Corso KR-10, Sensei: Akihiro Hinaji/Corso Sperimentale/Portato a Termine

« Older   Newer »
  Share  
Dirge
view post Posted on 30/3/2009, 23:19





Narrato
Pensato
Parlato
Parlato altrui






image

~Death & Love~



Tutto buio, entro quella stanza quadrangolare la luce del sole, appena sorto nel cielo, non riusciva a filtrare in maniera adeguata tra le piccole fessure proprie della finestra. Essa illuminava all'esterno tutta l'enorme facciata della dimora, ma niente, all'interno di quella camera, si rifiutava di farci visita, facendo si che quest'ultima stonasse rispetto al resto dell'enorme struttura. Un presagio negativo, poteva sembrare un luogo maledetto, infestato da un essenza oscura che vivesse o sorvegliasse la casa stessa, di certo pura fantasia, anche se solitamente dietro ogni legenda sussiste sempre una verità. In effetti qualcosa si celava al suo interno, un uomo? Forse in apparenza poteva essere identificato così, ma lui era qualcosa di differente, non si poteva definire cosa, egli si distingueva in maniera palese dal resto della comunità. L'oscurità, il silenzio e la desolazione erano oramai caratteristiche attribuibili a quell'occulta area, e furono tali per un ingente numero di minuti, quando all'improvviso la situazione ebbe una svolta, poiché dal cuore delle tenebre presero vita due piccoli fari, affascinanti ed indecifrabili. Lanterne tinte di un azzurro chiarissimo, similari a due piccole sfere di ghiaccio, proprie di malignità e capaci di incutere timore, ma al tempo stesso così splendide da far si che chiunque si trovi a contemplarle nella loro profondità, non faccia a meno di distogliere lo sguardo da esse. Erano i miei occhi, che spalancai nel momento stesso in cui mi svegliai, purtroppo talvolta, a causa della poca filtrazione del sole nel mio covo, non mi rendevo conto di che ore fossero, essendo certo di trovarmi perpetuamente nel bel mezzo della notte. Rimasi parecchi secondi in quella posizione, senza batter ciglio, sino a quando non mi incominciò a girar la testa, e con un movimento brusco alzai il busto, trovandomi, rispetto al resto del mio corpo, in una perfetta angolatura a 90°. Passai la mano destra tra la disordinata capigliatura, ero stressato, e quei dolori al cranio stavano aumentando in maniera esorbitante, cosicché in preda alla disperazione allungai il piede sinistro verso la finestra, spalancandola infine. La luce di Apollo pervase lo spazio totalmente, e fu in quel frangente che chiusi gli occhi, quel rapido mutamento di atmosfera mi nuoceva assai, ma era indispensabile per far si che iniziassi finalmente la giornata. Girai il capo, e subito lo feci impattare con le soffici lenzuola del materasso, tutto ciò per fottuta pigrizia, insomma, non avevo voglia di smettere di oziare, quindi decisi di usufruire di ulteriori minuti di riposo. Trascorsero troppo velocemente, quasi che io non me ne accorsi, forse ero troppo intento a rilassarmi, e molto probabilmente se mi fossi cimentato a contare ogni secondo di quei minuti, con tutta probabilità mi sarei persino annoiato. Una forte spinta delle braccia fece si che il mio busto pose fine al contatto con quella superficie morbida, allora con fare flemmatico mi alzai del tutto, trovandomi in perfetta posizione eretta, quasi completamente nudo, solamente indossando delle semplici mutande nere. Non ero consapevole di che ore fossero così mi mossi verso la finestra, con l'intento di analizzare la posizione del sole, pochi passi, controllati e lenti, e mi ritrovai a sporgermi da essa. Un primo sguardo verso il basso rivelò molte case disposte l'una accanto all'altra, con veramente un esiguo numero di metri che le intervallava. Poi alzai man mano lo sguardo, e notai in lontananza una splendida pianura, ricca di fiori di molteplici generi, tutti colori diversi, che fornivano al paesaggio delle tonalità positive e colme di purezza, totalmente differenti dalle mie peculiarità personali.

“Il mondo esterno così gioioso e bello, mentre la mia vita così triste e sconsolata, anche se credo che questa felicità sia solamente pura apparenza, poiché essa in realtà non esiste, ed è solo una strada a senso unico che porta irrimediabilmente alla sofferenza! Ed è a questo punto che si contraddistinguono le persone forti da quelle deboli, chi affronterà con tenacia questo ostacolo, per poi varcarlo infine, farà automaticamente parte del primo gruppo, invece chi si arrenderà, temendolo, e sceglierà di morire piuttosto che affrontarlo diverrà parte integrante del secondo, meritandosi questa morte!”.

Rabbia, proprio questo tremendo demone mi ribolliva dentro, allora con cattiveria socchiusi nuovamente quelle porte che conducevano alla beatitudine, tornando a germogliare in quell'antro oscuro nel quale ero solito stare. Amavo le ore notturne, girovagare tra le strade e le foreste celato nelle tenebre mi forniva sicurezza e spazio per meditare. In quella maniera potevo passare indisturbato tra le genti, non recando attenzione alcuna in esse. Stare con me stesso era la cosa più rasserenante, poiché solo io mi conoscevo e sapevo come gestirmi. Inoltre solo l'idea di dovermi confrontare con menti inferiore mi recava fastidio, semmai un giorno avessi incontrato un intelletto dotato delle medesime caratteristiche del mio, non avrei esitato in nessun modo a stringere un legame con quest'ultimo. Ma ciò non sarebbe mai accaduto, ne ero fermamente convinto, quindi mi sarei limitato a continuare a percorrere la mia strada, e come da solitario avrei vissuto la mia vita, da solitario avrei preso il potere, stringendolo tra me meco. A quel punto feci una lunga sosta nel bagno, una tappa d'obbligo, poiché consideravo la pulizia una delle principali forme di rispetto per se stessi, principalmente, e per il prossimo, quindi di conseguenza tutti coloro che ritenevano tale faccenda superficiale divenivano subitamente soggetti del mio odio. Subito dopo mi avvicinai all'armadio, dalle notevoli dimensioni, posto vicino alla porta della mia stanza, poi una volta trovatomici dinanzi, con la mano destra ne spalancai un anta, mentre con la sinistra sfiorai l'interruttore della lampadina posta sul soffitto, facendo si che la stanza si animasse di un fioco barlume di luce. Afferrai tutto il mio capo d'abbigliamento, e presi ad indossarlo con esagerata lentezza, sino a quando non fui pronto per intraprendere una qualsiasi attività. Ero vestito di un completo bianco assai aderente, che mi permetteva di compiere con estrema semplicità ogni possibile movimento, mentre sopra di essa tenevo una splendida mantella nero pece, lunga sino all'altezza delle ginocchia, ed infine ai piedi indossavo dei classici sandali color marrone. Prima di uscire dalla stanza mi cadde lo sguardo sul comodino, ove si trovava al centro della superficie dura, un elastico nero, che usavo abitualmente per farmi la coda, oggetto indispensabile per domare i miei capelli. In effetti mi mancava da fare qualcosa, e questo particolare mi era del tutto sfuggito, allora lo presi e ne usufruii per lo scopo per il quale era stato creato. Fatto ciò allungai la mano destra con l'intento di abbassare la maniglia di ottone della porta, consentendomi di attraversarne l'uscio, e dopo pochi secondi mi ritrovai fuori dalla cupa camera, spegnendo infine la luce che la illuminava parzialmente. Prima di uscire di casa però dovevo assolutamente verificare le condizioni della mia madre adottiva, considerata dal sottoscritto dello stesso grado di quella naturale, anzi, persino superiore, poiché ella a differenza di quella sanguigna non mi abbandonò, ma si prese cura di me. Allora mi avvicinai, cercando di fare il minimo rumore possibile, nel luogo ove ella risiedeva, mi affacciai dalla porta semi-aperta e notai che la donna era ancora immersa nel mondo dei sogni, così sempre con cautela portai il mio busto vicino al letto ove giaceva, bloccandomi infine a contemplarla profondamente.

“Talvolta mi chiedo, mamma, il motivo per il quale tutto ciò sia dovuto accadere proprio a te, perché? Nel mondo esistono persone spregevoli e non meritevoli di nulla, anzi solamente di essere puniti severamente, che invece muoiono normalmente di vecchiaia, conducendo una vita priva di malanni e sventure. Mentre ci sono delle altre che nonostante vivano per il prossimo, vengono punite ingiustamente, questo è uno dei dilemmi che opprime la mia mente oramai da anni. Forse quell'essenza definita divina, che si narra sorvegli dall'alto ogni nostra azione, sia dalla parte della feccia? Spero che ciò non sia vero, e che tutti i privilegi che essa offre a quella gente da me tanto odiata, derivino solamente dal Fato, altrimenti io prometto solennemente che in qualsiasi maniera porrò fine a tutto ciò. Sono consapevole che un Dio non potrei ma abbatterlo, a meno che io non mi elevi al suo medesimo grado, tuttavia sarei disposto ad uccidere tutta la malavita che egli tanto salvaguarda, costringendolo infine a concedere i suoi “doni” per il resto della moltitudine, oramai composta solamente da gente meritevole”.

Una riflessione che proveniva direttamente dal mio cuore, e soprattutto motivata dalla visione di quella donna, posta dinanzi i miei occhi. Ora dormiva, ma quotidianamente si trovava sempre sdraiata nel suo letto, paralizzata, e continuamente affetta da dolori che la facevano soffrire in maniera atroce, e questo oltre che danneggiare lei, naturalmente, provavano ingente sofferenza entro me. I miei occhi di ghiaccio la scrutavano con intensità, mentre con la mano sinistra le sfiorai delicatamente il viso, era così indifesa, non avrei permesso mai a nessuno di farle del male, l'avrei accudita proprio come lei aveva fatto con me tempo addietro. Dopo poco interruppi il mio accarezzare, indirizzando la mia mano sulla sua fronte, era calda, con tutta probabilità nonostante stesse dormendo profondamente, la sua sofferenza continuava imperterrita, lasciandola senza tregua neanche per pochi secondi, tenendola costantemente nella sua presa. Mi sentivo impotente, non sapevo cosa avrei potuto fare per aiutarla, anche se in realtà sussisteva un'unica soluzione, ucciderla per non farle più patire quella tortura.

“A questo punto temo sia la decisione più saggia, non per me, ma per lei, io non posso più sopportare che lei soffra ingiustamente, sono certo che avrebbe fatto lo stesso per me!”.

Altri secondi di meditazione, e finalmente mi decisi, il momento della cessazione del suo infinito dolore era arrivato. Portai la mano destra dietro la mia schiena, adagiandola sulla sacca porta-oggetti, ulteriori due secondi e con lentezza afferrai due kunai, i mezzi per condurre alla salvezza quella povera anima. Sempre secondi, più lenti che mai trascorrevano, e adesso le armi acuminate delle due armi si trovavano rispettivamente ad un centimetro dal collo della creatura, mentre l'altra a quarantacinque centimetri dal petto, indirizzata precisamente al suo cuore. In quegli attimi la mia fronte grondò di sudore, facendo si che quest'ultimo bagnasse appena la veste della vittima, mentre i miei occhi incominciarono a divenire lucidi, sensazioni mai provate precedentemente, e che molto probabilmente sarebbero capitate in quell'unica circostanza.

“Considera questo gesto il mio dono, mamma, come riconoscimento per tutto ciò che hai fatto per me! Addio”.

Affondai con violenza le lame nella sua fragile carne, e da questa ne fuoriuscì qualche schizzo di sangue, ma non molto, grazie ai colpi secchi inferti. Le mie lacrime si impastarono con il sangue della donna, era tutto finito. Adesso però oltre che salvaguardare la felicità di ella, dovevo pensare a far si che questa vicenda regnasse per sempre nell'oscurità, di modo che nessuno, oltre a me, venisse a conoscenza dell'accaduto. Allora con celerità mi recai nuovamente nel bagno, mi lavai le mani e accuratamente eliminai ogni traccia di sangue dalle armi che avevo adoperato in antecedenza, per poi tornare dinanzi al corpo della mia tutrice. Portai avanti entrambe le braccia, con fermezza, insinuandole sotto il lenzuolo sporco di quel liquido vermiglio, ponendo la mano destra sotto il suo collo, e conducendo la sinistra sotto le ginocchia, avendo così una presa forte e sicura. Non mi affaticai affatto durante la fase di sollevamento, dato il suo peso decisamente inferiore in proporzione alla mia potenza fisica, anche se questo particolare era trascurabile, poiché anche nel caso contrario lo sforzo fisico sarebbe stato l'ultimo pensiero che avrebbe percorso la mia mente in quegli attimi. Attraversai con ella, cullata tra le mie braccia, tutta la stanza, giungendo nel corridoio, esso era lungo, e caratterizzato da un grande numero di quadri, ognuno proprio di un diverso significato, fissati alle pareti circostanti. Un bel numero di secondi e mi trovai a scendere le scale in legno, per poi giungere al piano sottostante, diretto verso una porta che conduceva direttamente al giardino della casa. Attraversai l'uscio di questa e con cautela giunsi al centro dell'immenso prato, adagiando con estrema accuratezza il corpo di mia madre a terra. I miei occhi indugiarono su di lei per un tempo indeterminato, sino a quando mi voltai e mi diressi verso una sorta di capanno degli attrezzi, che mi equipaggio di una tanica contenente liquido infiammabile e di un fiammifero, l'ultimo della scatola che lo conteneva. Passi pesanti mi trasportarono nuovamente dinanzi quel corpo privo di vita, prima abitato da un anima gentile e premurosa, che tutt'ora regnava nel regno dei cieli. Non serbavo nessun rimpianto, non mi sentivo colpevole di aver ucciso mia madre e di star per bruciare ogni piccolo frammento di carne del suo corpo, questo perché ero convinto di aver fatto un'azione giusta, e tutt'ora quella sagoma priva di vita alcuna non apparteneva più a lei, ma solo alla terra, quindi l'atto che ero in procinto di fare non aveva niente a che fare con lo spirito della donna. Quel gesto poteva essere considerato una sorta di chiave della liberazione della sua anima, avevo aperto quel lucchetto che teneva chiusa quella prigione in cui viveva, adesso era libera di volare e di sognare, ma soprattutto di vivere. Non mi perdetti in ulteriori attimi e con fermezza la bagnai del tutto di quel liquido dalle origini a me ignote, poi quando la tanica fu del tutto privo di un contenuto, accesi il fiammifero, lanciandolo sul petto dell'infelice. Appena giunse ad un centimetro dalla destinazione, un bagliore vermiglio si erse dalle sue membra, rendendola dopo neanche un secondo una torcia bollente. Da quel falò nacquero piccole folate di fumo, che con continuità salirono verso l'alto, dissolvendosi all'esigua altezza di quattro metri. Fui fortunato, poiché in tal modo nessuno si poteva accorgere dell'imminente rogo, soprattutto in un orario simile. I miei occhi, immobili a contemplare quello spettacolo, brillarono del riflesso delle fiamme, e da questi non uscì neanche una lacrima, ero completamente insensibile alla scena che mi si presentò di fronte. Non provavo dispiacere e dolore, ma dentro me stavo covando una nuova voglia, una nuova sensazione, avevo il desiderio di provare ancora il brivido di osservare la morte da vicino, ma soprattuto di essere il fautore di questa. Adesso anche quel piccolo spazio di affetto che occupò la mia madre adottiva entro il mio cuore si dissolse, e l'amore per il mio ego ne prese il posto, chissà se un giorno un'altra figura femminile sarebbe riuscita a varcare le porte del mio cuore, ancora una volta. Comunque se ciò fosse successo ella avrebbe goduto della mia protezione sino al momento della mia morte. Probabilmente ebbi la voglia di sottrarre la vita ad altre persone perché il Fato la strappò all'unica persona a me cara, e ipoteticamente la mia psiche malsana aveva la voglia di uccidere i parenti altrui per far patire dolore anche ad essi, facendogli provare di conseguenza le stesse emozioni che provai io stesso. Una sorta di vendetta? Forse, ma non era solo questo. Sussisterebbe anche un altra spiegazione, si è consapevoli che dal momento in cui la donna si ammalò, incominciai a prendere vie diverse dal normale, chissà forse la sua morte fu la goccia che fece traboccare il vaso? Quindi una sorta di risveglio dei miei istinti, albergati entro me sino ad ora? Elaborate ponderazioni mentali fecero da intrattenimento a quell'evento poco consono che stava avvenendo in quel giardino, prima caratterizzato da una sorta di aurea pacifica, ed adesso intriso di dolore. Ecco che le fiamme incominciarono a cessar di ardere, un bagliore fioco le caratterizzava, ed il fumo incominciò a dissolversi ad un metro di altezza dalla sua origine, mentre la carne oramai si stava consumando notevolmente, lasciando il suo posto alla cenere. Nonostante tutto potevo andarmene solamente nel momento in cui il suo corpo sarebbe mutato definitivamente nella suddetta, ma di certo con quella esigua lingua di fuoco non potevo sperare che l'opera sarebbe giunta alla sua fine di li a poco, allora tornai nella capanna degli attrezzi, fornendomi nuovamente di altro liquido infiammabile, gettandolo ancora una volta sul corpo oramai logorato, facendo si che quest'ultimo riprendesse le sembianze iniziali. A questo punto pur di non rimanere nuovamente li, ad attendere che le mie intenzioni si portassero a compimento, mi diressi verso casa, ma non decisi di entrare in questa, bensì effettuai un esemplare salto, sopraggiungendo nel tetto, e sedendomi sul pizzo di esso, fermandomi ad osservare il paesaggio circostante.

