Corso KR-10, Sensei: Akihiro Hinaji/Corso Sperimentale/Portato a Termine

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Dirge
view post Posted on 8/4/2009, 11:15 by: Dirge





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~Odio~



Il dio della guerra animava il mio spirito, incrementava in maniera ingente l'adrenalina entro il mio corpo. Ogni qualvolta che mi cimentavo ad affrontare un duello, le mie prestazioni aumentavano rendendomi temibile e spietato. Nonostante tutto anche la mia psiche era assai contorta ed incerta, il mio stato d'animo mutava in ogni circostanza che mi si presentava dinanzi, ed ero ancora in attesa che emergesse la mia reale personalità. Ero convinto che il clone del mio sensei lo avrei abbattuto con enorme semplicità, recando al suo creatore stupore ed incredulità, smentendo ogni suo possibile pregiudizio creatosi nei miei riguardi. Ma non fu così, poiché la sagoma d'acqua schivo ogni mio attacco, come del resto avvenne per il resto della marmaglia, anche se delle prestazioni altrui non mi importava assai nulla. Successivamente mi differenziai rispetto agli altri, incominciai ad elevarmi dalla moltitudine, a distinguermi. Il bersaglio di legno lo colpii in maniera eccellente, fui l'unico, e questa fu la prova che tanto aspettavo. Ero speciale, il migliore, ma questo era solo l'inizio, poiché più avanti avrei dato vera prova delle mie peculiarità. Un sorrisino compiaciuto apparve istantaneamente sulle mie labbra, e nel medesimo frangente socchiusi appena gli occhi di ghiaccio, comparandomi ad un pericoloso serpente. D'altronde è proprio quest'ultimo rettile che squadra con occhi maligni la propria preda, consapevole di possedere una grande arma, la quale può essere utilizzata in qualsiasi momento per sottrarre vita al prossimo, per difesa, o solamente per togliersi uno sfizio personale.

“Come previsto, sono sempre il migliore, non ce niente da fare, probabilmente l'unico al mio livello in questo luogo è quel lurido kirese del mio sensei”.

Ma ecco che, non appena conclusi il mio monologo interiore, la mia testa divenne preda di un dolore lancinante, il cranio rimbombò con veemenza, e non riuscii più ad udire i suoni circostanti. Caddi in ginocchio, portai con celerità entrambe le mani alla nuca e chiusi gli occhi, entrando nel buio più totale, mentre con la bocca lanciai un feroce grido, che rimbombò per tutto l'aere. Trascorsero pressapoco due secondi, e tutto svanì all'istante e stranamente mi sentii diverso, cambiò qualcosa entro me, ma non riuscii a capire di cosa si trattasse. Distesi entrambe le braccia lungo i fianchi e spalancai di scatto gli occhi, trovando dinanzi a me una scena a dir poco pietosa, infatti un corpo sospeso a mezz'aria mi passò davanti, per poi sprofondare inesorabilmente a terra, a pochi metri di distanza dalla mia sagoma. Akihiro farfugliò qualcosa al ragazzo caduto preda della sua ira, ma non riuscii ad intendere le sue parole, se non poco, ma l'indispensabile, proprio quello che avrei voluto udire. Allora segui con sguardo felino ogni movimento del maestro, ed improvvisamente, contro ogni mia aspettativa si recò sulle rive del fiume, ed incomincio a varcarlo in tutta la sua grandezza, giungendo infine nella parte opposta di esso. Fu proprio li che egli, rivolgendosi a tutta la compagnia, ci sottopose alla seconda prova del suo corso, incitandoci a fare ciò che anch'esso fece poc'anzi, per poi mettersi a braccia conserte in attesa di vederci all'opera. Mi trovavo ancora con le ginocchia in pieno contatto con il terreno, intento a scrutare con curiosità ed attenzione la situazione che mi si stava presentando davanti, allora spostai lo sguardo maligno, posato su Akihiro, nuovamente verso il fallito, che si era fatto bocciare precocemente. Egli stava tremando e con fare flemmatico si stava dirigendo verso la via del ritorno, si notava che era deluso di se stesso, d'altronde non poteva assumere atteggiamento differente, poiché consapevole di aver fallito così miseramente, ma nonostante tutto decisi di infierire ulteriormente, a causa del disprezzo che stavo provando in quel momento.

“Tsk...Che inetto, è solamente un inutile attrezzo non meritevole di passarla liscia al mio cospetto!".

