O-4, sensei: Hisoka Soichiro

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Shadow alkemist
view post Posted on 20/4/2008, 12:11




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Ulimo avviso per Shin e Vaalin: avete altri due giorni a partire da adesso,poichè non posso tener bloccato ulteriormente il corso
 
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Vaalin
view post Posted on 21/4/2008, 23:17




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Che dire... mmm... scusate per il tempo che vi ho fatto perdere per aspettarmi, scusate per il post un po'... "strano" ^^"
Essendo stato composto in momenti diversi non è proprio un esempio di coerenza stilistica, mi sa, ma spero che perlomeno sia leggibile, benché io sappia che certamente verrò rimproverato da una data persona per alcuni elementi un po' "particolari" xD
In ogni caso, dato che un simile mattone non lo consiglierei al mio peggior nemico (ma a te Shad, vista la situazione, sì xD), forse vi risulterà più comodo leggerne solo l' ultima, pessima, parte, ma in tal caso vi avverto che avrete poco da leggere, come al solito la fine dei post non mi riesce mai xP In compenso scrivo parecchio in spoiler, ma questo lo avrete già capito...

Insomma, spero solo che Shad abbia previsto bene e che la cattiva fine del post venga compensata da una buona prima parte!

P.S:
Spero di fare un piacevole corso d' Accademia con voi ^^


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Legenda:
Azioni/Narrazione
-Parlato-
+Pensato+
-Parlato (Dr. Agenawa)-


Chapter 0: Deus ex machina


Buio, come ogni notte la stanza è tenuta rigorosamente nell' oscurità più completa, ma poco importa all' uomo che è costretto a restarvi... lì non c' è niente da vedere, niente da sentire, solo lui e le catene che lo tengono prigioniero.
Ormai ci ha fatto l' abitudine, come per ogni altra cosa che gli sia mai capitata. Libertà, prigionia... concetti astratti ed inutili quando si vive una vita che in molti reputerebbero indegna di esser chiamata tale. È la libertà sempre un bene?
Molti diranno di sì, ma su quali basi? Meglio libero e costretto a lottare, rubare, uccidere per la propria sopravvivenza oppure schiavo, cavia di un folle, ma sicuro dei propri pasti?
Questo però a lui non importa, non si è mai posto un tale quesito. La vita è per lui come quella stanza: c' è solo lui, lui e quanto lo tiene incatenato a questo mondo.
Ma qualcosa di inaspettato avviene: in quel buio forzato, voluto per incitare al sonno, qualcosa si mostra alla vista. Dapprima un minuscolo spiraglio di bianca luce si lascia timidamente intravedere sulla scena, poi va via via espandendosi.
Distoglie lo sguardo, non è normale che quella dannata luce si faccia vedere così presto e lui ha da tempo iniziato ad odiare tutto ciò che non rientra nella sua squallida routine. Ogni novità è un dubbio che attanaglia la mente, una catena invisibile che si avvolge intorno a te togliendoti l' ultima via di fuga rimasta: l' astrazione mentale. Se una domanda ti rode dentro non è possibile pensare ad altro, no, ogni volta sarai sempre inevitabilmente riportato nel solito punto, al solito fatto, a ciò che ha reso schiava la tua mente. E a lui non piace, non lo sopporta... è abituato a patire ogni dolore fisico, ogni umiliazione, ma il dubbio lo terrorizza. Ogni qualvolta dubita non può che irrimediabilmente accorgersi che l' unica verità che ha è che lui esiste e questa è forse la più grande amarezza che possa capitargli. Se lui e solo lui esiste allora tutto il mondo che lo circonda è una sua creazione, una sua illusione, una sua colpa. Il bambino non nato, quello abbandonato, quello malato, quello maltrattato, il sangue versato, l' osso spezzato, il dolore urlato, tutto immaginato e creato. E qual struggimento più grande dell' esser colpevole di tanto male? Dell' esser chi l' ha reso possibile e fatto esistere?
Per questo odia quell' uomo, quell' essere dal camice bianco che lo interroga e lo studia... eppure non può non desiderare l' incontrarlo. Solo, in quella stanza, soffre, teme di smarrire sé stesso in quanto privo di altri da cui distinguersi.
Così volge nuovamente lo sguardo verso quella porta scorrevole ormai completamente aperta: poco più di un' ombra si staglia nera, con le mani nelle ampie tasche del camice, contro il fulgore dell' intensa luce -Domani è il giorno- dice, per poi terminare così il suo discorso. Per qualche minuto rimane lì, fermo e in silenzio. Impossibile dire cosa stia guardando o che espressione abbia, ha la luce alle spalle ed ogni dettaglio è celato, ma lui potrebbe giurare che lo stia fissando, impassibile, con quei freddi occhi di un nero tanto profondo quanto privo di anima. Il mostro è ormai incatenato anima e corpo da quelle catene, da quell' uomo, non può non dubitare, non chiedersi cosa voglia dire con quelle sue criptiche parole. Lo fissa, gli occhi incavati nelle orbite che paiono emergere ancor più del solito, il respiro lento e silenzioso, tanto da dar l' impressione che non stia respirando. Una tortura delle più sopraffini è quella messa in atto dallo scienziato, che costringe ad un reverenziale silenzio la creatura cacciata dai cieli più alti e dagli abissi più profondi... Poi si gira con regale maestria e teatralità, senza degnare di una risposta le domande tacitamente fattegli, unico suo gesto discernibile il toccarsi gli occhiali con il dito medio e la mano aperta.
Ma un inaspettato elemento di novità fa la sua comparsa: nel portar la mano destra al volto per eseguire la già citata azione, qualcosa esce dalla tasca del suo camice e trova fine alla propria caduta sullo spoglio pavimento di quella monocroma stanza. La porta si chiude dietro all' enigmatica figura, o per meglio dir scorre, poiché - che sia noncuranza? - uno spiraglio di luce rimane e quella linea di splendente rottura nell' oscurità continua ad offender l' infastidito bulbo oculare sinistro. Un barlume di diverso tipo fa però dimenticare il fastidio che una luce così intensa reca a chi tutto intorno il buio ha: la speranza. Per quanto un ignorante sia e la sua vita da buttar via, sa che l' anomala situazione presentatasi pochi minuti prima non può che essergli favorevole e che ha una possibilità allettante di fronte a sé... Per la prima volta da tempo immemorabile può ora fare ciò che molti ritengono renda umani: scegliere. Sì, può farlo finalmente, può essere lui a decidere cosa fare della sua vita da lì innanzi, può tentare una nuova via sua e sua soltanto, non messagli avanti da altri. Vi riflette per interi interminabili minuti, si rode nel dubbio, dibattendosi nell' angusto, ma interminabile spazio della sua mente. Può restare lì ed esser sicuro dei suoi pasti, oppure può uscir di lì e tornare ad una vita forse come quella di un tempo, misera e meschina. Di fuggir un male certo in vista di uno incerto non può deliberare, poiché nozion di bene o male la deve ancor formare. Il sonno giunge adunque a dar requie alle sue membra stanche, la notte passa fra sogni irrilevanti ed il dì si desta cadendo avanti.
L' ora in cui la tanto dibattuta scelta esser fatta deve è giunta, il meccanismo che ogni mattina lo libera in vista dell' incontro con il Dottore è scattato, le catene si son disserrate e lui è infine libero di separarsi da quella parete. Ironico che dopo tanto tempo a pensar cosa fare sia un solo attimo a segnare la sua scelta, il tempo di sollevarsi da terra con le braccia, alzare lo sguardo e dirigerlo verso l' oggetto scorto la sera prima: tanto basta a muovere in lui qualcosa, a spingerlo a compiere un' azione difficilmente definibile follia e altrettanto arduamente definibile sensata. I muscoli delle gambe si contraggono e si rilassano, effettua uno scatto tanto improvviso ed irruento da fargli perdere l' equilibrio, con conseguente caduta, un paio di volte nel suo tragitto verso l' uscita, ma infine ce la fa: è lì, fra le mani quel qualcosa che tanti dubbi aveva suscitato. Freme, l' impazienza incalza ogni suo movimento, le mani si accingono, tremanti, ad aprire quello che soltanto da pochi secondi ha identificato come un foglio piegato.
Un rumore di passi interviene però a frenare quel gesto, qualcuno si sta avvicinando lungo il corridoio e lui capisce subito di chi si tratti: è l' inserviente che ogni mattina gli porta la colazione. Sa che normalmente non potrebbe farcela, ma questa volta è diverso, un importante fattore gioca a suo favore, un elemento che chi deve affrontare non può conoscere... La scelta, la seconda in un arco di tempo così ristretto dopo così tanto passato senza poterne fare, è immediata: si alza, stringe il foglio di carta in una mano, con la destra afferra la maniglia della porta e la spalanca con violenza, contemporaneamente sferra il sinistro che aveva potentemente caricato e lo riversa dritto sul volto dell' inserviente. Un sinistro rumore accompagna quello dell' impatto e del sangue schizza a destra e a manca. L' inserviente è intontito, si porta istintivamente le mani al naso rotto, lasciando andare il vassoio della colazione che esattamente come ogni mattina teneva fra le mani e, inutile a dirsi, il novello fuggiasco gliela riversa addosso senza remore, per poi usare come arma il vassoio metallico che il suo "ostacolo" portava.
Lo lascia in terra dolorante e privo di sensi, dopo aver infierito su quello che considera alla stregua di un tetro carceriere e dopo avergli rubato la sacca con le armi. Corre, per i lunghi corridoi vuoti, seguendo un misto di istinto e reminiscenze, di ricordi di quella sola, prima volta in cui li aveva percorsi, accompagnato da quel taciturno e nerboruto inserviente. Troppo semplice, tutto appare decisamente troppo semplice. Chiunque sarebbe arrivato a questa conclusione già da un pezzo, ma nella foga che lo ha colto non è in grado di pensare, o meglio, anche in condizioni normali non ne sarebbe capace... Fatto sta che è lì che corre, passando di stanza in stanza, varcando porta dopo porta, respirando aria di libertà.
Libertà, già... cosa è in fondo codesta tanto decantata libertà? Che esista veramente e non sia soltanto un vuoto valor dietro cui si celano gli ambiziosi? Proprio questa è una delle domande la cui risposta il Dr. Agenawa cerca e proprio per questo motivo studia quel ragazzo, la cui identità è ormai ridotta solo ad un numero: sette. Non è altro, una vuota cifra in un mondo di tenebre. E proprio l' uomo che lo ha ridotto in questo stato ora lo osserva, dall' alto della sua stanza. Lo schermo che ha davanti agli occhi, unica fonte di luce nella stanza buia, riflette le immagini che emette sulla superficie vitrea degli occhiali, dandogli un' aria sinistram mentre lui, con volto impassibile e sguardo attento, osserva ogni mossa della sua cavia prediletta. Lo vede quando scatta verso la porta, quando la apre e con efferata violenza atterra l' inserviente. Tutto procede esattamente come programmato, con estrema soddisfazione dello studioso; persino numero cinque ha svolto brillantemente il suo compito, per quanto inconsapevolmente. Anche quell' inserviente non è altro che una sua cavia e come tale non è che un numero, un burattino nelle mani di un uomo dagli oscuri intenti. Sicuramente sarà interessante studiare la reazione ad un tale maltrattamento, ma quel che ora gli preme è solo lui, il suo pupillo, quella che reputa la cavia perfetta. In lui non son sviluppati i concetti che al dottore interessa studiare, per capire se siano innati nell' uomo o frutto della società. L' immagine viene quindi spostata con un rapido gesto del dito, che preme su uno dei tanti pulsanti del pannello di comando, sulla fuga di numero sette, che continua a correre senza apparente criterio per i corridoi. Chissà come si sentirebbe se venisse a sapere che tutto ciò che ha fatto, che tutta la sua fuga non è opera sua, che è stata voluta da qualcuno di alieno alla sua persona? Questa la domanda a tratti sadica che l' uomo avvolto dal suo camice bianco e dalle tenebre si pone, questa la domanda a cui troverà risposta in futuro. Per ora si limita a premere di tanto in tanto il pulsante, passando da una telecamera a quella dopo, per osservare numero sette che segue il cammino per lui deciso. Le porte sono state chiuse ed aperte ad arte per farlo andare proprio dove era stato deciso andasse, quella che aveva creduto una scelta era in realtà stata un' imposizione.
Ma eccolo che giunge infine alla porta, la varca e si ritrova finalmente nel mondo esterno, un breve clink segue la sua fuoriuscita e l' immagine dello schermo cambia, divenendo quella ripresa dall' ultima telecamera prevista dal dottore. D' ora in poi ogni azione del soggetto verrà seguita direttamente dal suo punto di vista, dal dispositivo installato dentro di lui, nell' orbita oculare sinistra. Si concede allora un soddisfatto sorriso il dottore, che incrocia le braccia e poggia il suo corpo sullo schienale della sedia, per poi a voce bassa dire compiaciuto -Just as planned-