“Sempre il medesimo paesaggio, nulla di nuovo, la solita noia! Ognuno di quei stolti che alberga nelle proprie case immagina che tutto vada per il meglio, che niente è cambiato davvero, ma dietro agli sfondi ambientali, apparentemente monotoni, avvengono cose che nessuno sospetta!”.

Il mio sguardo traghettò per la strada sottostante, percorrendola dall'inizio alla fine, da un lato all'altro, quando improvvisamente notai la macchia nera nel foglio bianco. Un uomo, si proprio questo, in lontananza, le cui uniche caratteristiche che riuscii a scorgere furono i suoi abiti totalmente neri, ma soprattutto notai che il suo viso era coperto da una sorta di cappuccio, che gli dava la possibilità di non farsi riconoscere. Un tipo sospetto e degno della mia più totale attenzione, era fermo, immobile, come in attesa di qualcosa o qualcuno, e ciò attirava sempre più la mia curiosità e la voglia di approfondire la faccenda. Allora mi sollevai e con un rapido scatto mi riportai dinanzi il corpo della donna, oramai inesistente, ma ridotto in un grande cumulo di cenere.

“Ora sei veramente libera!”.

Decisi di non provvedere a rimuovere quei granellini disposti in maniera casuale a terra, ma di lasciar che essi fossero trasportati via dal vento, veleggiando nell'aria, disperdendosi man mano. Un ulteriore scatto eseguito con celerità mi portò a sostare accanto alla staccionata del giardino della mia dimora, ad adeguata vicinanza dallo straniero dalle incerte intenzioni. Ero intento a sbirciarlo da un buco della costruzione di legno, un ottimo modo per studiarlo con accuratezza da più vicino.

“Niente, neanche un parziale movimento, ma che sta facendo! Questa storia non mi convince, ragion di più perché si trova dinanzi le mie mura!”.

Allora con la coda dell'occhio sinistro diedi un ultimo sguardo sfuggente alla piccola area ove poc'anzi ardevano le membra di mia madre, e subito con un salto felino, mi sedetti al di sopra del costrutto in legno, a sette metri all'incirca dalla figura mascherata, onde evitare attacchi improvvisi, nel caso quest'ultimo fosse male intenzionato, anche se molto probabilmente, se lo avesse solamente voluto, mi avrebbe potuto far fuori in qualsiasi momento.

“Rivelami la tua identità straniero, è sin troppo che giaci qui davanti senza muovere un muscolo!”.

Una frase intimidatoria, ma derivantedal mio carattere, quindi comprensibili sotto un certo punto di vista.

“Sei Nagato Moriguchi?”.

Queste furono le parole dell'uomo, dirette e decise. Ci fu un lungo momento di pausa, ove riflettei il più veloce possibile sul da farsi, analizzando l'inconsueta situazione nel dettaglio.

“A quanto pare sono proprio io colui che cerca l'individuo! Non conosco le sue reali intenzioni, sono ignaro della sua identità, non posso assolutamente espormi, ne vale la mia vita!”.

Così decisi di rispondere nella maniera più adeguata al soggetto in questione.

“Non ti deve interessare chi sia, oppure chi non sia io! Sei tu che ti sei presentato senza invito dinanzi la mia dimora, e adesso pretendi che io mi presenti al tuo cospetto?”.

Ancora parole che potevano far si che l'uomo si innervosisse.

“A dir la verità un invito lo posseggo, io sono un emissario mandato dal sensei Akihiro Hinaji per far si che la persona che cerco partecipi al corso accademico che si terrà al villaggio di Kirigakure!”.

Queste sue parole mi fecero riflettere, ma suscitarono al contempo ingenti dubbi nella mia mente.

“L'accademia...Potrebbe essere vera la sua versione, ma non riesco a capire il motivo per il quale i corsi per noi abitanti di Oto non si svolgano proprio nel nostro paese! Non posso fidarmi, ma al tempo stesso non ho intenzione di farmi sfuggire un'occasione simile, che si ripresenterà probabilmente fra molto tempo, sempre che le sue parole siano veritiere!”.

Era il momento di fornire una sorta di risposta allo sconosciuto, che forse sarebbe stato il mezzo per intraprendere il mio cammino.

“Mi dispiace, ma hai sbagliato persona, e per quanto ne sappia io l'individuo che cerchi è partito con un chuunin verso un altro paese, per motivi a me sconosciuti! Sono rammaricato!”.

Una bugia bella e buona, però indispensabile per portare a termine il mio piano, e finalmente venire a conoscenza della verità.

“Molto bene, il mio compito l'ho saldato, il problema adesso sussiste per il giovane Nagato, che con tutta probabilità non avrà la possibilità, almeno per questo anno, di frequentare il corso accademico! Addio”.

Ciò fu quello che mi disse l'individuo, e grazie alla sua conclusione venni a conoscenza di un'informazione, egli non aveva intenzione di uccidermi. Feci per tornare entro il mio giardino, con un salto all'indietro, bloccandomi nuovamente a spiare il messaggero dallo spiraglio, appositamente creato dal sottoscritto in passato. Stava tornando per la sua strada, con passo lento, si vedeva che non aveva fretta alcuna, e poi quando si distanziò dalla mia posizione di almeno cento metri, decisi di incominciare a pedinarlo. Una potente spinta delle gambe fece si che mi trovai sul tetto della mia casa, osservando con maestosità l'ambiente che mi circondava, ma soprattutto l'obiettivo della mia missione. Era un piccolo punto nero, ma ancora ben visibile, sino a quando non girò l'angolo della strada, fu proprio quello il mio segnale di avvio, così con celerità mi trovai passeggiare sui tetti, abitati in più punti da rondini, risiedenti nei loro nidi, e da ragni, immobili al centro delle loro così fastidiose ragnatele, sempre in attesa che le loro prede abboccassero nei loro tranelli. Lo fissavo, egli era sulla mia traiettoria, la mia pupilla lo contraddistingueva chiaramente, non poteva che essere lui, il mio piano stava procedendo per il meglio, e speravo che non fosse stato sventato per qualche brutto segno del destino, o peggio dall'intelligenza del pedinato. Trascorsero parecchi minuti, quando finalmente egli si trovò in procinto di varcare il grande cancello che apriva, e chiudeva le porte del misterioso ed occulto villaggio del suono. Scesi dalla punta della grande struttura, ove risiedevo come una sentinella, nascondendomi dietro un albero posto all'incirca a quindici metri dall'uomo, e dalla piccola costruzione che accoglieva le due guardie che controllavano le entrate e le uscite dal paese. Improvvisamente notai con stupore che i tre incominciarono a confabulare tra loro, questa era una seconda e fondamentale informazione a mio carico.

“ Da ciò deduco che l'individuo non è uno shinobi traditore, bensì le percentuali che sia realmente un messaggero del villaggio della nebbia si sono incrementate notevolmente! Meglio che ascolti quali sono gli argomenti che tra di loro trattano, e se è ciò che credo io, ogni dubbio verrà vanificato”.

Il discorso fu parecchio lungo, su più parti incomprensibile ai miei timpani, però le informazione che dovevo avere le percepii, così attesi che la conversazione giunse al termine, per vedere la sua svolta, e necessariamente agire di conseguenza. I tre conclusero, e con la medesima camminata flemmatica il messaggero stette per portarsi oltre il maestoso uscio del cancello principale.

“Il momento è arrivato!”.

Con celerità portai la mano destra dietro la schiena, afferrando un kunai con l'ausilio dell'indice e del medio, per poi lanciarlo a pochi centimetri dai piedi dello shinobi rivelatosi proferitore di verità. Neanche il tempo che egli alzò lo sguardo per percepire chi sia stato l'attentatore, che mi trovai, grazie ad un rapido scatto, dinanzi la sua sagoma.

“Nagato Moriguchi in persona, le ho mentito antecedentemente per motivi puramente di sicurezza, non per una questione personale. Quindi senza prolungarci ulteriormente in questa discussione, direi di partire al più presto verso il villaggio della nebbia, poiché il tempo è denaro e non deve esser sprecato!”.

Che dire, essa fu una frase che stupì tutti gli spettatori nei dintorni, ma ciò non mi interessava, poiché in quel momento ogni essere vivente, fuorché il soggetto mascherato, era per me inesistente. Mi sbalordì la reazione che ebbe quest'ultimo, e ciò denotava, seppur incertamente, che fosse provvisto di una buona intelligenza, poiché afferrò al volo la mia necessità di partire con tutta fretta, e si limito ad annuire, facendomi strada oltre il cancello cittadino. Ignorai vistosamente le guardie, non le rivolsi neanche un accenno qualsiasi, e me ne andai come se fossi un completo estraneo, anche se ciò non era vero, poiché sussisteva una grande unione, tra il sottoscritto e la patria. Tre giorni, si esattamente questo tempo esageratamente lungo impiegammo per giungere a quel paese a me estraneo. Non rivolsi una minima parola alla mia guida, limitandomi solamente a camminare assorto nei miei pensieri, presenti in ingente numero nella mia mente, e durante la notte ci soffermammo due volte in una caverna, mentre l'ultima all'interno di un casato disabitato. Eravamo arrivati, il luogo designato era il campo numero tredici dell'accademia, una struttura circolare, in terra battuta, con un fiume che la percorreva obliquamente, e con alcuni alberi sparsi in modo disordinato. Passi soffocati mi condussero, con non più a fianco la mia guida, verso un gruppo di persone, apparentemente intente a colloquiare tra di loro, o meglio ad ascoltare il monologo di un unico shinobi. Erano totalmente sei sagome, e non appena mi trovai a pochi metri da esse, avendo modo di scrutarle da vicino, incominciai a studiarle, contemplandone lo sguardo ed il fisico uno ad uno. I miei occhi di ghiaccio indugiarono a lungo sul gruppo, un'espressione annoiata e delusa assunse il mio volto, sino a quando non ebbi una visione angelica, fu la luce alla fine di un lungo percorso oscuro all'interno di una stratta caverna. Una ragazza dai capelli rosso fuoco, lisci e lunghi fin sopra il seno, dagli occhi verde smeraldo, affascinanti e profondi. Caratterizzata da un fisico esageratamente ammaliante, che le forniva fascino ed eleganza, molto probabilmente fonte di interesse per ogni aspirante genin risiedente nelle vicinanze, in poche parole una perfetta kunoinichi. Non appena incrociai il suo sguardo le feci un occhiolino, che al momento era l'unica maniera per approcciare una sorta di legame con quest'ultima.

“Credo sia un angelo, è così bella e pura, ogni suo lineamento rispecchia le mie considerazioni su di lei, come un usignolo in un gruppo di anatre, una rosa rossa nel bel mezzo di un prato albergato da margherite! Perché mi sento così, non riesco a decifrare questa sensazione così particolare che mi sta invadendo totalmente, sento che d'ora in poi ella sarà perpetuamente tenuta d'occhio dal mio sguardo vigile, non permetterò mai a nessuno di sfiorarla, ma non solo fisicamente, bensì anche da occhi indiscreti! Anche se ella non diverrà mai fonte di distrazione dai miei fini primari, non posso permetterlo, e per l'appunto ciò non accadrà, ma occuperà uno spazio importante, se deciderà di starmi affianco. Sarebbe proprio una bella svolta per la mia vita, un anima gemella con cui affrontare momenti piacevoli e difficili, affrontando le avversità come una squadra ove il mio animo guerriero sarebbe spronato in maniera assolutamente superiore, rispetto alla consuetudine, per l'istinto protettivo che inesorabilmente acquisirei verso quell'indescrivibile creatura aurea, meritante di un compagno che sappia meritarla per la sua preziosità !”.

Fu proprio in quel medesimo frangente che notai notevole interesse da parte di alcuni del gruppo nei confronti della splendida kunoinichi, ed allora il mio sguardo mutò istantaneamente, da perso nel vuoto a colmo di malignità. Questo è vero, la gelosia talvolta può far scaturire atteggiamenti fuori dalla norma, può esser distruttiva se non controllata e lasciata sfogare senza barriera alcuna. La mano destra era stretta in un pugno, che non cessava di muoversi ed indurirsi, quasi cercando di stringersi ancor più del possibile, e la mente non più concentrata a meditare sulla ragazza, ma offuscata da pensieri spregevoli e colmi di odio diretti verso coloro che avevano osato far ciò che mi ero promesso di punire poco prima. Un secondo e poi riuscii a controllarmi, d'altronde rispetto agli altri usufruivo di una mente più sviluppata, e questo anche grazie al fatto che ero capace di controllarla perfettamente, quindi tornai nuovamente nella realtà, rendendomi conto che in tutto quell'arco di tempo una voce era ancora intenta a monologare. Mi voltai e mi resi conto che colui era il sensei ,che mi avrebbe assistito durante questa prima prova, l'accademia. Purtroppo a causa della mia poca concentrazione persi gran parte del discorso, già iniziato ancor prima che arrivassi io, e rivolsi l'attenzione a costui proprio in un momento particolare, ove egli osò affermare l'incapacità degli shinobi del villaggio del suono.

“Bastardo kirese, non sai cosa stai insinuando! Ora mi sei troppo utile, e non posso far si che tu mi prenda di mira, ne valerebbe la mia carriera! Ma un giorno ti pentirai di questo momento!”.

A quanto pareva non ero il solo studente proveniente da Oto, bensì ne sussisteva un ulteriore in nostra presenza, anche se non mi voltai neanche per cercarlo, poiché in tutta sincerità mi interessava relativamente la sua partecipazione, se non per nulla. Il sensei concluse il suo discorso, privo di una controbattuta, un insieme di frasi pronunciate con disprezzo, e con la freddezza di chi si sente superiore.

“A quanto pare dovrei abbattere a suon botte una sua copia! Questo mi fa molto piacere, lo massacrerò, ed inoltre dovrei colpire grazie alle mie armi un manichino di legno posto oltre il fiume! Nulla di più banale! Però temo che prima di iniziare tutto ciò mi debba presentare al maestro, seppur a modo mio! Tsk...Ricordo che quel tipo mascherato mi disse che al momento della mia comparizione dinanzi al maestro dovevo dire a costui il mio nome e cognome, incluso il mio armamentario! Certo, come no, ci può contare e come questo kirese del cavolo! Vedrà!”.

Allora mi avvicinai alla sagoma dell'arrogante con fare sicuro e maestoso, come colui che di certo non si fa spaventare da uno stupido straniero.

“Sono Nagato! Non sono intenzionato a dirle il mio cognome, tanto meno il mio equipaggiamento attuale, per adesso! Innanzitutto perché nonostante abbia compiuto un lungo viaggio di tre giorni lei ha osato rivolgermi frasi intrise di arroganza e disprezzo! Sappia che non le avrei chiesto parole dolci e premurose, anche perché sarebbe divenuto oggetto della mia derisione, ma almeno un minimo di accoglienza me la meritavo! Poi non le svelerò il mio armamentario per il semplice fatto che questa storia mi puzza ancor di bruciato, un corso tenuto al villaggio della nebbia per studenti del paese del suono, bha! Quindi lei per me potrebbe essere uno shinobi di intenzioni tutt'altro che positive, e metterla a conoscenza per intero delle armi che tengo nascoste nuocerebbe solamente a mio carico! Sono venuto a conoscenza che lei odia i discorsi prolissi, bene, ho parlato così tanto proprio per mettere alla prova la sua irritabilità e farla incazzare! Ora però voglio farle sapere che nonostante tutto sono onorato di essere suo allievo, e che tutto ciò che le ho appena detto riguardava puramente una faccenda di orgoglio! Deve sapere che non sopporto di farmi mettere i piedi in testa neanche da un chuunin, e con ciò chiudo!”.