Così con un leggero sforzo eseguito dalle gambe mi portai in posizione eretta, e con passi rapidi e scaltri mi giunsi dietro la schiena di quel ragazzo tanto disprezzato, e mi avvicinai con la bocca al suo orecchio, con l'intento di riferirgli un piccolo messaggio.

“Sciocco, avanti voltati”.

Stranamente egli fece ciò che gli ordinai, e poco dopo i suoi occhi incrociarono i miei, ma solo per un secondo, poiché subito abbassò lo sguardo, come impaurito. Effettivamente dopo la scenata messa in atto dal sensei il suo stato d'animo era perfettamente comprensibile, ma il solo immaginare a cosa avrebbe fatto dopo il mio trattamento, recava entro me una particolare gioia. Così senza perdere ulteriore tempo feci scattare la mia mano destra, chiusa in un pugno, verso il suo volto, e dopo un millesimo di secondo quest'ultima si andò ad impattare con la tenera pelle del giovane incapace, rendendola anche solo per un attimo deforme. Non attesi che in seguito alla spinta, generata dal sottoscritto, la sua sagoma fosse trascinata dal volto, allora afferrai appena in tempo il bavero con la mano sinistra, trepidante per l'emozione del momento, e con il ginocchio destro lo colpii in pieno stomaco, piegandolo a 90°. Sangue, finalmente quel liquido vermiglio fuoriuscì dalla bocca dell'individuo, gocciolando ingente verso terra. Mi avvicinai con la bocca all'orecchio del perdente, in procinto di sussurrargli frasi sgradevoli che lo rendessero ancor più preda di quella situazione, trascinandolo inesorabilmente in un mondo colmo di ansia e paura.

“Ti meriti questa lezione perché sei una feccia, fai schifo, ma soprattutto sei un fallito. Mi stai sul cazzo in primis per la tua appartenenza a questo villaggio, anche se a dir il vero non meriteresti neanche questo privilegio, e comunque ti odio per il tuo fallimento, e per il tuo utopico tentativo di tentar la strada accademica! Se eri consapevole di essere un debole ed incapace, perché hai preso questa ardua decisione? Speravi forse di divenire un uomo? Credevi di crescere, facendo esperienza con faccende ben più grandi di te? Hai sbagliato i conti, e adesso ne paghi le dovute conseguenze, pivello! Io non avrei il coraggio di presentami dinanzi i miei genitori per dargli la pessima notizia, anche se io oramai non li posseggo più, quindi se fossi al posto tuo mi farei uccidere, o meglio purifica la tua anima, suicidandoti!”.

Parole profonde e pesanti, quasi fossero dotate di una lama, frasi che provocano ingente dolore, poiché affondano direttamente il proprio orgoglio, così indelebili per la propria anima, ma al tempo stesso così veritiere. Socchiusi nuovamente gli occhi, facendo assumere a quest'ultimi caratteristiche insane, e con celerità feci impattare dall'alto al basso il gomito destro sulla nuca della feccia, facendolo atterrare con un pesante tonfo a terra, privo di sensi. Ero in piedi a fissare attonito quella sagoma inerme giacente a terra, così un sorrisino compiaciuto apparse sulle mie labbra, che andava a significare la mia reale soddisfazione.

“Potrei finirla qua, ma perché non ne ho voglia? No, non è ancora finita, non mi sento ancora sazio, voglio di più!”.

La mano sinistra scattò su collo dell'individuo privo di sensi, cosicché lo afferrai come un gatto, a quel punto lo trascinai velocemente a riva ed immersi il suo volto in quel liquido trasparente, provvisto di una temperatura a dir poco ghiacciata. Bastò un secondo per fargli tornare i sensi, e non appena si incominciò ad agitare mi alzai di scatto, e schiacciai nuovamente, con la pianta del piede sinistro, il suo cranio all'interno del gelido fiume. Secondi e secondi trascorsero, io che mi divertivo ad osservar la disperazione della vittima, mentre quest'ultima soffriva in maniera sconsiderata, probabilmente pentendosi di essersi alzato quella mattina dal proprio letto. Dopo non molto decisi di smettere, poiché probabilmente la sua lezione la sua pena l'aveva pagata abbastanza, allora con la mano destra lo afferrai per i capelli e lo gettai a terra, nel sudicio terriccio, in pancia all'aria.

“Ora puoi tornare a casa tua, pronto a condurre una vita di merda, addio fallito!”.

