuriken d'Ombra - Kage Shuriken no Jutsu
Tipo: Taijutsu
Villaggio: N/A
Posizioni Magiche: Nessuna
Tecnica utilissima per ingannare l'avversario, il ninja usa due Fuuma Shuriken (un grande shuriken con le lame ricurve molto veloce). Il ninja sembra lanciare un solo shuriken, ma in realtà un'altro shuriken è nascosto nell'ombra del primo, cosicché, anche se il primo dovesse essere bloccato o evitato, il secondo avrebbe altissime probabilità di andare a segno comunque (evitabile solo se la differenza tra i combattenti sia in esperienza che in caratteristiche è molto grande)
(Livello: 5 / Consumo: Medio)
[servono Due Fuuma Shuriken per eseguirla]

Note: Post penoso a causa del periodo, scusatemi.

 
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21 replies since 15/3/2010, 23:36   653 views
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