Chiunque con tutta probabilità mi avrebbe giudicato un pazzo, ma ciò non mi interessava minimamente, perché confidavo nel fatto che le mie capacità avrebbero preso il sopravvento alle parole, inoltre dentro me ero convinto che questo sensei mi assomigliasse in maniera particolare, e per ciò avrebbe capito il mio stato d'animo. D'un tratto al cospetto di ognuno di noi, posta a due metri, comparve una copia acquatica del maestro, quella tanto attesa dal sottoscritto, propria di tutte le peculiarità del creatore, mentre a dieci metri, oltre il fiume, apparve una sagoma di legno, appositamente generata per testare la nostra precisione.

“Bene, proprio come sei stata creata, verrai distrutta, insulsa surrogata! Innanzitutto devo sempre calcolare che nonostante tutto sia un clone possiede maggiore potenza e velocità di me, quindi se tenterò un attacco è preferibile colpire punti fragili e difficilmente evitabili, non posso rischiare di colpirlo con un pugno dal busto in su! Facile, ora so per certo cosa fare!”.

Scrutai con sguardo gelido gli occhi di quella copia d'acqua, apparentemente era immobile, ma ero certo che era una condizione momentanea, poiché si sarebbe potuta spostare in qualsiasi momento. Così la mia bocca si distorse in un aguzzo sorrisino, mentre le dita di entrambe le mani si mossero con fare agitato, e la mia mente pulita e calma era pronta ad elaborare una possibile strategia istantanea a secondo dei risvolti della situazione, che sarebbe mutata di li a poco. Era arrivato il momento, così abbassai notevolmente il mio baricentro e, in seguito ad una potente spinta, con celerità portai la gamba sinistra avanti, usandola come perno per eseguire l'offensiva, e non appena la pianta del piede sfiorò in terreno, tentai di colpire la rotula del ginocchio sinistro dell'avversario, con il mio tallone destro. Avrei avuto l'intenzione di frantumarla, se si fosse trattato di un umano, ma in questo caso sarebbe bastato un danno abbastanza ingente per far tornare il clone alla sua forma originale, ovvero l'acqua. Ovviamente nel caso l'offensiva fosse riuscita con successo, il mio compito sarebbe stato saldato, quindi avrei eliminato sicuramente la copia, invece nel caso la sagoma d'acqua avesse schivato il calcio, avrei compiuto una rapida rotazione a 360° da terra, tentando di colpire la copia allo stomaco. A quel punto mi sarei portato nuovamente in posizione perfettamente eretta, e avrei indirizzato la mano destra dietro la schiena, sfiorando la morbida pelle della sacca porta-oggetti, e prendendo dal suo interno tre kunai. Ovviamente il tutto sarebbe stato occultato dalla mia casacca nera, così comoda ed utile per questo genere di cose, anche se in quel momento non sarebbe servito nascondere i mie movimenti, dato che il mio rivale era una sagoma di legno, però in un futuro, o molto presto, il mio bersaglio sarebbe stato una creatura composta di carne ed ossa. Comunque avrei stretto due unai nella mano destra, rispettivamente tra il pollice e l'indice, e il medio e l'anulare, mentre nella mano sinistra l'arma acuminata avrebbe risieduto tra l'indice e il medio. Non avrei atteso ulteriore tempo, e in quel medesimo frangente verso lanciai le prime due armi verso le spalle, e l'ultimo all'altezza del torace. Era un piano studiato, anche se per portarlo a compimento avrei dovuto usufruire di quattro armi, nonostante tutto visto che mi trovavo di fronte, a dieci metri, un semplice ciocco di legno, le piccole lame si sarebbero andate ad impattare perfettamente nei suddetti punti, ma se quella creatura fosse stata animata le cose sarebbero andate diversamente. Infatti se essa avesse effettuato uno spostamento a destra oppure a sinistra, il kunai diretto alla spalla di quel lato, si sarebbe andato ad impattare in pieno petto, mentre se avesse eseguito un salto in aria, l'arma diretta al torace lo avrebbe trafitto con tutta probabilità ai testicoli, mentre se si fosse abbassato avrebbe subito un affondo al cranio, ma calcolando il grado notevolmente superiore, quindi dotato di maggiore velocità, ogni calcolo sarebbe stato vano.

CITAZIONE
~Status Nagato Moriguchi:

Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 50/50
Condizione Mentale: Senso di superiorità
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/3:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken: 2/2
Kunai: 1/4
Flash: 1/1
Sacche Porta Oggetti: Porta Shuriken 1/1
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 31/3/2009, 09:26




V a l u t a z i o n i ~ I n d i c e d i G r a d i m e n t o

Post Prova Pratica

SPOILER (click to view)

Nagato Moriguchi: Già ti conosco come ruolatore, quindi non mi aspettavo nulla di meno. Devo ammettere che sei riuscito a migliorare ancora, notevolmente, sotto un punto di vista nel quale eri già bravo: la caratterizzazione psicologica del Pg. La trama ed il momento in cui uccidi tua madre sono stati trattati in maniera maniacale. L'esercizio è stato svolto bene, anche se sul lancio di armi diciamo sei stato un po' autoconclusivo. Sarò sempre io a decretare l'esito dell'attacco. Comunque bazzecole. Post ottimo. La cosa che penso già la sai: scrivi molto e bene, ma ciò che ti manca è la continuità. C'è molta mole di lavoro dietro i tuoi post e questo ti porta via una marea di tempo. Quindi ti consiglio di equilibrare lunghezza e puntualità.

Ren Tsumiji: Occhio alle ripetizioni. Comunque un buon post, poi il tuo Pg mi piace. Scontroso, ma amicone. Bello. La strategia va bene anche se avresti potuto usare l'altro attacco fisico. E' pur sempre una copia di un Chuunin. In più, non hai detto dove miravi. Il manichino è come un avversario. Busto, testa, spalle, addome ecc.
Un errore del genere, in uno scontro, ti potrebbe costare caro. Attento. Nel complesso va bene.
CITAZIONE
...presentarsi al nostro cospetto altre due figure,probabilmente due altri studenti che avevano...
...mmediatamente dopo le sue parole il jounin compose...
... il proprio chackra attingendo...

Kengah Riddle: Ottimo per i puntini di sospensione, vedo che hai seguito i miei consigli. La scrittura va bene, è inutile soffermarsi sulle sviste. Sulla strategia ho qualche appunto da farti: innanzitutto il filo trasparente chi te l'ha dato? Se non ce l'hai nell'equipaggiamento mica lo puoi utilizzare eh? Poi il tuo personaggio non sa di poter fare due attacchi fisici, è un regolamento Off GDR. In più sei andata oltre i tuoi slot. Il doppiocalcio sono già due attacchi fisici, più la mano a paletta sono tre. Poi hai fatto due lanci d'armi, mentre ne avevi a disposizione uno. Prima lanci il kunai con il filo, poi lo liberi e lo scagli sul manichino: quindi sono due lanci, mentre tu ne hai a disposizione uno di max tre armi alla volta. Infine, non hai detto dove miri. Attenzione in combattimento il tuo avversario può utilizzare le sviste a suo favore. Comunque non ti preoccupare eliminerai questi problemini con l'andare del corso.
CITAZIONE
...Ho solo due attacchi fisici, vediamo di non sprecarne neanche uno...
...Lanciò il Kunai legato al filo trasparente verso l'avversario...

Takeshi Fujiwara: Post discreto. Potresti fare molto, ma molto di più. Sei sicuramente sufficiente, ma sono sicuro che se volessi potresti essere un eccellente ruolatore. Attenzione a ripetizioni e sviste, appesantiscono la lettura. Un consiglio personale, evita di citare il parlato altrui, ma rielaboralo durante la narrazione o i pensieri del tuo Pg. La strategia va bene, anche se non hai specificato dove miri con il primo attacco fisico.
CITAZIONE
...movimento simultaneo di spalla e gomito destro, cercò di sferrare il colpo che, ovviamente, sarebbe stato parato dall’esperienza e dall’abilità del maestro...

Ronin khayne: Credo che il poco tempo ti abbia giocato un brutto scherzo. Il post è pieno di sviste: ripetizioni, verbi al passato remoto non accentati, congiuntivi ecc.
Devi rileggerlo più volte il post, ma sono sicuro che dal prossimo farai meglio. Veniamo alla caratterizzazione del pg, la quale risulta un po' assente. Fallo vivere il Pg. Fagli compiere azioni particolari, uniche. La strategia diciamo che è sufficiente, anche se sul lancio di armi non ci siamo. A disposzione, avete un solo slot che comprende un unico lancio. Non due. Nello stesso potete scagliare al max tre armi contemporaneamente. Poi sei stato autoconclusivo sui lanci, sono io a decretare l'esito, ok? Comunque la lunghezza, va bene. Dal prossimo turno voglio vedere subito un netto miglioramento.
CITAZIONE
...casa della famiglia Khayne,sveglia presto per tutti alle sei per recarsi presso l'attività di famiglia in possesso da anni,purtroppo però per questa famiglia da tempo gl...
...casa giusta per tre persone...
...Il giovane ragazzo però era differente dal padre,aveva aspirazioni differenti...
...risposta comprometteva sulle emozioni sempre forti e...
...nei suoi pensieri da shinobi,con le mani incrociate dietro la testa. Era li che passava la...
...le gambe un po divaricate e un po piegate...
...era andata bene ho male ma come detto prima la cosa non gli faceva ne caldo ne freddo,lui ...
...se il vento avrebbe cambiato la direzione del kunai

Kobo Armada: Ti dico subito qual è il problema: hai fretta nel postare. Essa è la cosa peggiore per un ruolatore. Il post è cortino rispetto le 80 righe Word che avevo chiesto. E' pieno di ripetizioni e sviste, occhio a ricontrollare sempre due, tre volte il tuo elaborato prima di inviarlo. L'errore più grave è stato il mancato rispetto sulle consegne. Innanzitutto avresti dovuto presentarti elencando il tuo equipaggiamento, poi non è che ti puoi aggiungere oggetti, così a caso. Quindi il filo di rame non avresti dovuto utilizzarlo. Cosa ancor più grave è l'esser stato autonclusivo. Ho specificato che sarei stato io a decretare l'esito dei vari attacchi. In più non avresti mai potuto muovere la mia copia. Tu puoi descrivere con l'indicativo, solo le azioni del tuo Pg; inoltre dovevi colpire un clone ed un bersaglio in legno a distanza, mentre tu hai eseguito l'esercizio con due copie. Insomma, devi prestare più attenzione a tutto. Calma e sangue freddo per la prossima volta. Era il tuo primo post, migliorerai sicuramente.
CITAZIONE
...Ad un tratto il suono di un campanellino giunse alle sue orecchie facendolo rinvenire da quel sonno profondo che in tutte le notti piombava.
Quel suono non era mai giunto dalle parti della sua abitazione di periferia.
Alzatosi, perplesso, andò verso la porta
Cosa sarà mai quel suono che ho sentito poco fa?...
...Il sensei non vuole che usiamo il chackra quindi mi tocca...
...lanciò uno dei due kunai attaccati al filo di rame che la madre gli aveva regalato, il filo si aggrovigliò al tronco alla sinistra della copia e stava puntando al suo fianco...

Yamato Hiamashime: Bocciato per mancato Post.


NB Prossimo Post del Sensei: Entro le 23:59 di Giovedì 2 Aprile.

>Per chi volesse ancora partecipare, mi contatti in privato e non posti direttamente, grazie.




Edited by Shiryu Uchiha - 31/3/2009, 12:31
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 31/3/2009, 10:26




CITAZIONE
Tanto da soli non andrete mai a vederlo. Parlo del regolamento, ovviamente. In molti avete sbagliato l'uso degli Slot. Ecco un ripassino. In un turno queste sono le cose che potete fare. Siete Energia Bianca, quindi uno Slot Azione ( due attacchi fisici ed un lancio di max tre armi contemporaneamente ) ed uno Slot Tecnica. Ricordatevi sempre che un turno di combattimento dura all'incirca 7-8, max 10 secondi, quindi queste sono le azioni che al massimo potreste compiere in questo lasso di tempo. Teneteli a mente anche durante Quest/Allenamenti in Solitaria. Intendo dire che con la vostra energia, ad esempio, durante un allenamento in solitaria, non potete eseguire più di una tecnica ogni 7-8 secondi.

Slot Azioni e Tecniche

Gli slot Azioni racchiudono le azioni complessive che uno shinobi può fare all’interno di un turno.
Ognuno di essi è composto da:

-Un Lancio di una o più armi (Fino a tre alla volta)
-Due Attacchi Fisici (Pugni, Gomitate, Ginocchiate, Calci, Fendenti)

Vi sono poi gli slot Tecnica, che permettono di eseguire una e una sola tecnica (Taijutsu, Ninjutsu, Genjutsu, Derivate da Innata, ecc.) per ognuno.

Andiamo ora a vedere come sono ripartiti a seconda dell’energia posseduta dal vostro PG, gli slot Azione e quelli Tecnica.


Energia Bianca: [ 1 Slot Azione ] [ 1 Slot Tecnica ]
Energia Gialla: [ 2 Slot Azione ] [ 1 Slot Tecnica ]
Energia Verde: [ 2 Slot Azione ] [ 2 Slot Tecnica ]
Energia Rossa: [ 3 Slot Azione ] [ 2 Slot Tecnica ]
Energia Blu: [ 3 Slot Azione ] [ 3 Slot Tecnica ]
Energia Viola: [ 4 Slot Azione ] [ 3 Slot Tecnica ]
Energia Nera: [ 4 Slot Azione ] [ 4 Slot Tecnica ]
Energia Suprema: [5 Slot Azione ] [ 4 Slot Tecnica ]
Energia Divina: [ 5 Slot Azione ] [ 5 Slot Tecnica ]
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 2/4/2009, 13:18





Narrato
* Parlato *
/ Pensato /
# Parlato Altri #





~The Shinobi's Energy~



Kirigakure: ~Accademia
~Campo di Allenamento 13



Un gruppetto folto di ragazzi si stava mettendo all'opera, quando altre tre nuove reclute giunsero presentandosi al cospetto del Sensei. Non prestò attenzione nemmeno a loro, se non per il fatto che altri studenti di Oto si erano uniti all'addestramento. Egli creò altrettante copie acquatiche e visionò con attenzione le capacità base di ognuno dei suoi allievi. L'esercizio serviva solamente a scremare il corso dagli elementi davvero inutili. La classe precedente aveva sfornato un solo Genin e questo la diceva lunga sui metodi didattici del Chuunin. Alla fine dell'esercizio, si spostò al centro con passo deciso. Rilasciò le copie, le quali avevano evitato tutti gli attacchi; mentre il manichino l'aveva colpito, in maniera eccellente, solo Nagato. Tutti gli altri si erano limitati a centrare zone periferiche della sagoma. Non guardò nessununo dei candidati, ma si limitò a fissare il cielo. Improvvisamente con un'azione lontanamente visibile agli occhi dei suoi allievi, scagliò lontanto uno di loro, tramite un calcio rotato.

* Yamato Hiamashime sei bocciato. Non sei minimamente in grado di essere considerato uno shinobi. Allontanati da qui. Ai restanti: vi concedo di continuare il corso. Ho visto cose buone e cose ingiudicabili. Quando si attacca un obiettivo si deve sempre mirare con precisione ai punti vitali, avete capito? Per quanto riguarda il fatto di una classe mista: non v'importa delle decisioni politiche di Oto e Kiri, non sono affari che vi riguardano. Tu Nagato del Suono, se vuoi sfidarmi accomodati pure, hai parlato anche troppo per i miei gusti. *

I partecipanti erano rimasti in sei, a meno di nuovi arrivi, e si sarebbero dovuti preparare ad una prova difficilissima. Cambiò totalmente espressione, facendo trasparire violenza incontrollata dal suo sguardo. Fissò negli occhi uno ad uno e si spostò poi sulla piccola riva del fiume. Accumulò il chakra sotto la pianta dei piedi, i quali, rapidamente, si avvolsero in un'aurea azzurra. Immediatamente, passo dopo passo, come se stesse camminando sul terreno, attraversò il fiume. In quel momento erano separati da un corso d'acqua, largo ciarca quattro metri.