Durante il mio cammino verso quell'albero ove avrei atteso che ogni studente si fosse messo alla prova, squadrai con la coda dell'occhio sinistro il ragazzo appena malmenato dal sottoscritto, dolorante e privo di forza alcuna per alzarsi, allora come ultimo segno di disprezzo, dalla mia bocca feci uscire un poco di saliva, andatosi ad insinuare sul torace del debole, cosicché lasciai anche il mio ultimo segno di cortesia. Passi rapidi mi condussero alla base di un pino, ove mi sedetti ad osservare il resto dei miei compagni, per osservarli nel minimo dettaglio, e magari catturare qualche utile informazione.

“Quel bastardo kirese ci ha dato molti minuti di tempo per eseguire questa prova, bene, io farò tutto nella metà del tempo e nella metà dei tentativi di questi giovani!”.

Quell'acqua che poco fa era immobile e calma, ora stava divenendo perpetuamente agitata a causa dei continui fallimenti di quei microbi. Nell'aria risuonarono con chiarezza le mie risate, pervenute istintivamente a causa del triste spettacolo che si stava svolgendo, ed anche attuate per suscitare rabbia in quelle menti poco sviluppate e primitive, proprie di quei ragazzi. Stavo cambiando davvero, prima non avrei mai osato assumere atteggiamenti similari, chissà che quel famoso risveglio che tanto attendevo non fosse finalmente giunto? Inoltre ricordai di provare una sorta di sentimento per la ragazza dai capelli rossi, ma successivamente ella non fu più oggetto della mia attenzione, forse proprio per la sua debolezza, probabilmente perché la reputai non degna di affiancarsi ad uno come me, poiché non possedeva le mie medesime caratteristiche e peculiarità, ed in futuro si sarebbe solamente rivelata un inutile intralcio per il mio grande e leggendario cammino.

“Stanno facendo veramente molti errori, che sia davvero così difficoltoso questo esercizio?”.

Mi alzai, e con fare sereno e tranquillo mi portai dinanzi alla riva, incominciai a girare la testa a destra e sinistra, osservando uno ad uno ogni ragazzo, ed ognuno presentava una diversa maniera di concentrazione.

“Adesso tocca a me! Mi conviene tentar di concentrare tutto il chakra sui piedi, credo che in questa maniera la mia sensibilità con quella superficie liquida, aumenti!”.

Allora portai ambedue le mani ad incrociarsi, ed incominciai a concentrare tutto il chakra sulle piante dei piedi, era una sensazione strepitosa, sembrava che fossi dotato delle stesse ali situate nei piedi del Dio del vento. Bastarono due passi sulla terra ferma e finalmente mi ritrovai sulla superficie liquida, solo due secondi su di essa e sentii di star per perdere l'equilibrio, un semplice shinobi in quel frangente avrebbe avuto fisso nella sua mente un unico pensiero, la coscienza di aver fallito e di star per sprofondare negli abissi. Il sottoscritto non fu così superficiale, poiché in quell'istante cercai di capire il motivo del mio errore,e non impiegai ingente tempo per trovare una soluzione. Ecco che, sino alle ginocchia, fui totalmente bagnato, e d'un tratto più pesante a causa dei vestiti impregnati di quel liquido da sempre indispensabile per l'intera umanità. E fu così che il mio sguardo mutò nuovamente in concomitanza con il mio umore, la mia rabbia stava sfiorando livelli assai critici, stava subentrando l'orgoglio, poiché feci una pessima figura agli occhi del maestro, che odiavo ma la tempo stesso rispettavo, anche se questi errori erano perfettamente calcolati, ma al mio ego ciò non interessava minimamente.

“Cazzo, che figura di merda, non dovrei permettermi certe cose, anche se sono consapevole che codesto sbaglio è stato fondamentale per capire il giusto meccanismo per svolgere in maniera perfetta l'esercizio!”.

I miei occhi indugiarono per un secondo sul sensei, e subito voltai a 360° la testa, seguita da tutta la sagoma, per poi trovarmi nuovamente sula riva, a meditare sul da farsi.

“Sono convinto che sbagliando si impara, ma non si ci può permettere di sbagliare più di una volta, poiché in duello l'avversario ne potrebbe approfittare, e potrei morire! Quindi adesso ho capito quale fu il mio errore poc'anzi e posso rimediare, devo dire che ho concentrato troppo chakra, mi basta diminuirne la dose, e troverò il giusto equilibrio! Effettivamente all'inizio sono restato per qualche secondo in piedi sulla superficie liquida, quindi sono convinto che alla fine ho ceduto a causa della troppa concentrazione, si ne sono certo! Bene, adesso vedrai maestro di cosa è capace Nagato Moriguchi!”.