Numero sette resta come intontito all' uscita da quell' edificio, all' interno del quale non ricordava che il mondo avesse così tanti colori, tanti odori... Un' esplosione di sensazioni tattili, olfattive, visive, uditive e gustative! Già, perché gli pare addirittura di poterlo assaggiare con la lingua quel nuovo universo che si stende intorno a lui, che lo avvolge e che quasi arriva a permearlo. Ma allo stupore ben presto subentra il timore. Ciò che non si conosce si teme e lui, dopo tanto tempo passato in quel posto dal bianco accecante e dall' odor di disinfettante, non può non aver paura di quello spazio estremamente più ampio di quello cui è abituato. Sembrerà stupido, ma le quattro mura (più pavimento e soffitto) di una stanza sono un fattore limitante portatore di sicurezza, nonché di controllo. Quando ci si trova all' interno di una tale struttura l' ambiente è controllato e perfettamente conoscibile: nessuno può entrare, nessuno può uscire; a tua insaputa ciò non può avvenire. Ed ora ritrovarsi così, solo, in un luogo sconosciuto e per ignoranza e per vastità gli mette ansia, non può non farlo. Ma non è l' unica cosa che angoscia la sua mente e che lo spinge a correr via di lì senza pensarci due volte, infatti, come è ovvio che sia, lo incalza la certezza che la sua fuga sarà presto scoperta. Sa che nel migliore dei casi ha pochi minuti ancora a disposizione, poiché il tempo a lui normalmente concesso per la colazione è poco e dopo è il momento dell' arrivo del dottore. Senza contare, inoltre, che non ha idea di cosa l' inserviente faccia o dove vada dopo avergli dato quanto dare gli deve, quindi la sua temerarietà potrebbe esser già nota a quell' uomo orribile...
Sua fortuna è che egli stesso abbia progettato la sua fuga attraverso un percorso obbligato e che quindi non abbia voglia alcuna di impedirgli di andare, anzi. Corre dunque ancora il protagonista della storia che mi ripromisi di narrare, corre attraverso le strade sconosciute di Oto, senza una meta precisa, ma con un chiaro intento: metter quanta più distanza possibile fra sé e il tristo maniero.

Si ferma e si poggia con un braccio ad una fontanella pubblica all' interno di un parco, ha il fiatone e la stanchezza gli ha fiaccato le gambe. Respira affannosamente e profondamente, guardando fisso in terra, poi con una mano fa pressione sul pulsante per far uscire l' acqua e porta la bocca sotto il fresco getto confortatore. Sente il suo corpo tutto rinfrancarsi al non-sapore di quel liquido e gioisce come chi dopo lungo tempo incontri un amico che non aveva più visto. La fresca acqua di una fontanella, una bevanda povera e di certo non pregiata, ma che eppure genera in lui una piacevole sorpresa ed un ingenuo appagamento. Si pone infine nuovamente in posizione eretta e passa l' avambraccio davanti alla bocca per asciugarla, poi dopo aver espirato compiaciuto fa un passo avanti, oltre la fontanella. Splash; un piede finisce in una pozzanghera, certamente dovuta ad un ripetuto spreco d' acqua, e i già sudici pantaloni diventano ora anche bagnati. Un grugnito a mo' di imprecazione anticipa il passo indietro fatto dal ragazzo, che dopo aver rabbiosamente guardato la gamba lancia una furiosa occhiata all' inerte mucchio d' acqua reo d' averlo inzuppato. Ma a quel punto qualcosa cambia, l' essere - sarebbe forse un azzardo chiamarlo uomo - che dalla riflettente superficie ricambia il suo sguardo lo colpisce dritto al cuore. Quello è lui? È veramente lui quel mostro? Questo è diventato in tutti quegli anni? Una vista insopportabile per lui, capace di scuoterlo nel suo io più profondo, andando a toccare i tasti più dolorosi legati ai traumi della sua infanzia e, be', a dirla tutta, dell' intera sua vita. Un qualcosa di ripugnante, di estremamente repellente riflette la sua immagine su quell' acqua: un naso spezzato in almeno due punti, occhi quasi incavati nelle orbite contornate da pesanti aloni di occhiaie... non ha il tempo di rivedere il resto, si avventa con furia omicida su quella pozzanghera, sbattendole contro con immotivata violenza il piede destro. Una volta, due volte, tre volte, con sempre maggior forza sbatte l' arto per terra, come se in realtà con quel gesto non volesse colpire tanto l' acqua quanto il volto che essa osava riflettere.
Si ferma, il fiatone è tornato, ma questa volta non desidera alcuna bevanda con cui dissetarsi, semplicemente ricomincia a correre a pugni stretti. Verso dove o verso chi non lo sa, corre e basta, come sempre nella sua vita ha fatto innanzi alle difficoltà. Viene nuovamente colto dalla stanchezza e si ferma nel cortile di una casa maltenuta e in decadenza. Tutto intorno a lui gli ricorda l' ambiente in cui è cresciuto, case il cui intonaco cade a pezzi e le cui pareti vengono assalite dall' umidità, strade lerce e deserte a quell' ora di mattina, qualche sbandato che dorme sul marciapiede, appoggiato con la schiena a un muro e con in mano una bottiglia vuota... Un posto decisamente povero e che non può che generare ribrezzo. Già, perché commozione non la suscita in nessuno, non c' è persona nel duro mondo di Oto che quel luogo possa intenerire, persino le stesse persone che in quello sterco si trovano immerse non si aiutano fra loro, figuriamoci chi quella realtà non vive! Furto, violenza, dolore, peccato, omicidio, pentimento, morte: parole che perdono di significato, ogni cosa che lì avviene lì rimane e non ha nome né è soggetto di giudizio morale o di qualsivoglia tipo. Lì è tanto normale uccidere un uomo quanto per chiunque lo è respirare. L' unica legge che lì veramente esista è quella del più forte e dell' appagamento del proprio desiderio. Una volta Tasso nell' Aminta scrisse che l' età dell' ora era felice non tanto perché la terra i suoi frutti senza lavoro alcuno dava o perché il cielo mai dalle nuvole era offuscato o per tutti gli altri motivi che il tòpos letterario vorrebbe, ma perché non vi era l' Onore e invece delle umane leggi ve n' era una sola che Natura aveva scolpito: s' ei piace, ei lice. Ebbene, la medesima legge in codesto luogo regnava, solo che il suo esito era diverso. Se nella semplice realtà dell' età dell' oro descritta dal Tasso ciò portava ad un mondo fatto di gioiosa sensualità e di amori spontanei, ad Oto portava alla degradazione più assoluta ed incontrollata di quel quartiere. Memore degli antichi usi di quella che a lungo residenza sua era stata, ancor sconvolto dalla vision di sé che avuto aveva nel parco, senza remore alcune ruba dei panni al Sole stesi per asciugare. Invero non son propriamente puliti, ma almeno son asciutti e resi comodi dal continuo uso cui eran certamente stati sottoposti. Nell' allungar la mano per prendere il primo di questi e nell' aprirla per afferrare ciò che desidera però qualcosa gli cade a terra. Solo in quel momento si ricorda del foglietto che tanta curiosità in lui aveva generato e che attraverso le strade di Oto con sé aveva incoscientemente portato, senza mai aprir la mano in cui lo teneva. Si china quindi a recuperare il foglio, macchiato un po' in superficie di sangue e di sudore, e lo apre per svelare finalmente il mistero del suo contenuto.
Le scritte appaiono un poco rovinate a causa delle peripezie passate, ma il messaggio è ancora chiaramente leggibile: un certo Matsuo Kinchou è pregato di presentarsi alle nove in una certa "classe 4 sezione O" al secondo piano di un luogo non meglio precisato. Il mittente, da quanto si legge nell' angolo in basso a destra, è lo stesso villaggio di Oto e si parla di un "maestro". Matsuo... Matsuo Kinchou... un nome che gli pare familiare, ma che eppure non è in grado di assegnare a nessuna persona. Non so dir io se sia veramente il nome suo o se stato dato gli sia dal Dr. Agenawa, fatto sta che così di qui innanzi lo chiameremo.
La decisione è presto presa, si recherà in quel luogo, qualunque esso sia e si fingerà Matsuo Kinchou. Se il messaggio proviene dal villaggio stesso potrebbe persino rimediare qualcosa con cui vivere per un po'... oppure persino un lavoro! Ma forse troppo fantastica con la mente e quindi decide di darsi una mossa. Indossa gli abiti migliori che trova lì stesi e ne riduce a lunghe strisce uno bianco, per poi usare il risultato del suo lavoro come bende improvvisate. Che sia ferito? Vi domanderete voi. Ebbene no, quelle strisce a medicar ferite non servono, bensì a nascondere quel volto che Natura gli diede e Vita deturpò infelicemente.
Col volto fasciato che solo gli occhi scoperti lascia, ma che di respirare bene o d' aprir la bocca non impedisce, corre allora verso un' altra zona di Oto. Si è infatti improvvisamente ricordato alcune cose del suo passato e fra queste i confini del degradato mondo in cui aveva vissuto. Al limitare di quel quartiere, alla sola distanza di qualche metro, sorge una zona maggiormente benestante e civile, quella in cui abitano molti studenti o neo-Genin che hanno da poco intrapreso la via dello Shinobi. Come fa a saperlo? Semplice, questo fatto è l' unico motivo che non consente alla degradazione del luogo da cui viene di espandersi: appena un piantagrane da lì prova ad andare in quella zona e provoca problemi viene immediatamente rispedito, letteralmente, a calci da dove era partito. Lì di ricevere informazioni su quella missiva spera e perciò, anche se, a dir il vero, controvoglia, ad un ragazzo col coprifronte si avvicina.
Già dallo sguardo che questi gli lancia capisce che lo ha identificato, a causa dei vestiti non proprio stupendi e puliti, come uno sbandato - ed in effetti di tanto non sbaglia - e che è pronto a rispedirlo indietro. Ribalta però la situazione mostrando il foglio, unica sua speranza in un avvenire migliore. Il ragazzo allora gli sorride, forse anche un po' sadicamente, per poi indicargli dove l' accademia - così chiama il luogo in cui Matsuo deve recarsi - sia e dirgli che di quel passo arriverà certamente tardi. Lo saluta con false parole di ringraziamento, frasi di circostanza che non sopporta. Ed invero è già tanto che gli abbia chiesto aiuto, perché cocciutamente preferisce sbagliare piuttosto che dagli altri farsi aiutare. Non vuol dipendere da nessuno, di sé stesso e nessun altro si illude di aver bisogno.