* Avete due ore, non un minuto di più, per attraversarlo come ho fatto io. E' una forma molto avanzata di controllo del chakra. Ne dovrete accumulare una giusta quantità sotto i piedi, per poi renderla stabile. Ciò vi permetterà di rimanere in piedi su delle superfici liquide. Di solito si inizia con il chakra adesivo che viene usato per camminare su tronchi di alberi ecc., ma io ho fretta e quindi non ho tempo da buttare con voi stupide reclute. Il trucco risiede nell'imparare dagli errori precedenti. *

Si posizionò a braccia conserte, mentre passeggiava tranquillo e beato. I suoi continui sbalzi d'umore erano un brutto segnale per i poveri allievi. Il primo bocciato l'aveva preso a calci, il prossimo chissà? Intanto lo studente che aveva fatto "volare", si allontanò tremando.

/ Non male i due membri di Oto. Mi divertirò con loro, ne sono sicuro. C'è anche la ragazza da tenere d'occhio. Credo che con questa classe cambierò totalmente modalità di corso. /


S t a t u s ~ A k i h i r o
Grado: Chuunin
Energia: Rossa
Chakra: 190/300
Condizione Mentale: Scocciato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:
[60] Mizu Bunshin no Justu ~ 4 Cloni
[45] Mizu Bunshin no Justu ~ 3 Cloni
[5] Chakra Adesivo ~ 1 Utilizzo
Recuperi:-
Slot 0/3:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken 6/6
Kunai 5/5
Flash 3/3
Fumogeni 2/2
Bombe Carta 2/2
Accendino 4/4
Katana 1/1
Giara d'acqua (25 litri) 1/1
Tatami 1/1
Coprifronte di Kiri 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


†Edit: Si, aggiunta frase per Nagato.
Aggiunta la descrizione degli esiti di attacco.



I n c a r i c h i

~Leggere attentamente

SPOILER (click to view)
Pretendo sempre le solite sessanta righe con i parametri word che già conoscete. E' una prova fondamentale per lo sviluppo dei vostri personaggi. Imparare ad usare il chakra sarà difficile. Fallirete molte volte. Imparerete dagli errori commessi, giungendo alla soluzione con fatica ed impegno. Il sensei non vi ha detto nulla, quindi, per comprendere il meccanismo, potrete utilizzare solamente la vostra capacità deduttiva. Ogni tentativo consumerà 5 di chakra e non imparerete con meno di tre/quattro tentativi. Siate precisi e descrittivi nel richiamare il chakra ecc., siete studenti alle prime armi, nulla è semplice. Non deludetemi.
Il tempo a vostra disposizione scadrà alle 23:59 di Martedì 7 Aprile.
Mi raccomando, per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi via Mp/Msn oppure in questa, mia, Sezione.




Edited by Shiryu Uchiha - 3/4/2009, 12:48
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 2/4/2009, 15:49




CITAZIONE

Per i nuovi iscritti, vi indico le modalitò di postaggio. Voglio innanzitutto almeno 80 righe, con i parametri word che sono indicati nel regolamento. Dovrete fare due post in uno. Esso dovrà comprendere la comunicazione della partecipaziona al corso (chi è di oto dovrà anche tenere conto che si impiegano circa tre giorni per raggiungere il villaggio della Nebbia);
l'arrivo al campo mentre il sensei sta spiegando l'esercizio (vi presenterete come hanno fatto le altre reclute prima di voi);
infine, eseguirete lo stesso esercizio. Guardate attentamente il regolamento ed i post precedenti con i rispettivi miei giudizi, almeno vi farete un'idea di ciò che si richiede. Se volete visionare gli incarichi nel dettaglio, prendete quelli alla fine del mio ultimo e primo post.
La scadenza è sempre per le 23:59 di Martedì 7 Aprile.
Mi raccomando, per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi via Mp/Msn oppure in questa, mia, Sezione.


 
Top
xyz10
view post Posted on 3/4/2009, 20:59





SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato

Test Number Two: Chakra Control
Kirigakure, Campo d’allenamento 13

Nessuno degli aspiranti genin era riuscito a colpire le copie evocate dal sensei. Invece, tutti erano riusciti a prendere i manichini di legno con le proprie armi da lancio, ma solo uno degli studenti era riuscito a centrarlo in pieno.

In quel momento si erano riuniti tutti lì, in cerchio, in attesa del giudizio del loro sensei per quanto riguardava la prima prova. Prima che egli parlasse, però, Takeshi si accorse di una novità: altri tre ragazzi erano arrivati, in ritardo, e si erano uniti al resto della classe. Un’altra cosa insolita fu che due di essi venivano da Oto, o più comunemente chiamato il Villaggio del Suono. Uno di essi, Nagato, così si chiamava, era riuscito ad attirare l’attenzione di tutti con le sue parole, quasi proferite in tono di sfida nei confronti di Akihiro. Non volle dire né il nome, né l’equipaggiamento che aveva portato con sé per quell’occasione. Inoltre, disse qualcosa riguardante il fatto che tre studenti del suo villaggio fossero venuti lì, a Kiri, per l’accademia. In effetti, aveva ragione. Probabilmente qualcosa non quadrava: o i due paesi erano sul punto di stipulare un trattato d’amicizia, oppure quel corso inter-villaggio era stato organizzato solo per conoscere l’abilità degli shinobi stranieri. Era proprio quest’ultima ipotesi a turbare Nagato.

Ma che sta facendo questo pazzo? Sa benissimo che il sensei non ama le persone loquaci! E allora perché parla così tanto?

D’un tratto, un’idea fulminea passò per la testa del ragazzo. Sperava solo che non fosse esatta, per il bene del suo compagno di corso

Nagato, che cosa stai facendo? Vuoi morire, forse!?

Non ebbe comunque il tempo di sentire la risposta, perché, ormai, tutti avevano finito l’esercizio e il sensei si preparava a parlare. Takeshi lo fissò, in attesa delle sue parole. Ma esse non venirono. Infatti, con un movimento fulmineo, Akihiro scomparve dalla vista del ragazzo e, dopo neanche mezzo secondo, Yamato, l’unico aspirante genin a non aver svolto il test, fu sollevato da terra e volò all’indietro per cinque o sei metri. In quel preciso istante, dopo che egli fu scaraventato via, il maestro riapparve, proprio dove si trovava lo sfortunato studente qualche millesimo prima.

Cosa!? Quando l’ha colpito? Non l’ho neanche visto muoversi! pensò Takeshi, deglutendo. Da questo momento in poi, devo impegnarmi al massimo! Non posso finire umiliato come lui!

Dopo aver pesantemente abbattuto il suo allievo, il chuunin iniziò a parlare: bocciò immediatamente il ragazzo che aveva colpito, ma questo c’era da aspettarselo. Tutti gli altri, invece, compresi i nuovi arrivati, furono ammessi alla fase successiva. Prima di illustrarla agli studenti, però, il biondo shinobi dagli occhi di ghiaccio commentò l’esercizio precedente, evidenziando l’errore commesso dalla maggior parte di loro, Takeshi incluso: avrebbero dovuto mirare ai punti vitali, indipendentemente dal fatto che l’obiettivo era un ciocco di legno. Il quindicenne si trovò in disaccordo con queste parole e decise di farlo notare al suo maestro, pur sapendo di andare contro il principio su cui si basavano il villaggio della nebbia ed il suo sensei:

Scusi, Akihiro-sensei, ma non sono d’accordo su quanto ha appena detto. Non bisogna per forza uccidere il bersaglio. E’ meglio colpirne gli arti, in modo da limitare i suoi movimenti. È necessario eliminarlo, invece, solo quando è la missione a richiederlo, non in altri casi. Io la penso così.

Era forse stato troppo diretto? Troppo scontroso? Non credeva affatto, in quanto, altrimenti, il chuunin avrebbe già fatto fuori il ragazzo di Oto, Nagato, che lo aveva appena provocato. Nonostante tutto, il sensei continuò a parlare. Probabilmente gli avrebbe risposto più tardi, se non fosse rimasto totalmente indifferente come le altre volte. Intanto, egli ascoltò la provocazione dello shinobi del Suono, e ribatté con parole altrettanto dure e intrise di voglia di combattere. Ma si limitò a questo. Infatti, al ragazzo non toccò la stessa sorte di Yamato. Il maestro assunse, però, un’espressione differente da prima: il suo sguardo si fece più violento, come se avesse voglia di squartarli tutti quanti. Poi fissò, dritto negli occhi, ad uno ad uno, tutti e sei gli aspiranti genin. Quando fu il turno di Takeshi, egli cercò di sostenere lo sguardo folle di Akihiro, come a dire “Io non ho paura di te”, anche se forse non lo pensava davvero. Perché, in fondo, era proprio quello che lo shinobi dai capelli dorati desiderava: mettere loro paura. Ma il quindicenne tentò di non far trapelare alcuna emozione tramite il suo sguardo. Quindi il sensei cambiò bersaglio, e si diresse verso la prossima vittima dei suoi gelidi occhi. Subito dopo, egli si spostò in direzione del fiume, che scorreva tranquillo a pochi metri da loro. I piedi del chuunin vennero avvolti da un’aura azzurrina che, secondo quello che Takeshi si ricordava dalla teoria appresa dai libri, doveva essere chakra. Immediatamente dopo, Akihiro si diresse, inesorabilmente, verso il corso d’acqua lì accanto e, tranquillamente, come se esso fosse stato solido, lo attraversò, giungendo dall’altra parte, ad una distanza, cioè, di circa quattro metri. Lì, egli iniziò la spiegazione del secondo test: avrebbero dovuto passare anche loro sopra il torrente, controllando alla perfezione la propria energia. Aggiunse anche che non avrebbero tentato prima di scalare la corteccia degli alberi, ma si sarebbero concentrati immediatamente sull’acqua, dalla difficoltà ancora più elevata.

Ma come non abbiamo tempo per le prove semplici? Se ci ha concesso due ore, significa che ne abbiamo a sufficienza! Sta cominciando ad innervosirmi, questo qua. È assurdo passare direttamente alla prova più difficile. Sarebbe come se noi piuttosto che essere qui, fossimo all’Esame Chuunin! È ovvio che non riusciremmo a superarlo! Come questa prova, del resto.

Non si era mai esercitato sul controllo del chakra. Era una cosa del tutto nuova per lui. Sperava che anche per gli altri lo fosse, così da non essere l’unico a sbagliare. Ben sapendo quale sarebbe stato l’esito almeno del primo tentativo, Takeshi si tolse la maglietta che indossava, rimanendo a petto nudo. Quindi, compose il seal della Pecora, quello che permetteva di accumulare il chakra. Chiuse gli occhi, cercando di visualizzare il flusso di energia che scorreva nel suo corpo, e tentò di convogliarlo nei piedi. Ci vollero almeno un paio di minuti affinché si sentisse pronto. Quando aprì gli occhi, vide i suoi arti inferiori brillare di una luce bluastra, come quella di Akihiro poco tempo prima. Sorrise, sentendosi pieno d’orgoglio. Ma così, si deconcentrò, e l’aura azzurra sparì.

Merda, mi sono distratto e il chakra è sparito!

Ci riprovò, questa volta gli sembrò di impiegare meno tempo di prima a concentrare la sua energia nel punto stabilito. Una volta che i suoi piedi furono avvolti della giusta quantità di chakra, si mosse in avanti, facendo piccoli passi e stando ben attento a non perdere la concentrazione poiché, solo ora se ne ricordava, aveva studiato che una componente fondamentale del chakra è l’energia mentale. Giunto alla riva del fiume, si fermò, tremando, ansioso di superare quel test e di dedicarsi al prossimo. Mise, lentamente, prima il piede destro sulla superficie dell’acqua, come per tastare la sua consistenza. Sembrava solida. Così, mosse anche l’altra gamba, ma quando l’arto inferiore sinistro toccò la massa acquosa che scorreva sotto di lui, Takeshi sprofondò nell’acqua, fino all’altezza della tibia. Rabbrividì: l’acqua era freddissima, e quindi ne uscì subito. Si fermò un attimo sulla riva, sedendosi sulla terra battuta, a riflettere sulla causa del suo fallimento.

Perché? Perché non ce l’ho fatta? Rifletti, Takeshi, rifletti. Quando ho appoggiato solo il piede destro, rimanendo col sinistro ancorato alla terra, l’acqua mi ha retto; ma quando ho posato anche l’altro, sono sprofondato. Forse, il chakra non era sufficiente a reggere il mio peso. Si, l’unica spiegazione plausibile è la mancanza di chakra.

Mentre pensava, erano passati cinque o sei minuti, e gli altri suoi compagni si stavano già cimentando con questa durissima prova. Fu un sollievo per lui vedere anche loro sbagliare, qualche volta: questo significava che era un esercizio difficile per tutti, non era soltanto lui ad essere imbranato. A questo punto si rialzò, deciso a non commettere più altri errori. Riprovò a concentrare la sua energia e a immagazzinarla negli arti locomotori. Questa volta, però, impastò più chakra di prima, così da essere sicuro che esso avrebbe retto il peso del suo corpo. Cominciò a camminare sulla superficie dell’acqua posando, come prima, prima il piede destro e poi il suo opposto. D’un tratto, avvertì una sensazione strana alle sue gambe. Istintivamente pensò:

Merda, troppo chakra!

Aveva perfettamente capito quello che sarebbe successo. Peccato lo abbia capito troppo tardi, senza possibilità alcuna di evitare quello che sarebbe accaduto subito dopo: i suoi piedi stavolta non sprofondarono, anzi, ebbero l’effetto contrario. Vennero sbalzati via, a causa dell’eccessiva quantità d’energia che si era venuta ad accumulare in un unico punto. Takeshi si ritrovò per terra, tre metri più indietro. Riuscì a sollevarsi, rimanendo ancora una volta seduto, con i gomiti appoggiati alle ginocchia, a pensare. Quella posizione lo aiutava spesso a riflettere.

No, anche questa volta ho sbagliato. Uffa, non pensavo fosse così complicato! Secondo me sbaglio qualcosa di importante. Sicuramente una cosa basilare. Ovviamente mi sembra di avercene messo troppo, di chakra, questa volta. Anche il maestro, poi, non poteva darci qualche consiglio su come completare la prova? Si vede che non ha minimamente voglia di insegnare a delle “stupide reclute”, come ci chiama lui. Vediamo, cosa potrei aver sbagliato questa volta? Indubbiamente ho convogliato troppo chakra nei piedi che ha reagito con l’acqua, facendomi volare. Ma forse, sbaglio anche il modo. Non potrebbe essere che devo correre, anziché camminare?

Convinto di questo suo ragionamento, si alzò in piedi. Sentì che i muscoli delle gambe iniziavano a dolere, poiché l’acido lattico stava iniziando la sua fermentazione. Si diede due schiaffi simultanei sulle guance, per darsi la carica sufficiente a superare quel maledettissimo fiume che lo stava facendo penare in quel modo. Quando compose il seal della pecora, sentì che la sua riserva di chakra era diminuita, e di molto anche. Impiegò un’infinità di secondi per riuscire ad evocare la propria energia. Quando si sentì pronto, indietreggiò di qualche passo dalla riva del fiumiciattolo, così da poter prendere un po’ di rincorsa, che gli sarebbe servita per prendere più velocità e, quindi, per superare più in fretta i quattro metri che lo separavano dal suo sensei, posizionato dall’altra parte del corso d’acqua. D’un tratto partì, usando tutto il chakra che aveva accumulato: dopo neanche un secondo aveva oltrepassato il bordo, ed era entrato nel torrente. L’acqua lo stava reggendo in maniera perfetta. Non capiva se era merito della giusta quantità d’energia utilizzata, o piuttosto grazie al fatto che stava correndo. Ancora qualche secondo, e avrebbe superato anche il secondo test. Cercò di non pensare a queste cose, che di sicuro lo avrebbero solamente penalizzato. Infatti, solo quando toccò l’altra sponda con entrambi i piedi si rilassò, esplodendo in un grido di gioia. Ma in realtà, ben sapeva che la prova non era finita. Infatti, Akihiro aveva detto di attraversare il fiume come lui stesso aveva fatto, e cioè camminando. Sicuramente non avrebbe tollerato il fatto che avesse superato il suo test senza seguire appieno le regole da lui dettate. Per questo, non appena ebbe avuto il tempo necessario a riprendere fiato, e per fare ciò impiegò circa una decina di minuti, si riconcentrò nuovamente sul controllo del proprio chakra, impastandolo come aveva appena fatto. Mosse a fatica i propri muscoli. L’acqua lo resse anche se camminava a passo lento, ma solo fino a metà. Infatti, a quel punto, l’aura azzurra ormai familiare che avvolgeva i suoi arti inferiori sparì. Ma Takeshi se ne accorse prima di fare una figuraccia: dopotutto, l’aveva appena superato correndo e non poteva fallire al tentativo successivo! Quindi, con uno sforzo immenso, spiccò un balzo che terminò appoggiando, sul terreno, i due piedi ed il ginocchio destro.