Quindici secondi e mi cimentai nuovamente ad affrontare quella prova, definita tanto complicata, ma che alla fine si rivelò di discreta difficoltà. Incrociai nuovamente le mani, e concentrai l'adeguata dose di chakra sulle piante dei piedi, per poi ripropormi sulle gelide acque, sotto questo aspetto molto simili ad i miei occhi. Ci fu un attimo di instabilità ove rischiai di sprofondare nuovamente, ma fortunatamente mi seppi controllare, e qualche secondo dopo mi ritrovai in perfetta posizione eretta, soddisfatto di aver incluso nelle mie abilità anche la facoltà di camminare sulle acque. Passi di un Dio smuovevano quelle acque sottomesse al mio volere, ora avanzavo con fare flemmatico verso quel maestro, che dal fondo della sua perfidia mi donando insegnamenti unici. Un ultimo passo mi riportò sulla terra ferma, stante nella mia posizione dinanzi ad Akihiro, noi due soltanto in quel luogo privilegiato, mentre il resto degli incompetenti stava ancora svolgendo la prova, nonostante tutto io abbia iniziato molto dopo di loro. Un sorrisino compiaciuto apparve sulle mie labbra, come per far recepire a quell'uomo un messaggio molto particolare, dopotutto facilmente intuibile, ovvero la mia superiorità rispetto al resto dell'inutile bolgia.

“Molto bene, come può ben vedere mi trovo dinanzi a lei, dopo aver superato con ingente facilità la seconda prova di questo corso, da lei ritenuta estremamente difficoltosa! Sono affranto del trattamento riservato a quel babbeo cacciato da lei stesso, anzi le dirò, non sono affatto pentito di ciò! Comunque accetto la sua sfida, anche se non in questa sede, lei è uno sbruffone, è facile sfidare uno studente, certo sono consapevole che la sua era una controbattuta alla mia accusa, però ciò non la giustifica minimamente! Comunque sono ansioso di affrontarmi con lei quando sarò provvisto di maggiore esperienza, ma soprattutto la sola idea di toglierle la vita mi fa rabbrividire. Consideri pure queste parole inutili accuse di un principiante, ma vedrà che quando quel giorno si presenterà lei si pentirà dei pensieri che stanno attraversando la sua mente attualmente! Ho concluso!”.

Dopo di ciò mi portai all'incirca a cinque metri dalla sagoma del sensei, e mi cimentai ad osservare con curiosità e senso di superiorità i tentativi e le buone riuscite dei miei compagni. Trascorse un tempo indefinibile, quando finalmente ognuno di loro riuscì a portare a termine l'incarico.

“Ah...Finalmente ce l'avete fatta, certo che siete stai lenti, a momenti mi addormentavo! La prossima volta sbrigatevi, pivelli, perché non ho intenzione di perdere tempo utile per stare appresso a degli incapaci!”.

D'un tratto effettuai un rapido spostamento, portandomi dinanzi la sagoma del ragazzo del mio medesimo paese, il quale nome era Ren.

“Tsk...Riguardo a te, non osare mai più darmi consigli, sono consapevole che li hai espressi ad alta voce, e non riferiti principalmente al sottoscritto, ma tu mi hai infastidito! Sai non sopporto ricevere suggerimenti da un ragazzo meno abile di me, a cosa mi servirebbero? Nonostante tutto riconosco che tra questi rifiuti tu sei il più decente, quindi conto di sfidarti prossimamente! Mi raccomando non fraintendere, rimani comunque un pivello per la mia persona!”.

Un ultimo sguardo di ghiaccio anticipò il momento in cui decisi di tornare alla mia postazione di origine, i miei erano occhi colmi di malignità e rabbia, ma al tempo stesso profondi ed ineguagliabili. Così mi trovai nuovamente immobile, come pietrificato, in posizione eretta, con la testa china e gli occhi socchiusi a come un colubro, in attesa che il sensei proferisse le fatidiche parole, che avrebbero segnato un nuovo capitolo del corso accademico, purtroppo rallentato ed ostacolato da inutili omuncoli.


CITAZIONE
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 40/50
Condizione Mentale: Deviato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:
[10] Chakra Adesivo ~ 1 Utilizzo
Recuperi:-
Slot 0/3:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken 2/2
Kunai 4/4
Flash 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
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40 replies since 20/3/2009, 14:40   1017 views
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