L' ora è tarda, ma non lo sa, ha corso, per la terza volta da quella mattina, con tutte le sue forze, con quel foglio, fonte di speranza, stretto in mano. Giunge all' edificio di cui gli ha parlato il ragazzo, ringraziando la sua buona stella per esser riuscito a trovarlo senza grandi difficoltà e perdite di tempo.
Non si perde ad osservare dettagli come dimensioni, colori, zona circostante, non sapendo che ore siano ignora se sia in ritardo o meno e teme di lasciarsi sfuggire un' occasione. Varca l' entrata di quel luogo e vaga in quelli che per lui sono alla stregua di oscuri meandri. Infine compie uno sforzo di volontà immane per convincersi a chiedere informazioni a qualcuno, mostrando quell' invito al primo ninja che incontra. Questi corruga la fronte, pensieroso, poi alza lo sguardo e rimane con lo sguardo perso come a materializzare nella sua mente un percorso virtuale da lì all' aula, per poi poterlo riferire a quel ragazzo dal volto bendato. Dopo aver riflettuto per un po' rende il foglio e dà le indicazioni dovute, avvisando che il "Sensei", così come quell' individuo chiama questa sconosciuta figura, non è più in classe, ma che si è recato in una sorta di cortile. Le ultime parole dell' uomo si perdono nell' aria, non vi presta la minima attenzione, gli basta sapere dove andare, niente di più niente di meno. E così avanza verso questo ignoto luogo, passando per un corridoio e vedendo, di lontano, che un qualche ragazzo lo ha preceduto. Esulta il suo cuore: non è il solo in ritardo e la paura di una severa punizione è così drasticamente ridimensionata.
Anche l' ultima soglia viene varcata, si trova infine là dove era stato deciso andasse e la sua mente si ricolma di confusione: cosa diavolo sta succedendo in quel posto? Un uomo che decisamente spicca sugli altri sembra essere coinvolto in un combattimento con tutti le altre persone presenti e la prima, istintiva, reazione che ha è quella di togliersi immediatamente dalle possibili linee di tiro, scattando immediatamente con moto circolare verso ore dieci. Infila la mano destra all' interno del porta-armi rubato all' inserviente e tenuto attaccato alla cintura sul retro, a destra, si ferma a quelli che valuta come quindici metri approssimativi dall' individuo reputato più pericoloso, quello armato di falce, finalmente fuori da ogni traiettoria che avrebbe potuto metterlo nella spiacevole situazione di venir colpito da un' arma vagante. Afferra un kunai e si tiene pronto a lanciarlo o ad usarlo per parare eventuali colpi a lui diretti da chicchessia; infatti, essendo appena giunto e non sapendo neanche cosa lì sia andato a fare, non ha la minima idea di cosa stia accadendo.
Ormai la sorpresa della sua entrata è certamente finita e come minimo la persona più imponente se ne è accorta, quindi compie un piccolo sforzo e decide di spezzare il suo silenzio -Salve, sono Matsuo Kinchou. Mi è stato detto di venire qui, cosa devo fare adesso?-
Lo dice a denti quasi stretti, con una certa rabbiosa inflessione nel tono della voce, segno di diffidenza, certa eredità di un passato vissuto per le strade che sta lentamente tornando a galla.

SPOILER (click to view)
Matsuo Kinchou
Energia : Bianca
Chakra: 50/ 50
Slot Azione: Nessuno.
Chakra rimanente: 50
Ferite: Illeso
Condizione mentale: Speranzoso, ma confuso dalla situazione a lui sconosciuta
Equipaggiamento:
-Shuriken [x3]
-Kunai [x3]
-Makibishi [x10]

 
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Saske™
view post Posted on 22/4/2008, 19:18




SPOILER (click to view)
SONO FINITI I GIORNI VAI SHAD
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 22/4/2008, 23:52




CITAZIONE
narrato
parlato
pensato

Chapter four: Five guys vs. an only Demon

Il conflitto interno al corso O4 era iniziato nel momento in cui il Soichiro aveva posto in posizione di semi-difesa la propria immane e sacra arma;anzi per la precisione si poteva dichiarare aperta la carneficina nel preciso momento in cui aveva smesso di pregare: lì aveva ricevuto nuovamente il sacro potere di Jashin,che sempre lo accompagnava
SPOILER (click to view)
.:CULTO DEL JASHINISMO:.



Villaggio: N.D.
Clan: Jashin [Da indicare in Scheda]


Descrizione

Questa non è una vera e propria Abilità Innata ma bensì un Culto, accessibile a chiunque. Questa religione loda la carneficina e tutto ciò che ha a che fare con la morte. Un fedele del Jashinismo DEVE sempre pregare per almeno un Post prima e dopo uno scontro, in modo da mantenere i favori del proprio Dio, sul quale è fondata appunto la religione. Gli adepti a questo culto tendono a voler uccidere i propri nemici in qualunque occasione.



Attivazione: Entrando in contatto con una ferita dell'avversario, ed ingerendo il suo sangue si attivano i benefici di questa Abilità, in grado di trasmettere tutti i danni subiti al nemico, tramite una sorta di legame stabilito tra i due Shinobi.[Attivare l'innata conta come tecnica base]

Caratteristiche dei Portatori: Agilità Diminuita di Molto; Forza Aumentata;

Abilità comune a tutti i livelli: Il ninja è in grado di essere Immortale all'interno di un cerchio che verrà tracciato dopo aver ingerito il sangue dell'avversario. Una volta divenuto immortale la pelle muterà in un colore simile al nero con delle parti bianche in prossimità delle ossa.

Arma Bonus: Tutti i credenti del Jashinismo hanno in dotazione una falce a tre lame, in grado di ferire l'avversario anche a distanza e mantenere sulle proprie lame il suo sangue, in modo da rendere più facile la Maledizione e il contatto con il sangue nemico


.:Livello II:.



Lo Shinobi che crede in questo Culto ha una discreta familiarità, non conosce tutte le peculiarità di Jashin e il suo completo volere. Il che attiva alcuni vantaggi e svantaggi di seguito elencati:
-Obbligo ti pregare per almeno un Post prima e dopo uno scontro.
-Per attivare il Cerchio di Jashin bisogna ferire l'avversario ed entrare in contatto con il suo sangue.
-Una volta dentro il Cerchio non si potranno eseguire Jutsu.
-Se si esce dal cerchio bisogna nuovamente ferire l'avversario e ricomincare il processo di Maledizione.
-Per attivare il Cerchio bisogna ferire in maniera Media-Leggera l'avversario.
- Una volta entrati nel cerchio si sarà "Immortali".
- Una volta che la maledizione è ultimata si potranno trasferire danni di entità non superiore a Medio-Grave al nemico.
Consumo di Chakra per Turno: Basso

Lo sguardo sadico ed infuocato del chunin passò in rassegna i volti di tutti gli studenti,che di lì a poco si sarebbero dovuti impegnare in un combattimento che poteva sancire da un momento all'altro la fine della loro giovane vita. Accettare era da folli,rifiutare era da codardi. Chi sarebbe stato folle e chi codardo?
Subito ebbe la conferma dei secondi: i Kinchou attualmente presente,Kidoumaru e Nakashi,ebbero la genialità di preservare l'integrità dei propri corpi. Certo agli occhi di Hisoka quella era codardia,ma qualche vecchio saggio,sopravvissuto a centinaia di battaglie,tal gesto sarebbe stato interpretato come ponderato ed assai giusto: la vita è sempre il bene fondamentale..
Tsk ad una frase del genere quel particolare sensei non avrebbe potuto far altro che sputare volgarmente sul terreno e rispondere a tono,erudendo gli ascoltatori,affermando che l'unico motivo per cui gli essere animati vivono sulla Terra è l'asservire al Sommo,compito che egli svolgeva assai volentieri,soprattutto perchè era il Consacrato.
Era quell'uomo,o meglio ragazzo,stava per compiere il volere del suo Dio,ma attendeva che fossero gli altri a "gettarglisi" fra le braccia,tenendo però ben presenti i possibili rischi,per quanto fossero bassi per la scarsa potenza degli studenti,che potevano arrivargli da tecniche infide come quelle sonore,invisibili ai più.
Il primo ardimentoso,che però non dimostrava grande abilità nel non confrontarsi almeno verbalmente coi compagni,a correre verso il proprio maestro fu il più piccolo del gruppo: lo Zaoldyeck
Quest'ultimo si mise a correre il più velocemente possibile,quasi a compiere un'azione avventata,ma si vedeva chiaramente che il suo comporre i sigilli significava un'unica cosa: voleva coglierlo di sorpresa ed attaccarlo il più vicino possibile con una tecnica dal raggio lungo,ma limitato. E la maggior parte delle tecniche di base con quelle caratteristiche,che di solito erano di facile portata anche per i ninja alle prime armi,erano basate sull'uso del suono;appariva dunque evidente che il Soichiro non avrebbe dovuto utilizzare la sua abilità che gli permetteva di potenziare l'udito e che nè tantomeno poteva rimanere lì fermo aspettando di subire un attacco che non poteva vedere.
La velocità spesso è la chiave per mettere dalla propria parte l'esito di un incontro,ed un chunin,si sa,non pecca mai di tale caratteristica,essenziale per sopraffare gli avversari anche quando sono più numerosi: questo era il caso più adatto ad applicare questa caratteristica dal giovane dagli occhi rosa con i riflessi rossi scarlatti.
Le soluzioni erano due: difendersi prima,considerando anche i movimenti degli altri due studenti che stavano prendendo parte a quello che si preannunciava come un combattimento assai cruento,dai vari loro attacchi,vanificandoli,oppure attaccarli tutti prima ancora che facessero le proprie mosse. Indubbio era che entrambe le opzioni erano facilmente attuabili per uno come il Demone,la scelta era quindi basabile unicamente sul suo gusto,che di norma era piuttosto sadico;tuttavia quel dì era lì a battersi nell'accademia,non come uno squallido studentello,bensì come insegnate e in quanto tale doveva dare almeno una possibilità agli studenti di farsi valere prima di raggiungere la morte,che avrebbe loro donato con assai piacere.
Sfruttando la sua rapidità compose quattro sigilli e,proprio nel momento in cui Kilua stava urlandogli contro,fece comparire grazie al chakra un numero totale di 3 copie corporee.
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Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Una
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni simili in tutto e per tutto al ninja che li ha creati. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 6 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza scompaiono creando una piccola nuvoletta di fumo. Un clone che non fa nulla di particolare dura 12 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 6 turni. I cloni creati con questa tecnica possono attaccare, le loro caratteristiche di velocità e forza sono equivalenti a quelle del creatore. Inoltre possono fare tecniche, utilizzando il proprio chakra. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi, muovere gli arti e saltare. Se toccati la loro consistenza è fisica.
Costo, resistenza e chakra posseduto dalle copie seguono questo schema:
[Chunin: consumo Medio per copia, distrutte con qualsiasi danno, chakra posseduto Basso / Jonin: consumo Medio-Alto per copia, distrutte con una ferita leggera, chakra posseduto Medio-Basso / Sp Jonin: consumo Elevato per copia, distrutte con una ferita media, chakra posseduto Medio-Alto]
Solitamente le copie possiedono solamente il 20% delle armi base dell’originale, ma con un ulteriore consumo Basso possono essere dotati di un’arma a scelta (che però deve essere presente nella scheda di chi utilizza la tecnica).
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 3 / Consumo: Variabile)