Era felicissimo. Ce l’aveva fatta. Aveva superato anche la seconda prova, avvicinandosi così alla propria meta: la promozione. Con un enorme sorriso disegnato in volto, Takeshi si lasciò cadere all’indietro, sfinito, così da rimanere sdraiato sulla dura terra rossa.
SPOILER (click to view)
Status
Grado:
Studente
Energia: Bianca
Chakra: 25/50
Condizione Mentale: Felicissimo
Condizione Fisica: Sfinito
Consumi: Chakra Adesivo (5) x5 = 25
Recuperi: //


Armi ed Equipaggiamento
Shuriken x3
Kunai x2
Makibishi x1
Panno Conduttore di Chakra x1
Tasca Porta Shuriken x1 (tasca posteriore sinistra)
Custodia Porta Armi x1 (tasca sulla coscia sinistra)

 
Top
Vitani
view post Posted on 4/4/2009, 01:29




CITAZIONE
narrato
parlato
parlato da altri
pensato


Sentimenti instabili


Valore.
Cosa potrebbe mai significare dimenticarsi di uno scalino?
Quella sensazione brevissima di vuoto che comprime lo stomaco facendoci sentire incredibilmente fragili.
Impotenza nel agire.
Comprendi?
e poi? Ci si rimane per quel millesimo di secondo attoniti,
per poi continuare a scendere.



#Un forte stridio sembrava tagliuzzare con fastidiosa persistenza la mente di Kengah Riddle.
Bloccata, attonita, giaceva sul campo di battaglia aspettando quella sentenza che ormai straziava la sua persona, troppo curiosa.
Il respiro iniziò ad affannarsi, solo ora lo sforzo di pochi minuti prima diventò percepibile.
Incrociò le mani dietro la nuca rilassandosi, mentre, osservava distrattamente il suo operato ed il colpo in sagoma.
Passarono diversi minuti prima che la ragazza prese coscienza di alcune novità, voltò il capo guardandosi intorno per valutare la riuscita o disfatta dei colleghi di corso; nuove sagome si facero presenti in quell ampio piazzale; dovevano essere studenti da Oto, ritardatari ovviamente, anche se la lontananza non dovrebbe giustificarli.
Si morse le labbra continuando ad essere assorta nei suoi giudizi e, in questa apparente trans, si mosse a passo veloce verso il Sensei.
Il vento sfregava il viso della giovane con forza sempre maggiore, provocando un leggero ondeggio delle ciocche rossiccie.
La temperatura si manteneva istabile, così come le condizioni meteo, gli abitanti di Kiri ne erano abituati; Kengah sorrise, rispecchiava la sua indole.
Istabilità, senso di ribellione, veemenza.

Voltò impulsivamente lo sguardo verso il braccio osservando con rabbia quel taglio.
...
Fu una frazione di secondi, quando si ritrovò nuovamente dinanzi a quegli occhi.
Era frustrata. Si strinse i pugni con forza avvertendo una leggera fitta ai polsi, il suo maestro colloquiava con indifferenza, i suoi atteggiamenti non erano mutati.
Indifferenza.
L'equivalenza del disprezzo è sempre stato il nulla.
Ed era questo ciò che trasmetteva Akihiro Hinaji, insoddisfazione.
....
Senza prestare ascolto alle sue parole incrociò il gelo incolmabile di quegli occhi. Affrontò quella visione trasmettendo rabbia, non poteva nascondere l'uragano dormiente all'interno del suo orgoglio.
Non avrebbe mai nascosto nulla.
Era tangibile, gli si poteva leggere nel limpido riflesso del suo spirito attraverso quegli occhi smeraldo.
L'uomo dagli occhi vitrie fece sobbalzare gran parte degli allievi calciandone uno senza preoccuparsi di dosare la potenza della sua azione.
Bocciato.
kengah osservò senza profferire commenti cercando di trasmettere indifferenza.
Sensei, Quanta rabbia.
Ne ho viste di persone come lei. Le odio. Sono più fragili di quello che mostrano. Ma non ci sono giustificazioni quando si compromette il futuro e persino la vita di altre persone.
Eppure...

Si voltò verso il malcapitato senza un interesse effettivo, in realtà avrebbe voluto, almeno momentaneamente, evitare il contatto visivo con il suo insegnante.
Anche senza guardare dal tono della voce, febbrile e statica, La giovane notò sensibilmente il cambiamento di uomore di Akihiro Hinaji.
Camminò verso il fiume, attraversandolo con estrema faciltà. Per poi fermarsi sulla riva opposta.
Avete due ore, non un minuto di più, per attraversarlo come ho fatto io. E' una forma molto avanzata di controllo del chakra. Ne dovrete accumulare una giusta quantità sotto i piedi, per poi renderla stabile. Ciò vi permetterà di rimanere in piedi su delle superfici liquide. Di solito si inizia con il chakra adesivo che viene usato per camminare su tronchi di alberi ecc., ma io ho fretta e quindi non ho tempo da buttare con voi stupide reclute. Il trucco risiede nell'imparare dagli errori precedenti.
Occhi omicidi perforarono lo sguardo di chi di noi seppe sostenerlo. Kengah Riddle corse verso la riva fissando corruggiata quell uomo.
inveì nel silenzio del suo sguardo. Avrebbe voluto attaccarlo, parlargli, insultarlo. Sentimenti contrapposti e poi, una fitta nello stomaco, forte, come un macigno che gravava sulle budella.
Ancora quell indifferenza.
Strinse i denti cercando di calmarsi. Fissò l'acqua scorrere alla base dei suoi piedi. -Basta così, è ora che mi concentri, la rabbia non aiuta in questi casi, ora è il momento di svolgere bene l'esercizio. Ma.. si deve solo permettere di pigliarmi a calci. Solo provarsi. Una donna vendicativa può persequitare meglio di un fantasma in crisi esistenziale.- Incrociò le braccia al busto alternando lo sguardo tra i novizzi ed il fiume. - è tragica! Non ho mai provato a fare una cosa del genere! Camminare sull acqua. Controllare il chakra e chi ci ha mai provato! Mi servirebbe una congiura.-
Sospirò seccata osservando la riva con sguardo burbero.


Segui il tuo passo costantemente, con determinazione e quel deserto attraverserai.


-Chakra attivo, devo sentirlo scorrere dentro di me, ecco, posso sentire il mio battito cardiaco in parallelo con il flusso della mia energia. Ora i piedi, devo trasportare il flusso verso il basso. Ancora, più giù.-
Candide goccioline di sudore attraversavano la fronte della giovane, Erano già trascorsi diversi minuti ed il tasso di concentrazione incrementava constantemente.
Sulla riva opposta Shiryu Uchiha passeggiava a braccia conserte alternando lo sguardo tra i vari novizzi.
La situazione non era di certo favorevole, la presenza dell insegnante frontalmente alla ragazza avrebbe potuto far subentrare un arma a doppio taglio, l'ansia.
La giovane si mosse con passo deciso verso il fiume cercando di concentrare il chakra accumolato sulle piante dei piedi.
Le gambe slittarono sulla superficie limpida del fiume facendo calare notevolmente la concentrazione, finendo, letteralmente con un buco in acqua.
Gran parte del busto sprofondò anche se la parte superiore riuscì a rimanere asciutta mantenendosi alla riva. -Gran bastardo, Ci mancava solo questo, l'acqua è congelata. Se avessi saputo avrei fatto il corso in una stagione calda.- Risalì aflitta e nervosa; a partire dalle costole in giù era fradicia ed il vento freddo incrementava il fastidio e la difficoltà di concentramento. -Godi a vederci così, eh? Ma non importa, in fondo sono le difficoltà che mettono alla prova ogni individuo, è anche questo ciò che ci fa capire se possiamo percorrere una determinata strada.- Sussurò queste parole silenziosamente mentre chiuse gli occhi per una maggiore concentrazione nel richiamare il chakra.
Ne accumulò una forte quantità sugli arti inferiori, precedentemente aveva fallito perchè entrata in panico nel momento in cui è venuta a mancare la stabilità del terreno, questa volta era decisa a non perdere la concentrazione.
Dopo lunghi minuti aprì lentamente gli occhi, per abituare gradualmente la vista alla luce, successivamente si incamminò verso il fiume.
Non percepiva più sensazioni, ne freddo ne caldo, solo il chakra scorrergli dentro.
Mosse i primi passi sul corso d'acqua. L'attrito era nullo, aveva perso contatto.
Scivolò nell'acqua d'impatto. Questa volta la riva distava di diversi centrimetri e la giovane finì per immergersi completamente.
Riemerse nuotando velocemente verso l'asciutto.
I vestiti erano impregnati, aderivano al corpo scomodamente, delineando ogni curva del corpo, creandogli fastidio e non poca soggezione.
Prima di richiamare nuovamente il chakra, afferò i propri capelli strizandoli, per far fuoriuscire più acqua possibile.
Alzò ancora una volta lo sguardo verso il suo insegnante, arricciando il naso arrabbiata. Era deprimente non riuscire a svolgere un compito.
-Troppo chakra, troppo chakra! devo dosarlo meglio non posso farne fluire tanto sui piedi, bene, ormai non ho più nulla da perdere, carissimo sensei sta tranquillo che tra un po non ti annoierai più così tanto.- Fissò l'uomo sorridendo maliziosamente. Sentì ancora le membra comprimersi.
Si domandò più volte in quell occasione perchè il suo corpo reagiva in quel modo nei confronti del suo maestro, ma non si seppe dare una risposta, o meglio, non volle darsi una risposta.
Aggrottò la fronte toccandosi con l'indice il labbro inferiore cercando di pensare ad una strategia migliore da adottare per l'esercizio.
Il sole era ormai alto, dovevano essere passati all'incirca 90 minuti dall inizio della prova e la stanchezza iniziava a frasi sentire influenzando anche la concentrazione.
Kengah si posizionò sulla riva richiamando nuovamente il chakra a se, la determinazione cresceva ad ogni fallimento, la rabbia che provava verso se stessa cresceva. Non accettava la sconfitta.
Non avrebbe mai perso senza lottare.
Si mosse per la terza volta verso il fiume, specchiandosi nelle sue acque, il riflesso era sfogato per la luminescenza bluastra del chakra. -Meno chakra sui piedi, concentrazione massima. Non mi rimane molto tempo, non devo fallire.-
I passi si sussegiuvano lenti e precisi, sguardo frontale in avanti, stava camminando, poteva scorgere lo scorrere del fiume sotto i suoi piedi.
Il freddo era perforante, la pelle della giovane diventò sempre più livida, il sangue circolava poco, e solo in determinati punti per permettere meglio il riciclo di chakra.
Erano condizioni pessime, ma la motivazione riesce a superare ogni ostacolo fisico.
La vista iniziò ad appannarsi ed il respiro diventò incostante.
-No. Non posso cedere ora, ci sono quasi, quasi.- Ed in un istante, quasi impercettibile ricadde nelle acque, sprofondando sia moralmente che letteralmente.
Stentando, nuotò risalendo in superficie, si trovava a pochi metri dalla riva opposta, era così vicina.
Nuotò con fatica risalendo dalle acque rigida, il suo corpo non rispondeva più agli stimoli. Si osservò le mani, erano insolitamente pallide.
Perse sangue dal naso a causa della temperatura corporea bassa e dello sforzo impiegato per l'esercizio. Con il braccio destrò strofinò il naso cercando di non far notare nulla al sensei.
Morse il labbro stringendo i pugni grondanti di acqua.
Rivolse il capo verso la riva opposta.

Traguardo.


I minuti scorrevano come le acque di quel fiume, inevitabilmente; contantemente.
mancava poco.
Kengah Riddle richiamò nuovamente il chakra, caldo nel proprio corpo, si poteva definire furore. La motivazione era tanta, inesplicitabile. Doveva continuare, avrebbe vinto se solo lo avrebbe voluto. Spalancò gli occhi limpidi verso l'uomo dall' altra parte del corso d'acqua ed iniziò ad avanzare.
Questa volta invece di concentrare il chakra solo sulle piante dei piedi ne accumulò una parte anche all interno del tronco, all'altezza dell ombelico; in modo da stabilizare il tutto con l'ausilio del baricentro.
E fu così che come un bambino che muove i primi passi verso le braccia emozionate dei propri genitori, Kengah mosse quei passi verso il compimento della seconda prova; ed ogni movimento venne studiato nei dettagli in quei pochi metri che sembravano durare un eternità.
Tremante sorrise toccando terra.
Con sguardo risoluto guardò il proprio maestro.
Era sfinita ma non si sdraiò, rimase ferma, a pochi passi dal proprio sensei aspettando, nuovamente, l'ennesimo giudizio.



CITAZIONE
Status
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 30/50
Condizione Fisica: illeso ma indebolita
Condizione Mentale: Sodisfatta
Consumi: //
Recuperi: //

Armi ed Equipaggiamento
Shuriken x4
Kunai x2
flash x1



Edited by Vitani - 4/4/2009, 04:01
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 4/4/2009, 11:00




CITAZIONE
Il "Modificato da Vitani - 4/4/2009, 04:01" è stato autorizzato da me, per poter inserire la legenda iniziale.

Ricordo che, una volta postato, per poter modificare, è necessario che mi contattiate per comunicarmi la motivazione.


 
Top
Shiryu
view post Posted on 4/4/2009, 14:31




Fury...

La foga sparì all'improvviso mentre il mio colpo andò a vuoto, forse parato, forse dispersosi nell'aria. Non riuscii a capire cosa fosse successo poichè quando andai a guardare l'esito del mio colpo la copia era stata fatta sparire dal sensei, ma una cosa era certa: avevo fallito la prima parte della prova, non ero riuscito a portare a segno la mia combinazione. Colpa della distrazione finale? Oppure avevo sottovalutato troppo la copia di quel fottutissimo maestro ed avevo finito per fargli parare il mio colpo? Non ebbi il tempo materiale di giungere ad una conclusione poichè il ninja aveva appena ripreso la parola per introdurre quella che sarebbe stata la prova successiva, quasi ignorando il fatto che nessuno era riuscito in ciò che lui aveva chiesto. A malapena mi accorsi di nuovi studenti giunti al corso, uno di essi aveva lo sguardo interessante e pareva proprio provenire da Oto, che anche lui fosse qui per il mio stesso motivo? Sembrava comunque uno in gamba, era appena riuscito a centrare perfettamente il bersaglio, ma ciò non significava che mi avrebbe sopraffatto, non era assolutamente segno che lui era più forte di me, anzi, gli avrei dimostrato il contrario.

°Vedremo come si comporta nella prossima prova°

E dunque quel vecchio era un sanguinario? interessante veramente. Chi avrebbe mai detto che parole tanto sagge sarebbero uscite da un ninja di kiri, oramai cominciavo ad essere sempre più convinto che il villaggio della nebbia e quello del suono si somigliassero sempre di più. Approvai inoltre il metodo in cui l'immeritevole aspirante era stato bocciato, il corso diventava sempre più interessante e sarebbe stato un peccato perdersi il proseguo.
Sostenni tranquillamente lo sguardo del sensei che, uno dopo l'altro, fissava ogni aspirante Genin. Un sorrisetto maligno quando osservò me, sembrava uno duro, ma di certo non mi sarei piegato a lui solo perchè aveva dei metodi che mi piacevano e perchè aveva uno sguardo interessante.
Alla fine della spiegazione rimasi lì, immobile, a guardare l'altra parte della riva. infondo tutto ciò che avrei dovuto fare era impastare del chakra e convogliarlo sotto le piante dei piedi finchè non avessi raggiunto l'altra parte della riva.
Chiusi gli occhi e composi il sigillo per richiamare il chakra, piegai lievemente le gambe e portai l'energia sotto le piante. Uno, due passi verso il manto acquoso per poi posare lentamente un piede sull'acqua per constatarne la consistenza. La concentrazione era alta ed in un primo momento sembrava andar tutto bene in quanto avevo sentito una certa sicurezza nel tatto con il liquido trasparente e la mia arroganza e presunzione mi aveva portato a credere che con il mio talento vi sarei riuscito senza alcun problema. Effettivamente però non fo così, infatti appena posai anche il secondo piede su questa, cominciò pian piano a farmi sprofondare, fino a che, arrivata alle ginocchia, non tentai disperatamente di convogliare più chakra nelle piante, ottenendo un risultato più che pessimo: risalii fino alla superficie ma il mio corpo non si fermò, infatti le mie membra balzarono in aria di cinque centimetri sul dorso dell'acqua e caddi miseramente al suo interno, bagnandomi totalmente.