Esse,stesso al momento dell'aparizione,si disposero a triangolo isoscele,con al centro l'originale: erano il suo scudo. A loro infatti si diressero gli attacchi delgi studenti e scomparirono in pochissimo,lasciando a ricordo di sè solo delle flebili nuvolette che si estinsero dopo un secondo. A quel punto però la strada era spianata sia allo Zaoldyeck sia ai kunai e agli shuriken che gli stavano lanciando dalla distanza. Il primo gli si diresse contro per colpirlo alle gambe con una spazzata: evidentemente non aveva calcolato che così lasciava visibili numerose aperture,che il Soichiro era abituato a cogliere.
Con un movimento rotatorio del braccio e del polso fece girare di 180 gradi la grande falce,così facendo avrebbe colpito quasi sicuramente al fianco il ragazzino,lacerandone la rosea carne.
Nel frattempo erano giunti sulla scena altri due studenti,uno più intraprendente che aveva iniziato anch'egli ad attaccare sperando di poter disorientare il maestro con un banale campanello. Dopo aver tentato di colpire Kilua,il chunin sarebbe saltato in aria evitando gli ultimi lanci d'armi degli alunni ed una volta sul terreno prese a correre ad una velocità costante ed impressionate,effettuando movimenti praticamente invisibili agli occhi di banali studenti.
Nel frattempo che si muoveva a tracentosessanta gradi,approfittava per avvicanarsi gradualmente alle prede;due secondi dopo effettuò un balzo verso il giovane più vicino,fiondandoglisi addosso,per colpirlo in maniera "leggera" allo stomaco con la mano sinistra. Lo sfortunato era Sadame,colui che aveva avuto la stoltezza di proseguire quel corso con una mano quasi fratturata;il Soichiro puntava a farlo piegare su se stesso e a fargli sputare del sangue dalla bocca per la botta,se però avesse voluto arrecargli più danni,avrebbe benissimo potuto caricare maggiormente il colpo per lacerargli alcuni muscoli od organi interni,era anche relativamente fortunato che non puntava direttamente alla decapitazione con la grande falce.
Qualora avesse potuto dopo il pugno si sarebbe diretto a velocità sorprendente verso i due nuovi venuti che sembravano ancora lievemente spaesati e gli avrebbe gridato contro,con i suoi occhi rosa,con foga:
Combattete,ecco cosa dovete fare!
Solo dopo aver pronunciato queste parole in corsa avrebbe provato a colpirli portando in orizzontale la falce e compiendo un movimento dall'esterno verso l'interno: il danno non sarebbe stato affatto leggero se preso in pieno,gran parte dell'addome e del petto sarebbe stato raschiati dalle affilatissime lame...
Jashin ti dedico questo sangue!
SPOILER (click to view)
il post è orribile,ma come forse saprete per ben 4 volte internet me l'ha distrutto e quindi per farvi proseguire l'ho fatto molto corto e brutto nella parte finale,scusatemi...
Buona fortuna anzittutto per la difesa del prossimo post,ora passiamo alle valutazioni.
Allora voi siete gli alunni migliori che abbia avuto dal punto di vista umana dato che sempre riuscite a capire i miei ritardi e a perdonarmi e per questo vi rispetto molto,anche se può non sembrare... Tuttavia alcuni di voi hanno abbastanza problemi col gdr e per il ruolo che ricopro,se continuate così,non vi posso proprio promuovere.
Vaalin: ti conosco già e so che sei ad un livello altissimo,ma ti devo riprendere per lo stile eccessivamente poetico. Spesso la poesia come ben sai va contro le normali regole sintattiche e morfologiche italiane,che invece dovresti seguirle. Se insisti ti punisco ò_ò Ottimo post anche se molto lungo come sempre,velocizzati però anche se so che sei impegnato. Tu sei candidato alla promozione
Kilua: L'arrivo di Vaal nel corso,nonostante tu sia già promosso,ti deve motivare a fare un salto di qualità. I tuoi post sono buoni,anche questo e abbastanza ben descritto,ma sono convinto che potresti essere ancora più preciso.
Whismacker: Uno di quelli citati prima sei tu. A lunghezza ci siamo,hai soddisfatto la mia richiesta ma ci sono troppi errori gravi,sia come tempi di verbi sia verbi essere ed avere usati impropriamente. La stesura complessiva non è buona perchè è troppo macchinosa e poco corretta. Devi fare grossi miglioramenti se vuoi passare,e il tempo è poco.
Ichi: Rispetto ai primi post stai migliorando,un po' come tutti,ma più velocemente rispetto ad altri. Non fai errori particolarmente gravi,ma l'italiano usato è spesso brutto a leggere e talvolta scorretto. Se ti impegni ancora un bel po' potresti farcela.
Saske: Ti ho dovuto riprendere più volte con degli spoiler,anche stavolta per l'autoconclusività che è un errore abbastanza grave. I tuoi post hanno raggiunto dimensioni maggiori,ma sono spesso scorretti e le frasi perdono il filo logico che dovrebbero avere. I periodi non sono abbastanza articolati e pecchi nelle descrizioni,ma soprattutto l'uso improprio dell'italiano ti frega. Negli ultimi post dovrai fare molto lavoro per migliorarti,impegnandoti davero tanto se vuoi la promozione. Il discorso è simile a quello fatto wishmacker solo che tu commetti meno errori ortografici,tuttavia senza un buon italiano non posso promuoverti.
Sia chiaro che non mi diverto a bocciare nessuno,mi dispiace sempre ma sono coerente col ruolo di sensei che svolgo,fate sto sforzo per migliorare. Non per me,ma per voi. I punti chiave sono: migliorare l'italiano,descrivere più dettagliatamente i vostri pg,le azioni e gli ambienti,ridurre di molto le ripetizioni,attenzione ai verbi e sviluppare il pg dal punto di vista psicologico. Questi sono obbiettivi minimi che dovete raggiungere. Ispirazione per capire come vanno fatti potete trovarne ovunque in questo gdr,stesso i miei post passati(Questo è venuto male per i motivi sopracitati) o anche quelli di Kilua e i futuri di Vaalin,se saprà(molto probabile) ruolare come fa sempre(lo conosco in altri forum).
Una buona notizia: tutti prendono la gialla,eccetto Vaalin e wishmacker,che l'avranno se posteranno questo nuovo post di battaglia.
La consegna è fra 7 giorni,è consensito chiedere una proroga di un giorno al max,consiglio a tutti di iniziare sin da subito a scrivere,così da gestirvi il tempo che avete. Ricordae che le alleanze Off gdr,devono essere riportate anche On senza essere autoconclusivi ma usando il condizionale e il periodo ipotetico(vengono usati quando si tratta di parlare di azioni a cui altri devono rispondre,come gli attacchi che non possono quasi mai esser usati all'indicativo altrimenti non si dà la possibilità al compagno/avversario di reagire nel modo che più preferisce(spesso si sfocia in autoconclusività).
Buon post e scusate tutti per l'attesa


Edited by Shadow alkemist - 13/5/2008, 18:23
 
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wish macker
view post Posted on 13/5/2008, 19:57




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narrato
parlato
pensato


Kira segui con interesse tutta l'azione del senei , era incredibilmente forte come avrebbe potuto lui sconfingerlo ho almeno colpirlo???? questo è quello che lui si domandava.
dopo alcuni instanti , anzi pochi secondi il sensei esegui 4 posizioni magiche , le quali fecero uscire 3 copie esatte di lui che uso come scudo , infatti , tutti i nostri attacchi andarono ad infrangersi contro di loro.
in un lampo il sensei fece una rotazione di 180° gradi con la sua grande falce in modo da colpire il fianco del ragazzino di nome Kira e da ferirlo non gravemente ma......sicuramente avrebbe sgorgato sangue da quella ferita.
il sensei sembro dimenticarsi dei nostri attacchi a distanza , cioè il lancio delle varie armi , ma...invece no....il mio attacco trappola con i campanelli , si rivelo un sciocchezzuola da prevedere per il sensei , che infatti con un gran salto schivo tutte le armi.
si diresse verso di noi per sferrarci il suo attacco.
correva ad una velocità elevatissima ed impressionante , era talmente veloce che i suoi movimenti hai miei occhi erano totalmete impercepibbili.
lungo il tragitto verso di noi , il sensei come prima vittima della sua carneficina scelse lo sfortunato Sadame , che aveva già il polso rotto , ebbe un pugno nella pancia talmente potente da fargli uscire sangue dalla bocca.
era ovvio che se voleva , il senei gli poteva mozzare la testa , solo se avesse voluto ma si limito a farlo accasciare su se stesso.
infine si diresse verso di me in me avevo una paura indescrivibile , mi sentivo come se stessi per morire , ma infetti se il sensei lo avesse voluto fare , non avrebbe impiegato che pochi attimi.
all'improvviso il sensei apri le labbra e disse : Jashin ti dedico questo sangue!,
a queste parole finii in uno stato di terrore puro , ero sicuro di morire , la vita mi passo dinanzi agli occhi in un attimo.
mentre navigavo nell'oblio dei miei pensieri , pensavo e pensavo a come sarebbe cambiata la mia vita , se sarei riuscito a passare questa prova ..... sembrava fosse passata un eternità da quando vidi il sensei caricarmi ......per me era come se tutto era già finito....morto e sepolto ...quando.... all'improvviso , un lampo un qualcosa che non si può descrivere con le semplici parole , ma che , solo colui che si fosse trovato nella mia stessa situazione avrebbe potuto capire.
il mio corpo , cerco di reagire a quel supplizio che io mi ero imposto sin da quel momento , cercavo di riprendermi ma invano.
c’era qualcosa che non andava.... non riuscivo più ad entrare nel mio corpo perchè???? mi chiesi .
dopo una riflessione di alcuni attimi , decisi di riprovare allora concentrai tutta la mia energia negli occhi presi tre lunghi respiri apri gli occhi e…….
dinanzi a me una scena orribile , io fermo incapace di muovermi , corpi accasciati di qua e di la ed il sensei pronto a farmi fuori .
guardai il sensei fisso negli occhi e dissi gridano a squarcia gola:
"SENSEI IO NON HO PAURA DI LEI" .
analizzai l'azione di attacco del sensei , girò in orizzontale la sua falce , e fece un movimento tipo toro , carico verso di se la falce per poi scaricarla su di me con tutta la potenza , se quel colpo mi avesse colpito per il mio torace sarebbe stata la fine , cosi non appena il sensei scarico il suo colpo feci un salto all'indietro atterrando sui piedi , in modo da far andare a vuoto il colpo del sensei.
in questo caso , la stabilità del sensei sarebbe dovuta calare un pò , perchè in un qualche modo lui con quel colpo è come se avesse scaricato tutta la sua forza motrice.
quindi approfittai di questo , mi chinai a terra e rotolai sulla mia destra , prima di finire l'esecuzione lanciai uno shuriken , mi rialzai in tutta fretta ed eseguii in gran velocità tre posizioni magiche , ad una velocità abbastanza superiore a quella degli altri ragazzi del mio stesso livello.
eseguii la tecnica:

SPOILER (click to view)
Onda Stordente - Muchuuha
Tipo: Ninjutsu
Villaggio: Suono
Posizioni Magiche: 3 (velocità media)
Con l’ausilio della propria voce o dei suoni presenti nella zona attorno al praticante della tecnica è possibile modificare la pressione dell'aria e i supersuoni presenti. Si potranno concentrare tramite il chakra all' interno della propria bocca oppure sotto forma di sfera tra le proprie mani e scagliarli sotto forma di un'onda d'urto abbastanza potente ad effetto stordente che intorpidirà l' avversario, nel primo round subirà un malus del 50% ai sensi che calerà a 25% nel secondo per sparire gradualmente e tornare alla normalità nel terzo. Il raggio massimo è di questa onda e di 10 metri mentre la sua ampiezza massima è pari a 2 metri.
I suoi effetti ulteriori sono equivalenti ad un danno superficiale, sulla zona colpita, pari ad una ferita Leggera [Potenza: 10]. Tapparsi le orecchie non protegge dalla tecnica.
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)


era la tecnica ideale , visto il frastuono che si era venuto a creare in quel area , l'effetto era assicurato.
sfruttai tutti i suoni possibili ed imagginabbili presenti in quel l’area , cosi creai ben 10 sfere sonore mischiate con il chakra tra le mie mani.
feci una breve corsa verso il sensei e gli lanciai le 10 palle addosso , in direzioni diverse in modo tale che almeno una lo avrebbe colpito.
Dopo di che mi misi in guardia ed aspettai la reazione del sensei.

Edited by wish macker - 13/5/2008, 21:58
 
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#Rikimaru#
view post Posted on 19/5/2008, 23:19




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

La stella precipitò,illuminando la notte e dilaniando le tenebre che fino ad allora si erano vantate del loro incontrastato dominio.Come l'anima che vaga per il mondo alla ricerca dell'entità materiale in cui rifugiarsi,il corpo luminoso solcava i cieli,forse per puro sfizio o forse come segno premonitore di qualcosa di più grande.
Un leggero stridulo attraversò la piccola stanza di poco più di venti metri quadri.Un piede aveva fatto il suo ingresso in scena.La pressione esercitata dal corpo sulla rozza pavimentazione lignea generò quel fastidioso suono che fù subito seguito da un'altro di pari entità.Seduto sul soffice letto, racchiuso da liscie e sottili lenzuola macchiate qua e là da increspanti motivi floreali,osservavo la fervida battaglia tra luci e ombre che si stava combattendo al di là della piccola finestra che ornava la stanza.L'astro nascente stava spuntando alla mia destra e imponeva alle tenebre di cedere il passo.Chi alla fine sarebbe risultato essere il vincitore?.Chi avrebbe spodestato chi dal mezzo trono di cui era in possesso?Sarebbe stato il sole,stella a cui gli uomini devono la vita e la prosperità,o la notte,da sempre portatrice dell'eterno sonno,ad aggiudicarsi il dominio totale?.Chi o cosa avrebbe rotto quell'eterno quanto monotono equilibrio?.
Spostai il mio corpo in posizione eretta,lasciando precipitare le immacolate lenzuola sul pavimento,avrei sistemato tutto dopo.Quel piccolo angolo di mondo racchiuso da quattro lignee e irregolari pareti rappresentava tutto.Lì ero cresciuto,o meglio,sopravvisuto.Lì avevo odiato e amato,apprezzato e ignorato.In quel luogo ero divenuto come una luce annegata nell'oscurità,ero come un fiore che qualcuno aveva raccolto destinandolo ad appassire.Mi recai verso colui che l'abitudine mi aveva portato a chiamare armadio.Ivi tirai fuori una maglietta a collo alto dal color celeste ,una giacca della medesima cromatura ma arrichita da una parte piumata di color nero che si intonava perfettamente con i lisci e vellutati capelli scuri, e un paio di pantaloni dell'omologa tintura della maglietta.Ricoperto che fù, l'atletico e asciutto corpo di cui disponevo si recò all'angolo che avevo destinato all'attrezzatura ninja.Spazio ancora privo di significato,occupato solo da pochi e vecchi shuriken e un kunai.Attrezzatura non certo invidiabile,chiunque avrebbe potuto procularsela.Tutti potevano averla,ma pochi erano gli esseri che sapevano usarla.Così come una semplice penna può diventare un'invidiabile arma nelle mani giuste tanto da generare l'altrui invidia, la medesima penna può essere inutile se data ad un inietto incapace di scrivere.Il tempo mi avrebbe dato ragione,mi sarei elevato al di sopra del gregge.Non ero una qualunque pecora,io di quel gregge sarei divenuto il Dio.Sogno?,speranza?,delirio?.No la mia era certezza.La stessa certezza che si ha di essere punto quando si infila la mano in un nido di vespe.La massa mi aveva scartato e io prima o poi li avrei dominati,che beffarda che è a volte la sorte.
Quando la mia mente si rese conto che era giunto il momento di smetterla con inutili congetture presi l'armamento e mi mossi verso l'uscita.Destinazione accademia.Strano luogo quello,di lì erano passati tutti.Sia i più grandi,la cui memoria sarebbe sopravvissuta alle guerre,sia gli uomini il cui ricordo era svanito il giorno stesso,semplici punti in un disegno infinito.Vidi la scena,dovevo essere in ritardo.Un combattimento era in atto,niente di cui ci si potrebbe entusiasmare,una persona,probabilmente il Sensei,predominava indiscusso sugli altri.La decisione giunse allorquando la vista non potè più sopportare simili nefandezze,mi sarei aggiunto alla massa.Finita l'ultima offensiva di "Tizio",qualunque ne fosse stato l'esito,io mi sarei posto al suo giudizio.Mi avvicinai fino ad arrivargli a cinque metri non facendo caso alle reazioni che la mia figura poteva scaturire negli altri,non avevo più intenzione di aspettare ,e se questo voleva dire passare davanti,beh che male c'era?Nel frattempo,intrecciai dietro la schiena le braccia con la mano destra che,dopo essere andata a comporre pochi sigilli,andava a brandire,ponendoli tra le falangi,due Shuriken.Si aprì il sipario.


Penso che il compito sia quello di colpirla,erro?Bhe, io e il mio amico siamo qui per questo.

Nel pronunciare questa seconda parte la mano sinistra si allontanò dall'altra andando a indicare una posizione dietro al Sensei.

CITAZIONE
~Suono Fantasma
Tipo: Ninjutsu
Villaggio: Suono
Posizioni Magiche: 4 (velocità media)
Concentrando il chakra nel palmo il Ninja può generare delle Onde sonore in qualsiasi punto (entro 9 metri) che abbia nel suo campo visivo semplicemente puntandovi contro la mano.
I suono riproducibile può essere di qualsiasi tipo, ma non può in nessun caso simulare una voce specifica o delle parole, ma può mimare il brusìo di più persone (ovviamente inintelleggibe), o il verso di un qualsiasi animale che si conosca. Tale suono può avere una intensità (il Volume) pari al massimo a quello che potrebbe emettere il ninja gridando. E' necessario mantenere il contatto visivo con il punto di generazione del suono, e anche puntare la mano in quella specifica direzione.

Chi non si sarebbe girato in seguito allo stridulo che da lì ne pervenne?Il rumore che solitamente si produce quando si tenta di schiarirsi la voce,quel suono rauco e privo di un reale significato,lo avrebbe davvero distratto? Gli esseri umani, per far fronte alle esigenze della vita, hanno a loro disposizione l’intelligenza e la capacità di apprendere dall’esperienza,quest'esperienza però non sempre gioca a favore.Dal momento che uno ti rende conto della sua presenza attraverso un qualunque suono te non puoi ignorarlo,sei portato a osservare chi sia.E' semplicemnete l’emissione di un comportamento in seguito alla presentazione di uno stimolo e difficilmente,nell'età adulta,è possibile sottrarsi.Non sussiste il fatto che egli si sarebbe sicuramente avveduto se mai un reale uomo/ragazzo gli si fosse posto alle spalle,le precedenti mosse di combattimento lo avrebbero potuto distrarre, dal resto e poi,chissà che codesto mio amico non fosse più forte e veloce di lui?Avrebbe rischiato un attacco alle spalle,privo di difese,o si sarebbe concesso una breve distrazione a favore di un ragazzo,studente,che lui credeva e sapeva essere per abilità,e esperienze inferiore a lui?.Se il gioco avesse avuto effetto inutile dire che gli Shuriken sull'altra mano sarebbero partiti in direzione del collo avversario.Nessuna esitazione.

CITAZIONE
~Stato fisico: Illeso
~Stato mentale: Lucido e reattivo
~Weapon: >6 Shuriken >1 Kunai
~Chakra: Bianco

~Scusami Shadow se aspiravi a qualcosa di più lungo e articolato,ma il mio tempo,come il tuo,è quello che è ^^



Edited by #Rikimaru# - 20/5/2008, 00:44
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 22/5/2008, 15:22




SPOILER (click to view)
Per domenica max voglio i vostri post qui,altrimenti scatterà la bocciatura. Non concedo ulteriori proroghe
 
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.:[Ichigo]:.
view post Posted on 25/5/2008, 09:11




L'Istinto



SPOILER (click to view)

Narrato
Pensato
Parlato





Il demone dai riflessi scarlatti non era un sprovveduto.La cerimonia era iniziata il sensei aveva eseguito la preghiera che come prevede la religione dell’onnipotente precede il martirio di una o più persone. Peinin sapeva che non era facile schivare tutti quegli attacchi in rapida successione portando con se il peso di quell’arma. Si era sbagliato del tutto e cosi aveva mandato allo sfacelo e alla distruzione e alla sofferenza il povero ragazzo con cui aveva preso accordi.

§Le mie supposizioni erano sbagliate…non è un normale chunin..§

Gli occhi neri riflessero come uno specchio le immagini di quei giovani ragazzi pieni di ambizioni andare incontro alla morte. La morte che in quel caso era impersonata dal suo sensei se cosi si poteva definire. Lo si vedeva dall’atteggiamento,era scocciato annoiato quando erano in classe seduti a presentarci ma ora…ora…aveva un nuovo volto terrificante,si leggeva nei suoi occhi l’incontrollato desiderio di uccidere…che ben presto sarebbe stato esaudito da quei ragazzi che non avevano la benché minima consapevolezza di ciò a cui andavano incontro.
Intervenire sarebbe stato da incoscienti ma sarebbe anche stato da vigliacchi non combattere e lasciare morire i suoi compagni.
Certo sarebbero morti e cosi avrebbe compiuto la volontà di jashin…ma allo stesso tempo se fosse restato a guardare la morte dei suoi compagni,alla fine sarebbero rimasti solo lui e il sensei e sicuramente quest’ultimo non avrebbe gradito il gesto di codardia dell unico studente rimasto e lo avrebbe ucciso.
Peinin rimase per la sua prima volta nella vita paralizzato da una strana sensazione l’insicurezza…
Fino a quel giorno tutta la vita era stata affrontata da Peinin di petto senza inutili pensieri sulle conseguenze…in quel momento un brivido freddo come il ghiaccio gli per cose la schiena…

§Questa sensazione non lo mai provata mi fa sentire impotente e inutile…è…è la paura§

Una miriadi di pensieri attraversarono la mente soggiogata dalla paura di peinin…
L’impotenza lo fece inginocchiare,aveva gli occhi spalancati il viso aveva una smorfia di paura di dolore ma soprattutto di ripugnanza verso se stesso…quei ragazzi quale era la loro forza quale forza gli permetteva di affrontare la morte senza pensieri senza problemi perché no avevano paura delle conseguenze perché combattevano contro un avversario di gran lunga più forte di loro…è come se non avessero la consapevolezza di chi affrontassero e quindi non ignoravano la forza dell’avversario anche essendone a conoscienza…non la percepivano affatto…la loro forza era il fatto di non rendersi conto della loro inferiorità…

§Stupidi incoscienti…§


Peinin era ancora in ginocchio e da quella posizione ammirava il massacro che il suo sensei stava facendo uno dopo l’altro i corpi dei giovani studenti si andavano a danneggiare,ferite sangue ormai dominavano incontrastati sul campo di battaglia,il sangue ormai essiccato dava alla terra un odore ripugnante.
Osservò ogni singolo movimento del sensei ogni singola contrazione dei suoi muscoli doveva studiarlo e non doveva andare allo sfacelo…come stavano facendo gli altri…
Aveva schivato ogni attacco proveniente dal corpo al corpo…la falce non gli impediva i movimenti rapidi…come poteva essere quella falce era grande pesante all’apparenza e ingombrante era impossibile essere tanto veloce da schivare cosi tanti attacchi provenienti da più direzioni,e inoltre la falce per quanto potesse essere forte colui che la adopera avra sempre un apertura durante il combattimento,ecco cosa doveva fare trovare un apertura e attaccare nel momento in cui questa apertura era più accentuata…
Rispondeva e allo stesso tempo contrattaccava ad ogni tentativo di arrecargli danno fisico.
non veniva colpito non perché non ve ne fosse la possibilità ma perché i colpi scagliati erano colpi creati per vincere e non per uccidere…era quella la soluzione colpire per uccidere e non per vincere...

§Ora devo solo trovare l’apertura e lo devo fare prima che i miei compagni vengano uccisi…§


Osservò attentamente lo scontro. Sadame aveva salito il sensei senza elaborare un piano dettagliato e ora ne pagava le conseguenze.
Ogni attacco del sensei andava a segno e non lasciava la bencheminima apertura non esisteva nessuno completamente invincibile e questo Peinin lo sapeva…ma nonostante ciò non riusciva a trovare un apertura e vedeva sempre più macchie di sangue sul campo di battaglia,non c’era modo di batterlo soltanto elaborando stupidi e inutili pensieri che non facevano altro che annebbiare la mente dei combattenti più valorosi che si basavano sull’istinto,l’istinto la forza di combattere senza ragionamenti andando cosi anche incontro alla morte…

§Istinto…devo combattere usando solo l’istinto…al diavolo inutili tattiche…§

Forte di questa nuova e riscoperta forza Peinin si alzò guardò verso il campo della battaglia dove il su sensei stava compiendo la volontà di jashin.

§Come prevede la mia religione non ci devono essere sopravissuti al mio combattimento ci devono essere solo morti…perfetto quanto amo la mia religione…jashin dedico a te il sacrificio di quest’uomo anche se è un tuo fedele ti dimostrerò di che puoi avere davvero fiducia…ora è inutile stare qui ha fare inutili pensieri…§

Peinin fronte verso il campo di battaglia si inginocchio prese il ciondolo legato al polso e comincio a pregare…la sua espressione era inquietante aveva gli occhi chiusi e una un sorriso terrificante...stava per attuare l'atto che precedeva il massacro.

†Jashin dedico a te il sacrificio di quest’uomo…jashin assisti mi mentre compio la tua volontà…e ora dannazione andiamo ad ucciderlo ho perso troppo tempo a lagnarmi…†


Peinin prese a correre verso il campo di battaglia le sue scarpe si tinsero del sangue dei suoi compagni…e dietro di se lasciava le sue impronte
Durante la corsa frugò con le mani della borsa e ne tirò fuori un kunai che dopo averlo fatto vorticare sulle dita impugnò saldamente…era giunto il momento del sacrificio…

§Arrivo…§

Si trovava ora di fronte al sensei…

†Si ritenga fortunato la sto per sacrificare al nostro dio…†


Scagliò un colpo con il kunai…e si preparò subito per una contromossa e nel caso arrivasse sarebbe saltato lontano dal sensei e si sarebbe protetto con il kunai…


SPOILER (click to view)
Nome: Peinin Nagato
Energia: bianca
Chakra:35
Slot Azione:
Ferite://
Psiche: Pronta a uan qualsiasi contromossa dell'avversario
Malus: //
Bonus: //
Weapons:
2 shuriken,2kunai,2 flash



 
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Vaalin
view post Posted on 25/5/2008, 23:19




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Wow, che dire... Non so nemmeno cosa ho scritto a dire il vero °°"
Spero che sia decente Shad xP!