°Merda!!! Fare figure del genere non mi va proprio.°

Immediatamente mi alzai ed uscii percependo dunque il gelido vento che, a contatto con la mia pelle ed i miei vestiti bagnati, ampliava il suo effetto a dismisura, dandomi quasi l'impressione di star congelando. Immediatamente mi sedetti a meditare, a pensare un qualsiasi modo per superare il fiume, in modo da poter evitare di cadere di nuovo e di fare un altra figura di merda. Ma cosa avrei potuto fare? Non ero io lo stesso ragazzo istruito alla furia dello scontro fisico? Non ero io lo stesso ragazzo a cui era stato insegnato che la razionalità ed il controllo delle proprie emozioni in battaglia era solo una limitazione? La mia mente vagò indietro negli anni. Mi trovavo in un arena fiocamente illuminata dalla luce di una lampadina a circa 15 metri da lì. Dinnanzi alla figura di un ragazzino nel quale mi riconobbi sostava un uomo possente, abbastanza alto.

(non puoi perder tempo a ragionare, la foga della battaglia è tutto, devi sentirne il desiderio, se non ci riesci è inutile che continui questo allenamento, non serve perder tempo con un altro rammollito, non serve addestrare un altro ninja di Oto che leccherà il culo al nostro kage corrotto)

"ma...cosa dovrei sentire?"

Dissi timidamente, avevo tutto il corpo pieno di lividi ed ero sporco, pieno di terra e fango. Ero finito a terra chissà quante volte sotto i colpi di quell'uomo dall'aria spietata, leccare il culo ai capi di Oto? Forse è grazie a lui se adesso non sono in quella condizione. Mi feci coraggio e proferii ancora.

"ti prego Konan...cosa dovrei sentire?"

(la sete di sangue piccolo idiota!! Devi solo sentire la sete di sangue nel momento in cui trovi il tuo avversario a tiro...non devi lasciargli la possibilità di fuggire...devi essere come i leoni, percepire la paura e azzannare senza pietà...non hai bisogno di stupide strategie o insulsi allenamenti per migliorare ad utilizzare le arti magiche...imparalo figliolo, va avanti chi picchia più forte, non chi sembra più figo)

La mente ritornò al luogo dove mi trovavo al termine di queste parole che, nonostante avevo terminato di ricordarle, rimbombavano ancora vive nella mia testa. L'idea di Konan mi era sempre parsa giusta, ma solo in parte, se picchiare più forte era l'obiettivo per raggiungere la vittoria, saper utilizzare al meglio i propri mezzi era un modo per avere più possibilità di colpire l'avversario.

°Coglione...che te ne fai di essere l'uomo più forte al mondo se poi non sei in grado neanche di colpire il tuo avversario?°

Mi alzai, se non me lo avevano insegnato loro era il momento di imparare da se, sarei riuscito a superare quello schifosissimo fiume e a dimostrare a quei forttutissimi pezzi di merda della mia famiglia che io ero più forte di loro. In verità ormai avevo capito che non mi avevano insegnato le basi ninja semplicemente perchè avevano paura che un giorno avrebbero perso il controllo su di me e che li avrei abbandonati. Ma ora che avevo capito nulla mia avrebbe smosso dalla mia decisione: sarei rimasto a Kiri a continuare la mia carriera ninja, non per scappare da Oto o da loro, ma perchè quel paese non mi avrebbe mai meritato.
Ora però era tempo di superare quella schifosissima prova. Il tempo cominciava a diminuire e la mia meditazione era durata abbastanza da causarmi un handicap rispetto agli altri che non erano stati ad oziare come me, bensì avevano continuato ininterrottamente a tentare. Lo sguardò si spostò dunque sulla rossa.

°Kegah Riddle°

A primo impatto avrei pensato che si era appena fatta il bagno in un fiume...un attimo...lei si ERA fatta il bagno in un fiume. Per un secondo avrei voluto prenderla in giro, ma appena mossi un passo verso di lei, alzatomi dalla mia posizione precedente, mi resi conto che anche i miei vestiti erano zuppi d'acqua...ripensandoci anche io ero finito come un idiota nel fiume. Mi fermai dunque e mossi verso l'acqua, osservandola e cercando un modo per superare il fiume. La prima volta che avevo tentato ero andato a finire dritto dritto di sedere nel fiume a causa di uno scarso convoglio di chakra nelle piante ed un invano tentativo di aumentarne la quantità in extremis ottenendo ciò che tutti hanno potuto vedere. Avrei dovuto dosare sin da subito una giusta quantità di chakra sin da subito, riparare in corsa era impossibile e lo avevo appena testato su pelle. Ero ancora infastidito da quello che avevo ricordato, la figura di Konan mi aveva sempre infastidito ed un tempo, quando ero molto piccolo, era anche diventata una figura mostruosa rendendo quasi impossibile riuscire ad allenarmi. Non ricordo amore nei miei confronti nell'arco della mia vita, piuttosto ho solo conosciuto falsità ed illusioni. Sicuramente anche i miei addestramenti furono guidati da tali sentimenti, anche se veniva più volte detto che era per il mio bene oramai non ci credevo più.
Troppe cose nella mia testa, troppi pensieri e poca concentrazione. Questa volta non eseguii lo stesso errore, il dosaggio fu magistrale, ma come detto la mia testa era troppo piena. Per qualcuno esperto nel dosaggio del chakra sarebbe venuto naturale camminare anche con una concentrazione quasi assente, ma per me, che ero alle prime armi, come avrei potuto fare? Sul momento non ci pensai ed appena tutto fu pronto, mossi entrambi i piedi sull'acqua, muovendo qualche passo convinto e tranquillo.
Tutto avvenne all'improvviso, senza nessun motivo: il passo prima ero quasi a metà percorso ed un passo dopo fui di nuovo nell'abisso. La consistenza dell'acqua scomparve, tornando liquida e facendomi crollare in profondità, ero in un punto dove l'acqua era abbastanza alta. Tornai alla riva a nuoto, la caduta nell'acqua mi aveva fatto tornare alla realtà. Ero in accademia in quel momento e ricordare avvenimenti passati non mi sarebbe servito, poichè se avessi mancato la riuscita di quella prova me ne sarei tornato direttamente a casa da fallito.

°BASTA!!!°

"Te ne vuoi andare dalla mia testa fottutissimo bastardo?"

Sbraitai nel silenzio di tutti, quasi fossi impazzito, quasi come se lo stress mi avesse fatto arrivare fino al punto del non ritorno. La rabbia si tramutò in concentrazione e tutto venne quasi naturale: dosai il chakra nelle piante dei miei piedi e, mantenendo gli occhi chiusi, mossi passi rapidi e convinti. Camminavo e immaginavo di starlo facendo su una superficie dura, una superficie che non mi avrebbe potuto abbandonare così che il lieve filo di timore derivante dalla consapevolezza di star attraversando una superficie liquida sparisse.Giunsi a metà pieno di convinzione, senza esitare un attimo fino a che raggiunsi l'altra parte della riva con il maestro e gli altri che erano riusciti a superare la prova. Quanti sarebbero stati bocciati adesso? Poco mi importava, corsi verso il sensei con sguardo serio e dissi

"Voglio rimanere a Kiri dopo l'accademia ninja, può aiutarmi?"

Non riponevo speranze in quell'uomo che sostava dinnanzi a me, ma provare non mi avrebbe causato alcun problema.

CITAZIONE
Status
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 35/50
Condizione Fisica: Illeso
Condizione Mentale: Determinato
Consumi: [Basso 3x]
Recuperi: //

Armi ed Equipaggiamento
Shuriken x4
Kunai x2
flash x1



Edited by Shiryu - 7/4/2009, 20:51
 
Top
~Jonin~
view post Posted on 4/4/2009, 18:49




SPOILER (click to view)
parlato
parlato altri
narrato
pensato

Nessuna delle reclute era riuscito a colpire una delle due copie del sensei, neanche Kobo Armada,il giovane delle periferie di Kiri; inoltre,solo uno degli allievi era riuscito a colpire il fantoccio al centro.
-Infondo credo che l'importanza della seconda parte della prima prova era di colpire il bersaglio e non di centrarlo in pieno addome e credo anche che al livello della pancia il colpo può essere meno vulnerabile mentre un colpo diretto in una parte ben precisa e maggiormente scoperta ed esposta a rischi sia ben meglio.
Ma non so qual'è il criterio con cui il maestro valuta la prova e non mi interessa saperlo, l'importante è che io diventa un Genin e di diventare un Anbu il più presto possibile.

Ma quello che turbava kobo era il corportamento tenuto dal suo sensei.
Il maestro non gli era sembrato simpatico già dal principio, ma Kobo sapeva che il sensei lo faceva per non avere un rapporto troppo stretto con i propri allievi;infatti le sue frasi ed i suoi comportamenti erano fin troppo bruschi
-Avete due ore, non un minuto di più, per attraversarlo come ho fatto io. E' una forma molto avanzata di controllo del chakra. Ne dovrete accumulare una giusta quantità sotto i piedi, per poi renderla stabile. Ciò vi permetterà di rimanere in piedi su delle superfici liquide. Di solito si inizia con il chakra adesivo che viene usato per camminare su tronchi di alberi ecc., ma io ho fretta e quindi non ho tempo da buttare con voi stupide reclute. Il trucco risiede nell'imparare dagli errori precedenti.
Il ragazzo si rivolse ai compagni sussurrando:
-Questo sensei mi fa innervosire ma si comporta così per il nostro bene se ci penso.Credo che sia uno dei migliori maestri in circolazione qui a Kiri
Le parole del sensei erano state molto pesanti e a suo avviso inutili infatti, Kobo, non si era demoralizzato dopo lo scarso risultato avuto nella prima prova.
Il sensei gli sembrava molto seccato,del resto lo era parso anche all’inizio e questa volta il giovane ragazzo lo voleva stupire.

La seconda prova


Non voleva partire per primo,poiché voleva analizzare le prove degli altri.
Dopo aver esaminato con cura le due “esibizioni” che si erano appena concluse; si alzò dal tronco su cui era appoggiato con la schiena dandosi una leggiera spinta portando le spalle in avanti.
-La prova è più difficile di quanto possa apparire…i miei compagni di corso hanno avuto molte difficoltà.
Questo però non vuol dire che io non ce la debba mettere tutta per superarla.

Restò in piedi per alcuni secondi; poi si avvicinò all’acqua.
-Sensei sono pronto!
Si preparò prima mentalmente, per cercare sempre la sua solita calma interiore che lo aveva accompagnato nella vita fino ad ora.
In seguito cercò di portare una quantità media di chakra in ognuno dei suoi piedi e sentì il chakra scorrere fino ai suoi arti inferiori.
Poggiò un piede sull’acqua e appena cercò di portare l’altro il primo piede affondò nell’acqua fredda del torrente; tornò indietro pensieroso.
-Eppure quel che ho fatto mi è sembrato giusto.
Ma in realtà non voleva ammettere che quando stava per appoggiare il secondo piede aveva concentrato il chakra su di esso e aveva fatto diminuire la quantità del chackra nell’altro.
-Ora riprovo; effettivamente la prova non è facile.
Questa volta voleva concentrare una quantità maggiore nelle sue gambe perché l’insuccesso del tentativo precedente gli sembrò dovuto a quel motivo.
Allora si preparò e appoggiò decisamente il piede sull’acqua e si accorse ce esso era stabile allora mise sulla superficie acquatica anche l’altro, ed anche questo gli sembro stabile ma non appena fece un altro passo affondò nuovamente.
-La quantità di chakra che ho messo questa volta è stata eccessiva perciò mi sono affaticato e sono sprofondato un ennesima volta.
Il suo animo era agitato e cercò di calmarsi svolgendo alcuni esercizi di respirazione.
Girò lo sguardo verso il sensei che gli parve ancora più seccato di prima ma questo non gli fece alcun effetto, anzi lo fece caricare di adrenalina.
-Ora ce la devo fare!
La quantità che voleva imprimere sui propri piedi questa volta era minima perché gli parse che anche nelle due prove precedenti gli allievi abbiano superato il secondo ostacolo in questo modo.
Questa volta gli sembrò di avercela fatta perché era quasi arrivato dall’altra sponda ma all’improvviso il piede sinistro scese sotto il livello dell’acqua e anche questo ennesimo tentativo fu fallito.
-Anche questa volta ho errato perché non sono riuscito a frenare le mie frenetiche emozioni

Un salto nel passato


Con questo pensiero si ricordò suo padre quando andava a raccogliere della frutta dall’altra parte del fiume che si trovava alle spalle di casa sua.
Gli venne in mente che un giorno aveva chiesto al suo amato papà:
-Come fai a correre anche sulle superfici acquatiche senza affondare?
Egli gli aveva risposto:
-Non è molto difficile per noi Anbu.
È vero gli anbu sono esperti in queste cose ma Kobo insistette e gli ripose la domanda
-Come fai a correre sull’acqua?
-Vedi ragazzo mio, noi ninja della radice, veniamo sottoposti ad allenamenti durissimi e dobbiamo tenere a freno le nostre emozioni ed è questo lo spirito giusto con cui devi affrontare i problemi che ti si presenteranno in futuro.
Ed è anche per questo che tu per me non conti molto.

Il bambino aveva dato importanza solo al lato negativo della risposta ed era per questo che stava fallendo i suoi tentativi.
[...]

Zero Emozioni


Ora aveva capito che le parole di suo padre erano per il suo bene e che quella frase era stata enunciata per creare nel ragazzo una figura negativa del padre, in modo che dopo la sua morte Kobo non avrebbe avuto più emozioni né negative, né positive.
-Sensei ora raggiungo i miei due compagni di corso dall’altra sponda.
Dopo aver pronunciato tali parole portò una quantità di chakra pari in tutti e due i piedi e incominciò a muoversi sulle acque e passo dopo passo le sue emozioni si stavano azzerando completamente.
Ora Kobo era diventato un ragazzo con il cuore di pietra, nessuno l'avrebbe fatto più intenerire ne tantomeno fatto andare su di giri.
Ormai la sponda era vicina,mancavano pochissimi passi e avrebbe raggiunto Kengah e Takeshi, per poi assistere alle rimanenti "esibizioni" degli altri compagni.
-Sinceramente le prove degli altri non mi interessano, quindi, appena arrivato dall'altra parte, mi farò un pisolino mentre aspetto che tutti i miei "colleghi" abbiano concluso la propria prova.
CODICE
Status:
Status
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 30/50
Condizione Fisica: Illeso
Condizione Mentale: Zero Emozioni
Consumi: [Medio 4x5]
Recuperi: //

Armi ed Equipaggiamento
Shuriken:4
Kunai:3



Edited by ~Jonin~ - 7/4/2009, 21:02
 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 6/4/2009, 10:31




CITAZIONE
Il "Modificato da ~Jonin~ - 7/4/2009, 21:02" è stato autorizzato da me, per poter correggere alcune sviste.

Ricordo che, una volta postato, per poter modificare, è necessario che mi contattiate per comunicarmi la motivazione.




Edited by Shiryu Uchiha - 8/4/2009, 11:44
 
Top
nakamura.666
view post Posted on 7/4/2009, 19:06




SPOILER (click to view)
narrato
pensato
parlato
altrui


L’avventura ninja di Ronin non ebbe un buon inizio,la sua presenza come quella di altri due suoi compaesani arrivati insieme a lui non riporto un minimo di interesse al sensei. Quest’ultimo con aria da superiore e indifferenza totale non rispose neanche hai nuovi arrivi concedendogli neanche un piccolo sguardo,l'unica cosa che fece capire hai ragazzi che si era accorto della loro arrivo fu la creazione delle copie che sarebbero state utilizzate per il primo test.
I due nuovi arrivi erano tutti e due di Oto,ma tra di loro solo uno riscosse una grande attenzione,si trattava di Nagato,costui si presentò al sensei e quindi anche ad i compagni di corso con una performance niente male,esponendo solo il suo nome e non riportò al maestro il suo equipaggiamento come veniva citato nella lettera,ma il tutto era fatto con voce e atteggiamento da sfida e superiorità,certo non poteva sicuramente competere con chi aveva davanti ma fece capire che non sarebbe stato molto facile mettergli i piedi in testa.
Subito dopo tutti i partecipanti al corso cominciarono il primo esercizio dato,per poi spostarsi presso delle sagome ed eseguire degli attacchi a distanza,Ronin diede il massimo di se e dopo aver scagliato i suoi kunai rimase ad osservare la sua sagoma e quella di altri suoi colleghi per vedere cosa erano riusciti a fare,non fece in tempo a dire nulla che Akihiro Hinaji poggiato ad un albero con le braccia conserte fece qualche passo verso i suoi ragazzi,i suoi passi erano lenti e decisi,guardava attentamente i suoi novizi dritti nel' occhi,quando si fermò e sciogliendo con quel nodo creato con le braccia spari letteralmente dal posto riapparendo davanti ad uno dei partecipanti colpendolo con un calcio volante spedendolo per qualche metro per l'aria,questo gesto proclamava la sua bocciatura ed il fallimento della prova,Ronin vedendo questo gesto altamente atletico ed efficace rimase sbalordito dalla velocità e la forza immessa in un semplice calcio,ma questa attenzione subito qualche secondo si trasformò in perplessità,infatti spostando il capo verso il sensei il suo sguardo si trasformò da ammirazione a odio,le sue mani nascoste dentro le tasche dei suoi pantaloni si strinsero sempre di più e nella testa cominciò a formulare domande su domande sull'accaduto e sull'individuo in

chi cazzo si crede di essere di prendere e colpire un suo allievo cosi??come può una persona essere chiamato sensei se non possiede un minimo interesse verso i propri studenti?cominciano a starmi sulle palle i suoi modi di fare...da adesso in poi tratterò lui come tratta noi,non starò mica qui a farmi prendere a schiaffi senza dire una parola...non lo accetterò mai.