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Legenda:
Azioni/Narrazione
-Parlato-
+Pensato+
-Parlato (Dr. Agenawa)-

Chapter 1: Insipiens

Qualcosa in quel luogo sfugge alla sua comprensione. Una specie di pazzo furioso dagli occhi di brace volteggia, seminando dolore fra giovani incapaci di opporre resistenza; fin qui, in effetti, niente di così sorprendente, per chi abbia vissuto nel quartiere più degradato e malfamato di un villaggio noto non proprio per la sua, come dire, "bontà".
Ne aveva visti molti di invasati del genere, generalmente affetti da un minimo di dieci malattie mentali diverse, ma mai aveva creduto possibile una cosa del genere... Cosa diamine si faccia in quell' edificio è quanto mai oscuro per lui, possibile che un simile apparato sia tutto per il divertimento di un folle? No, non è certo credibile come cosa. Se così fosse aver incontrato subito un individuo a conoscenza del fatto sarebbe una casualità ai limiti del paradossale! Ma in effetti, pensandoci, non è che possa esser certo che quello sia proprio il luogo in cui doveva andare. Potrebbero avergli mentito entrambe le persone cui aveva chiesto aiuto...
Accigliato, decisamente confuso appare il giovane, ma la piega che la cosa sta prendendo lo spinge a rimandare il tentativo di comprensione. Tutto ciò che sa e che vede è che c' è un folle che sta falciando - mai verbo fu più appropriato - gli altri individui presenti: questo spingerebbe forse chiunque a gettarsi contro il tizio armato di falce, ma, in effetti, che certezza ha lui circa le intenzioni di chi ora appare come vittima? Esperto di risse e non di guerra vera e propria, teme tutti parimenti e pensa certo di attaccare uno di quelli che si sia scoperto in un' azione offensiva, ma lo svolgersi degli eventi lo porta a riconsiderare ogni cosa. Vederci quadruplo è tipico o di stato mentale alterato o di chi si imbatta in una tecnica ninja e, quale che sia delle due, durante un combattimento non è mai cosa bella. Da questa semplice constatazione, arrogantemente certo che non sia il primo caso, il nostro eroe, se così possiamo chiamare un simile essere, si convince che è saggia regola risponder fuoco al fuoco. Cerca di cogliere quanto possibile dei movimenti e degli intenti nemici, benché gli appaian oscuri e per la velocità del nemico e per la sua ridotta capacità deduttiva.
Appare tutto chiaro invece al pensieroso dottore, che dal suo schermo osserva attento la scena. Non c' è differenza fisica fra l' occhio di un esperto e quello d' un novizio, il gran divario sta tutto nell' esperienza, nell' abitudine... non stupisca perciò che uno studioso sia capace di veder simili movimenti, chiunque, allenato, ci riuscirebbe.
E teme l' uomo ammantato nel camice bianco, teme per il suo pupillo, cresciuto con tanta sistematica cura, con tanta fatica tesa tutta ad un unico scopo: ottener risposte a domande antiche quanto lo è il genere umano.
Che un brivido umano sia quello che gli attraversa la schiena? Che il cupo medico possa veramente provar sentimenti per un essere che eppure ha trattato come cavia, anzi, peggio, come oggetto per tutti gli anni della sua vita?
Questo a noi non è dato saperlo e forse la domanda a tale risposta ci rimarrà lungamente celata.
Ma ora, o Dive, ispirate il mio canto! E consentitemi di rimembrar esattamente quanto in quel loco accadde!
Invisibil a comune occhio umano, il "Sensei" par più una macchia scarlatta nell' aere che un uomo, ma qualcosa dei suoi foschi intenti vien in qualche modo recepita dal nostro caro insipiente; tanti di tipi come quello ne ha visti e, se ben li conosce - e ne ha ben donde per dirlo! - , il loro scopo si manifesta apertamente già dal primo colpo ed è generalmente uno di questi due: o dolore o morte.
Dalla dinamica dell' azione, o meglio da quel poco di essa che è stato in grado di osservare, più che uccidere al momento il suo interesse è ferire, far soffrire; non che non desideri stroncare le loro vite, ovvio, di pensar questo non ha nemmen l' ardire! Anche chi di questi tipi mira a mantener in vita il suo avversario prova sovente, quasi sempre, il desiderio di annichilare il nemico e, anzi, in genere i peggiori son proprio quelli che decidon di farlo con calma, lentamente...
L' appartenenza di quell' individuo al primo gruppo è immediatamente inferibile dai colpi da lui usati, nonché dal non trascurabile fatto di non aver visto ancora morire nessuno... Se il suo interesse fosse stato uccidere, al primo ragazzo, il più vicino, non sarebbe toccata la gentilezza di un unico colpo, o perlomeno non di un colpo non proprio letale. O lo avrebbe ucciso con il primo attacco o lo avrebbe ucciso con un secondo, nessun dubbio al riguardo. Invece non lo ha fatto, prima prova.
La seconda altro non è che la constatazione della sopravvivenza, o almeno pare che non sia morto, del successivo ragazzo all' offensiva. "Un pugno diretto all' addome? Che banalità!" direte voi, disattenti lettori miei, ma quello che venne scagliato non era un pugno, no, era certamente una macchina da guerra collaudata e temprata dal sangue di mille battaglie! Con rapidità, forza, precisione e senza esitazione alcuna, il sinistro dell' uomo era stato sferrato, lanciato come il proiettile di un' ingegnosa arma contro il corpo del povero Studente. Ce la fece a sopravvivere? Rispose al colpo?
Confesso la mia parziale ignoranza su questo fatto, ma il lettore vorrà scusarmi, vista la velocità dell' azione! Certo è solo che quello non era un colpo per uccidere e ciò è apparso subito chiaro al nostro Matsuo.
Strano, ma vero quell' uomo grida loro contro, rispondendo alla precedente domanda rivoltagli, anzi, intima ai due di far qualcosa che ormai è già negli intenti di numero sette e che, di fronte a simili scene, sarebbe venuto in mente a chiunque.
Finora son stati tutti attaccati all' altezza del busto, mai più in basso, forse perché non intende compromettere, non ancora perlomeno, le funzioni motorie avversarie; un bersaglio mobile è certamente più allettante di uno fisso e già eravamo convenuti sul fatto che quell' uomo non voglia uccider subito, bensì ingenerare sofferenza, fisica e mentale. Pare quindi più che logico che altrettanto si accinga a fare nella sua ultima offensiva, ma il tempo per far tutti questi ragionamenti forse non c' è... ed in effetti è mia fermissima opinione che quella che mi accingo a descrivere sia stata un' azione avventata e potenzialmente suicida. Ma ormai lo sappiamo... non possiamo aspettarci molto dall' istintiva brutalità e dall' animalesco spirito di quest' uomo, sempre che sia lecito definirlo tale!
Prima ancora che riesca a cogliere, seppur confusamente, l' unico fotogramma, forse anche l' unico che gli sia d' utilità, di quell' attacco, si abbassa, poggiando sull' arida terra la mano sinistra. Nel farlo attua ogni movimento che gli possa consentire di coprire con la destra, che impugna il kunai, il corpo, altrimenti esposto a qualsivoglia attacco. Non che si aspetti un colpo a quell' altezza, visti i precedenti, ma per istintiva prudenza.
Serra quindi con forza le dita della mano, al fine di aver in pugno una manciata di terra sgretolata e fine il più possibile: senza aspettarsi troppo, riesce ad ottenere ciò che desidera, terra in forma tale da soddisfare l' intento per cui è stata presa.
Avendo deciso di abbassarsi prima dell' esecuzione, e forse prima della preparazione del colpo, riesce in qualche modo ad evitarlo, rischiando però di perder lo scalpo, se non la testa intera, a causa del fendente orizzontale. Una parte dei logori stracci che bendano il suo capo e un po' di capelli si spargono nell' aria, volteggiando e confondendosi fra loro, in un misto di giallo e bianco venato di marrone.
Impugnando saldamente l' arma nella destra, si appresta, curando la tempistica, a spingersi nuovamente verso l' alto, avvicinandosi il dovuto al folle; ciò che si appresta a fare gli appare chiaramente nella mente, con una nitidezza unica: getta la terra contro il volto nemico, nel banale intento di fargli, anche se solo per un istante, chiudere gli occhi, perdere il contatto visivo. Quindi, sia che questa prima azione abbia o no esito positivo, ha intenzione di sfruttare il movimento di spinta ascensionale per sferrare il primo attacco dei tre che una delle poche tecniche che conosce gli consente.

SPOILER (click to view)
Tripla Rottura - Sanbai Kyuukei
Tipo: Taijutsu
Villaggio: Suono
Posizioni Magiche: Nessuna
Tramite questa evoluzione della "Doppia Rottura" il ninja è in grado di portare, sempre con i soli arti superiori, tre attacchi in una sola emissione di fiato. I tre colpi sono più pesanti di un colpo comune, e possono efficacemente essere rafforzati dall'uso di una strategia che metta l'avversario a ridosso di una superfice dura (ad esempio un muro). Questo perché tutti gli attacchi saranno portati "di spinta", tanto se si è armati, quanto se si è a mani nude. In questo caso la difesa prevederà il dover considerare ogni singolo attacco in maniera indipendente poichè evitare il primo non fermerà la combinazione.
(Livello: 4 / Consumo: Medio)
[Solo se si ha in scheda la Doppia Rottura]


Il suo scopo è colpire con l' anello metallico del kunai (tenuto con la punta rivolta verso il basso e abbastanza vicina all' avambraccio) il collo del "Sensei", in corrispondenza del pomo d' Adamo. Sperando, forse ingenuamente, di spezzargli così il fiato, vorrebbe preparare un secondo colpo, stavolta sferrato con la sinistra dritto dritto contro il plesso solare. Per quanto simili colpi portati da una persona così debole in confronto all' avversario non siano di per sé così incisivi - deboli pur nonostante la Tripla Rottura li potenzi! - , puoi esser forte quanto vuoi, ma è difficile esser capace di resistere senza problemi a colpi in certi punti... nel migliore dei casi in genere ti spezzano il fiato, nel peggiore ti fanno raggomitolare su te stesso. Ovviamente il massimo che sia lecito aspettarsi in una situazione del genere è quello che normalmente per l' avversario sarebbe il migliore dei casi: già, brutta storia. Ce la può fare? Avrà la sua offensiva esito positivo? Ancora ciò non sa, ma già prevede un terzo attacco: sempre con l' anello del kunai, tenuto nella mano destra, tirerà, se possibile, un colpo al polso con cui il nemico tiene quella sua dannata falce, per cercare di disarmarlo. Dall' alto verso il basso, in un unico movimento fluido e circolare, dal collo al succitato bersaglio. In ogni caso, seguirà un sinistro, frutto di nessuna tecnica, contro il fianco del "Sensei", per poi infine, sempre se possibile, far partire una pugnalata nella zona sotto l' ascella destra, che spera di trovar scoperta a seguito di un innalzamento del braccio, dovuto ad un suo piegarsi sul fianco destro a causa del precedente colpo. Ovviamente solo una bestia irrazionale come lui può veramente pensar di fare tutto ciò, ma sperare, si sa, non costa nulla... In caso di, quasi certe, reazioni e movimenti nemici avrebbe improvvisato, ma comunque alla fine dell' azione avrebbe cercato in ogni modo di allontanarsi da quell' individuo; sempre che abbia ancora arti con cui farlo, ovvio.
Nel caso che, prima di poter sferrare il colpo che, nelle sue intenzioni, dovrebbe aprire la sequenza offensiva, il nemico dovesse agire per impedirlo, per esempio tentando un calcio o una ginocchiata, Matsuo è pronto, favorito anche dall' eventuale contraccolpo subito dal corpo, ad infilzare ciò con cui dovesse venir portato l' attacco. In una simile circostanza al colpo di kunai farebbe seguire un pugno di sinistro, potenziato dal Chakra usato per la Tripla Rottura, verso la parte maggiormente sensibile più vicina, scaricando infine gli altri due colpi della sequenza, dolore permettendo, rispettivamente contro il plesso solare e contro il polso.

SPOILER (click to view)
Matsuo Kinchou
Energia : Bianca
Chakra: 50 - 20= 30/ 50
Slot Azione: 1 (Tripla Rottura + 2 attacchi corpo a corpo)
Chakra rimanente: 30
Ferite: Illeso
Condizione mentale: Istintiva aggressività
Equipaggiamento:
-Shuriken [x3]
-Kunai [x3] (uno nella mano destra)
-Makibishi [x10]

 
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Shadow alkemist
view post Posted on 1/7/2008, 21:22




Se
CITAZIONE
narrato
pensato
parlato

Chapter five: They can bite, but those bites are very weak

Sangue. Il liquido rosso e scuro presente all’interno del corpo umano si trovava adesso anche sulla punta della lama situata più in alto:era infatti quella la parte che aveva colpito il petto dell’impavido,se non stolto,ragazzino dai capelli bianchi,che eccedendo in tracotanza un attimo prima gli si era avventato contro senza considerare una fase difensiva o comunque una parziale chiusura di aperture. E per questo era stato punito dal maestro,che gli aveva lacerato la stoffa del vestito fino a smussargli anche la rosea pelle;successivamente,almeno per quanto concerneva la fase offensiva,il chunin si era scagliato con rapidità dall’allievo con il polso lussato e gli aveva sferrato un pugno,riducendo di parecchio la potenza,in pieno stomaco;Sadame,questo era il nome di quell’alunno,si era ritrovato impossibilitato a reagire vista l’eccessiva rapidità dell’offensiva sferratagli dal Consacrato e si era “limitato” a piegarsi su se stesso,accasciandosi sul terriccio sputando sangue dalla bocca. Ed anche una seconda pena era stata inflitta;in fondo era stato lui lo sciocco a partecipare al combattimento ridotto male fisicamente com’era. Il Demone sembrava essere stato molto crudele,soprattutto ad attaccare il semi-indifeso ragazzino fasciato,ma era stato molto realista e maestro di vita,chissà se i due sarebbero riusciti ad estrapolare una lezione dalle ferite subite,in realtà la scelta di loro come primi bersagli non era casuale. Il Soichiro voleva infatti mandare loro un messaggio,firmandolo però con il liquido scarlatto: mai e poi mai eccedere in superbia ed essere pronti a gettarsi nella mischia od in un combattimento in situazioni mortali o potenzialmente tali. Il mondo ninja era crudele e le possibilità di perdere la vita erano innumerevoli,uno shinobi dell’Otokagure no Sato avrebbe dovuto saperlo anche meglio di molti altri,dato che spesso creature maligne crescevano proprio in questa cittadina di “mostri”;svezzare quei ragazzi era comunque importante,sebbene il metodo utilizzato fosse leggermente discutibile,ma: come si può comprendere meglio una qualsiasi cosa se non sperimentandola sulla propria pelle?
Lasciati perdere gli ormai feriti Kilua e Sadame,l’insegnante improvvisato si avventò sui due nuovi venuti,che pensava di svegliare del tutto con un faccia a faccia;avere contendenti inutili e poco presi dal match non era divertente per un uomo così sadico;quindi il quattordicenne scaricò verso i nuovi alunni un colpo orizzontale della falce,ma incredibilmente,ed anche in maniera piuttosto assurda considerando la disparità di livello e rapidità,entrambi riuscirono ad evitare il colpo,gettandosi all’indietro seguendo l’istinto,favoriti inoltre dalla possibilità di scorgere il movimento del docente,avendo questo dovuto decelerare piuttosto in fretta per fermarsi,o quasi,davanti a loro al momento dell’azione offensiva. Adesso era quindi giunto il loro momento;avevano la possibilità immediata di dare l’avvio ad una reazione più o meno decente,l’avrebbero saputa sfruttare?
Ambedue,subito dopo essersi spostati dall’imminente traiettoria nemica,tentarono di approfittare dello squilibrio del corpo del chunin,che era leggermente piegato con la schiena e con il braccio destro proteso in avanti dopo aver fenduto l’aria con la falce,arrecandogli danni che lo rallentassero o gli riducessero in qualche modo le capacità motorie o sensoriali: il Kinchou in primis gli lanciò del terriccio all’indirizzo degli occhi,mentre l’altro giovane,Hisoka potè dedurlo osservando di sottecchi i movimenti delle mani,stava per lanciare l’Onda stordente,che in quella battaglia era stata utilizzata già in precedenza,approfittando del frastuono,seppur ancor flebile,che si stava venendo a creare. Eppure non finiva lì l’offensiva mossa contro al sensei,difatti un nuovo ragazzo era apparso sulla scena silenziosamente e notato solo di sfuggita,grazie all’uso del senso dell’udito,dal sensei si era appostato nelle vicinanze degli altri alunni. Tuttavia con quel frastuono il chunin non si era degnato di voltarsi per osservare il nuovo,o i nuovi avversari;quindi si ritrovò leggermente spiazzato quando udì delle voci provenire alle sue spalle,come se fosse arrivato dal nulla qualche altro shinobi;l’istinto umano di norma avrebbe portato il maestro a voltare il capo per individuare visivamente i pericoli nascenti,ma un uomo tempratosi in decine di battaglie non cade in trucchi così banali: sì,aveva capito che quello non era altro se non un jutsu che egli stesso sapeva padroneggiare,utile nelle missioni ma di poca rilevanza nelle battaglie faccia a faccia. La scelta di tale mossa però non fu inutile,dato che i tre attacchi arrivarono nello stesso momento,dando così per qualche decimo di secondo un disorientamento al sensei. Eppure l’offensiva mossagli contro non bastò a ledere il fisico allenato del giovane dai lunghi capelli rossi;egli infatti,sebbene fosse sbilanciato in avanti per il colpo intriso di forza che aveva sferzato in direzione dei petti nemici,riuscì a gettarsi all’indietro con un’elegante capriola bassa dopo aver inarcato all’indietro il busto,ma così non aveva risolto il problema arginatolo solo in piccola parte. La sabbia era stata evitata e con la coda degli occhi aveva potuto constatare che il vociare era proprio frutto di quel ninjutsu apprendibile solo dagli shinobi dell’Otokagure no Sato;la Muchuuha però non poteva semplicemente passargli sopra il capo,difatti gli arrivò alle gambe proprio nel momento in cui essere erano in procinto di rimettere in piedi,in posizione eretta,il corpo di Hisoka. Le conseguenze non furono per niente piacevoli;la velocità del ragazzo venne ridotta di parecchio ed un certo senso di disorientamento lo permeò interamente,eppure quando gli venne incontro Matsuo,che era pronto a colpirlo al primo momento di smarrimento,egli sorrise con cattiveria: era interessante che quegli inetti potessero fargli qualche danno,sebbene fossero di entità troppo lieve. Era comunque una sfida volta a far cacciar fuori dagli animi di quei “bambini” i loro colpi migliori,forse era un atto un po’ masochista quello dell’insegnante,ma dopotutto lui amava il rischio ed anche il sangue,persino il suo…
Il Soichiro si sforzò di apparire normale,di modo che gli studenti rimanessero stupiti della forza di tale essere umano,e così allungò il braccio destro,distendendolo,per far sì che la falce,che aveva le punte rivolte verso il cielo, non intralciasse i movimenti immediati che doveva compiere: non voleva di certo prendere ancora danni in così rapida successione. Il Kinchou con un kunai nella mano destra impugnato in modo alquanto inusuale,portò un attacco verticale alla gola del maestro al fine di bloccargli la respirazione colpendogli il pomo d’Adamo;ma era un’offensiva ancora troppo poco potente per abbatterlo e soprattutto era quasi priva di supporto dai compagni. Il chunin,ancora a mezz’altezza dovette fare uno sforzo per superare indenne la prima offensiva,difatti il movimento scelto gli uscì molto meno rapido del solito ed anche leggermente scoordinato: tenne il piede destro impuntato nel terreno e lo utilizzò come perno,mentre mosse il sinistro e la schiena per compiere un mezzo giro su se stesso mentre si raddrizzava sulle gambe;la falce invece si mosse di pochi centimetri in avanti mentre il Kinchou,poco sbilanciato,andava a vuoto ma fu subito pronto a portare una nuova offensiva con la mano sinistra verso il petto… Il movimento del sensei però non si interruppe e con la grossa arma in posizione favorevole,impresse un moto dall’alto verso il basso al braccio in questione,piegando la seconda parte dello stesso di modo che le lame si trovassero sulla strada del colpo nemico: l’alunno rischiava così di perdere l’arto in questione se avesse proseguito con la sua azione d’attacco,invece il sensei avrebbe subito in pieno l’attacco,dovendo piegarsi su se stesso per un senso di nausea che sarebbe giunto con l’assenza momentanea di aria soprattutto perché unito ad uno sconvolgimento generale dovuto all’Onda stordente. Se invece il ragazzo si fosse fermato,il Consacrato sarebbe arretrato con un salto,portandosi a pochi centimetri dall’unico studente della sua stessa fede,che stoltamente si era lanciato in un attacco diretto;la velocità del Demone era assai ridotta e le funzioni celebrali pure erano intaccate da una forte emicrania,ma fortunatamente riusciva ancora a discernere le cose che gli avvenivano attorno e così a un passo dal ragazzino lanciò in aria la falce,abbassando di molto il proprio corpo superiore,piegando il busto in avanti,avrebbe dato una testata all’indirizzo della bocca dello stomaco dall’avversario,evitando così l’offensiva col kunai ed arrecando danni alla zona addominale. Sfruttando il momento in cui il giovane si sarebbe piegato su se stesso per il dolore,avrebbe ripreso al volo la grossa “mannaia”,impugnandola di nuovo saldamente;successivamente a velocità assai ridotta si sarebbe portato in posizione centrale rispetto agli avversari,prima che questi potessero avvicinarsi troppo per lanciare nuove offensive. Avrebbe poi depositato l’ascia impiantandola nel terreno friabile e si sarebbe fermato…
Un urlo avrebbe squarciato l’aria ed avrebbe imposto la volontà dell’utilizzatore
Questo incontro finisce qui!
Presumibilmente tutti si sarebbero arrestati sconvolti,ma avevano sentito bene e il chunin non mentiva
Siete davvero così infimi,non meritate di combattere contro di me! Dovrete migliorare prima di potermi affrontare di nuovo!
Li osservò tutti,partendo da Kilua,che saggiamente era rimasto a terra dopo l’attacco subito,al nuovo arrivato Kel’Thuzad…
Passate a ritirare i coprifronte,non siete adatti a fare i genin ma provateci. Chi sarà in grado di andare avanti dovrà tornare qui e sfidarmi,sono convinto che molti periranno nell’impresa!
Si fermò e si mise a ridere sguaiatamente,proprio perché era ben conscio che egli aveva nelle sue mani e nelle sue parole la forza per cambiare la vita di questi esseri blasfemi e non potevano opporsi… Proprio per il suo sadismo decise di non far passare tutti nello stesso momento…
Sadame,Peinin,Kira! Voi tornerete qui domani. Voglio che abbiate il vostro battesimo del sangue…
Così voltò le spalle e se ne andò con tutta calma,riprendo con noncuranza la propria fidata arma. Aveva scelto a caso i tre momentaneamente bocciati;eppure a loro era andata bene,perché ai neo-genin aveva inflitto una punizione: mandarli nel mondo ninja ancora ben lungi dall’esser pronti. Li mandava a morire con uno scopo da perseguire: tornare a combattere da lui,prima che fosse egli stesso a raggiungere loro per decapitarli al Dio oscuro. Chi ce l’avrebbe fatta a sopravvivere? E come si sarebbero comportati l’indomani i tre esclusi dalla pena?
Il tempo avrebbe saputo dirlo…
SPOILER (click to view)
Il corso si conclude. Prendete tutti la gialla e fate un post conclusivo al termine del quale vi verrà assegnata esperienza e ryo.
Ho concluso il corso perchè andava troppo a rilento,seguirò personalmente in maniera più rapida chi non raggiungeva i requisiti minimo.
Ichi: sei migliorato tantissimo,devi solo fare un po' più attenzioni ad alcuni periodi,alla punteggiatura e togliere le ultime ripetizioni rimaste. Sei quasi al livello giusto,però voglio esaminarti in solitaria,quindi farai come prova un combattimento. Non considerarla una vera bocciatura,è perchè voglio poterti seguire giorno per giorno e non a distanza di mesi(per colpa mia). Poi ti spiego via mp meglio cosa dovrai fare.
Saske: bocciato per non aver postato ma non raggiungevi il livello adatto. Eppure ti darò la stessa possibilità di Ichi se la vorrai.
Whis: hai fatto pochi post perchè non ti ho dato molte opportunità ma così non ti posso mai promuovere. Non puoi sbagliare i verbi essere ed avere,sono fondamentali. Tu pure verrai seguito da me in un'altra prova più rapida.
Kilua: già l'avevo promosso,forse non tornerà più sul forum,ma fatto sta che era già genin.
Vaalin: ottimo come sempre,ma forse troppo arcaico. Scrivi più normale,errori reali non ne fai. Ti conoscevo già e non ho bisogno di altri post per valutarti. Genin.
Rikimaru: Anche te ti conoscevo già e il tuo unico post è di buon livello. Dovrai farmi però un ottimo post,anche lungo,per la conclusione in cui dovrai batterti un po'(fare qualche altra mossa d'attacco) prima che io fermi il tutto. Sei genin ora,ma se non dovesse bastare il post conclusivo(per renderti eguale a quanti hanno postato più volte di te)dovrai sostenere lo stesso test di Ichi. Non ci sono veri errori,eccetto uno grave: fù. Non ha l'accento e tu ce lo metti sempre,devi correggerti assolutamente.