Tutta la stima che poteva avere verso il proprio maestro Ronin la stava trasformando in disprezzo,non poteva accettare un simile comportamento,lui doveva imparare da quella persona e avrebbe anche accettato il duro lavoro, ma qui si trattava di rispetto e lui non sembrava che ne era capace di darla.
Subito dopo l' esibizione,il sensei riferì al malcapitato che era stato bocciato mentre il resto delle reclute era passata alla fase successiva,esprimendosi con freddezza e autorità diede anche un piccolo giudizio sulle prove appena svolte,certamente senza cambiare atteggiamento riprese tutta la scolaresca eccetto uno,Nagato,infatti quest'ultimo fu l'unico che riusci a compiere perfettamente il test del manichino perché colpi la sagoma presso punti consoni alla morte,mentre il resto degli allievi si dedicò solamente a colpire il fantoccio.
Sentendo quelle parole Ronin distolse lo sguardo verso il sensei e lo rivolse verso Nagato dove guardandolo..

Quel Nagato continua a stupirmi, oltre ad avere le palle è anche bravo,meglio cosi..sarà uno stimolo in più per i prossimi esercizi,non voglio essere secondo a nessuno anche se è del mio stesso villaggio,mi sono impegnato poco in questa prova ed ora in avanti dovrò dare il doppio di quello che ho dato fino adesso....

Il sensei dopo qualche secondo di attesa cominciò ad incamminarsi presso il fiume poco distante dal gruppo dove mettendo le mani in posizione cominciò ad impostare il suo chakra sotto le sue piante dei piedi,esse vennero avvolte da un colorito celestino chiaro,appena pronto si girò e cominciò a camminare sulla piatta sorgente acquatica fino ad arrivare sull'altra sponda senza bagnarsi minimamente i panni indossati,superato quei 4 metri di larghezza del fiume Akihiro Hinaji riprese ancora una volta la parola proclamando il terzo quesito,riuscire a fare la stessa cosa appena fatta,riuscendo a capire il modo di farlo senza spiegazioni o consigli,dovevano imparare da soli usando la testa e attenzione nei vari errori che avrebbero riportato durante l'esecuzione della prova,ma le difficoltà non erano finite perché questa volta c'era anche un altro fattore da seguire,il tempo,infatti diede loro solo due ore di tempo per recarsi dall'altra parte del fiume.
Vedendo Akihiro Hinaji camminare sull'acqua l'aspirante genin ancora una volta rimase veramente colpito dalla bravura del maestro

...Come cavolo fa?avevo sentito dire che i ninja potevano fare queste cose,ma un conto è sentire certe dicerie ed un'altro è vederla con i propri occhi. Per giunta non ci da molte spiegazioni e dovremmo farlo tutto da solo....due ore?mmm è meglio che cominci subito a provare ,non voglio restare qui voglio andare fino in fondo...

Ronin voltò il suo sguardo ancora una volta verso un suo commilitone in precedenza citato e guardandolo con uno sguardo da sfida continuò a pensare

..non mi arrenderò mai....io sono il migliore e lo proverò con questa esecuzione perfetta dell'esercizio...

Subito tirò fuori le mani dalle tasche,era carico,voleva dare il massimo in questo esercizio e avvicinandosi al letto del fiume cominciò a guardare la distanza,erano solo quattro metri

Allora...il sensei si mise qui,poi cominciò ad impostare il chakra,bene...allora devo concentrarmi,devo trovare la massima concentrazione,proviamo

Ronin divaricò leggermente di qualche centimetro le gambe,uni le mani davanti al suo petto formando un unico sigillo e chiudendo ambe due l'oocchi cercò di concentrarsi,doveva sentire questo potere che avrebbe dato vita ad una miriade di tecniche e potenzialità nella vita,il chakra,dopo qualche secondo senti come un qualcosa al suo interno,come una forza, una forza anteriore

....e...e questo cos'è?che sia il chakra?be se è cosi devo cercare di mandarlo il più possibile sotto i piedi,concentrati,concentrati ancora....ecco sembra che ci sia riuscito,si ci sono riuscito!!!

Cosi fu,anzi cosi pensava,infatti tutto quello era solo nella sua mente,il chakra era riuscito ad impostarlo ma non sui suoi piedi ma ben si per tutto il corpo,cosi facendo sicuro di quello che era riuscito a fare,spostò la gamba destra e poggiando il piede sull'acqua con tutto il peso del corpo come se stesse camminando normalmente si sbilanciò e cadde giù dritto nel fiume,facendo la figura del coglione.
Appena entrò nelle acque gelide sbarrò letteralmente gli occhi e arrancando tra di esse riusci solo con la testa sputando dalla bocca come una fontana d' acqua e sorridendo ritornò sulla sponda del fiume,era totalmente bagnato,i lunghi capelli neri ora mai tutti bagnati erano tutti attaccati alla cute e agitando la testa come un cane bagnato li fece staccare andando a creare delle piccole ciocche che subito con la mano destra vennero spostate da davanti lo sguardo e li rivolse dietro la testa,quel leggero vento che girovagava sulla zona rese ancora più freddi gli abiti che indossava

CACCHIO CHE FREDDO!!!!!cavolo pensavo di esserci riuscito invece ho fatto solo una figura di merda,speriamo che nessuno se ne sia accorto...

Riavvicinandosi nuovamente alla riva non volle guardare nessuno dei suoi compagni,non voleva aiuto da nessuno doveva cavarsela da solo,cosi che si perse ancora una volta nei suoi lunghi pensieri

Allora,il chakra lo sentivo,almeno penso....però il fatto è che lo sentivo sparso da tutte le parti,non era fisso su un punto....forse è proprio questa la difficoltà da superare...prima il maestro a parlato di esercizi con l'albero e non ce l'ha voluti far fare perché non voleva perdere tempo,quindi vuol dire che ha visto qualcosa di buono in noi??oppure vuole solo complicarci la vita per prenderci a calci tutti??di sicuro non gli e lo permetterò...io andrò dall'altra parte costi quel che costi....ma basta pensare a quel bastardo pensiamo all'esercizio che senno con cavolo che ci vado di la....

Grattandosi la testa,e guardando il fiume in modo un po perplesso sul da farsi ritornò alle sue varie teorie

L'ha fatto con semplicità e se ci riesce uno di Kiri non ci riesco io??ah ah....basta dire cazzate concentriamoci...devo concentrarmi ancora di più però questa volta non solo sul chakra ma devo riuscire a trasportarlo totalmente hai piedi

Riassumendo la stessa posizione presa nel privo tentativo ricominciò ad impostare il chakra ancora una volta

cosi....si cosi mi sembra giusto..ora i piedi...vai sui piedi dai,daiiiiiiiiii

Una leggera patina blu andò ad avvolgere i piedi ed appena senti questa leggera sensazione Ronin decise di farsi avanti ancora una volta con il piede destro che appoggiandolo e imprimendo un po di forza si andò ad attaccare sulle acque

cavolo mi regge...ci sono riuscito?proviamo con il secondo

cosi appena stava per spingere il sinistro ricadde ancora una volta nella gelida pozza,il chakra immesso nei piedi era poco per sostenere il peso del corpo,velocemente usci fuori da quella ghiacciaia tornando sopra,ora era più bagnato di prima,cosi si tolse la sua giacca sfoderando la sua maglia nera che risaltava i muscoli sottostanti,con tute e due le mani strizzò il soprabito facendo fuoriuscire un gran quantitativo di acqua che avrebbe anche appesantito il suo peso durante la prova

brr....questa volta era differente da prima,il destro reggeva però appena mi sono spinto un po' di più sono crollato ancora una volta,forse era scarso il quantitativo di chakra che ho impostato,sta diventando veramente difficile questa prova,non pensavo che fosse cosi complicato...devo impostare più chakra....riproviamo

Finito di strizzare la giacca la agitò per far perdere quelle piccole pieghe che si erano andate a creare,al contrario di prima però questa volta si andò a sottoporre alla prova senza di essa infatti non la indossò ma ben si se la legò alla vita facendo un nodo molto resistente,andò di nuovo a dar una sistemata alla capigliatura e riassunse la stessa posizione avuta in precedenza pensò

ok..ci siamo quasi...devo concentrarmi di più questa volta,ci sono quasi,sono quasi arrivato al compimento della prova....si però ancora non sono riuscito a fare un vero passo sull'acqua....che idiota...diamoci dentro

Cosi ricominciò gli stessi procedimenti svolti in precedenza solo con un ardore superiore,la volontà non mancava e neanche il coraggio,si concentrò ancora di più,sempre più,i piedi questa volta vennero completamente avvolte dal chakra,infatti aveva un colore più accesso di quello avuto in passato,lui lo sentiva,sentiva una grande forza solo e solamente nei piedi e deciso al massimo fece il primo passo,il chakra sottostante fece da collante cosi da non far cadere il corpo nell'acqua per la terza volta,infatti ora tutti e due i piedi erano al di sopra della massa azzurrina acquatica,apri gli occhi e guardando a terra vide che non era sulla terra ma sul fiume

si ci sono,ce l'ho fatta...siiiii..ora devo andare dall'altra parte...piano piano


cominciò cosi ad incamminarsi con dei passi lenti,aveva ancora paura,non voleva bagnarsi e fallire ancora una volta,i piedi andavano l'uno davanti all'altro come se stesse camminando sopra un filo,l'emozione ad ogni passo aumentava sempre più,quando ad un certo punto tutto fini,perché cadde come un sasso dentro un lago, sprofondando all'interno del fiume

........noooooooooo.....ero ad un passo dalla gloria.....

riemergendo vide che si trovava a metà strada,e scoraggiato nuotò fino al punto di partenza risalendo sul terreno mettendosi a terra incrociando le gambe con il busto un po ricurvo verso l'intreccio degli arti inferiori,la stanchezza si cominciava a sentire,ogni tentativo era un grosso consumo di chakra e questa era la terza volta che provava,scoraggiato e un po deluso si portò le mani al volto chiudendo l'occhio

perché?.....perché?.....perché sono caduto......cosa ho sbagliato ora....ero li sopra che camminavo ma poi qualcosa ha fatto svanire tutto.....devo capire qualcosa

mentre era li a terra a ripensare sull'accaduto il tempo trascorreva velocemente,ormai era passato quasi tre quarti del tempo a disposizione

E' passato molto tempo dall'inizio della prova e sarà rimasto poco tempo ormai.....ma io mi sono impegnato al massimo e non sono riuscito...forse questa vita non fa per me e se non riesco a superare questo maledetto fiume come posso pensare di diventare un ninja ed aiutare il mio villaggio??

Ronin si era scoraggiato,l'ultimo tentativo fu una bastonata per lui,oramai era quasi tentato a rinunciare quando rialzando lo sguardo deluso verso l'altra sponda vide il suo maestro passeggiare guardando il cielo con un viso del tutto indifferente ma nello stesso tempo felice,come se nulla gli importava,come se tutto il mondo girava intorno a lui;questo provocò un qualcosa come una scintilla all'interno di Ronin che lo spinse a ricordare le parole pensate prima della prova

CITAZIONE
..non mi arrenderò mai....io sono il migliore e lo proverò con questa esecuzione perfetta dell'esercizio...

La sua delusione piano piano si trasformò in carica,questo stato ridiede voglia di fare al ragazzo

come ho detto prima....non mi arrenderò mai...e cosi sarà...non voglia dargliela vinta a quello stronzo dall'altra parte..... devo riuscirci per forza ne vale del mio orgoglio......

Come se gli fossero ritornate tutte le forze si alzò di scatto e riprendo per l'ennesima volta la posizione di partenza chiuse di nuovo l'occhi,la concentrazione aumentava sempre di più,distolse la mente da tutto, rumore,nervosismo,agitazione,emozione,stanchezza ,voleva solo il nulla e la mente lucida,sapeva che per andare avanti nel corso doveva raggiungere la massima concentrazione fino all'arrivo dall'altra parte del fiume raggiungendo Akihiro Hinaji,cosi quando ad un certo punto nella sua mente raggiunse come una dimensione del tutto bianca, vide un puntino diventare sempre più grande di colore azzurro,il chakra stava fermentando sotto le piante dei piedi e appena raggiunse l'apice senti una vera forza sotto di essi....era pronto

....ora!!!!

Spalancando le palpebre mise con sicurezza prima il piede destro e poi il sinistro e questa volta con passo sicuro e veloce riusci ad oltrepassare quella prova che oramai era diventata come un muro insuperabile per Ronin.
Raggiunta l'altra sponda,incredulo dell'accaduto si voltò per guardare che era finalmente riuscito nelle terza prova datagli dal sensei,un grandissimo sorriso gli si stampò sul volto e l'emozione come l'adrenalina gli invase il corpo,questa prova oltre ad avergli insegnato l'utilizzo e il richiamo del chakra in un' unico punto gli diede anche la certezza delle proprie potenzialità e che ora poteva superare qualsiasi prova
Ancora incredulo dell'accaduto la stanchezza si rifece avanti ancora piu fortemente di prima,sentiva il suo corpo pesante,cosi piegando leggermente le gambe poggiò le mani sulle ginocchia,con un respiro accelerato e affaticato guardò ancora una volta il maestro e con un sorrisino un po maligno andò a pensare

se vuoi liberarti di me devi fare di meglio.....


CITAZIONE
grado:studente
energia:bianca
stato fisico:stanco
stato mentale:carico
chakra:30(-20 per utilizzo chakra nella terza prova)
consumi:0
recuperi:0
slot tecniche:1/1
slot lanci:3/3
slot attacchi:2/2
armi ed equip:
1/3 kunai (2 appena lanciati)
3/3 shuriken
1/1 flash
note:vede Nagato come un suo avversario primario

 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 7/4/2009, 20:13




CITAZIONE
Il "Modificato da Shiryu - 7/4/2009, 20:51" è stato autorizzato da me, per poter correggere alcune sviste.

Ricordo che, una volta postato, per poter modificare, è necessario che mi contattiate per comunicarmi la motivazione.


 
Top
Shiryu Uchiha
view post Posted on 7/4/2009, 22:49




CITAZIONE
Proroga di un giorno concessa al Pg Nagato Moriguchi per problemi al PC. Comunque sia non causerà ritardi al corso, visto che non mi prenderò i due/tre giorni canonici per postare, bensì lo farò il giorno seguente le valutazioni. Nuova scadenza: alle 23:59 di Mercoledì 8 Aprile.