In ogni caso l'alunno migliore è stato proprio Ichigo che ha assimilato tutto ciò che gli era stato detto da me,migliorando tantissimo. Proprio per questo voglio che ti perfezioni un altro po' prima di ricevere la promozione. A livello di bravura invece il migliore è stato Vaalin.

Fate i post conclusivi avete tempo una settimana. Ichigo può non postare,gli spiegherò il perchè in via privata.
Ps. scusate per i miei post orribili ma non mi trovo con il pg,farei così sempre inutili ritardi,quindi è meglio chiuderla qui e trovare un modo più rapido per far migliorare chi ne ha ancora bisogno ed affermare chi non ne ha più.
 
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Saske™
view post Posted on 2/7/2008, 10:59




shad avevo intenzione di iniziare un nuovo corso e rifarmi la skeda
 
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» Killua «
view post Posted on 3/7/2008, 17:51




SPOILER (click to view)
Narrato
«Parlato»
{Pensato}



Ferite X Esperienza X Crescita



Ricordava come se fosse ieri il giorno in cui suo padre lo aveva portato alla Torre. Era poco più che un marmocchio in fasce, eppure il genitore non si preoccupò affatto. Conosceva le potenzialità della sua creatura e sapeva che avrebbe scalato quell’edificio fino a raggiungere l’obiettivo che gli aveva imposto. Lui invece se ne sarebbe andato, perché la salita verso il potere e la forza è un cammino che bisogna perseguire da soli. Se dal profondo dell’animo, sia esso oscuro sia esso buono, si ha la volontà di trovare da soli la forza, allora non ci sarà nemico che non tremerà davanti al proprio sguardo.
Quando varcò quella soglia, il piccolo non poté fare a meno di essere stupito da tutto: ogni cosa, in rapporto a sé, era enorme, lucente, spaventosa ma anche meravigliosamente fantastica. Si sentì come in luogo magico, ma non sapeva che davanti a lui si stendeva una strada lunga fatta di dolore, sangue e sudore.
Quando si avvicinarono alla reception della struttura vi era una marea di gente, tutti in fila, con tanto di ticket, per iscriversi a quello che rappresentava il più grande torneo di lotta. Quando salì sul ring del primo piano, non sapeva quello che gli aspettava, e non poteva immaginarlo, perché il padre non gli aveva spiegato niente. Il ragazzino non capiva niente: vedeva solo tutta quella gente che urlava, esclamava, bestemmiava, tifava, mentre sugli altri ring altre persone si facevano del male. I suoi occhioni verdi si posarono poi su un uomo vestito di blu e dietro di lui su un gigante. Sì, non c’erano altre parole per definire quell’ammasso di muscoli che gli si parava davanti. Aveva lo sguardo minaccioso, con un lungo ghigno sulla faccia. Killua immaginò subito il suo pensiero: per lui non era che un marmocchio, che subito sarebbe andato al tappeto. Era un insetto, una cimice che avrebbe calpestato, e ancora, e ancora, e ancora, finché non l’avrebbe sotterrata a furia di schiacciarla al suolo. Vedeva in quello sguardo di pece tutta l’ignoranza che quell’uomo possedeva, perché avrebbe dovuto immaginare che non poteva essere un semplice ragazzino per essere lì. Killua si convinse che glielo avrebbe dimostrato: lui era diverso e, soprattutto, molto forte. Un solo colpo avrebbe sferrato contro quel tizio, un colpo tale dal stenderlo in qualche secondo. Quando l’uomo dalla divisa blu abbassò la mano, il bambino partì come un lampo. Scattò dritto verso l’uomo, per affrontarlo in uno scontro frontale. Il gigante rise e si lanciò all’attacco abbassandosi per prendere il moccioso con le mani e stringerlo in una morsa che doveva essere di acciaio. Ma il piccolino, per la sua statura minuta e per il suo fisico agile e veloce, scartò in scivolata, passando sotto le gambe dell’uomo. Poi impuntò le mani a terra e, alzatosi su di esse, si lanciò verso l’alto, girando poi all’altezza del collo e sferrando, con il tacco della scarpa un unico colpo all’attaccatura del collo con la schiena. Il bestione cadde a terra senza un gemito. La folla acclamò, ma il ragazzino mantenne una aria fredda, gelida. Mise le mani in tasca e si avviò verso il piano che l’arbitro gli aveva assegnato. Quella sua indifferenza apparve anche in quel momento, lo stesso momento in cui l’attacco contro il ninja maestro andò in frantumi. Lo shinobi era molto più forte di loro e nello stato attuale delle cose non avrebbero potuto far nulla se non mostrare solo come i topi sanno battersi con le spalle al muro. Venne ferito più volte, ma rimase impassibile.

{ Niente da fare…è molto più forte e veloce di me. Papà me l’ha sempre detto di misurare i miei avversari e combattere contro quelli che sono alle mie possibilità. Ma che gusto avrebbe la vita? }



Tastandosi la ferita per verificarne l’entità, osservò gli altri attacchi degli studenti otesi contro il loro maestro. Fu una sfida molto facile per quest’ultimo che li mise tutti a tappeto. Purtroppo era molto più forte e non vi era speranza di riuscire a batterlo. Anche se si fossero impegnati, il suo livello era troppo avanzato, troppo per loro che erano alle prime armi. Aveva potere e conosceva bene la sua arte, cosa che, unita ad una certa dose di esperienza, gli assicurava un vantaggio non indifferente. Era anche vero che quella non era la prima battaglia che il piccolo mercenario dai capelli bianchi sosteneva. Mai però si era visto contro qualcuno con quel grado. Il fatto poi che sapesse usare il chakra con facilità lo rendeva un avversario temibile, dato che poteva usare quest’ultimo contro di loro. La verità era che la pratica è la migliore di tutti i maestri, e di sicuro il loro sensei ne aveva fatta tanta, proprio come avrebbero dovuto far loro per diventare Genin, o per lo meno, per aspirare a livelli più elevati.

{ Però è anche vero che gettarsi contro la morte è da stupidi e bisogna usare sempre la testa, per ogni cosa. Credo di aver compreso cosa ha voluto dirmi…}



Sorrise, nonostante il petto sanguinasse leggermente.

{…a modo suo ma qualcosa ce l’ha insegnato. Dovevo dar retta a mio padre e pensare ad una strategia migliore. Accidenti alla mia testaccia dura! }



Mentre osservava l’ultimo attacco dei nuovi venuti, Killua comprese che molto presto sarebbe partito in viaggio per allenarsi nel fisico e nella mente. Improvvisamente poi un urlo squarciò l’aria. Il maestro decretò la fine dello scontro. Impugnava la sua falce con la solita presa forte tipica di un fanatico religioso, anzi di un assassino religioso. Il giovane immaginava già la risposta. Tutti sarebbero stati mandati via a casa, perché inadatti al mestiere dello shinobi ed alla promozione a Genin. Così fecero intuire le prime parole del Soichiro, che li guardava con sguardo di disgusto perché per lui erano mosche…almeno a quel livello. Invece, con sorpresa, promosse alcuni tra i suoi allievi, dando loro il permesso di ritirare il copri fonte. Dovevano crescere, maturare, migliorare e diventare più forti: solo allora avrebbero potto riaffrontarlo. Il successo però non era assicurato.

{ Ti pentirai di avermi lasciato…verrò e ti ucciderò}



«Ci rivedremo presto»



Infine si rialzò, e facendo solo un cenno d’intesa verso quell’uomo, si avviò verso il suo destino…

 
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wish macker
view post Posted on 7/7/2008, 15:18




la fine dell'esame

ecco dopo l'ultimo attacco del sensei un tonfo fece gelare il sangue nelle vene di tutti .
ci furono pochi attimi di silenzio in cui agnuno pensava a cio che sarebbe potuto accadere.
all'improvviso si udurono delle parole provenienti dal sensei le quali misero fine all'addestramento:
"questo incontro finisce qui".
kira si fermo ma resto sempre in guardia pensando che fosse qualche trucco del sensei per farli abbasare la guardia.
il sensei raccolse la sua arama e disse che nessuno era ingrado di combattere contro di lui....all'improviso si mise a ridere e disse tre nome tra qui il mio kira ....in queò momento il sangue si gelo nelle vene tante idee mi passarono per la mente chissa ero stato promosso o boccitao anche se mi risultava facile credere di essere stato bocciato visto che ero entarto nel corso quasi verso la fine qundi.... finii di ascoltare le sue parole
"i ragazzi che ho appena citati sono pregati di venire domani per il loro batessimo di sangue"
.a queste parole il sensei invito tutti tranne noi tre ad andare a ritirare i corpi fronte.
io rimasi preplesso per alcuni instaniti rimasi li fermo e diedi uno sguardo per vedere in che condizioni si ritrovavo il campo da battaglia dopo lo scronto con il senesei.
mi guardai in torno e fissai uno ad uno i volti dei miei compagni pi.. ritornai in me .
salutai tutti conglatulandomi con coloro che erano finalmente diventati genin e mi diressi verso la porta che potava verso l'uscita .
varcata la soglia il rossore del tramonto mi travolse ritornai a casa e mi preparai per l'indomani pensai questo mi è servito da prova non ne sono uscito ne perdente ne vincente per ora...corsi verso casa non so cosa mi aveva preso una forza mi invase il corpo.
varcata la soglia di casa tutti si fiondarono a dosso a me per vedere come era andato l'addestramento .. tutti mi fissarono ma non ebbero risposta senza nemmo degnare nessuno di un mio sguardo mi diressi nella ia stanza e mi tuffai sul letto senza nemmeno mangiare volevo essere pronto per domani dovevo essere al massimo della forza per domani cosi.. appena tocai il cuscino sprofonadi in un sono che sembrava eterno.
al mio risveglio il sole mi travolse mi diressi in bagno feci una doccia fredda per risvegliarmi dopo di che mi vestii e scesi in cuccina e feci una robbusta colazione.
dopo aver finito la colazione mi alzai dalla sedia e mi diressi verso l'uscio della porta pronto ad affrontare la prova definitiva che lo avrebbe pottato ad essere qualcuno nella società del suo vilaggio.
feci una corsetta in torno alla casa per risvegliare i muscoli delle gambe...mi diressi a scuola
subito dopo aver finito.
davanti a me l'inmensa struttura faceva copolinio entrai sommerso da mille e piu persieri.
mi diressi verso la porta che conduceva al campo di addetramneto strinsi il pomello tra le mani feci un bel rwspiro e aprii la porta varcai la soglia e mi ritrovai nel campo....non vi era nessuno....ero il primo mi guardai in torno per vedere se effetivamnte non c'era nessuno...una volta constatato cio decisi di aspettare tutti il sensei compreso all'ombra sotto la chioma di un albero.

 
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57 replies since 12/1/2008, 00:20   1614 views
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