 
Top
Dirge
view post Posted on 8/4/2009, 11:15





Narrato
Pensato
Parlato
Parlato altrui





~Odio~



Il dio della guerra animava il mio spirito, incrementava in maniera ingente l'adrenalina entro il mio corpo. Ogni qualvolta che mi cimentavo ad affrontare un duello, le mie prestazioni aumentavano rendendomi temibile e spietato. Nonostante tutto anche la mia psiche era assai contorta ed incerta, il mio stato d'animo mutava in ogni circostanza che mi si presentava dinanzi, ed ero ancora in attesa che emergesse la mia reale personalità. Ero convinto che il clone del mio sensei lo avrei abbattuto con enorme semplicità, recando al suo creatore stupore ed incredulità, smentendo ogni suo possibile pregiudizio creatosi nei miei riguardi. Ma non fu così, poiché la sagoma d'acqua schivo ogni mio attacco, come del resto avvenne per il resto della marmaglia, anche se delle prestazioni altrui non mi importava assai nulla. Successivamente mi differenziai rispetto agli altri, incominciai ad elevarmi dalla moltitudine, a distinguermi. Il bersaglio di legno lo colpii in maniera eccellente, fui l'unico, e questa fu la prova che tanto aspettavo. Ero speciale, il migliore, ma questo era solo l'inizio, poiché più avanti avrei dato vera prova delle mie peculiarità. Un sorrisino compiaciuto apparve istantaneamente sulle mie labbra, e nel medesimo frangente socchiusi appena gli occhi di ghiaccio, comparandomi ad un pericoloso serpente. D'altronde è proprio quest'ultimo rettile che squadra con occhi maligni la propria preda, consapevole di possedere una grande arma, la quale può essere utilizzata in qualsiasi momento per sottrarre vita al prossimo, per difesa, o solamente per togliersi uno sfizio personale.

“Come previsto, sono sempre il migliore, non ce niente da fare, probabilmente l'unico al mio livello in questo luogo è quel lurido kirese del mio sensei”.

Ma ecco che, non appena conclusi il mio monologo interiore, la mia testa divenne preda di un dolore lancinante, il cranio rimbombò con veemenza, e non riuscii più ad udire i suoni circostanti. Caddi in ginocchio, portai con celerità entrambe le mani alla nuca e chiusi gli occhi, entrando nel buio più totale, mentre con la bocca lanciai un feroce grido, che rimbombò per tutto l'aere. Trascorsero pressapoco due secondi, e tutto svanì all'istante e stranamente mi sentii diverso, cambiò qualcosa entro me, ma non riuscii a capire di cosa si trattasse. Distesi entrambe le braccia lungo i fianchi e spalancai di scatto gli occhi, trovando dinanzi a me una scena a dir poco pietosa, infatti un corpo sospeso a mezz'aria mi passò davanti, per poi sprofondare inesorabilmente a terra, a pochi metri di distanza dalla mia sagoma. Akihiro farfugliò qualcosa al ragazzo caduto preda della sua ira, ma non riuscii ad intendere le sue parole, se non poco, ma l'indispensabile, proprio quello che avrei voluto udire. Allora segui con sguardo felino ogni movimento del maestro, ed improvvisamente, contro ogni mia aspettativa si recò sulle rive del fiume, ed incomincio a varcarlo in tutta la sua grandezza, giungendo infine nella parte opposta di esso. Fu proprio li che egli, rivolgendosi a tutta la compagnia, ci sottopose alla seconda prova del suo corso, incitandoci a fare ciò che anch'esso fece poc'anzi, per poi mettersi a braccia conserte in attesa di vederci all'opera. Mi trovavo ancora con le ginocchia in pieno contatto con il terreno, intento a scrutare con curiosità ed attenzione la situazione che mi si stava presentando davanti, allora spostai lo sguardo maligno, posato su Akihiro, nuovamente verso il fallito, che si era fatto bocciare precocemente. Egli stava tremando e con fare flemmatico si stava dirigendo verso la via del ritorno, si notava che era deluso di se stesso, d'altronde non poteva assumere atteggiamento differente, poiché consapevole di aver fallito così miseramente, ma nonostante tutto decisi di infierire ulteriormente, a causa del disprezzo che stavo provando in quel momento.

“Tsk...Che inetto, è solamente un inutile attrezzo non meritevole di passarla liscia al mio cospetto!".

Così con un leggero sforzo eseguito dalle gambe mi portai in posizione eretta, e con passi rapidi e scaltri mi giunsi dietro la schiena di quel ragazzo tanto disprezzato, e mi avvicinai con la bocca al suo orecchio, con l'intento di riferirgli un piccolo messaggio.

“Sciocco, avanti voltati”.

Stranamente egli fece ciò che gli ordinai, e poco dopo i suoi occhi incrociarono i miei, ma solo per un secondo, poiché subito abbassò lo sguardo, come impaurito. Effettivamente dopo la scenata messa in atto dal sensei il suo stato d'animo era perfettamente comprensibile, ma il solo immaginare a cosa avrebbe fatto dopo il mio trattamento, recava entro me una particolare gioia. Così senza perdere ulteriore tempo feci scattare la mia mano destra, chiusa in un pugno, verso il suo volto, e dopo un millesimo di secondo quest'ultima si andò ad impattare con la tenera pelle del giovane incapace, rendendola anche solo per un attimo deforme. Non attesi che in seguito alla spinta, generata dal sottoscritto, la sua sagoma fosse trascinata dal volto, allora afferrai appena in tempo il bavero con la mano sinistra, trepidante per l'emozione del momento, e con il ginocchio destro lo colpii in pieno stomaco, piegandolo a 90°. Sangue, finalmente quel liquido vermiglio fuoriuscì dalla bocca dell'individuo, gocciolando ingente verso terra. Mi avvicinai con la bocca all'orecchio del perdente, in procinto di sussurrargli frasi sgradevoli che lo rendessero ancor più preda di quella situazione, trascinandolo inesorabilmente in un mondo colmo di ansia e paura.

“Ti meriti questa lezione perché sei una feccia, fai schifo, ma soprattutto sei un fallito. Mi stai sul cazzo in primis per la tua appartenenza a questo villaggio, anche se a dir il vero non meriteresti neanche questo privilegio, e comunque ti odio per il tuo fallimento, e per il tuo utopico tentativo di tentar la strada accademica! Se eri consapevole di essere un debole ed incapace, perché hai preso questa ardua decisione? Speravi forse di divenire un uomo? Credevi di crescere, facendo esperienza con faccende ben più grandi di te? Hai sbagliato i conti, e adesso ne paghi le dovute conseguenze, pivello! Io non avrei il coraggio di presentami dinanzi i miei genitori per dargli la pessima notizia, anche se io oramai non li posseggo più, quindi se fossi al posto tuo mi farei uccidere, o meglio purifica la tua anima, suicidandoti!”.

Parole profonde e pesanti, quasi fossero dotate di una lama, frasi che provocano ingente dolore, poiché affondano direttamente il proprio orgoglio, così indelebili per la propria anima, ma al tempo stesso così veritiere. Socchiusi nuovamente gli occhi, facendo assumere a quest'ultimi caratteristiche insane, e con celerità feci impattare dall'alto al basso il gomito destro sulla nuca della feccia, facendolo atterrare con un pesante tonfo a terra, privo di sensi. Ero in piedi a fissare attonito quella sagoma inerme giacente a terra, così un sorrisino compiaciuto apparse sulle mie labbra, che andava a significare la mia reale soddisfazione.

“Potrei finirla qua, ma perché non ne ho voglia? No, non è ancora finita, non mi sento ancora sazio, voglio di più!”.

La mano sinistra scattò su collo dell'individuo privo di sensi, cosicché lo afferrai come un gatto, a quel punto lo trascinai velocemente a riva ed immersi il suo volto in quel liquido trasparente, provvisto di una temperatura a dir poco ghiacciata. Bastò un secondo per fargli tornare i sensi, e non appena si incominciò ad agitare mi alzai di scatto, e schiacciai nuovamente, con la pianta del piede sinistro, il suo cranio all'interno del gelido fiume. Secondi e secondi trascorsero, io che mi divertivo ad osservar la disperazione della vittima, mentre quest'ultima soffriva in maniera sconsiderata, probabilmente pentendosi di essersi alzato quella mattina dal proprio letto. Dopo non molto decisi di smettere, poiché probabilmente la sua lezione la sua pena l'aveva pagata abbastanza, allora con la mano destra lo afferrai per i capelli e lo gettai a terra, nel sudicio terriccio, in pancia all'aria.

“Ora puoi tornare a casa tua, pronto a condurre una vita di merda, addio fallito!”.

Durante il mio cammino verso quell'albero ove avrei atteso che ogni studente si fosse messo alla prova, squadrai con la coda dell'occhio sinistro il ragazzo appena malmenato dal sottoscritto, dolorante e privo di forza alcuna per alzarsi, allora come ultimo segno di disprezzo, dalla mia bocca feci uscire un poco di saliva, andatosi ad insinuare sul torace del debole, cosicché lasciai anche il mio ultimo segno di cortesia. Passi rapidi mi condussero alla base di un pino, ove mi sedetti ad osservare il resto dei miei compagni, per osservarli nel minimo dettaglio, e magari catturare qualche utile informazione.

“Quel bastardo kirese ci ha dato molti minuti di tempo per eseguire questa prova, bene, io farò tutto nella metà del tempo e nella metà dei tentativi di questi giovani!”.

Quell'acqua che poco fa era immobile e calma, ora stava divenendo perpetuamente agitata a causa dei continui fallimenti di quei microbi. Nell'aria risuonarono con chiarezza le mie risate, pervenute istintivamente a causa del triste spettacolo che si stava svolgendo, ed anche attuate per suscitare rabbia in quelle menti poco sviluppate e primitive, proprie di quei ragazzi. Stavo cambiando davvero, prima non avrei mai osato assumere atteggiamenti similari, chissà che quel famoso risveglio che tanto attendevo non fosse finalmente giunto? Inoltre ricordai di provare una sorta di sentimento per la ragazza dai capelli rossi, ma successivamente ella non fu più oggetto della mia attenzione, forse proprio per la sua debolezza, probabilmente perché la reputai non degna di affiancarsi ad uno come me, poiché non possedeva le mie medesime caratteristiche e peculiarità, ed in futuro si sarebbe solamente rivelata un inutile intralcio per il mio grande e leggendario cammino.

“Stanno facendo veramente molti errori, che sia davvero così difficoltoso questo esercizio?”.

Mi alzai, e con fare sereno e tranquillo mi portai dinanzi alla riva, incominciai a girare la testa a destra e sinistra, osservando uno ad uno ogni ragazzo, ed ognuno presentava una diversa maniera di concentrazione.

“Adesso tocca a me! Mi conviene tentar di concentrare tutto il chakra sui piedi, credo che in questa maniera la mia sensibilità con quella superficie liquida, aumenti!”.

Allora portai ambedue le mani ad incrociarsi, ed incominciai a concentrare tutto il chakra sulle piante dei piedi, era una sensazione strepitosa, sembrava che fossi dotato delle stesse ali situate nei piedi del Dio del vento. Bastarono due passi sulla terra ferma e finalmente mi ritrovai sulla superficie liquida, solo due secondi su di essa e sentii di star per perdere l'equilibrio, un semplice shinobi in quel frangente avrebbe avuto fisso nella sua mente un unico pensiero, la coscienza di aver fallito e di star per sprofondare negli abissi. Il sottoscritto non fu così superficiale, poiché in quell'istante cercai di capire il motivo del mio errore,e non impiegai ingente tempo per trovare una soluzione. Ecco che, sino alle ginocchia, fui totalmente bagnato, e d'un tratto più pesante a causa dei vestiti impregnati di quel liquido da sempre indispensabile per l'intera umanità. E fu così che il mio sguardo mutò nuovamente in concomitanza con il mio umore, la mia rabbia stava sfiorando livelli assai critici, stava subentrando l'orgoglio, poiché feci una pessima figura agli occhi del maestro, che odiavo ma la tempo stesso rispettavo, anche se questi errori erano perfettamente calcolati, ma al mio ego ciò non interessava minimamente.

“Cazzo, che figura di merda, non dovrei permettermi certe cose, anche se sono consapevole che codesto sbaglio è stato fondamentale per capire il giusto meccanismo per svolgere in maniera perfetta l'esercizio!”.

I miei occhi indugiarono per un secondo sul sensei, e subito voltai a 360° la testa, seguita da tutta la sagoma, per poi trovarmi nuovamente sula riva, a meditare sul da farsi.

“Sono convinto che sbagliando si impara, ma non si ci può permettere di sbagliare più di una volta, poiché in duello l'avversario ne potrebbe approfittare, e potrei morire! Quindi adesso ho capito quale fu il mio errore poc'anzi e posso rimediare, devo dire che ho concentrato troppo chakra, mi basta diminuirne la dose, e troverò il giusto equilibrio! Effettivamente all'inizio sono restato per qualche secondo in piedi sulla superficie liquida, quindi sono convinto che alla fine ho ceduto a causa della troppa concentrazione, si ne sono certo! Bene, adesso vedrai maestro di cosa è capace Nagato Moriguchi!”.

Quindici secondi e mi cimentai nuovamente ad affrontare quella prova, definita tanto complicata, ma che alla fine si rivelò di discreta difficoltà. Incrociai nuovamente le mani, e concentrai l'adeguata dose di chakra sulle piante dei piedi, per poi ripropormi sulle gelide acque, sotto questo aspetto molto simili ad i miei occhi. Ci fu un attimo di instabilità ove rischiai di sprofondare nuovamente, ma fortunatamente mi seppi controllare, e qualche secondo dopo mi ritrovai in perfetta posizione eretta, soddisfatto di aver incluso nelle mie abilità anche la facoltà di camminare sulle acque. Passi di un Dio smuovevano quelle acque sottomesse al mio volere, ora avanzavo con fare flemmatico verso quel maestro, che dal fondo della sua perfidia mi donando insegnamenti unici. Un ultimo passo mi riportò sulla terra ferma, stante nella mia posizione dinanzi ad Akihiro, noi due soltanto in quel luogo privilegiato, mentre il resto degli incompetenti stava ancora svolgendo la prova, nonostante tutto io abbia iniziato molto dopo di loro. Un sorrisino compiaciuto apparve sulle mie labbra, come per far recepire a quell'uomo un messaggio molto particolare, dopotutto facilmente intuibile, ovvero la mia superiorità rispetto al resto dell'inutile bolgia.

“Molto bene, come può ben vedere mi trovo dinanzi a lei, dopo aver superato con ingente facilità la seconda prova di questo corso, da lei ritenuta estremamente difficoltosa! Sono affranto del trattamento riservato a quel babbeo cacciato da lei stesso, anzi le dirò, non sono affatto pentito di ciò! Comunque accetto la sua sfida, anche se non in questa sede, lei è uno sbruffone, è facile sfidare uno studente, certo sono consapevole che la sua era una controbattuta alla mia accusa, però ciò non la giustifica minimamente! Comunque sono ansioso di affrontarmi con lei quando sarò provvisto di maggiore esperienza, ma soprattutto la sola idea di toglierle la vita mi fa rabbrividire. Consideri pure queste parole inutili accuse di un principiante, ma vedrà che quando quel giorno si presenterà lei si pentirà dei pensieri che stanno attraversando la sua mente attualmente! Ho concluso!”.

Dopo di ciò mi portai all'incirca a cinque metri dalla sagoma del sensei, e mi cimentai ad osservare con curiosità e senso di superiorità i tentativi e le buone riuscite dei miei compagni. Trascorse un tempo indefinibile, quando finalmente ognuno di loro riuscì a portare a termine l'incarico.

“Ah...Finalmente ce l'avete fatta, certo che siete stai lenti, a momenti mi addormentavo! La prossima volta sbrigatevi, pivelli, perché non ho intenzione di perdere tempo utile per stare appresso a degli incapaci!”.

D'un tratto effettuai un rapido spostamento, portandomi dinanzi la sagoma del ragazzo del mio medesimo paese, il quale nome era Ren.

“Tsk...Riguardo a te, non osare mai più darmi consigli, sono consapevole che li hai espressi ad alta voce, e non riferiti principalmente al sottoscritto, ma tu mi hai infastidito! Sai non sopporto ricevere suggerimenti da un ragazzo meno abile di me, a cosa mi servirebbero? Nonostante tutto riconosco che tra questi rifiuti tu sei il più decente, quindi conto di sfidarti prossimamente! Mi raccomando non fraintendere, rimani comunque un pivello per la mia persona!”.

Un ultimo sguardo di ghiaccio anticipò il momento in cui decisi di tornare alla mia postazione di origine, i miei erano occhi colmi di malignità e rabbia, ma al tempo stesso profondi ed ineguagliabili. Così mi trovai nuovamente immobile, come pietrificato, in posizione eretta, con la testa china e gli occhi socchiusi a come un colubro, in attesa che il sensei proferisse le fatidiche parole, che avrebbero segnato un nuovo capitolo del corso accademico, purtroppo rallentato ed ostacolato da inutili omuncoli.


CITAZIONE
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 40/50
Condizione Mentale: Deviato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:
[10] Chakra Adesivo ~ 1 Utilizzo
Recuperi:-
Slot 0/3:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken 2/2
Kunai 4/4
Flash 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
Top
40 replies since 20/3/2009, 14:40   1017 views
  Share